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Autore: Rockndlouis    17/04/2015    1 recensioni
Louis and Harry are best friends.
Louis is oblivious, Harry is smitten.
Zayn is just done with all of Louis’ shit.
[attenzione: la storia non è mia, è una traduzione]
parole:7k
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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La prima cosa che colpisce Louis quando apre il suo armadietto è il profumo di biscotti fatti in casa. Sarebbe strano, se oggi non fosse oggi. Sorride tra sé, sapendo esattamente perché quei biscotti sono là. Prende la busta di carta davanti a sé e la apre, tira fuori un contenitore pieno dei più bei biscotti che abbia mai visto. Non deve sbavare. Non deve farlo.
“Buon non-compleanno, Lou!” Dice l’inconfondibile voce roca alle sue spalle.
“Vedo che hai fatto i biscotti quest’anno, Haz.” Risponde Louis quando si gira a guardare il suo migliore amico in piedi dietro di lui, con un sorriso enorme stampato in volto e un pacchetto in mano.
“Pensavo che forse avrei dovuto fare qualcosa di più.” Risponde Harry tirando il regalo verso il petto di Louis.                                                                                 
Lui e Harry hanno questa tradizione: poiché il compleanno di Louis è la Vigilia di Natale, è raro che possa festeggiarlo con Harry, inoltre, il Riccio torna sempre dalla sua famiglia il 22 dicembre, a Holmes Chapel. Hanno quindi deciso di festeggiare il compleanno di Louis il primo giorno di scuola dopo le vacanze Natalizie.
È come se fosse il loro Giorno Speciale. Louis aspetta con più ansia questo giorno che quello del suo vero compleanno.
“Spero che sia un cucciolo.” Scherza Louis dopo aver appoggiato i biscotti sul pavimento per poter scartare il pacchetto. Harry è radioso davanti a lui, con i suoi grandi occhi verdi che riescono a malapena a contenere l’eccitazione.
“Aprilo più velocemente, non abbiamo tutto il giorno.” Si lamenta Harry, il sorriso ancora sul volto. Louis strappa la carta e trova il maglione più morbido che abbia mai visto. È come se fosse fatto con mille ali d’angelo ricoperte di piscio di Dio. In.. modo positivo, però.
“Mi hai regalato una nuvola. Da indossare.” Dice Louis con un’espressione impassibile che muta due secondi dopo in largo sorriso seguito da un “Lo adoro!”. Si infila immediatamente il maglione sopra la divisa scolastica, butta la carta strappata che una volta avvolgeva il pacco nell’armadietto e afferra la busta con i biscotti. Prende anche il cappotto, ma non lo indossa. “Ora possiamo andare.” Afferra il polso di Harry e si dirige verso la porta. Harry si acciglia, ma lo segue.
“Lou, la campanella sta per suonare.” Louis gli sorride e solleva un sopracciglio.
“Oggi saltiamo, Hazza.” Spinge le porte d’entrata per aprirle, senza lasciar andare il polso di Harry.
“Ma stavamo guardando Il Grinch a scienze! Il professore non c’era l’ultima volta, quindi ha detto che lo avremmo guardato quando saremmo tornati.” Piagnucola Harry. Louis rotea gli occhi e si ferma, realizzando che sta ancora tenendo il polso del ragazzo.
“Preferisci stare seduto nell’aula di scienze vicino a quell’inquietante ragazza che gioca con i tuoi capelli mentre stai guardando un film che possiamo facilmente guardare a casa mia in qualsiasi periodo dell’anno, o venire a vivere un’avventura con me, Louis, il tuo miglior migliore amico?”               Harry si acciglia e mette le mani nelle tasche del suo lungo cappotto, che non si è ancora tolto, fra l’altro.
“Ovviamente preferisco venire con te.” Dice sfregando la punta della scarpa sul pavimento. Adorabile.
“Quindi non ci sono problemi.” Gli dice Louis, scuotendo via i pensieri. “Andiamo.” Afferra (di nuovo) il polso di Harry e attraversano il parcheggio. Sente i primi fiocchi di neve del giorno sulle guance e sorride.
Sarà il giorno migliore di sempre.
***
Iniziò tutto con una ciambella.
Louis andava alla King James da quando aveva sette anni, Harry era nuovo. A dieci anni, a Louis interessava solo la popolarità. Giocava a calcio (lo fa ancora adesso, ma non ne è completamente ossessionato), aveva una ragazza (che non ha più perché lei disse ‘Preferisci Harry a me’ e- beh, era vero) e pensava che gli studenti nuovi fossero dei perdenti.
Ed ecco perché quando un piccolo Harry con i suoi capelli ribelli e i suoi occhi brillanti si sedette da solo al suo tavolo a pranzo, Louis decise di metterlo alla prova e decidere se reclutarlo nel suo gruppo di amici, o farlo diventare la vittima dei suoi scherzi per il resto del secolo. Quando Harry gli offrì metà della sua ciambella- beh, la decisione fu presa.
Harry sarebbe diventato il nuovo migliore amico di Louis.
Da quel momento, diventarono inseparabili. Harry aveva forse tirato giù Louis dal suo piedistallo di ‘Miglior Ragazzo della scuola’, ma Louis aveva trovato l’amico che si preoccupava veramente per lui. In più era fantastico, davvero fantastico: Harry rideva a tutti gli scherzi di Louis, rispettava e apprezzava (quasi sempre) le sue opinioni e, soprattutto, vedeva dietro la facciata di Louis. Vedeva Louis per chi era, non per cosa riusciva a fare o per gli scherzi che architettava.
***
“Penso di stare per vomitare.” Dice Harry dalla giostra su cui è appeso a testa in giù.
“E questo ti sorprende, perché?” Risponde Louis, abbandonando i suoi pensieri. Hanno passato l’ultima mezz’ora al parco a mangiare i biscotti e giocando ad arrampicarsi sulle strutture. Harry sospira e si solleva per scendere. Louis si prende un momento per apprezzare gli addominali che il ragazzo deve avere, ma respinge velocemente il pensiero quando Harry comincia a parlare.
