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Autore: alicecascato    18/04/2015    2 recensioni
-Newtmas-
L’unica cosa che contava per entrambi era la loro vicinanza, ognuno aggrappato alla mano dell’altro, come a fungere da ancora in quell’abisso di dolore.
Genere: Angst, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Minho, Newt, Thomas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Thomas spalancò gli occhi e vide soltanto il buio, sentiva il respiro mancargli e avrebbe voluto urlare, il panico salì dal suo stomaco e gli si attanagliò alla gola.
Gli occhi dopo poco si abituarono al buio e distinsero i contorni del letto a castello, riconobbe i rombi metallici della rete sulla quale era appoggiato il materasso di Minho, ricordò tutto improvvisamente e gli venne un’incredibile voglia di vomitare, ricordò Teresa e il vuoto enorme che sentiva dentro, ricordò Chuck e tutto in una volta il dolore si fece troppo forte per essere sopportato, si portò le mani davanti alla bocca e gridò con tutta la sua forza, ma non emise alcun suono.
Girò la testa di scatto e vide Newt nel letto accanto al suo, non ne fu certo, ma gli parve di vederlo sbattere le palpebre.
Il respiro pesante di Minho e la presenza di Newt accanto a sé gli fecero capire che tutto ciò che aveva importanza per lui si trovava a non più di un metro di distanza da sé.
-Tommy?- Fu poco più di un sospiro, ma Thomas lo percepì, poteva trattarsi soltanto di Newt.
-Newt?- Thomas mise tutta la dolcezza che riuscì a trovare in quelle parole, sebbene il panico lo piegasse in due dal dolore.
-Stai bene?- Chiese Newt a Thomas, la voce così sottile e gentile da non apparire appartenente al ragazzo.
Thomas fece un gran respiro, come se fosse certo che l’ossigeno nei suoi polmoni non gli sarebbe mai bastato.
-Ho visto tempi migliori, credo.-
Thomas ricordò ancora una volta, ricordò di non ricordare e la vista gli si offuscò, sarebbe davvero sopravvissuto?
-Vedrai che ce la faremo, Tommy.- Mentì Newt, lo fece involontariamente, come se per lui migliorare la realtà fosse diventata un’abitudine.
Thomas sentì l’affetto che provava per Newt bucargli il cuore. Ti voglio bene Newt, te ne voglio così tanto, pensò, senza trovare il coraggio di dirlo all’amico.
-Vorrei solo riuscire a dormire per un po’.- Sussurrò Newt, a Thomas parve di sentire la sua voce tremare, come se fosse irrimediabilmente vicino al pianto.
-Mi dispiace per tutte le cose che stanno succedendo, Newt. Non ho mai voluto questo, spero tu possa perdonarmi un giorno, per- per quello che vi ho fatto.-
Thomas avrebbe voluto fare di più, dire di più.
-Tommy. Non c’è proprio niente da perdonare, tu ci hai salvato.- Newt pronunciò l’ultima frase più lentamente, come per assicurarsi che Thomas capisse bene.
-Grazie.- Sussurrò Thomas, lo fece così piano che non fu nemmeno sicuro che Newt l’avesse sentito, ma non gli importava.
Seguì un silenzio quasi totale, Thomas dopo qualche minuto chiuse gli occhi, non ci volle molto, il sonno allungò le sue lunghe braccia e lo tirò a sé.
 
Il lieve brusio delle discussioni ovattate tra i ragazzi svegliò Thomas, la mancanza di cibo aveva reso le loro carnagioni così pallide da tendere al violaceo, parlavano piano, come se il loro fiato fosse troppo corto per alzare la voce.
Thomas sentì la fame attanagliargli lo stomaco come una bestia feroce, avrebbe voluto urlare, liberarsi dal quel tormento. Si sollevò a fatica dal letto e a passi lenti si recò in bagno, bevve a grandi sorsi acqua calda, quando ebbe finito non ottenne altro che un’enorme voglia di vomitare.
Aprendo la porta si trovò a scontrarsi con Minho.
-Buongiorno.- Fece il ragazzo asiatico con falsa allegria.
