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Autore: thedarksora91    17/04/2015    1 recensioni
In una giornata d'estate, Gold si ritrova a camminare da solo per alcuni dilemmi personali, sentendosi orribilmente inutile e come un peso. A peggiorare il tutto ci si mette anche la recente litigata con Crystal,e Gold inizia a chiedersi se effettivamente qualcuno ha bisogno di lui... ma forse non tutto è perduto.
Storia ispirata dal brano dei Simple Plan "Me against the world", che consiglio a tutti di ascoltare.
Genere: Angst, Drammatico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Crystal, Gold
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Manga
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Era una bella giornata d’estate nella regione di Jotho, il sole splendeva, i Pokèmon selvatici correvano e un leggero venticello rendeva la temperatura sopportabile, nonostante fossero in piena stagione. Questa era una di quelle giornate che riempivano di vita i più depressi, mentre per i non depressi e iperattivi… beh,  pregate di non avere simili conoscenti. Questa era una di quelle fantastiche giornate che un tipo come Gold Hibiki si sarebbe goduto dall'inizio alla fine, correndo in giro, spaccandosi ginocchia e gomiti cadendo dallo skateboard sull'asfalto, e non starci nemmeno a pensare, ma soprattutto divertendosi ad irritare i suoi amici Crystal e Silver. Tutto questo però se quella era una normale giornata… ma non lo era. Infatti il moro era da poco stato al laboratorio dove la sua amica/cotta lavorava, per flirtare e ridere davanti alla sua faccia arrabbiata, tranne quando si beccava uno dei suoi micidiali calci… quelli non lo facevano MAI ridere, ed irritarla, come aveva sempre fatto. Ma dopo anni di continue prese in giro, Crystal ne aveva abbastanza ed aveva finito per urlare contro Gold. Ora, lui ormai era abituato, gli gridava contro tutti i giorni, ma stavolta era diverso… questa volta le parole di Crystal lo colpirono, come tanti pugnali che affondavano nel suo cuore… parole cattive e piene di odio e rabbia. Il moro sapeva di essere sempre stato un peso per tutti, ma di certo non si aspettava che qualcuno gli sbattesse la verità in questo modo così… crudo. Per la prima volta dopo tanti anni Gold sentiva le lacrime salirgli negli occhi, ma riuscì a trattenerle per puro miracolo. Senza dire una parola a Crystal, il ragazzo si girò e uscì fuori dal laboratorio, mentre Crystal, dopo essersi calmata, si rese conto di quello che aveva detto. Lei tentò di convincersi che gli sarebbe passato entro la fine della giornata, ma una vocina nella sua testa la convinse a mollare il lavoro e correre a cercare Gold. Suddetto ragazzo, nel frattempo, girava senza meta per la regione, tentando di tenere le sue emozioni sotto controllo, come aveva sempre fatto. Per aiutarsi, inforcò le cuffie sulle sue orecchie e, cercando una canzone nella playlist del suo Ipod, trovò una canzone che non aveva mai sentito e decise di ascoltarla, stupendosi per come si adattasse alla sua situazione:
We’re not gonna be just a part of their game
 
