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Autore: shinran4869    17/04/2015    4 recensioni
Anche se in cuor suo non vorrebbe, i pensieri della giovane Haibara convergono tutti verso un punto: il suo oscuro (e in parte ignoto) passato nell'organizzazione, che ancora non l’ha scovata, ma è sulle sue tracce. Ma soprattutto: il cercare di dimostrarsi sempre distaccata, è davvero la soluzione migliore? O a volte sarebbe meglio fidarsi degli altri, seppur correndo il rischio di ritrovarsi feriti?
Genere: Introspettivo, Suspence, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Detective Boys, Hiroshi Agasa, Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Shiho Miyano/Ai Haibara
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La porta della stanza si aprì lentamente, cigolando, e la donna vestita di scuro si mosse solo di pochi passi. Rimase sull’uscio, quasi si volesse nascondere, e iniziò a parlare pacatamente, a voce bassa.
“Vedo che ti sei svegliata… Hai notato la sorpresa?
Tutto quello che ricevette come risposta fu un gemito sommesso.
“Dovresti essere un po’ confusa… mi hanno mandato qui per chiarirti un po’ di cose…Non so quale sia l’ultima cosa che ricordi…Ma, ad ogni modo, mi risulta che Chris ti abbia informato sulla morte dei tuoi genitori…non sai quanto mi dispiace, cara…” fece un ghigno, e poi proseguì: “Mi hanno detto che sei svenuta per lo shock…e sei rimasta in uno stato di dormiveglia continuo per parecchi giorni. È normale che tu non riesca a muoverti, comunque, ma dovresti riprenderti presto."
Shiho iniziava a mettere insieme i pezzi del puzzle che aveva in testa da quando si era svegliata, e le cose iniziavano a quadrare.
Quella donna dovrebbe aver detto la verità, si diceva.
Ma c’erano ancora delle cose che la ragazza non si spiegava: perché mai l’organizzazione non aveva sfruttato il suo momento di debolezza per farla fuori definitivamente? Eppure, Vermouth glielo aveva detto chiaramente che I suoi giorni da prigioniera dell’organizzazione si potevano contare sulle dita di una mano… E allora, perché era ancora viva?
E poi, c’era la questione del suo corpo tornato grande.
Cosa vogliono da me? Ormai è evidente che qui il loro obiettivo non sono io…
Quasi come se le leggesse nel pensiero, la donna rispose ai suoi interrogativi:
“Inizialmente, non lo nego, avevamo intenzione di ucciderti. Ma poi, dopo che Chris ti ha parlato, il capo ha cambiato idea. Ora nutri un odio profondo per Vermouth, dopo ciò che ha fatto, non è così?”
Non aspettò nemmeno una risposta da parte di Shiho, che proseguì:
“Con questo pretesto, potresti diventare un’arma indistruttibile, il nostro asso nella manica. Se riuscirai a convertire la tua rabbia in forza…sarai invincibile.”
“Sarai degna di battere il Silver Bullet”… disse la donna in nero con un sussurro. Non poteva svelarle il piano, se non era certa che la ragazza avesse accettato. “Anche se sono sicura che presto tornerai dalla nostra parte, Shiho… Pure se non ci conosciamo…non vedo l’ora di collaborare con te.” continuò, sempre sussurrando.
“A nome di tutti, ho una proposta da farti, Shiho.”
Quando la ragazza sentì il suo nome pronunciato da quella donna, venne scossa da un brivido. Aspettò che proseguisse la frase, trattenendo il fiato.
“Vuoi tornare nell’organizzazione? Hai la possibilità di scegliere.”
“Anche se non ti garantisco che continuerai a vivere se declinerai la mia proposta…” aggiunse, sottovoce, e poi lasciò la stanza con passo felpato.
 
I due ragazzi, dopo aver finito di perlustrare l’edificio, erano di nuovo sulla via del ritorno. Non avevano trovato nulla di interessante e, avendo constatato che non c’era nessuno, avevano fatto tutto abbastanza rapidamente.
Entrambi camminavano piuttosto in fretta, con le mani arrossate nelle tasche del giubbotto e lo sguardo perso nel vuoto. Ognuno era completamente immerso nei propri pensieri: Shinichi era piuttosto irritato dal fatto che Heiji si fosse messo a discutere con Kazuha durante una missione così pericolosa, ma contemporaneamente era quasi dispiaciuto di avergli urlato contro. Eppure, anche lui aveva le sue ragioni. Era tormentato, da quando aveva messo piede nell’edificio, da una brutta sensazione che però non avrebbe saputo descrivere. Ma, nonostante ciò, era decisamente troppo orgoglioso per chiedere scusa per primo; e Heiji ragionava allo stesso modo.
Ad un tratto, un fiocco di neve che cadde proprio davanti ai loro occhi distolse –per un attimo- l’attenzione dei due dai loro pensieri.
Entrambi sbuffarono, creando nuvolette di vapore davanti alle loro bocche.
 
