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Autore: cin75    18/04/2015    6 recensioni
WARNING!!! SPOILER STAGIONE DECIMA. EPISODIO 18.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
- Questa storia fa parte della serie 'Momenti, silenzi e poche parole!'
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Quando sento dire a Charlie che ha finalmente trovato quel dannato Libro dei Dannati e che tra le sue pagine c’è il modo per mandare via il marchio, per liberarmi da questa assurda maledizione, quasi non ci credo e solo quella scintilla di speranza che sento bruciarmi meravigliosamente viva dentro, mi da la forza di…sperare che questa volta potrei farcela.
Che Sammy ha avuto sempre ragione.
Che c’è sempre un modo per venirne fuori.
Che noi siamo i fottuti Winchester e ne veniamo sempre fuori.

 
Non ricordo da quanto tempo non ti vedo battere in modo così entusiasta il tempo di una canzone, sul volante della tua adorata Baby. Sembri perfino felice. Sembra che quella solita macinata di chilometri serva solo per raggiungere il prossimo caso. Quei semplici casi di vampiri, o ghoul o spettri o  il solito ( o insolito) mostro della settimana , di cui ormai da tempo non ci occupiamo più. Perché da tempo sei tu, solo tu, il caso da seguire. E niente altro. Nessun altro.
E tu sembri davvero convinto che questa volta finirà bene, tanto che progetti già una vacanza. “Ce ne staremo in spiaggia a bere birra, nuoteremo. Ci mischieremo alla gente del posto….Sabbia tra le dita, Sammy. Sabbia tra le dita!” dici pregustando già quella sensazione. E io voglio che tu lo faccia Dean. Voglio che assapori già quella sensazione se questo significhi darti la volontà di lottare ancora.
 

Tutto il mio entusiasmo comincia a svanire, non appena Charlie apre quel libro e Sammy lo prende per sfogliarlo.
Le loro voci si confondo, sembrano come qualcosa le incupisse. Le immagini diventano sfocate e senza rendermene conto sono lontano da loro, che stringo tra le mani il libro.
E’ la voce di Sam che mi riporta alla realtà e lo sguardo atterrito di Charlie mi fa capire che anche questa volta niente sarà facile come pensavo. “Non credo che sia una buona idea che io lo tocchi !” ammetto perplesso e le consegno il libro e l’unica cosa che riesco a fare e a dire dopo, è un imbarazzato: “Vado a prendere l’altra roba fuori!” anche se la mia sola e unica intenzione è scappare da quella stanza, mentre sento ancora qualcosa pulsare furiosa dentro di me.

 

Scoprire tutto sugli Styne, non sembra averti tranquillizzato, anzi. La cosa ti ha del tutto demoralizzato e sentirti dire che vuoi fermarti, sentirti di dire che conseguenze bibliche ricadrebbero su quel nostro tentativo di toglierti il marchio, mi terrorizza. Non perché io non voglia affrontare una qualsiasi conseguenza, ma perché sei tu che sembri non volerlo fare. Ancora.
Perfino Charlie ti chiede se hai deciso di mollare. “Io non voglio morire, ma se dovesse accadere non vorrei mai che fosse per quest’affare sul mio braccio. Tutto ciò che posso fare è combatterlo il più a lungo possibile finchè….” e allora sbotto. Non ce la faccio più a sentirtelo ripetere. A sentirti diplomaticamente dire che ti  stai lasciando andare. “Fino a quando Dean?...Dimmelo. Fin quando non dovrò vederti di nuovo trasformato in un demone? Non posso farlo. Non lascerò che accada!!
No, Dean. No, che non lascerò che accada.
Abbiamo avuto entrambi la nostra stanza all’Inferno. Ma quello che ti è successo. Vederti trasformato in un demone? Vederti sfogare la tua rabbia contro di me, sentirti dire cose che il mio vero fratello mai e poi mai avrebbe detto contro di me, contro nostro padre, beh!! quello…quello è stato peggio dell’Inferno stesso.
 

Comprendo la tua rabbia , Sammy. Il tuo timore che è anche il mio, che è sempre stato anche il mio da quando è iniziata questa maledetta storia. Allora cercò di mostrarti una flebile via di fuga. “Allora dovrai rinchiudermi. Incatenarmi nel bunker come hai fatto l’ultima volta!”, ma quelle parole non sembrano bastarti e cerchi ancora di convincermi a lasciarti tradurre il libro e poi lo dici.
Dio!! quante volte avrei voluto sentirtelo dire!
Quante volte, quelle semplici parole, avrebbero significato per me, la più grande delle vittorie. “Io non posso perderti!”, e per quanto qualcosa dentro di me scatti – legame di sangue, amore fraterno, lealtà – non posso permetterlo Sam.
Non posso permettere che il nostro legame sia ancora forte se io dovessi…
E decido di risponderti nell’unica maniera con cui quel legame stesso , so, si incrinerebbe. Quella stessa maniera che già una volta ci ha spezzati.  “Davvero? Hai cambiato idea? Perché non è quello che mi hai detto l’ultima volta!”  ti rinfaccio e ti faccio male. Ti ferisco e lo vedo. E mi faccio schifo ma so che è la cosa giusta.
Non ti permetto di replicare e come il più stronzo dei fratelli maggiori, vado via lasciandoti in silenzio.

 

Dopo che te ne sei andato, credo che parlare con Charlie, confidarmi con lei, è stata la cosa più…giusta, che avessi potuto fare. Non che lei mi abbia detto chissà che, ma il modo in cui non mi ha…psicanalizzato, il modo in cui mi ha confidato come vedeva questa sua nuova vita , ha mostrato a me la mia di vita. “E’ la mia vita. E mi piace. Ma non posso farlo senza mio fratello….non voglio farlo senza mio fratello. E se lui non ci fosse più, allora io…”, ma Charlie , provvidenzialmente comprensiva, mi ferma, prima che io mostri ancora più debolezza di quella che già le ho mostrato.
 

Nel bunker, rivedere Cas, sapere che è ritornato l’angelo di sempre. L’angelo che ho conosciuto tempo fa, più o meno, mi rende felice. “Te l’avevo detto che era tempo che ce ne andasse bene una!” esclamo soddisfatto a Sam, e ignorando, o per lo meno cercando di farlo, quello che è appena successo e cerco di godermi un impensabile momento…familiare.
Ti guardo complice, Sammy, cercando con te un brindisi ad una vittoria raggiunta a metà. Rido nel vedere Charlie e Cas alle prese con uno stupido gioco infantile. Ragazzini!! Ti guardo ancora e anche se riesco a vedere che non riesci a goderti appieno questo momento, io devo Sammy. Devo! Potrebbe essere l’ultimo con loro. Con te!
Perciò…io devo!
 

Io non mi fido di te. Non mi fiderò mai. Ma ho bisogno di aiuto. E solo tu puoi darmelo. Mi serve che il Marchio di Caino sia tolto dal braccio di mio fratello. E qualcosa mi dice che tu puoi decifrare questo libro e trovare la cura. La domanda ora è…mi aiuterai?” e quando concludo  e vedo lo sguardo di Rowena, soddisfatto, dinnanzi a me, mi sento come se avessi stretto l’ennesimo patto. Ma lo faccio per te , Dean!
Perciò…io devo!
   
 
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