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Autore: sihu    26/12/2008    3 recensioni
il Natale è arrivato anche nell'oceano di One Piece, e non solo sulla nave dei nostri eroi. piccola storia a tema natalizio che mi è stata ispirata dal periodo. buon natal (anche se in ritardo) a tutti quelli che leggeranno la mia storia!XD
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Monkey D. Rufy, Nami, Nefertari Bibi, Nico Robin, Portuguese D. Ace
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buon Natale a tutti. Dedico la mia storia a chiunque abbia voglia di leggerla, sperando possa essere per voi un regalo di Natale gradito.

AND SO THIS IS CHRISTMAS
is Christmas Time!


I pirati non vanno mai in vacanza e anche durante le feste vagano per gli oceani, alla ricerca di nuove avventure e di tesori. La rotta del Grande Blu in particolare è famosa per essere percorsa da ogni tipo di pirati. Di solito si tratta di gente strana, senza scrupoli ma anche di tipi decisamente insoliti e curiosi. Tra questi ultimi rientrava a pieno titolo la ciurma si Rufy Cappello di Paglia. Avevano lasciato da poco la fortezza di Navarone dopo essere tornati dall’isola nel cielo. Durante il loro viaggio avevano vissuto un numero incredibile di avventure. Il loro capitano Rufy e il loro spadaccino Zoro si erano guadagnati una taglia e la marina era disposta a pagare per la loro testa rispettivamente cento e sessanta milioni di Berry. La loro nave faceva rotta sicura verso la prossima isola, seguendo le indicazioni del log pose. A bordo i ragazzi stavano consumando un tranquillo pasto natalizio. Almeno, era tranquillo rispetto al solito.

“Wow, Sanji! Hai superato te stesso!”
Disse Usup guardando come ipnotizzato la tavola imbandita con i manicaretti del loro cuoco. Per il pranzo di Natale aveva dato il meglio di sé.
“Non dire sciocchezze, Sanji supera sempre se stesso. È il migliore cuoco di tutti i mari!”
Disse Rufy assaggiando qua e là. Non riusciva a resistere alla vista di tutto quel ben di dio anche se sapeva bene che il cuoco lo avrebbe calciato via. A lui non importare, quelle squisitezza valevano il rischio di una rissa con Sanji.
“Grazie Rufy!”
Rispose Sanji accendendosi una sigaretta soddisfatto. Amava cucinare e non poteva che essere felice che i suoi sforzi venissero apprezzati. Il capitano rimase stupito dalla mancata reazione del cuoco. Alzò le spalle e continuò a rubare il cibo, il natale aveva messo di buonumore anche Sanji.
“Tze!”
Mormorò Zoro alle spalle del cuoco.
“Che vuoi testa d’alga? Sei geloso per caso!”
Disse Sanji aggredendo lo spadaccino. Non si odiavano davvero, era solamente il loro modo di fare.
“No, penso solo che Rufy non sia un giudice obiettivo.”
Rispose lo spadaccino tranquillo. Ogni occasione era buona per provocare il damerino, anche se era Natale. Dovevano pure divertirsi in qualche modo, no?
“E per quale ragione, sentiamo?”
Chiese Sanji preparandosi a una delle famose risse con lo spadaccino. Gli altri guardavano la scena rassegnati. Quei due erano incorreggibili.
“Perché mangia qualsiasi cosa!”
Rispose Zoro sfoderando le sue spade. Sanji non si spaventò e si portò il posizione di attacco.
“Non la smettono nemmeno a Natale?”
Chiese Chopper a Robin.
“Così pare..”
Rispose l’archeologa divertita dalla scena.
“Accidenti ho la pancia piena, non riuscirei a mangiare neppure una nocciolina.”
Dichiarò Rufy una volta finito di mangiare. A differenza degli altri aveva fatto parecchie volte il bis, come al solito. Quando c’era del cibo il loro capitano si trasformava in una sorta di pozzo senza fondo che inghiottiva qualsiasi cosa.
“Anche io!”
Concordò Usop massaggiandosi lo stomaco.
“Ci vorrebbe un po’ di movimento. Giusto per smaltire il pranzo.”
Osservò Zoro.
“Non c’è mai la Marina quando serve!”