“Pensi che possa farlo nel cestino? Vomitare, intendo.” Louis deve ammettere che ha un colorito quasi verdognolo, rotea gli occhi per nascondere la preoccupazione.
“Ho del Rennees* nella mio zaino, se lo vuoi. Potrei anche avere del Buccastem** o qualcosa così.” Louis va verso la sua borsa seguito da Harry, che arriccia il naso e si massaggia lo stomaco.
“Grazie, Lou.” Dice mentre mastica il Rennee. Louis sorride e gli dà una leggera pacca sulla spalla.
“Figurati, Hazza.” Va verso le altalene e spolvera via un po’ di neve per potersi sedere. Muove piano le gambe per farla oscillare senza staccarsi da terra. Harry si appoggia al palo vicino alle altalene e gli sorride.
“Domanda e Risposta.” Dice, Louis sbuffa. Harry adora quel gioco, ma Louis no. Uno dei due fa una domanda all’altro, che deve rispondere e fare un’altra domanda. Louis fa schifo nel pensare le domande, mentre Harry è sempre profondo e ispirato.
“Va bene.” Concede Louis, farebbe qualsiasi cosa pur di far sorridere Harry.
“Se potessi vivere ovunque nel mondo, dove vivresti?” chiede.
“A Londra, probabilmente,” risponde Louis, “Potremmo prendere un appartamento là, quando saremo all’università o qualcosa così.”
Noi?” Louis rotea gli occhi e gli sorride.
“Sì, noi, idiota. Tu verrai con me.” Louis pensava fosse scontato che loro due sarebbero andati a vivere insieme quando sarebbero andati all’università.
“Oh, okay.” Dice Harry, stampandosi un largo sorriso sul volto.
“Comunque, penso che tocchi a me farti una domanda.” Louis si tocca il mento con le dita, pensoso, “Se potessi scegliere di stare con una celebrità, chi sarebbe?”
“Wow, profondo,” scherza Harry, “Ma, uh, Bradley James, probabilmente. Amo il look ‘occhi azzurri e capelli biondi e spettinati’.” Louis ride e scuote la testa, spostando la neve allo stesso tempo.
“Oh, Hazza,”
“Cosa?” chiede Harry confuso. Louis muove le mani come per dire ‘continuiamo’. “Uhm, animale domestico ideale?”
“Questa non è una vera domanda, ma, uhm, probabilmente un Pastore Tedesco. Amo il loro pelo, è così morbido. Dio che freddo.” Louis abbassa la testa appena una folata di vento lo colpisce.
“Già. È stata un’avventura tranquilla.” Harry trema e si stringe nel cappotto, sbatte le palpebre per mandare via i fiocchi di neve che si depositano sulle ciglia. Louis è leggermente incantato da quella scena, poi si accorge che forse dovrebbe rispondere.
“Questa è solo la prima parte, Harry. Prendi la tua roba, andiamo a rapinare una banca.” Sorride e va a prendere il suo zaino.
“Andiamo DOVE?” Harry sembra totalmente mortificato quando Louis si volta di nuovo verso di lui.
“Sto scherzando! Gesù,” Louis ride, “Ho una splendida idea su cosa fare adesso che ho diciotto anni.”
“Comprare dell’alcol?” Harry cerca di indovinare, mentre si protegge dalla neve. Sono praticamente in mezzo ad una bufera adesso.
“Pensa a qualcosa di più doloroso.” Louis gli rivolge un sorrisetto, gli prende poi la mano e la infila nella tasca del cappotto (che ha dovuto mettere sopra il maglione dopo aver realizzato quanto cazzo facesse freddo).
“Oh dio.” Il sorriso che Harry ha quando escono dal parco è quasi accecante.
***
Il negozio del tatuatore è praticamente vuoto quando Harry e Louis spingono la porta per entrare. Una piccola campanella appesa suona e una donna molto tatuata cammina verso di loro.
“Siete qui per guardare o per un tatuaggio?” Chiede. Ha dei lunghi capelli castani e Louis potrebbe trovarla attraente. Potrebbe. Deve superare il fatto che non trovi praticamente nessuno attraente.
“Per un tatuaggio.” Louis le sorride in modo affascinante. La mano di Harry si stringe leggermente intorno a quella di Louis nella tasca di quest’ultimo. Il liscio gli stringe di rimando la mano e gli sorride, camminando verso il bancone della cassa. “Ho già un disegno, se non è un problema. Me l’ha fatto un amico” tira fuori dalla tasca la mano sua e di Harry, lascia poi quella del riccio per poter frugare nello zaino. La donna guarda li guarda incuriosita, ma non dice nulla.
“Va bene. Comunque, sono Cathy” sorride e le stelle tatuate sulla tempia sinistra si avvicinano.
“Louis.” Risponde, tirando fuori il pezzo di carta che ha buttato nello zaino quel mattino. “E questo è Harold.” Le dice quando si accorge che Harry non ha intenzione di dire nulla. Sbatte il pezzo di carta sul bancone e sorride di nuovo.
“Heeey.” Harry sbiascica la parola, chiaramente a causa del freddo. “Sono Harry.” Corregge, guardando la donna.
“Piacere di conoscerti, Harry.” Risponde lei, sorridendogli di rimando. Louis sente una specie di calore improvviso nello stomaco, non sa come definirlo (o non vuole).
“A Louis piace prendermi in giro, quindi.” Dice scrollando le spalle e tenendo gli occhi fissi sulla donna.
“Probabilmente perché è invidioso. Guarda che riccioli!” indica la testa di Harry e butta un’occhiata su Louis.
“I miei riccioli sono niente in confronto ai tuoi tatuaggi. Sono davvero forti. Specialmente questo.” dice Harry puntando il dito verso una sirena estremamente dettagliata e con il seno scoperto che giace sul braccio destro di Cathy. Lei ghigna e guarda prima il tatuaggio, poi di nuovo Harry, i suoi occhi brillano di malizia.
