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Autore: Marti5    18/04/2015    3 recensioni
((Una JonSansa sudatissima, che spero apprezzerete nella sua semplicità.
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Jon Snow, Sansa Stark, Spettro
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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// Dedicata a tutte le mie compagne di Shippaggio selvaggio, e a Vale, che ne ha scritta una dieci volte meglio di questa,
   ma cui spero piacerà ugualmente. So già che dirai quando leggerai questa
   nota, ma comprendimi, scrivi troppo bene.



La pelliccia scura del proprio mantello veniva accarezzata dal vento freddo dell'inverno incombente. Jon Snow procedeva sulla stretta via tra le montagne lento, lasciando che il suo cavallo andasse a malapena al passo, seguito da Spettro. Il manto candido del meta-lupo si contrapponeva alla nera pece di cui pareva ricoperto il ragazzo, eppure nessun compagno avrebbe potuto essere più fedele, e fidato. La grossa bestia procedeva aggrazziata, lasciando di tanto in tanto le proprie impronte in qualche ammasso sporadico di prima neve. 
Jon accennò un sorriso, incontrando l'intorpidimento del proprio volto a contatto col vento freddo. Il viaggio verso Grande Inverno durava ormai da settimane, e la meta sembrava non arrivare mai ad allietare il suo sguardo stanco. Su promessa vincolante di Stannis aveva avuto conferma che Roose Bolton era stato distrutto, estirpato da una terra che non gli sarebbe mai appartenuta, e che poteva considerarsi casa solo per i membri di casa Stark. 
Snow si passò una mano inguantata sul volto, i pensieri volati verso i volti di quella che era stata una famiglia, per lui, ma di cui non avrebbe mai davvero fatto parte; nemmeno il vincolo che Stannis Baratheon gli aveva concesso poteva cancellare l'evidenza della sua natura bastarda, legata solo a metà agli affetti che gli Stark avevano rappresentato per lui e che continuavano ad occupare un posto nel suo cuore.
L'impudente ribellione di Arya, la regalità insita di Robb e la gentile bellezza di Sansa continuavano a turbinare nella sua mente, accompagnando il suo ultimo viaggio verso il suo nuovo dominio, cui sapeva di non poter del tutto appartenere.
Sarebbe stato di certo un reggente migliore della feccia dei Bolton, la cui sadica progenie rispecchiava ogni immoralità con cui Jon Snow non avrebbe mai voluto avere nulla a che fare. Quel pensiero servì a ben poco per l'animo infreddolito del ragazzo, che scrutò con ansia crescente il profilo della stretta valle che percorreva allargarsi e lasciare posto alle lande spaziose poco distanti da Grande Inverno.
Una volta superato il passo tra le montagne e le morbide distese d'erba scura, l'attenzione di Snow fu attirata da una figura accovacciata sulle sponde del piccolo torrente gorgogliante, che scorreva placido e tranquillo come quando da bambino vi si recava per lanciare sassi sul pelo d'acqua. Un destriero dal pelo grigio aspettava il suo padrone, brucando svogliatamente i ciuffi d'erbache trovava accanto alle rocce.
Lo straniero indossava un mantello scuro quanto il suo, il grande cappuccio calato sulla testa gli rendeva impossibile scorgerne le fattezze. Un primo istinto lo portò a restare sulla difensiva, e scese silenziosamente da cavallo, imbracciando il sottile arco, sebbene Spettro paresse mansueto e non accennasse a ringhiare. Si avvicinò al viaggiatore cautamente, fino ad arrivare a qualche metro di distanza, la freccia incoccata tendeva la corda dell'arco fino allo stremo. 
"Chi sei, straniero?" urlò con voce ferma, mentre osservava la figura alzarsi in tutta la sua esile stazza. 
"Mostrati!" 
Ora poteva scorgere la sottile figura avvolta nel mantello, e di certo non sarebbe potuto essere un nemico o qualcuno in cerca di cattive intenzioni. Tuttavia mentenne la posizione, alleggerendo appena la tensione della freccia.
Finché il cappuccio calato su quel volto non s'abbassò, colpito da un refolo di vento più insistente, e scoprì quella chioma ormai scura, ma le cui sfumature fiammeggianti non potevano lasciare ombra di dubbio su quale fosse l'identità della giovane donna di fronte al Guardiano della Notte. 
Il viso bianco come la neve si volse ad osservarlo, uno stupore palesato in quello sguardo ceruleo che Jon aveva osservato tacitamente assorto troppe volte, durante quella che sembrava un'altra vita, distante appena pochi anni da quel momento.