Disse sconsolato Rufy scrutando l’orizzonte dove non c’era nessuna nave in vista.
“Ma siete impazziti?”
Chiese Nami fissando il capitano e lo spadaccino come se fossero due alieni. Erano pazzi a voler andare a cercare la marina l’unica volta che non l’avevano alle costole.
“Perché?”
Chiese con fare innocente Rufy. La navigatrice scosse la testa, stupita dalla stupidità del suo capitano.
“Lasciala dove sta la Marina che è meglio.”
Concluse Nami arrabbiata.
“Ma io mi annoio.. Facciamo qualcosa?”
Si lamentò Rufy.
“Rufy ha ragione. Volete sentire una storia?”
Chiese Usop preparandosi a narrare una delle sue innumerevoli avventure frutto della sua immaginazione.
“No, non ne possiamo più delle tue storie. Risparmiaci almeno a Natale.”
Protesto Sanji con l’appoggio dei compagni fatta eccezione di Chopper. Per qualche strana ragione la piccola renne credeva a tutto quello che Usop raccontava, anche le storie più assurde.
“Sei cattivo!”
Brontolò il cecchino.
“Lo so, sono anche pericoloso!”
Rispose Sanji preparandosi a sferrare uno dei suoi potenti calci.
“Aiuto!”
Urlò Usop scappando a nascondersi dietro Rufy.
“Però l’idea del nasone non è male.”
Osservò Nico Robin chiudendo il libro che stava leggendo.
“Grazie Robin, meno male che tu mi capisci.”
Disse Usop, felice che almeno qualcuno lo capisse.
“Visto che è Natale ognuno di noi potrebbe raccontare del regalo più bello che abbia mai ricevuto per Natale.”
Propose Robin sorridendo. Era una buona occasione per scoprire qualcosa di nuovo sugli altri membri della ciurma. Questo per loro era il primo natale insieme.
“Accidenti questa si che è una bella idea!”
Esclamò Nami sorridente.
“Bene, comincio io. Il regalo più bello che abbia mai ricevuto è stato una cravatta rossa. È stato il primo regalo che mi ha fatto Zeff. Quando me lo ha dato ho capito che nonostante tutto mi voleva bene.”
Raccontò il cuoco ritornando con la mente a quel momento. Era passato qualche anno dal naufragio ma lui era convinto che il vecchio Zeff lo odiasse ancora. Per colpa sua aveva perso tutto, la sua nave, la sua ciurma e persino una gamba. Quel regalo era stata la dimostrazione di quanto il vecchio tenesse a lui.
“Patetico!”
Commentò Zoro a mo’ di provocazione.
“Zitto stupido spadaccino!”
Gli rispose acido il cuoco accedendo l’ennesima sigaretta della giornata con fare nervoso.
“E tu invece?”
Chiese Chopper allo spadaccino.
“Questi tre orecchini a forma di spada. Me li ha regalati la persona a cui ho promesso che sarei diventato lo spadaccino più forte del mondo.”
Rispose Zoro indicando gli orecchini che portava sull’orecchio. Il suo pensiero tornò alla sua cara amica d’infanzia e alla sua prematura fine.
“Robin?”
Chiese Nami curiosa.
“Una penna e un quaderno. Me li aveva mandati mia madre. Li conservo ancora.”
Rispose Robin ripensando a quel regalo. Sua madre glieli aveva donati con la speranza che gli servissero per scrivere dei cento anni di vuoto. Sua madre sperava con tutto il suo cuore che lei riuscisse a compiere quello che non era riuscita a portare a termine lei, aveva riposto in lei tutta la sua speranza e non poteva deluderla.
“Dai, tocca a te Nasone.”
Disse Robin guardando il cecchino curiosa di sapere qualcosa su quel ragazzo così strano. Diceva molte bugie ma era un ragazzo dal cuore d’oro che aveva sofferto moltissimo nella vita.
“Una fionda. Mio padre ci aveva già lasciati e noi eravamo molto poveri così mia madre me la costruì con le sue mani.”