“Il treno per Osaka delle 18,30 partirà tra trenta minuti, siete pregati di avviarvi verso il vostro binario e di attendere, grazie.”
La voce proveniente dall’altoparlante risuonò nella stazione.
“Siamo giusto in tempo, eh?” fece Hattori, per stemperare la situazione.
Shinichi stava per rispondere, quando una fitta al petto lo colse di sorpresa, facendogli morire le parole in gola.
Ma…non è possibile…non sono passate nemmeno 24 ore… pensò il detective dell’Est.
Seguì un’altra fitta, più forte della precedente.
Shinichi portò istintivamente la mano al petto, come per voler arrestare quel dolore che pervadeva ogni cellula del suo corpo.
“Hattori…” fece, con la voce rotta.
Questo, resosi conto della situazione, entrò nel panico.
“Non può succedere qui…c’è gente… Ma non possiamo nemmeno allontanarci, il treno sta per arrivare…”
“Mezz’ora è sufficiente. Vado in ba…”
Di nuovo. Di solito le scariche non sono così vicine l’una con l’altra…
Kudo si avviò a passo svelto verso il bagno, cercando di attirare meno attenzione possibile, mentre Heiji lo seguiva, provando a non far emergere la propria preoccupazione.
Non aveva nemmeno avuto il tempo di chiudere bene la porta, che sentì ogni parte del suo corpo infiammarsi sempre di più finchè, dopo aver emesso un grido strozzato, si ritrovò nuovamente a dover rivestire i panni di Conan.
Heiji, nel frattempo, cercava di giustificare le grida dell’amico, dato che un gruppetto di gente si era radunato vicino alla porta di Shinichi. Quando, finalmente, il bagno si svuotò, Heiji aprì la porta, trovandosi di fronte Conan con addosso la divisa –ovviamente gigantesca- di Shinichi.
“Cosa aspetti? Cerca un negozio di souvenir e procurami qualcosa da mettere, o perderai il treno!”
Hattori, nonostante fosse un po’ frastornato, eseguì rapidamente gli ordini dell’amico rimpicciolito, ed in fretta e in furia gli procurò degli abiti.
 
Heiji riuscì a salire sul treno per un pelo, anche perché mancavano solo cinque minuti alla partenza.
Entrambi, quando il treno sbuffò, tirarono un sospiro di sollievo; nell’attesa che arrivasse il maggiolino giallo del Dottor Agasa, Conan si sedette su una panchina, e tornò ad immergersi nei propri pensieri.
 
La voce della donna in nero riecheggiava ancora nella sua testa, nonostante fossero passati parecchi minuti.
Mi hanno davvero chiesto di tornare nell’organizzazione? si chiedeva, decisamente sconcertata. Come era possibile una cosa del genere?
Normalmente, se le fosse stata posta la stessa domanda, avrebbe risposto con fermezza che no, non sarebbe mai tornata ad essere un burattino nelle mani degli uomini in nero. Eppure, c’era qualcosa dentro di lei che la faceva esitare. Quelle parole l’avevano scossa davvero così tanto da provocarle questa indecisione? Il discorso di Vermouth le aveva procurato davvero tutto l’odio di cui aveva parlato la donna in nero?
Se tornassi nell’organizzazione…Ma no, cosa vado a pensare. Non posso farlo, non posso voltare le spalle a Shinichi dopo che mi ha salvato così tante volte…ma altrettante volte mi ha mentito, giustificandosi dicendo che ‘era solo per il mio bene’, quando in realtà questo mi ha fatto stare peggio…Aiuto, perché mi trovo in questa situazione? Non dovrei avere dubbi! Hanno ucciso mia sorella, dopotutto…Anche se questa sarebbe l’occasione di vendicarla…potrei diventare così forte da prendere il controllo dell’organizzazione e fargliela pagare…
E così nella sua testa facevano capolino, ora l’uno e ora l’altro, pensieri terribilmente discordanti.
Che decisione avrebbe dovuto prendere? Avrebbe dovuto seguire il suo desiderio di vendetta o avrebbe dovuto appoggiare Shinichi nella sua lotta? Lei era stata la causa di tutti i suoi problemi…Era sbagliato che gli voltasse le spalle, o no?
No, non posso comportarmi così egoisticamente. Non posso…non posso…non posso… si ripeteva, fino allo sfinimento.
 