“Oh, tesoro, questo non è neanche il migliore.”
“No?” chiede Harry, innocentemente curioso, non ha chiaramente colto la malizia della donna. Louis afferra la sua mano di nuovo, non chiedete perché, e picchietta sul foglio di carta.
“Possiamo parlare del mio tatuaggio?” chiede impaziente. Cathy lo guarda e sorride consapevolmente. Consapevole di che cosa, Louis non lo sa. Vuole solo che gli faccia il tatuaggio.
“Hai un documento? Senza offesa, ma sembri abbastanza giovane.” Louis tira fuori il passaporto dallo zaino, mentre Harry guarda il foglio di carta per quella che sembra la prima volta.
“Hey, Lou, ma questo non sembra quello che ho fatto io?” chiede Harry. Sul foglio- il compito di algebra (ugh)- è disegnato nell’angolo in alto un omino in skateboard.
“Infatti lo hai fatto tu.”
“Perché lo vuoi tatuare?” chiede Harry, sembra che stia cercando di trattenere un sorriso. Louis scuote le spalle.
“Volevo solo farmi un tatuaggio. Ho pensato ‘hey, perché non farsi disegnare uno scarabocchio permanente sulla pelle?’” sorride e guarda Cathy. “Lo puoi fare?” chiede mentre le mostra il passaporto. Cathy lo guarda e annuisce.
“Perfetto,” Louis borbotta un ‘grazie’ e rimette il passaporto nello zaino, “Lo vuoi di questa grandezza?” chiede Cathy. Louis annuisce e arriccia il naso.
“Quanto tempo ti ci vorrà per preparare tutta la roba che ti serve?” Cathy accenna una risata e guarda l’orologio alla sua destra.
“Più o meno mezz’ora. Potete aspettare qua,” con la mano indica delle sedie sparse- quella che dovrebbe essere la sala d’attesa- “Oppure potete tornare alle 11:40. Come volete voi, ragazzi.”
“Probabilmente faremo due passi, grazie. Quanto pensi che costerà?”
“Questa cosetta? Circa trenta sterline. Compreso un posto a sedere.” Risponde Cathy.
“Figo. Ci vediamo alle 11:40, Cathy.” Lei annuisce e sorride, prima di prendere la sedia da sotto il bancone e sedercisi sopra, preparando tutta la roba da tatuatore. Louis spinge Harry verso la porta e la apre con un tintinnio di campanella in sottofondo.
“Ti tatuerai uno dei miei scarabocchi.” Dice Harry, più tra sé che a Louis. Sorride al pavimento e ci sono già dei fiocchi di neve sui suoi capelli.
“Sei il mio migliore amico, Harold. È naturale che io lo faccia.” Il sorriso di Harry vacilla un po’, ma non lascia il suo viso. “Perché quell’esitazione? Hm?”
“Niente, niente. Non preoccuparti.” Harry solleva la testa e sorride, stringendo la mano di Louis. Uh. Si stanno ancora tenendo per mano.
Oh, bene.
“Giusto.” Louis scrolla le spalle. Camminano in silenzio finché non raggiungono una panetteria con un leggero profumo di pane che esce dalla porta.
“Ho di nuovo fame.” Dice Louis trascinandolo nel negozio. Harry mugugna qualcosa e si ferma.
“Non mi sento ancora molto bene.”
“Davvero?” chiede Louis. Harry annuisce piano. Louis annuisce semplicemente e esce dalla panetteria.
“Dove stiamo andando?” chiede Harry accigliandosi e guardando la panetteria alle sue spalle.
“Hai detto di non sentirti bene.” Dice Louis. “Non posso permettere che il mio Harold stia male.”
Dopo essere stati in farmacia e aver comprato il Buccastem (“non sono al verde, Louis. Lasciami pagare.” “Questa è la mia avventura, quindi tu sei sotto la mia responsabilità. Metti via quel dannato portafoglio!”), tornano al negozio di tatuaggi.
“Ha un gusto schifoso.” Si lamenta Harry. Non si stanno più tenendo per mano e Louis sente come se quella sensazione gli stia mancando. Metterà da parte questo pensiero per un tempo e un luogo appropriati. Stupido cervello.
“È per il bene dell’avventura.” Risponde Louis allegramente, infilando velocemente le mani nelle tasche.
“Se lo dici tu.”
Prima di entrare, Louis si scompiglia i capelli e spazza via della neve dal cappotto.
“Potete appendere i vostri cappotti e le vostre cose là, se volete.” Dice Cathy dalla cassa.
“Grazie.” Louis sorride quando si toglie il cappotto e lo appende vicino alla porta. Harry lo imita, ma si toglie anche il blazer, il quale è- in qualche modo- bagnato. Quando Harry si avvicina, Louis nota che la camicia è leggermente umida, riesce a vedere la pelle pallida di Harry. Forse guarda più a lungo di quanto sia appropriato, ma si rifiuta di soffermarcisi troppo.
“Pronto?” Ghigna Cathy.
“Pronto.” Risponde Louis seguendola nella saletta sul retro. Dopo avergli chiesto dove voleva farlo (interno dell’avambraccio), Cathy inizia. È abbastanza doloroso, ma con Harry che chiacchiera n po’ con lui e un po’ con la donna, il tempo passa più velocemente. Cathy gli spiega come pulirlo, mentre gli applica una pomata che dovrà poi comprare. Lo avvolge con della pellicola trasparente e batte il prezzo alla cassa. Dopo aver pagato, lui e Harry prendono i cappotti e la salutano.
“Arrivederci, ragazzi. Statemi bene, piccioncini.” Risponde la donna osservando le schiene dei ragazzi.
“Piccioncini?” chiede Louis, confuso, girandosi verso Harry. Il suo collo è leggermente arrossato, mentre le sue guance sono completamente fuxia. Forse è colpa del freddo.