Raccontò tristemente Usop con lo sguardo perso nel vuoto. I compagni capirono che non si trattava di una bugia ma della verità. Nelle sue parole non c’era risentimento per quel padre che li aveva lasciati per inseguire i suoi sogni nel mare ma solo molta nostalgia. Era sicuro che prima o poi lo avrebbe rivisto, che si sarebbero incontrati e che suo padre sarebbe stato fiero di lui e di quello che era diventato.
“Che storia triste.”
Commentò Chopper triste.
“E tu dottore?”
Chiese Nami.
“Beh, non c’è nessuno oggetto in particolare. Il regalo più bello che ho mai ricevuto è stato la fiducia della dottoressa.”
Mormorò Chopper mentre gli occhi diventavano lucidi. Per lui era strano che gli altri si fidassero di lui.
“Nami?”
Chiese Zoro.
“Un ciondolo a forma di mandarino.”
Disse la ragazza sorridendo.
“Ma allora è una fissa..”
Borbottò Usop a mezza voce.
“Che hai detto?”
Sibilò Nami arrabbiata fissando intensamente il cecchino.
“Niente!”
Si affrettò a rispondere il ragazzo spaventato dalla reazione della navigatrice.
“Meglio cosi! Me lo ha regalato mia madre.”
Rispose Nami addolcendosi all’improvviso ricordando sua madre.
“E tu Rufy? “
Chiese Sanji curioso.
“Come se ci fosse bisogno di chiederlo. Il tuo capello giusto?”
Osservò Usup sicuro. Rufy sorrise.
“No, quello me lo ha affidato Shank. Il regalo più bello che ho mai ricevuto per Natale è questo bracciale. “
Disse Rufy indicando il suo polso. Era un bracciale molto semplice in cuoio.
“Chi te lo ha regalato?”
Chiese Nami curiosa e sorpresa. Tutti loro pensavano che l’unica cosa a cui il capitano tenesse davvero fosse il suo cappello di paglia, non immaginavano che quel braccialetto fosse così importante per lui.
“Mio fratello. Diceva che era di nostra madre, ne aveva due uguali. Uno lo ha lasciato a me e l’altro a mio fratello Ace.”
Spiegò il capitano fissando intensamente il bracciale. Gli ricordava il suo fratellone e gli faceva sentire vicina quella madre che aveva conosciuto per così poco tempo. Chissà se la sua vita sarebbe stata diversa se fosse cresciuto in una famiglia normale, con un padre e una madre, e chissà che cosa stava facendo Ace, era tanto che si erano separati. Gli mandò mentalmente gli auguri di Natale.

Qualche isola più in là un’imponente nave della Marina era ormeggiata in una baia. Nella calma più totale c’era una ragazza che correva frenetica sul ponte, alla ricerca di qualcuno.
“Capitano Smoker?”
Mormorò timidamente una strana ragazza con gli occhiali guardandosi intorno e individuando alla fine un uomo seduto a un tavolino che sorseggiava un the.
“Che vuoi Tashigi?”
Chiese in malo modo il capitano, intento ad accendersi l’ennesimo sigaro. Era incredibile, riusciva a fumarne anche più di uno alla volta.
“Volevo farle gli auguri, oggi è Natale.”
Rispose la ragazza prendendo di sorpresa l’uomo. Si era completamente dimenticato del Natale. Dare la caccia ai pirati di Cappello di Paglia assorbiva tutte le sue energie e gli faceva dimenticare tutto il resto.
“Davvero? Non ti facevo così sentimentale.”
Commentò Smoker, cercando di recuperare la sua freddezza. Tashigi però si era accorta che aveva stupito il suo superiore.
“Oh beh.. Io..”
Balbettò la ragazza.
“Che ti prende?”
Chiese Smoker allibito dal comportamento della ragazza.
“Le ho preso un regalo.. Tenga..”
Disse Tashigi lanciandogli in braccio un pacchettino e scappano subito dopo rossa in viso.
“Quella ragazza è davvero strana.”
Disse Smoker scuotendo la testa. Il suo sguardo cadde sul pacchetto che la ragazza gli aveva lasciato. Incuriosito lo aprì e ci trovò un accendisigari. Prese dalla tasca un sigaro e collaudò immediatamente il regalo.