“Ho preso la mia decisione. Anche a costo di morire…non tornerò mai lì dentro. E, grazie del suggerimento. Userò la mia rabbia verso Vermouth e verso tutti voi per distruggervi. Contateci.” disse, ad alta voce, per convincersi.
Solo qualche istante dopo si rese conto di ciò che aveva appena fatto: era riuscita a parlare di nuovo, da quando aveva aperto gli occhi. I vari movimenti le risultavano ancora un po’ difficili, ma nel complesso si rendeva benissimo conto di non essere andata in conto a niente di grave.
Ad ogni modo, era pronta a comunicare a quella donna le sue decisioni. Nonostante avesse vacillato, in quel momento si sentiva pronta a tutto.
Che Shiho fosse realmente tornata?
 
Nel frattempo, Shinichi era finalmente tornato a casa del dottor Agasa, ed era notevolmente preoccupato dal fatto che si fosse rimpicciolito nuovamente. Prima di iniziare le indagini, aveva detto a Ran che sarebbe stato un po’ con i suoi genitori in America, per trascorrere le vacanze invernali con loro, e contava di rimanere Shinichi per un bel po’, per evitare che si creassero equivoci. Ed invece, dopo nemmeno 12 ore, si era trasformato di nuovo. Ai glielo aveva detto molte volte che i suoi anticorpi tendevano a diminuire la durata del farmaco ad ogni assunzione, ma l’ultima volta che lo aveva usato era rimasto grande per 24 ore! Come si spiegava tutto ciò?
E se, così facendo, non riuscissi più a tornare ad essere Shinichi? Ai mi aveva avvertito spesso, ma non pensavo che gli effetti si sarebbero visti a così breve termine… pensò, un po’ spaventato. Ma, ad ogni modo, non mi resta che rischiare…
 
“Mi fa piacere che tu abbia preso la tua decisione. Anche se mi fa un po’ meno piacere pensare che non sarai più una dei nostri…”
La donna pareva aver sentito tutto ciò che Shiho aveva, imprudentemente, detto ad alta voce. Perciò, se anche avesse voluto, non ci sarebbe stato modo di cambiare la situazione.
“Quindi, dato che hai rifiutato la mia proposta…non mi resta altro che farti eliminare.”
A quelle parole, Shiho non poté fare a meno di sentirsi mancare, e tutto il coraggio che aveva provato prima sparì in un angolino remoto del suo corpo.
“Ma…hai detto che avrei avuto la possibilità di scegliere…” ribattè la ragazza, con un filo di voce.
“Certo. Ed è quello che hai fatto, no? Hai scelto. Peccato che tu abbia optato per la cosa sbagliata…bhé, vedi il lato positivo: non ti capiterà di nuovo!”
Compiaciuta da ciò che aveva appena detto, la donna si mise a ridere sarcasticamente e, misteriosamente com’era venuta, se ne andò di nuovo.
Era la terza volta che le veniva annunciata la propria morte…quando sarebbe finito tutto ciò?
Questa è davvero la volta buona…la mia occasione l’ho avuta. E non ho rimpianti…o almeno credo…
Bhè, ormai, poco importa.
Finirà tutto. si disse, prima di abbandonarsi ad un pianto liberatorio ma sommesso. Non durò molto, perché non era da lei farlo, ma ad ogni modo ogni parte del suo corpo sprofondò nel vuoto più totale.
 
 
 
 
----ANGOLO DELL’AUTRICE----
Finalmente ci si rivede, eh? ♡
Ditemi tutto, ma concedetemi una cosa: sono stata brava, ho aggiornato in fretta! xD
*Bhè, ci mancherebbe, dato che non ti sei fatta sentire per tre mesi…*
Lo so, lo so, ma sto cercando di recuperare! (*ω*)
Comunque, come vi sembra il capitolo? è un po’ di transizione, ma quello che accade qui è F-O-N-D-A-M-E-N-T-A-L-E per ciò che accadrà dopo! (Sono stata abbastanza chiara? xD)
Prima di scatenare il delirio, passo ai ringraziamenti!
Grazie a B Beky e a Laix che hanno recensito lo scorso capitolo, e a mimimomo che ha inserito me alla lista degli autori preferiti e la storia tra le preferite!
Ovviamente, grazie anche a chi legge soltanto!
Vi mando un grosso bacio, ci vediamo al prossimo capitolo! :3
*A proposito…finalmente sono arrivata a quota dieci! xD*
Ciao ciao, ^^
Ali
 
   
 
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