“Nessun’idea, amico.” Risponde Harry infilando le mani nelle tasche. Louis scrolla le spalle. “Prossimo negozio?” chiede Harry dopo qualche minuto di silenzio.
“Penso che potremmo andare a casa mia e giocare a Mario Kart. Mamma è al lavoro, le mie sorelle sono a scuola.” Propone Louis sollevando le sopracciglia.
“Ti batterò.”
“Oh, per favore, io sto sempre davanti.”
“Forse mi piace stare dietro.” Risponde Harry ammiccando. Louis cerca di trattenersi, ma, pochi secondi dopo, comincia a ridere talmente tanto che le lacrime cominciano a scorrergli sulle guance.
“Oh, Hazza,” dice quando è in grado di controllarsi, “sei una rivolta***.” Harry sembra incredibilmente orgoglioso di sé stesso e grato per il complimento, ha un sorriso bellissimo sul viso. In quel momento, Louis vorrebbe davvero baciarlo.
E questa da dove esce?
Sta fissando le labbra di Harry da decisamente troppo tempo.
“Ti sfido ad arrivare prima di me alla fermata dell’autobus.” Dice all’improvviso e comincia a correre lungo il marciapiede ricoperto di neve.
“Hai giocato sporco!” Harry urla dietro di lui, prima di iniziare a correre e cercare di raggiungerlo.
Passano il resto del pomeriggio a giocare a Mario Kart (ovviamente, Louis vince sempre) e a mangiare tonnellate di cibo spazzatura. Il fatto era, però, che i pensieri continuavano a tornare. Ad un certo punto, per esempio, Harry ha sterzato per evitare un ostacolo e si è inclinato verso Louis, che si è sentito come se stesse andando a fuoco. Poi, quando Harry si è spostato per tornare al suo posto, Louis avrebbe voluto prenderlo e trascinarlo di nuovo vicino a sé. Un’altra volta, Harry stava mangiando un lecca-lecca e le sue labbra sembravano così oscene e Louis avrebbe tanto voluto baciarle. Ogni volta che Harry parla, Louis non può far altro che guardare le sue labbra.
Louis non è stupito di aver scoperto che è attratto dai ragazzi. Ad essere onesti, lo ha sempre sospettato. Forse è questo il motivo per cui non ha mai voluto fare sesso o qualcosa di serio con la sua ragazza. Ha anche avuto una strana ossessione per David Beckham e non solo perché era bravo a calcio.
La cosa per cui Louis è preoccupato è che a lui piace Harry. Ma non gli piace soltanto. Ne è innamorato. Louis è innamorato del suo migliore amico. Ride amaramente tra sé.
“Cosa?” chiede Harry mentre si infila le scarpe.
“Niente.” Risponde Louis velocemente, sorride poi affettuoso al ragazzo. Harry sorride di rimando e si raddrizza, andando a prendere il cappotto.
“Bene. ci vediamo domani, sì?” chiede Harry mentre si infila il beanie che Louis gli ha prestato per proteggersi dalla neve. Gli sta molto meglio di quanto stia a Louis, quindi non gli interesserà se non gli verrà restituito.
“Certo, Harold.” Harry allarga le braccia per abbracciarlo e Louis ci si getta immediatamente, immergendo la faccia tra i capelli del più piccolo.
“Sono stato bene oggi.” Sussurra Harry contro la sua spalla.
“Già.” Louis sospira in risposta, accarezzando le braccia di Harry con i pollici.
Stanno così per un po’, respirando l’uno l’odore dell’altro. Quando Louis si stacca, lo fa di malavoglia.
“Buon viaggio. Fa’ attenzione.” Dice Louis sarcasticamente, spostando un ciuffo di capelli dal viso di Harry e infilandolo nel Beanie. Probabilmente non l’ha detto tanto sarcasticamente come voleva, a giudicare dalla faccia da ebete di Harry. Sembra più felice quando guarda Louis con gli occhi che brillano di gioia e curiosità.
“Farò del mio meglio.” Risponde Harry prima di tirare uno schiaffetto leggero sulla guancia di Louis e aprire la porta. Si gira un’ultima volta e alza il pollice, guardandolo. Louis rotea gli occhi, ma imita comunque il riccio. È una strana cosa che Harry ha iniziato a fare a undici anni e che gli è rimasta.
“Va’ via, sfigato.” Ride Louis. Harry gli sorride e chiude la porta dietro di sé, incamminandosi nella neve.
Tornando alla questione di partenza.. Louis è innamorato del suo migliore amico. Ha in mente una sola soluzione.
 
“Spero per te che quello che mi devi dire sia importante.” È la prima cosa che Zayn dice quando risponde dopo il terzo squillo.
 “Oh, lo è, Zaynie.” Risponde Louis, si passa una mano fra i capelli prima di lasciarsi cadere sul letto. “Ho scoperto una cosa molto interessante su di me.”
E sarebbe?
“Penso di essere gay. No, sono decisamente gay.”
Okay, e?” Zayn non sembra sorpreso.
“ ‘E’? Cosa intendi con ‘e’? Non sei sorpreso?”
Ovviamente non lo sono, amico. So di te e Harry da almeno un anno.” Dice tranquillamente Zayn, sembra leggermente distratto, Louis riesce a sentire il rumore della televisione in sottofondo.
“Io e-” Louis non riesce a crederci, “Harry non è il mio-! Non stiamo insieme!” riesce quasi a sentire le labbra di Zayn piegarsi in un ghigno.
Non c’è più bisogno di mentire, Lou.” Mentire? Cosa? Oh mio Dio.
“Non sto mentendo, lo giuro. Io e Harry non stiamo insieme.” Il tono triste non è d’aiuto.
Ma tu lo vorresti.” Conclude Zayn. Cazzo, è così bravo.
“Già.” Louis sospira.
È innamorato di te da anni, amico. Tutto ciò che devi fare è dirglielo.” Dice, come se fosse facile.
