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Autore: kishinoya_    18/04/2015    7 recensioni
Salve.
Io sono... Be, credo che non abbia importanza chi sono io, voi, in fondo, siete qui per leggere la mia storia, non per ascoltare le mie chiacchiere.
Ecco, se dovessi descrivere in una parola ciò che ho scritto, direi Distruzione, distruzione e morte ovunque.
Non sono qui per portarvi uno scenario di guerra, o la solita storia sulla parte oscura di Sonic, conosciuta da tutti noi come Sonic.exe, ma sono qui per raccontarvi una storia diversa dalle altre.
Non penso di essere la prima a scrivere qualcosa del genere, ma, negli ultimi tempi, non ho visto nulla che assomigli a ciò che leggerete.
Detto questo, be, spero che vi piaccia...
...Questa mia storia romantica, piena di amore, piena di odio e distruzione, questa storia piena di morte, sangue, paura...
Direi di non andare oltre, e di augurarvi una
Buona Lettura.
-Autrice
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Dal Testo: ''Tutto per colpa loro, si, non mi hanno mai trattato come meritavo... Mi escludevano, ero sempre quella fuori posto... non andavo bene... [...] Loro dovevano soffrire come ho sofferto io [...] E lo hanno provato, hanno provato il dolore, la paura, la tristezza...''
!ATTENZIONE! CONTIENE YANDERE!
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Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amy Rose, Sonic the Hedgehog, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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HATE AND DESTRUCTION
Cammino lentamente lungo il marciapiedi della mia via.
Intorno a me tutto sembra essere senza colore, grigio, scuro...
Scuro come il cielo di questo giorno, come quello di ieri e dei giorni prima ancora.
Guardo le facciate delle case, volti inanimati che tremano al solo rumore del vento, volti che esprimono paura e terrore, volti che esprimono la morte.
Arrivo davanti alla porta della mia casa, anch’essa grigia e scura come le altre che la circondano.
Apro lentamente e con calma la porta d’ingresso.
Appena entrata quella si richiude dietro di me, lasciandomi al buio più totale.
Mi avvio verso il soggiorno, dove si trova l’interruttore per la luce.
Lo spingo e, con un leggero tremolio, una fiebole luce inizia ad illuminare gli angoli della stanza, lasciando intravedere orribili macchie di sangue sul tappeto e sui muri.
Tutto in questa stanza ha un’aspetto inquetante, tetro.
Esco dal soggiorno e vado verso la camera degli ospiti.
Nel corridoio, ogni tanto appaiono macchie di sangue raggrumato, macchie di alcool e altre sostanze che non riesco a distinguere.
Sono davanti alla porta della camera dedicata agli ospiti.
Sul legno d’abete, c’è una scritta rosso cremisi che risalta fra tutte le macchie rosse che ricoprono il muro.
La scritta dice ‘’Sonic’’.
Apro lentamente la porta coperta di graffi, è aperta, quindi mi basta spingere un po’ per aprirla.
Entro nella stanza, anch’essa buia.
Accendo la luce.
Quello che compare davanti ai miei occhi, illuminato da una luce gialla, è un corpo ricoperto di sangue.
Mi avvicino al letto, dove si trova il cadavere insanguinato, e giro lentamente quell’orribile immagine.
Ciò che mi ritrovo davanti agli occhi è un viso, ma non è come le faccie che siamo tutti abituati a vedere.
No, questa faccia e diversa.
Gli occhi non sono al loro posto, ma sono stati depositati sopra un comodino, vicino ad una lampada, al loro posto ci sono due enormi buchi da cui, un tempo, sarà fuoriuscito un fiume di sangue, che ora, è lungo le guancie, come a formare delle lacrime.
La bocca... la bocca è stata cucita con del filo di cotone nero, le labbra sono state scorticate, ed ora sono solamente due pezzi di carne rossa incapaci di emettere suoni.
Sul comodino, accanto agli occhi, si trova un oggetto molle e ricoperto da sangue, è la lingua di quella povera vittima.
Il corpo è ricoperto da tagli e graffi, ricoperti da sangue secco e scuro.
Nell’aria c’è un odore metallico, infatti accanto al letto ci sono delle catene, probabilmente una volta sono servite a legare quel corpo, che ora giace sul letto della camera, immobile e freddo.
Osservando il corpo si può notare, pur essendo completamente coperto da sangue, un blu elettrico, ormai quasi inesistente.
I capelli sono lunghi aculei morbidi e allo stesso tempo appuntiti.
Ai piedi del cadavere ci sono delle scarpe rosse e bianche, non indossa altri vestiti.
I bulbi oculari strappati via al proprietario, contengono delle iridi verde smeraldo.
Una calda lacrima mi riga il viso, seguita dalle sue compagne.
Non pensavo di essere ancora capece di piangere.
Una risata pazza, piena di odio e tristezza, esce incontrollabile e furiosa dalla mia bocca, accompagnata dalle gocce salate che rigano le mie guance. 
L’identità di quel corpo, di quel cadavere è quella di Sonic.
Il riccio che ho amato...
Fino a quanlche tempo fa lo avrei abbraccaito... ora come ora vorrei tanto squartarlo, assaggiare il suo sangue, assaggiare il suo sapore... come ho assaggiato quello dei miei amici.
Erano davvero gustosi, soddisfacenti...
Sono entrata in casa loro e li ho uccisi tutti... uno per uno.
Non riuscivo più a sopportarlo... non... non riuscivo!
Era troppo forte... il dolore... mi lacerava dall’interno... corrodeva le mie viscere...