Sansa portò le mani al petto, stringendosi nel mantello pesante. Aveva un'accenno di occhiaie, e l'espressione mostrava una stanchezza quasi pari a quella del fratello. La fuga da Valle Arryn e dal controllo di Ditocorto l'aveva spinta oltre i suoi limiti, e le aveva mostrato una donna che ancora non era davvero, ma che avrebbe disperatamente voluto essere. Una regina appartiene al proprio regno, s'era detta una sera particolarmente calda per quella stagione, mentre si coricava nella sua stanza a Nido dell'Aquila. A dispetto della sua condizione e della tintura bugiarda che aveva tentato di spegnere il fuoco nei suoi capelli, lei restava una Stark, e nulla le avrebbe impedito di tornare a casa sua. Con la complicità del giovane stalliere aveva rubato il primo cavallo e aveva corso, libera come non si sentiva dal malaugurato giorno in cui aveva messo piede ad Approdo del Re. Aveva pianto, mentre il suo destriero saettava veloce per le terre della Valle: lacrime amare, perché consapevoli delle pene che avrebbe dovuto affrontare prima di poter accostare di nuovo la mano delicata alla pietra grigia di Grande Inverno, eppure anche colme di speranza. Una speranza che finalmente poteva stringere tra le proprie mani, e che poteva condurla a diventare la Regina che aveva sognato di essere da bambina, quando sua madre le pettinava i lunghi capelli.
Ogni nota dolente di quel viaggio, ogni dolore provato era svanito nello scorgere il volto di Jon. Sansa finalmente sorrise, quando il fratello abbassò sconcertato l'arma e fece per avvicinarsi. La ragazza sollevò un poco le vesti e mosse velocemente i pochi passi che la distanziavano dal ragazzo. Si strinse al giovane, percependo il vigore della muscolatura ormai maturata sotto il proprio tocco leggero. Jon l'accolse tra le proprie braccia forti, sollevandola da terra come se fosse una piuma tenuta sul palmo della mano. Assaporò con dolcezza il suo profumo, rimasto ancora sulla sua pelle nonostante l'evidente fatica palesata da quelle iridi. E Jon Snow rise, come non faceva da mesi, e si lasciò pervadere da quel senso di pace che aveva cercato in ogni dove, ma che aveva trovato nell'esile corpo della sorella. Non avrebbe voluto lasciarla più, sarebbe volentieri rimasto così, abbracciato a lei.
Quando lei si scostò per poterlo guardare, lui la trattenne comunque contro il suo petto. I loro volti erano ad una spanna appena, l'altezza di Jon non gli impediva di scrutare quella bellezza pura da vicino. 
Le mani di Sansa si accostarono al suo viso, prendendolo con delicatezza. Non sapeva cosa dire, un sorriso spensierato ad illuminare la stanchezza sul suo ovale perlaceo.
Avrebbe voluto chiedergli dei Guardiani della Notte, e del perché ora si trovasse a miglia e miglia dalla Barriera, ma non le importava. In quel momento l'unica cosa importante era quell'abbraccio agognato forse da più di qualche mese, e in cui finalmente si era ritrovati. Jon chiuse gli occhi, sfiorando con la mano ancora coperta dal guanto quelle sottili di Sansa. Quando riaprì gli occhi, la scrutò con un affetto più profondo di quello che lega due fratelli.
Lei posò un bacio sulla sua guancia ispida, sfiorando l'angolo delle sue labbra. Snow sorrise ancora, stringendola di nuovo e affondando il viso nei suoi capelli morbidi.
"Non lasciarmi più." Le disse semplicemente, mettendo a tacere per quel momento ogni spiegazione, ogni dubbio e ogni domanda che poteva sorgere dalle sue labbra o da quelle di lei. 
S'avviarono, il corpo esile e provato di Sansa stretto a quello stanco ma imponente di Jon, cavalcando verso la fortezza di Grande Inverno. Il cavallo della giovane li seguiva mansueto controllato da Spettro, che s'era accostato a Sansa e le aveva concesso di passare la mano sul manto bianco come la neve. Avanzarono nella landa adombrata appena da una coltre di nubi chiare, Sansa Stark e Jon Snow, due dei cardini rimasti in piedi della famiglia di Grande Inverno. Avrebbero mosso i propri passi l'uno accanto all'altra, nella ricostruzione del palazzo, nella guida del loro regno e nella ricerca degli ultimi membri della casata, ma ora entrambi avevano bisogno di sostegno, e di forze.
La giovane poggiò la testa contro la spalla del fratello, e socchiuse gli occhi. Si dice che si possa trovare un riposo tranquillo solo quando ci si sente davvero a casa. Sansa s'assopì finalmente quieta, accompagnata dal respiro regolare di Jon, l'ombra di un sorriso sul volto di nuovo illuminato dalla speranza, e dalla sensazione familiare di casa.
   
 
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