“Non è innamorato di me. E anche se lo fosse, ho bisogno di prove.” Risponde Louis.
Beh, procuratele.” Louis si acciglia.
“Come?”
Non lo so, fai qualcosa e guarda le sue reazioni.”
“Qualcosa tipo?”
Gesù, Louis, non posso fare tutto io. Piegati e guarda se ti fissa il culo.”
“Questa cosa è stupida.” Louis ha un bel culo, tutti lo fisserebbero, che siano innamorati di lui o no. Zayn sospira e Louis riesce quasi a vedere gli occhi ruotare.
“Cerca di capirlo, in qualche modo. Ora devo andare, c’è Jezza in TV.”
“Va bene. Grazie per non aver dato di matto.” Dice Louis, sincero.
Non darei mai di matto per qualcosa, se c’entra con te.” Risponde, “Ti aiuterei anche a nascondere un cadavere.” Louis sorride e giocherella con l’orlo del suo nuovo maglione.
“Grazie, amico. Ci sentiamo.”
Okay, ‘notte, Lou.”
“’Notte.” Riattacca e fissa il soffitto.
Ha bisogno di un piano.
***
Louis ha un piano. Louis ha un piano infallibile e formulato perfettamente. Ora ha solo bisogno di Harry, deve giocare bene le sue mosse e mandare i suoi segnali in modo che possano stare insieme per sempre.
“E poi mi è caduto su tutto il pavimento, letteralmente. È stato così divertente!” Harry gli sta raccontando di un incidente con la cena della sera precedente e Louis ascolta ogni parola come se la sua vita dipendesse da ciò che esce da quella bocca. Non è decisamente d’aiuto il fatto che le labbra di Harry siano screpolate per il freddo e che stia ancora indossando il suo dannato beanie. Si sono incontrati nel parcheggio e adesso stanno andando a scuola insieme e Louis non riesce a smettere di pensare al suo piano.
Il suo fantastico piano.
“Sei così maldestro. Sembri la versione reale di Bambi.” Commenta Louis. Harry sorride e si aggiusta il beanie sulla testa.
“Mi piacerebbe tantissimo essere Bambi.”
“Ovviamente ti piacerebbe. Perché non dovrebbe? Siete entrambi adorabili.” Guarda se arrossisce. Guarda se arrossisce. Ecco! Un punto per la squadra ‘Harry-è-senza-dubbio-innamorato-di-Louis’.
“Non sono adorabile.”
“Sì, lo sei. Adesso andiamo, la campanella sta per suonare.”
***
Nell’ora di inglese, Louis è seduto tra Harry e Zayn, quindi è sempre difficile per lui seguire le lezioni. Oggi è persino peggio. Vuole raccontare a Zayn del suo piano e a giudicare dalle occhiate che il ragazzo gli sta mandando, vuole sapere. Ma non può farlo, perché il piccolo e innocente Harry è seduto esattamente vicino a lui.  Decide che il bisbigliare è la scelta migliore.
“Il piano è in corso.” Sussurra, direttamente nell’orecchio di Zayn.
“E cosa implicherebbe questo piano?” sussurra Zayn di rimando.
“Farlo arrossire, in generale,” Louis scrolla le spalle, “Magari anche estorcergli una confessione.” Zayn lo guarda scettico, poi butta un occhio su Harry, che sembra farsi piccolo piccolo.
“Non è un po’ meschino?” Chiede Zayn. Harry lo sta guardando nervosamente, dato Zayn lo sta ancora fissando.
“Terra a Zayn,” Louis gli schiocca le dita davanti alla faccia per attirare la sua attenzione, sempre bisbigliando, “Cosa intendi?”
“Voglio dire,” Sospira Zayn, “non potresti solamente chiedere invece di stuzzicarlo?” Non ha chiaramente capito quanto sia brillante il suo piano
“Ah, mio caro ragazzo,” Louis dà una pacca sulla spalla di Zayn e si inclina sulla sedia, “Capirai quando sarai più grande.”
“Compirò diciotto anni tra tre giorni, Louis.” Dice Zayn, esasperato. Louis lo ignora e si gira a guardare un Harry molto confuso che alza le sopracciglia in segno di domanda. Louis sventola una mano davanti a lui come per dire ‘è tutto a posto’. Non può fargli sapere Del Piano. È un fantastico piano ed è scritto e archiviato nella sua mente. Harry si acciglia e torna a guardare davanti a sé.
***
Louis ha deciso che Il Piano richiederà più di qualche giorno. È sempre impaziente riguardo qualsiasi cosa, ma quando si tratta di Harry, beh, aspetterebbe anche una vita intera pur di stare insieme un giorno.
Spera di non dover aspettare così tanto, sinceramente.
E infatti non dovrà, perché lui ha un Piano.
Nei giorni seguenti, Louis mette alla prova Harry in diversi modi: aggiusta il suo beanie tutte le mattine, aggiusta il ciuffo ribelle, infila persino il braccio sotto il beanie mentre camminano (“Per tenerlo al caldo, vuoi che congeli?” “No, no, ov-ovviamente no.”). Ogni volta che fa qualcosa, Harry reagisce sorridendo, piegando la testa, o arrossendo (con la Prova Del Blazer le fa tutte e tre insieme). Louis non riesce a superare quanto sia adorabile quando arrossisce.
Ma non è l’unica cosa che nota. Oh, no. Nota anche che Harry è fottutamente magro. Quando indossa l’uniforme, lo si potrebbe confondere con un piccolo ragazzino magro. Ma fategli indossare una t-shirt nera e degli skinny jeans e rimarrete meravigliati.
Nevica Venerdì, quindi Harry va a casa sua, come al solito. Quando si toglie il cappotto, Louis ha quasi (quasi) una fottuta erezione. È ridicolo. Sospetta quasi che lo abbia fatto di proposito, per far cadere la mascella di Louis sul pavimento, ma Harry non può conoscere Il Piano. Per questo, Louis decide di scartare l’idea.