We’re not gonna be just the victims
 
They’re taking our dream and they tear them apart
 
To everyone’s the same
 
Era vero… Gold si era sempre trovato a combattere per i propri sogni, che venivano continuamente stracciati da situazioni come questa, e spesso si stupiva come tante persone si trovassero nella sua stessa situazione.
I’ve got no place to go
I’ve got nowhere to run
They want to watch me fall
They think they know it all
Gold aveva pochi posti in qui poteva trovarsi, dato il suo carattere era veramente poco apprezzato, come da poco dimostrato. I suoi nemici, troppi per poter essere contati, pensavano di vederlo cadere… ma non gli avrebbe dato una simile soddisfazione.
I’m a nightmare, a disaster
That’s what they always say
I’m a lost cause, not a hero
Gold a quel punto si fermò. Le stessi identiche parole che Crystal gli aveva urlato contro. Certo, sapeva di non essere un angelo, ne tanto meno un eroe, e fino a quel momento non si era mai reso veramente conto di quanto fosse irritante… forse sarebbe meglio… sparire semplicemente.
But I’ll make it on my own
I’ve gotta prove them wrong
Me against the world
It’s me against the world
Queste ultime parole gli fecero cambiare immediatamente idea. Poteva provare a cambiare, prendere il senior Red come esempio e diventare un minimo sopportabile, senza necessariamente diventare una copia di Green.
We won’t let them change how we feel in our hearts
We’re not gonna let them control us
We won’t let them shove all the thoughts in our heads
And we’ll never be like them
Nessuno lo sapeva… ma dato il suo carattere, Gold era spesso soggetto dei giochi psicologici dei loro nemici, ma non aveva mai permesso a nessuno di cambiarlo e controllarlo… ma forse era arrivata l’ora di crescere un po’
I’ve got no place to go
I’ve got nowhere to run
They want to watch me fall
They think they know it all
I’m a nightmare, a disaster
It’s what they always say
I’m a lost cause, not a hero
But I’ll make it on my own
I’ve gotta prove them wrong
Me against the world
It’s me against the world… world… world
A quel punto il cantante della band lanciò un fortissimo urlo gutturale, e Gold si ritrovò a urlare insieme a lui. Urlò di rabbia, frustrazione e tutte le emozioni affini, liberandosi di un peso che minacciava di schiacciarlo se tenuto anche solo un secondo di più.
Now I’m sick of this waiting
So come on and take your shoot
You can spit out your insults
But nothing you say is gonna change us
Gold non era mai stato un tipo paziente, in qualsiasi campo e con chiunque si trovasse davanti, tanto da pregare Giovanni che si sbrigasse a sputare i suoi insulti ed iniziasse a combattere. Niente di ciò che gli aveva detto lo aveva toccato… ma ora quelle parole sembravano rimbombargli in testa ed assumere un senso.
You can sit there and judge me
Say what you want to
We’ll never let you win
Quel giorno Giovanni era seduto sul suo trono del Team Rocket, giudicando le sue abilità “inadeguate come Dexholder e come persona”. Gold gli rispose che poteva dire tutto quello che voleva, ma nessuno di loro, lui in primis, gli avrebbe permesso di fare quello che voleva. Ora però desiderava solo avergli dato un minimo di retta.
I’m a nightmare, a disaster
It’s what they always say
I’m a lost cause, not a hero
But I’ll make it on my own
I’ve gotta prove them wrong
Me against the woooooooorllllllllddddd
 I’m a nightmare, a disaster
It’s what they always say
I’m a lost cause, not a hero
But I’ll make it on my own
I’ve gotta prove them wrong
They’ll never bring us down
We’ll never fall in line
I’ll make it on my own
Me against the world
La canzone terminò con un rumore di statico, e Gold si tolse le cuffie. Allora è proprio vero, la musica insegna, si ritrovò a pensare il moro con un sorrisetto stampato sulla faccia. Improvvisamente il ragazzo sentì una voce chiamarlo da dietro, e lui si girò per essere accolto dalla visione di Crystal che correva affannata verso di lui. La ragazza, non appena lo raggiunse ed ebbe recuperato un po’ di fiato, si sbrigò a scusarsi, a dire che si era sbagliata e che era stato solo un piccolo sfogo emotivo. Gold sorrise contento e si avvicinò di più alla blu, che arrossì ed iniziò a temere il peggio. Il moro però le tese la mano e le disse che se gli offriva un gelato allora sarebbero stati pari. Crystal sospirò, di sollievo o delusione, Gold non lo avrebbe saputo dire, e gli afferrò la mano, portandolo alla gelateria più vicina. Mentre camminavano il moro si ritrovò a fissare la sua amica e finalmente capì; Non c’era bisogno di un cambio drastico, e forse gli altri gli volevano bene per come era, ma un Gold leggermente più maturo non avrebbe dato fastidio a nessuno.
FINE    
 
  
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