We will cross this kingdom together.
 You don’t know what it’s like to live at war, to grow up with battle and sacrifice
 

 
Era cominciato tutto per gioco, entrambi lo avevano sempre saputo.
Poi avevano cominciato ad allenarsi, a maneggiare armi di ogni genere: lui un arco, lei una frusta.
Erano stati un’entità unica e inscindibile, finchè suo fratello non aveva trovato un parabatai, e con lui la sua strada. Isabelle comprendeva adesso come ci si sentisse ad avere il cuore spezzato a metà, eppure mai aveva portato a conoscenza suo fratello di tali sentimenti.
Forse perché con il passare degli anni le cose erano cambiate e lei − complice un segreto che le lacerava il cuore ad ogni respiro, isolandola da una felicità momentanea − più di tutti, era quella che si era adattata al cambiamento, perché così fa un Cacciatore, così agisce un Nephilm.
«Izzy.» la voce di Alec è incerta, così come precaria è la loro permanenza in quel mondo oscuro, tanto imprevedibile quanto una giornata di sole a New York.
Isabelle alza lo sguardo, vede suo fratello per quello che è adesso − il volto segnato da cerchi scuri al di sotto degli occhi azzurri, luminosi come le stelle più fulgide, la preoccupazione a tendergli i lineamenti.
Alec si siede al suo fianco su una sporgenza di roccia scura, lo sguardo perso nell’orizzonte di Edom, alla ricerca forse di qualche forma di vita umana.
«Lo troveremo,» sussurra lei, e intreccia le loro dita stringendole forte, determinata a non crollare, non adesso che hanno bisogno entrambi della rispettiva forza, di lucidità, «Troveremo Magnus a costo di setacciare palmo per palmo questo posto orribile, te lo prometto.»
Isabelle poggia il capo sulla spalla di Alec, avvertendo quasi in lontananza come uno splendido miraggio il suo profumo, associato ad un’infanzia serena prima che questa finisse con troppo poco preavviso.
«Lo so, Izzy» quando le risponde, la sua voce è salda come sempre, come se non potesse mai aver dubbi su di lei e sulle sue parole, «Mi fido di te.»
Questa volta è suo fratello ad attirarla a sé, facendola poggiare contro di lui − per proteggerla, custodirla, Alexander non ha mai pensato ad altro − e stringendola forte per donarle conforto, perché il regno di Edom è oscuro e pieno di terrori e loro non sanno cosa sia la vera sofferenza, da poco sperimentata con morte di Max.
«Ti voglio bene, Alec.» la sente mormorare a bassa voce contro la sua giacca, e lui sorride, perché sa quanto sua sorella sia restia nel mostrare i propri sentimenti, perfetta nel suo ruolo di algida regina, «Non dimenticarlo mai.»
«Ti voglio bene anch’io, Isabelle.»
L’orizzonte si macchia di nuvole dense e scure, il pallido sole che durante il giorno fa ardere ogni cosa si eclissa rapidamente, avvolgendo il regno dei demoni in una spirale di pericolosa grazia, un’oscurità in cui rimanere intrappolati è facile quanto sognare.
 



 

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Note dell'autrice.
Buon pomeriggio, gente!
Ebbene si, mi mancano troppo Alec e Isabelle as brother and sister, quindi niente, questa flash è ambientata naturalmente durante CoHF, con i dovuti riferimenti, aw. Non nascondo di aver intravisto qualche accenno (secondo la mia mente contorta, ma non credo fosse necessario inserirlo nelle note) di incest, però non visto come sentimento romantico tra due persone, ma come l'amore che lega indissolubile due fratelli, nient'altro.
Ah, perchè il regno di Edom è oscuro e pieno di terrori, beh, non potevo non citare Game of Thrones perchè lo adoro, aw, ma quello è un altro fandom e altre lacrime ç___ç
So, considerato che partirò a breve e questa è una sorta di fic di saluto, ew, spero possa piacere tanto tanto♥ perchè il mondo ha sempre bisogno di fratelli e sorelle come Alec e Isabelle e.. niente, un bacio e un grazie per chiunque sia arrivato fin qui.
Alla prossima,
fireslight.