Tocca la pelle di Harry, si stiracchia più del normale per mettere in mostra le braccia e la pancia e gli sta molto più vicino di quanto sia necessario. Harry diventa sempre più irrequieto. Ovviamente, il team ‘Harry-è-senza-dubbio-innamorato-di-Louis’ ha raggiunto un numero estremamente elevato di punti, Louis ha perso il conto. È quasi arrivato alla seconda fase, La Confessione, quando si scatena l’inferno.
 
“Hai un po’ di-” Louis si lecca il pollice per togliere la farina dei biscotti che stanno facendo dal naso di Harry. Questi si allontana e si pulisce con il retro della mano, facendo accigliare Louis.
“Puoi smetterla?” Chiede, nervoso, facendo un altro passo indietro.
“Smettere di fare cosa?” Louis spera che non abbia scoperto Il Piano.
“Di stuzzicarmi. Ho capito, okay? Non c’è bisogno che tu mi per il culo.”
“Beh, sono felice che tu abbia capito, ma di cosa stai parlando?” prendere per il culo? Louis non prederebbe mai per il culo Harry. Okay, lo farebbe, ma non con cattiveria, ecco.
“Devo dirtelo? Sul serio? Harry sembra sull’orlo di un pianto e il primo istinto di Louis è quello di abbracciarlo, ma il ragazzo deve sentirlo, perché fa un passo indietro, di nuovo.
“Probabilmente sì, dato che sono molto confuso in questo momento.” Louis vorrebbe piangere, anche se non sa cosa stia succedendo. Harry sospira e mette le mani sulla faccia, sta probabilmente cercando di non piangere.
“In questi ultimi giorni ti sei comportato di merda. Mi hai preso in giro perché io-” sospira e guarda il pavimento, “Perché io ti amo. Non so come tu lo abbia capito, forse per la mia reazione al tatuaggio? Ma non è giusto che tu mi prenda in giro.”  Alza gli occhi dal pavimento, sono luccicanti di rabbia e lacrime. Louis vorrebbe dire qualcosa, vorrebbe davvero farlo, ma quando apre la bocca, non ne esce alcun suono. Harry lo guarda implorante, aspetta che si difenda, forse. Restano in silenzio per qualche secondo e la rabbia di Harry sembra crescere.
“Sai cosa? Vaffanculo. Pensavo fossi mio amico, ma non riesci neanche ad ammettere che sei stato un coglione.” Le lacrime scorrono sulle sue guance e Louis è ancora senza parole, “Dovevamo restare amici, non avresti dovuto scoprirlo.”
“Harry-” dice Louis, alla fine, ma è troppo tardi. Harry se n’è già andato. Louis guarda tristemente la porta, prima di scoppiare a piangere.
Dio santo! Certo che Harry ha pensato che Louis lo stesse prendendo per il culo. Come ha potuto essere così stupido? Ha fatto piangere il ragazzo e non ha fatto niente per fermarlo. Tutto per Il Piano. È tentato di strisciare nel suo letto e non uscire mai più, alla fine, però, prende la ciotola con l’impasto per i biscotti e comincia a mangiarlo, senza neanche preoccuparsi di prendere un cucchiaio.
È innamorato del suo migliore amico e ha appena mandato tutto a puttane.
***
Louis non ha chiuso occhio la notte. Si è girato e rigirato, ha pensato al fatto che ha rovinato la cosa migliore che aveva. Non gli interessa se sembra una frase di Beyoncé. Anche se non erano una coppia, Harry era comunque il migliore amico che potesse desiderare. Voleva chiamare Harry, o mandargli un messaggio, o qualcosa così. Ma qualsiasi cosa scrivesse, sembrava sbagliata. Non ha aiutato il fatto che Harry non abbia accesso il suo cazzo di telefono neanche una volta.
Louis ha perso il suo migliore amico perché ha deciso di manipolarlo e spingerlo a confessare i suoi sentimenti, piuttosto che confessare i propri. Una confessione furiosa seguita da un’uscita con tanto di porta sbattuta non era il suo obiettivo. Non lo era per niente.
“Smetti di essere così depresso, Cristo.” Si lamenta Zayn, durante matematica. Louis sta fissando il suo quaderno in trance. Scuote la testa e guarda l’amico.
“Non sono depresso. Sto solo rimpiangendo tutto ciò che ho fatto.”
“Stessa cosa.” Zayn scrolla le spalle. Louis ruota la testa e fissa il soffitto.
“Ho mandato tutto a puttane.”
“Già, lo hai fatto.” Risponde Zayn, semplicemente.
“Hey, mostra un po’ di comprensione,” Zayn alza un sopracciglio, “È stata un’idea tua.”
“Non ti ho mai detto di farlo.”
“Ragazzi!” Miss Martin li guarda dalla cattedra, “Fate silenzio e continuate il vostro lavoro.”
Entrambi borbottano delle scuse e tornano a guardare i quaderni. Louis riesce a rispondere a tre domande, prima di fermarsi.
“Che cosa dovrei fare?” c’è un brivido nella sua voce, che ovviamente non sfugge a Zayn.
“Sistema tutto.”
“Come?” Louis non ha idea di come fare per farsi perdonare da Harry. È stato un coglione colossale, persino lui non perdonerebbe qualcuno che si fosse comportato come lui. Beh, a meno che non fosse Harry.                                  Zayn scrolla le spalle.
“Non lo so. Con un grande gesto?”
Un Grande Gesto, Louis continua a rimuginare su quelle parole per il resto della lezione. Farà il gesto più grande  di sempre, se sarà necessario per farsi perdonare da Harry.
***
“Hey!” Louis trova Niall vicino agli armadietti dei ragazzi, alla fine delle lezioni. Alza di scatto la testa e assottiglia gli occhi quando vede Louis.
“Louis.” Lo saluta, freddamente.