-Proprio un buon giorno.- Borbottò Thomas, scansandosi per far entrare Minho nel bagno.
Thomas si guardò intorno, sentì il panico assalirgli lo stomaco ancora una volta, dovette fare due respiri  profondi per calmarsi, tutto ciò che ebbe in cambio furono vari giramenti di testa che lo fecero accasciare alla parete più vicina.
Quando alzò lo sguardo, notò Newt, lo osservava dal suo letto. Negli occhi del ragazzo, Thomas vide tutta la tristezza che probabilmente quella notte il buio aveva nascosto.
Desiderava alzarsi ed andare da lui, ma una mano pesante gli diede una pacca sulla spalla.
Minho era uscito dal bagno e Thomas non l’aveva nemmeno notato.
-A che serve un letto quando si ha un freddo e sudicio pavimento, eh?-
Thomas alzò lo sguardo e osservò Minho, aveva gli zigomi leggermente più sporgenti e due fosse scure sotto gli occhi, eppure Thomas invidiava con tutto se stesso la sua forza.
Il ragazzo allungò una mano e Thomas la afferrò con tutta la determinazione che aveva dentro.
Faticando si tirò in piedi e camminò fino al suo letto insieme a Minho.
Thomas si lasciò cadere sul suo letto e si ritrovò proprio davanti a Newt. Quest’ultimo sorrise all’amico, era un sorriso stanco e triste.
-Credi che ci tireranno mai fuori di qui?- Chiese Thomas, temendo la reazione di Newt.
Lui però sospirò, aveva lo sguardo piantato a terra.
-Devono farlo. Voglio dire, che diavolo di prova è mai questa? Ci lasciano qui e si divertono a veder dei fottuti ragazzini morire di fame? Wow, saremo molto utili all’umanità.-
Newt non parlava quasi mai in quel modo a Thomas, che sapeva non si stesse riferendo a lui direttamente, ma non poté non provare una fitta dolorosa allo stomaco. Thomas vide nel ragazzo più grande così tanta frustrazione che gli venne voglia di piangere.
-Sai, Newt, non riesco a smettere di pensarci.-
-A che cosa?- Chiese il ragazzo biondo, sapendo in linea di massima a cosa si riferisse.
-Ho davvero creduto di esserci riuscito, sai? E poi siamo arrivati qua e abbiamo mangiato tutti insieme, è stata come una ricompensa per il lavoro fatto, ho pensato. Ero certo che tutto fosse finito, che saremmo tornati a casa, a casa Newt, capisci? Non so neanche che voglia dire.- Thomas sapeva di star piangendo ma non gli importava.
Newt nel frattempo si era alzato a fatica, zoppicando anche nel percorrere quei pochi passi che lo dividevano al letto di Thomas, si era seduto accanto a lui ed ora erano a pochi centimetri l’uno dall’altro.
Newt deglutì tutta la tristezza che temeva sarebbe scoppiata da un momento all’altro.
-Lo so cosa provi, Tommy. Dopo tutto quel tempo ero convinto che la tortura fosse finita.-
A Thomas parve strano sentire Newt associare la Radura ad una tortura, fin che non realizzò che in effetti non aveva mai pensato ai sentimenti degli altri Radurai a riguardo.
Thomas avrebbe voluto dire qualcosa, provare a tirare su il morale di entrambi, ma si limitò a piangere, lo fece in silenzio, con la testa bassa e le lacrime che gli bagnavano le cosce.
Allora Newt fece qualcosa che non si sarebbe mai aspettato da se stesso.
 Posò delicatamente una mano su quella di Thomas. Temette in segreto la reazione dell’amico, ma sapeva di star facendo la cosa giusta.
Thomas continuò a piangere e dopo qualche secondo alzò lo sguardo e incontrò quello incerto di Newt, accennò un sorriso, come a fargli intendere che andava bene, sperando di trasmettergli anche la sua gratitudine.
-Sarà meglio che vada a vedere che fanno quei pive di là.- Disse Newt dopo un mezz’ora passata nel silenzio, l’unica cosa che contava per entrambi era la loro vicinanza, ognuno aggrappato alla mano dell’altro, come a fungere da ancora in quell’abisso di dolore.