Non riuscivo più a vivere.
Tutto per colpa loro, si, non mi hanno mai trattato come meritavo... Mi escludevano, ero sempre quella fuori posto... non andavo bene...
Ma loro dovevano pagare, si, loro dovevano...
Loro dovevano soffrire come ho sofferto io!
E lo hanno provato, hanno provato il dolore, la paura, la tristezza...
La solitudine...
E per ultimo ho scelto lui, il mio riccio blu...
Lui è mio!
Solo e solamente mio!
Nessuno deve portarmelo via!
Anche lui doveva pagare... mi ha fatto del male... ed io ne ho fatto a lui...
E... E se forse... fossi io ad avere sbagliato?
Ma non può essere!
Era colpa loro!
...Vero?
Era colpa loro!
Io li avevo avvertiti! Ma loro niente!
Non mi ascoltavano!
E’ tutta colpa loro!
Io... Io non volevo arrivare ad ucciderli... Ma il loro sangue... era così invitante... il loro sangue era gustoso, caldo... mi ha sfamato, ha placato la mia sete...
O forse no?
Io...
Io non avrei voluto...
E queste lacrime! Queste lacrime non devono scendere! Io nonh o fatto nulla! Sono loro!
Io non sono triste!
No!
Non lo sono!
Loro dovevano morire!
Loro dovevano pagare!
Loro...
Dovevano...
Pagare...
Mi avvicino al comodino e apro il cassetto, prendo il coltello che si trova al suo interno.
Vado furiosamente verso il corpo del riccio blu e inizio a...
Inizio ad accoltellarlo...
Il letto si sporca del suo sangue, come il mio vestito, come l’arma che sto usando.
Un pianto irrefrenabile esce dal mio corpo.
Le lacrime mi offuscano la vista, ma non mi fermo.
Sono assetata di sangue... del suo sangue.
Io lo voglio, deve essere mio.
Un’espressione mista a follia e a tristezza si dipinge sul mio volto.
Le lacrime scendono, scendono e continuano a farlo.
Non si fermano, proprio come me.
-SONIC!- Grido io fuori di me.
-PERCHE’?! PERCHE’ LO HAI FATTO?! IO NON VOLEVO! IO NON VOLEVO FARTI DEL MALE! MA TU MI HAI COSTRETTO!- Le lacrime scendono, sempre più incessantemente.
-NON VOLEVO! TU DOVEVI ESSERE MIO! MA TU... TU NON MI HAI ASCOLTATO! HAI PREFERITO SOFFRIRE! ANCHE TU DOVEVI PAGARE!-
Ricordi, ricordi felici mi riportano alla mente il passato, ciò che ho vissuto, l’amore che ho provato...
-IO NON VOLEVO!- Io, io e mi miei amici... i miei... amici... io li ho... io li ho uccisi!
-COSA HO FATTO?!-
Li ho uccisi...
Loro mi hanno supplicato di non farlo...
Ma io... io non mi fermavo...
-NO! NON VOLEVO!-
Loro si fidavano di me!
Ed io li ho delusi!
Li ho delusi tutti!
E’ colpa mia!
E’ solo e solamente colpa mia!
-IO NON VOLEVOOOOO!-
Questo dolore!
Non lo voglio più provare!
E’ insopportabile!
-NON CE LA FACCIO SENZA DI TE!-
No, non ce la faccio!
Basta!
-E’ TUTTA COLPA MIAAAA!-
Non posso vivere così!
-SOOOONIIIIIIIC!-
Io non volevo!
-NOOO!-
Non volevo!
-IO NON VOLEVOOOO!-
C’è solo uan cosa da fare...
...E’ ora che io ragginga i miei amici...
-MI DISPIACEEEE!-
Questo è il mio ultimo urlo disperato al Mondo, prima che io e lui ci salutiamo per sempre.
Non sono trsite, nè tantomeno spaventata.
Accanto a me c’è lui, Sonic, ormai completamente irriconoscibile, ricoperto di sangue...
-Scusa...-
Dico io con un filo di voce, prima di morire, accanto a Sonic, mano nella mano.
Mi dispiace...
..Non volevo...
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ANGOLO DELL’AUTRICE:
Be, spero vi sia piaciuta come fic.
Penso che mi sia uscita abbastanza bene.
Anche se avrei potuto fare di meglio.
Be, io non ho nulla da dire, se non...
A volte pensiamo che vada tutto bene.
A volte crediamo che nulla possa andare storto.
Ma poi ci accorgiamo che c’è qualcosa di sbagliato, qualcosa che non ci da tregua.
Allora diamo la colpa agli altri, pensando così di risolvere la situazione.
Ma non abbiamo ancora capito che è solo colpa nostra, che siamo noi quelli sbagliati.
Cerchiamo solo di sfuggire alla tristezza, ai sensi di colpa, ai rimpianti.
Ma non riusciremo mai ad essere felici se prima non diamo la colpa a noi stessi e ce la facciamo pagare.
Solo allora, riusciremo davvero a sorridere.
Originariamente scritto da: SonAmy103.
Spero abbiate apprezzato ciò che ho raccontato, se così non fosse, a me non importa, io scrivo perchè è una mia passione, se possibile cerco anche di far si che ciò che racconto piaccia nche agli altri.
Ma io non scrivo per gli altri, io scrivo per me.
Quindi, se non vi è piaciuta, semplicemente esprimete il vostro parere, io lo accetterò, ma non cambierò solo per farvi un piacere.
Ciao
Da SonAmy103.
   
 
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