“So che probabilmente mi stai odiando in questo momento, ma ho bisogno del tuo aiuto.”  Il piano di Louis deve riuscire perfettamente.
“Perché dovrei aiutarti? Gli hai spezzato il cuore, lo sai.” Louis fa una smorfia nel sentire la sua franchezza, ma è l’esatta ragione per cui ha deciso di fare ciò che sta facendo.
“Lo so. Ho bisogno che tu mi aiuti a sistemare le cose.” Gli occhi di Niall si assottigliano ancora, mentre apre un pacchetto di patatine. Louis non si era neanche accorto che lo avesse in mano. “Ti aiuterebbe sapere che sono completamente innamorato di Harry?” Niall sorride e annuisce prima di infilarsi in bocca più patatine di quante Louis pensava fosse umanamente possibile infilare in una bocca.
“Continua,”
“Pensi di riuscire a convincere Harry ad andare alla partita di domani?”
Louis passa il resto del pomeriggio a dare compiti alle persone coinvolte nel suo piano. È un numero sorprendentemente alto di gente.
Se Niall riuscirà a convincere Harry ad andare alla partita, dovrebbe andare tutto liscio. Cioè se Louis non è arrugginito nel corso degli anni. Finire un progetto che lui e Harry avevano iniziato anni fa è più faticoso di quanto pensasse.
***
“Bene ragazzi, uccideteli! Spero vi siate riscaldati, questa partita sarà dura da vincere.”  L’allenatore sta facendo il discorso di incoraggiamento che fa sempre prima di una partita di vitale importanza. I ragazzi di solito contano le citazioni cinematografiche che inserisce in esso, ma oggi Louis è distratto. Tutti i ragazzi dovranno essere pronti quando darà il ‘Via’, è così nervoso. Gli sudano le mani e non riesce a smettere di far tremare la gamba.
Vinceranno la partita, poi Louis vincerà il cuore di Harry.
“Distruggeteli!” l’allenatore conclude il discorso e i giocatori, Louis compreso, entrano in campo. La prima cosa che fa Louis è cercare i ricci inconfondibili di Harry. Lo trova seduto vicino a Niall con un’aria avvilita. I capelli gli ricadono tristemente sulla fronte e sono bagnati da una pioggerellina. Ha piovuto a dirotto la notte precedente e la neve si è sciolta, ma fa ancora un freddo cane e Louis capisce perché Harry se ne sta piegato su se stesso. Vorrebbe davvero correre da lui e abbracciarlo, ma facendo così si guadagnerebbe solo un calcio nelle palle, quindi meglio di no. Scuote la testa e raggiunge i suoi compagni di squadra.
“Conoscete tutti il piano per la partita?” chiede, da capitano. Riceve come risposta un coro di ‘Sì, capitano’. “Conoscete tutti il piano per il dopopartita?” chiede, da ragazzo disperatamente innamorato del suo migliore amico.
“Ce la farai, Lou.” Dice Liam, alla sua destra. Louis sorride e gli dà una pacca sulla spalla, cercando di non sembrare nervoso.
“Grazie, Li. Facciamolo. Tutte le mani qua!” i giocatori mettono la mano destra al centro del cerchio, contano fino a tre e urlano un ‘distruggiamoli’, poi prendono le loro posizioni nel campo. Si inizia.
 La partita inizia bene, ce la stanno mettendo tutta. Louis segna due goal nei primi dieci minuti. Gli avversari riescono a mandare la palla in porta una volta, Liam riesce a bloccarla la seconda volta, evitando il pareggio. Louis guarda gli spalti durante l’intervallo, cercando Harry e Niall. Li trova nel mezzo di quella che sembra una discussione animata e Harry sembra avere intenzione di andarsene, ma Niall lo sta letteralmente tenendo, costringendolo a rimanere seduto. Louis prega Dio affinché Niall riesca a convincerlo. O trovi una fune. Harry non deve assolutamente andarsene.
Il secondo tempo passa abbastanza velocemente, la squadra avversaria segna due goal e Louis ne segna uno. Gli ultimi due minuti sembrano una scena di un film a rallentatore: Louis cerca di togliere la palla a un giocatore dell’altra squadra, mentre questi è vicino alla loro porta. Se questa testa di cazzo segnerà, loro perderanno. Se perderanno, il suo piano andrà a puttane. Con una mossa veloce della gamba destra, riesce a rubare la palla all’avversario. Corre velocemente per il campo, tenendo la palla il più possibile vicino a sé e concentrando la sua attenzione sulla partita. La folla urla il suo nome, ma Louis sente soltanto una voce. È roca, familiare e viene dagli spalti dietro le sue spalle.
Sorride quando si avvicina alla porta, evitando per un pelo un difensore. Colpisce la palla con tutta la forza che ha. Quando l’orologio segna -10 secondi, la palla sfreccia verso la porta. Tutti trattengono il fiato.
“Goal!” urla qualcuno alla sua destra. L’orologio scatta sullo zero e Louis salta in aria, tirando un pugno al vuoto. La squadra urla intorno a lui, lo caricano sulle loro spalle e gridano il suo nome.
“Pronti ragazzi?” urla loro.
“Pronti, capitano!” rispondono, rimettendolo a terra.
“Buona fortuna.” Liam gli dà una pacca sulla spalla, prima di formare una riga con agli altri componenti della squadra. Louis fa un respiro profondo e vede Zayn scendere dagli spalti e correre verso di lui, posizionandosi alla sua destra.
È tempo di riprendersi Harry.
Prende un altro respiro e canta la prima strofa.
My hands, your hands, tied up like two ships.
Drifting, weightless, waves try to break it.”
Zayn canta la seconda strofa e Louis guarda Harry, il quale lo sta guardando con occhi sgranati.
I’d do anything to save it.
Why i sit so hard to save it?”
Liam comincia a cantare e gli occhi di Harry diventano sempre più grandi, così come il sorriso di Niall.
My heart, your heart, sit tight like book ends.