Prima di lasciarsi le mani, entrambi le strinsero, per Newt allontanarsi da Thomas fu la cosa più difficile che avesse mai fatto.
 
Thomas rimase a guardare il vuoto fin che non comprese che se avesse continuato a non fare nulla sarebbe morto dalla fame e dalla disperazione.
Avanzò per la stanza come un fantasma, fin che non raggiunse gli altri Radurai, sedevano sparsi per la sala, dove il giorno prima avevano trovato i cadaveri, parlavano ammucchiati e Thomas capì che era solo un modo per passare il tempo senza impazzire.
 
 
Teresa?
Dopo aver finalmente placato i morsi della fame, Thomas si sentì forte a sufficienza per provarci, ma non ricevette alcuna risposta.
L’Uomo Ratto aveva raccontato loro tutto e il ragazzo non riusciva a smettere di pensare alle sue parole.
Mancavano soltanto poche ore prima che un nuovo inferno cominciasse.
Minho si sedette accanto a Thomas, si trovavano nella sala dei cadaveri.
Il ragazzo più grande sarebbe stato il nuovo leader, a quanto pareva questo era ciò che la CATTIVO desiderava. Thomas non riusciva a non sentirsi male per Newt, temendo che l’amico potesse pensare che loro non lo ritenessero un buon leader.
-Lo so che sembra da pazzi, ma non vedo l’ora di partire.- Minho fu il primo a parlare, quella frase fece provare una fitta dolorosa al centro del petto a Thomas.
-Lo dici come se stessimo partendo per una scampagnata, ma posso capire.- Thomas cercava sempre di essere sarcastico e brillante quanto l’amico, ma non funzionava mai.
-Amico, quest' attesa mi farà impazzire.-
Impazzirai non preoccuparti, dai all’Eruzione il suo tempo e vedrai che non ti deluderà. Thomas non riuscì a soffocare quel pensiero, gli venne voglia di piangere, ma nascose la sua frustrazione con una risata.
-Sarai un ottimo leader.- Lo disse più a se stesso che a Minho.
-Piccolo Thomas, mi farai piangere così.- Minho mostrò a Thomas un sorriso largo e gli diede una pacca sulla spalla così forte da far tossire il ragazzo più giovane.
Minho guardò distrattamente l’orologio che aveva al polso.
-Oh cavolo, devo mandare a letto questi pive, è arrivata l’ora della nanna!-
Thomas finse una risata.                   
Dopo che Minho ordinò di andare a dormire battendo le mani, Thomas decise di seguire gli altri sebbene avesse la certezza che il sonno non l’avrebbe preso per molto, molto tempo.
 
Quando Thomas uscì dal bagno le luci erano già spente, avanzò fino al suo letto e prima che potesse stendere le gambe, una voce lo interruppe.
-Tommy?- La voce di Newt era sottile.
-Sì?- Replicò timidamente Thomas.
-Ti devo parlare.-
Dopo quelle parole Thomas notò che Newt si era alzato e allora lo seguì.
Il buio non era totale e Thomas riusciva vedere Newt, il suo andamento irregolare, la sua figura slanciata, lo zoppicare ad ogni passo.
Newt condusse Thomas nella piccola stanza in cui avevano trovato Aris.
Si sedette sul letto e Thomas fece lo stesso.
-Thomas, io-
Newt si interruppe, sentì il coraggio abbandonarlo, lasciando spazio al panico. Allora inventò un scusa.
-Credo dovresti essere tu il leader.-
Thomas rimase in silenzio per qualche secondo guardando il viso pallido dell’amico.
-Voglio dire, so che la dannata CATTIVO vuole che sia Minho, ma forse proprio per questo non dovremmo permetterlo, è come dire loro okay diteci di buttarci da un punte e noi lo faremo!- Newt non sapeva esattamente cosa stesse dicendo, ma quando terminò si rese conto che quel discorso aveva quasi senso.
Thomas aspettò ancora qualche secondo.
-Newt, non fraintendermi, credo tu abbia ragione. Però non penso valga la pena cambiare le cose ora, mi sa che avremo altre caspio di cose di cui preoccuparci. Poi Minho sembra cavarsela piuttosto bene.-
Newt non disse nulla, si limitò a fissare il pavimento.
Thomas faticava a capire.
-Non riesco a credere che sia morta tutta quella gente, erano mie amici, alcuni di loro li conoscevo da più di due anni, eppure non riesco ad essere triste per qualcuno in particolare, sento solo questo dolore costante, che penso non mi lascerà mai.- Newt aveva bisogno di farlo, altrimenti sarebbe morto.
Thomas non aveva mai sentito Newt aprirsi in quel modo con lui.
-Lo so che per te sembrerà assurdo, sono stato nella Radura molto poco, ma mi ero davvero affezionato ad alcuni ragazzi, e la morte di…-  Thomas sentì una fitta dolorosa proprio al centro del petto che gli tolse il respiro.
-Mi dispiace tanto.- Newt non sapeva che dire, forse ci sarebbero state troppe cose.
-Sono contento di affrontare tutto quello che succederà con voi al mio fianco.- Thomas indugiò. –Con te.-
Newt mostrò a Thomas un sorriso carico di tristezza, ma sincero.
-Sarebbe bello essersi conosciuti in un altro posto, ma anche io sono contento, Tommy.-
Ci fu un altro silenzio, Thomas sentiva il desiderio di piangere e di ridere allo stesso tempo, le cose potevano soltanto andare peggio.
-Vorrei solo che tutto questo fosse finito, così magari potremmo fare le rimpatriate, in cui ci vediamo tutti ad un ristorante e parliamo delle nostre vite e ridiamo sopra a tutto quanto. Lo so che non ha alcun senso.- Thomas si sentì stupido non appena finì la frase.
Newt sentì una morsa allo stomaco, provò qualcosa di strano per Thomas, gli fece quasi tenerezza.
-Oh no, giocheremo ancora per un po’ ai giovani esploratori! Come puoi dirmi che aspiri a qualcosa di meglio?- Newt cercò di essere divertente, doveva esserlo.
-Con un po’ di fortuna troveremo degli unicorni pieni di glitter!-  Rispose Thomas soffocando una risata.
Newt scoppiò a ridere e Thomas fece lo stesso, risero fin che il suono della loro risata apparve assurdo e sfociò in una sorta di pianto.
-Ho così tanta paura, Tommy.- Sussurrò Newt, sentì il corpo venire scossa da una moltitudine di tremiti mentre le lacrime gli bagnavano gli occhi, lo stomaco gli faceva male per le risate e i singhiozzi.
Thomas guardò l’amico, mentre si lasciava andare a quel pianto liberatorio e disperato.
Si guardarono negli occhi fin che Thomas non riuscì più a sopportarlo, strinse Newt a sé per un tempo che gli sembrò infinito, i singhiozzi si erano calmati per entrambi, ma Thomas riusciva ancora a sentire le lacrime dell’amico bagnargli la spalla.
Dopo qualche minuto Newt si allontanò di colpo, Thomas lo osservò senza capire, il ragazzo più grande indugiò per un attimo ma poi lo baciò.
Thomas sentì qualcosa esplodergli dentro, sentì tutta la disperazione, la violenza e la tristezza di quel momento.
Non respinse Newt, anzi, lo assecondò perché in quel momento si sentì come se non avesse bisogno di altro, desiderava soltanto che quel bacio e quella notte durassero per sempre, sarebbe stato capace di sopportare tutto quel dolore, quell’amarezza, quella angoscia, per tutta la vita purché quel momento non finisse.
Quando il bacio terminò i due si stesero sul letto, si addormentarono tenendosi la mano, l’uno pronto a proteggere l’altro di fronte ad ogni cosa.
 
Salve!
Prima One Shot che io abbia mai scritto, vi prego di perdonare eventuali imprecisioni, spero vi piaccia, fatemi sapere. 
Ali.
(@expectodraco)
  
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