Pages between us, written with no ends.”
Il resto dei giocatori comincia a cantare e Louis pensa che gli occhi di Harry cadranno fuori dalle sue orbite. .
So many words we’re not saying.
Don’t want to wait til it’s gone, ‘cause you make me strog.”
Louis fa un passo avanti per cantare la strofa del coro.
“I’m sorry if I said I need you, but I don’t care I’m not scared of love.
‘Cause when I’m not with you I’m weaker.
Is that so wrong, is it so wrong?
That you make me strong.”
I ragazzi continuano a cantare la canzone che Louis ha costretti ad imparare e provare durante l’allenamento di quel giorno, il ragazzo prende il megafono vicino alla panchina del coach, sale su essa e comincia a parlare, rivolgendosi alla folla confusa sugli spalti (non guarda direttamente Harry perché, Gesù, è imbarazzante).
“Ho un amico. Un migliore amico. È simpatico, divertente, intelligente, affascinante, dolce e molte altre cose che solo un poeta potrebbe mettere insieme per fargli giustizia. È stato al mio fianco per molti anni, abbiamo passato insieme momenti che non dimenticherò per nulla al mondo. Mi ci è voluto troppo tempo per realizzare che non è solo un amico. È tutto ciò di cui ho bisogno,” si gira a guardare Harry, che ha un bellissimo sorriso sul volto. È perfino più largo di quello di Niall.
“Io ti amo, Harry.”
Scende dalla panchina e mette a terra il megafono, aggiungendosi ai ragazzi che stanno cantando le ultime strofe.
“I’m sorry if I said I need you, but I don’t care I’m not scared of love.
‘Cause when I’m not with you I’m weaker.
Is that so wrong? Is it so wrong?”


Louis canta da solo l’ultima frase.
“That you make me strong”
L’intera folla si alza in piedi e applaude, stanno tutti sorridendo e alcuni si asciugano gli occhi. I ragazzi si stanno congratulando con lui, ma, onestamente, vuole sentire la voce di una sola persona. Sgomita tra la folla e comincia a salire sugli spalti, cercando Harry, sperando che non se ne sia andato. Guarda intorno a sé freneticamente, ma Harry non si trova. Si è appena girato a guardare il campo, quando sente una voce alle sue spalle.
“È vero ciò che hai detto?” Louis si volta di scatto e trova Harry in piedi sulla fila si spalti sopra di lui, rendendolo ancora più alto di quanto già non sia. La luce dietro di lui crea una vera e propria aureola intorno alla sua testa. Il cuore di Louis perde un battito. È senza dubbio il ragazzo più bello che abbia mai visto.
“Ogni singola parola.” Risponde, quasi senza fiato.
“Abbiamo iniziato a scrivere quella canzone tre anni fa.” Gli ricorda Harry, come se Louis potesse dimenticare una cosa simile.
“L’ho finita questa notte.” Confessa. Harry ride, una risata talmente forte che è costretto a mettersi una mano davanti alla bocca. Louis sale sulla fila di spalti su cui è in piedi il ragazzo e gli sposta la mano dalla bocca.
“Sta succedendo davvero?” Harry ha una punta di soggezione nella voce, ma il suo sorriso e letteralmente accecante.
“Sta succedendo davvero.” Dice Louis, prima di sporgersi leggermente in avanti e catturare le labbra di Harry nelle sue. C’è solo un aggettivo che Louis può usare per descrivere il bacio con Harry: elettrico. I suoi muscoli sono contratti, vorrebbe che lui e Harry fossero una cosa sola, non vorrebbe staccarsi mai dalle sue labbra. Si impone di rilassare i muscoli, ma non ci riesce. Vuole baciare ogni singola parte di Harry, lo vuole davvero. Si separano e si guardano soltanto, sorridendo come bambini.
“Ti amo.” Dice Harry, meravigliato, come se non potesse ancora credere a ciò che sta succedendo.
“Ti amo anche io. Scusa se sono stato un coglione.” Risponde Louis, il suo sguardo scatta dagli occhi alla bocca del Riccio, cercando di non baciarlo di nuovo.
“Sei perdonato.” Harry gli appoggia una mano sulla guancia, “ti perdonerò sempre, se hai intenzione di scusarti così ogni volta.” Ride ed è il suono più bello che abbia mai sentito.
“Beh, meglio se iniziamo a scrivere altre canzoni, perché sono un vero e proprio coglione.”
“Già, ma sei il mio coglione.” Harry si acciglia e si morde il labbro, “Suonava in modo molto più romantico nella mia testa.”
“Oh, smettila.” Dice Louis, prima di baciarlo di nuovo. Non pensa si stancherà mai di farlo.
Le palle di Louis si stanno letteralmente congelando, ma non gli interessa, perché ha Harry, il migliore amico che abbia mai avuto e che si è innamorato di lui. E di cui lui si è innamorato.
 
 
 
*Rennee: non ho idea di cosa sia, ma sono giunta alla conclusione che si tratti di quelle specie di gomme da masticare che si prendono quando si ha la nausea.
**Buccastem: farmaco in compresse contro la nausea.
***la frase originale era “You’re a riot.”, è una cosa che si dice alle persone molto molto divertenti (talmente divertenti che scatenano una rivolta), non ha molto senso in italiano, ma l’ho tradotto letteralmente perché non sapevo assolutamente cosa mettere.
 
(se siete arrivati fino a questo punto, vuol dire che la storia non è scritta tanto schifosamente)
Hei! Era da tempo che avevo in mente di tradurre una fan fiction e questa mi sembrava molto carina. Non è questo granché di trama, ma a me è piaciuta tantissimo, è così dolce, spero vi sia piaciuta. Mi scuso per eventuali errori e vi prego di segnalarmeli nelle recensioni (perché voi lascerete ovviamente delle recensioni). Vi linko qui la storia originale e qui il mio profilo twitter.
Alla prossima (spero),
Lunga vita e prosperità,
-A.
   
 
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