Nel bel mezzo del deserto vi era un regno nel più totale caos. Nel palazzo reale, situato nella capitale di quel piccolo regno, tutto era pronto per festeggiare il Natale. O almeno, tutto sarebbe stato pronto se la principessa non fosse sparita nel nulla.
“Principessa? Dove sarà andata a finire?”
Chiese Chaka entrando in un salone dove dei camerieri stavano apparecchiando per il pranzo di Natale e facendoli sobbalzare spaventati.
“Bibi?”
Chiamò Re Cobra preoccupato. La sua unica figlia Bibi era scomparsa, nessuno era in grado di dire dove si fosse cacciata. L’intero palazzo la stava cercando con trepidazione e lui non poteva starsene con le mani in mano, non era da lui.
“Dannazione Pell come hai fatto a perderla di vista?”
Sbottò Igaram furioso. La sua Bibi, non era da lei sparire così. Temeva che si fosse cacciata nei guai. Dopo tutto quello che aveva passato per liberare il regno dalla morsa di Crocodile non poteva permettere che soffrisse ancora.
“Non sono l’unico mi sembra.”
Rispose il falco in modo sicuro, facendo arrossire Igaram. Bibi era sparita riuscendo a sfuggire al controllo di tutti loro.
“Basta discutere e cercate mia figlia.”
Li richiamò all’ordine re Cobra con fare severo mentre scuoteva la testa rassegnato. A volte gli sembrava di avere a che fare con dei bambini, quando si trattava di Bibi perdevano tutti la ragione.
“Sire si calmi, non può essere uscita dal castello.”
Osservò Chaka cercando di tranquillizzare il re.
Fuori dal palazzo una ragazzina stava guardando l’orizzonte, con le gambe a penzoloni oltre le mura della città.
“Karl è così bello qui..”
Disse Bibi chiudendo gli occhi e gustando a pieno il vento caldo che soffiava dal deserto. Quel posto le ricordava molte cose. Era stato teatro di una terribile battaglia che era riuscita a vincere con l’aiuto di una ciurma davvero speciale. La principessa si chiese cosa stavano combinando in quel momento. Una voce la distrasse dai suoi pensieri.
“Buon Natale bella principessa!”
“Kohza! Che ci fai qui?”
Chiese Bibi, stupita di trovarsi di fronte il suo caro amico d’infanzia. Durante la guerra civile entrambi avevano combattuto per il bene del loro paese ma poi lui era tornato all’oasi di Yuba e non si erano più visti. Ognuno doveva portare a termine i propri compiti in città diverse per il bene del regno.
“Mio padre doveva vedere il re, così ne ho approfittato per venire con lui e rivedere una vecchia amica.”
Spiegò l’ex capo dei ribelli con un sorriso sulle labbra, felice di poter passare un po’ di tempo con Bibi come ai vecchi tempi, senza che nessuno cercasse di ucciderlo o di uccidere lei.
“Hai fatto benissimo! Mi sei mancato tanto!”
Disse la ragazza abbracciandolo. Era così bello rivederlo dopo tanto tempo, era come se non se ne fosse mai andato. Era stata molto in pensiero per lui, ed era felice che non fosse morto durante gli scontri di qualche tempo prima.
“Anche tu! Penso sia meglio tornare a palazzo.. Ti stanno cercando tutti.”
Disse dolcemente Kohza.
“Uffa, sono troppo apprensivi! Non sono una bambina.”
Si lamentò Bibi. A volte non sopportava tutte quelle regole, servivano solo a limitare la sua libertà e a farle pesare i propri obblighi.
“Sei la principessa del regno e un giorno ne sarai regina. È normale che si preoccupino per te.”
Osservò Kohza divertito. I due ragazzi si avviarono verso il palazzo e incrociarono un agitatissimo Igaram. Appena li vide gli corse in contro.
“Principessa Bibi! Sire eccola! Che dio si ringraziato!”
Urlò l’uomo con le lacrime agli occhi.
“Grazie Koza! Perché non ti fermi con noi per Natale? Ovviamente è invitato anche tuo padre.”
Disse il re, felice di rivedere la figlia e quel ragazzo. Aveva fatto molto per il regno, era pronto a dare la vita per Alabasta. Re Cobra non poteva dimenticarlo.
“Sono onorato per l’invito.“
Rispose Kohza, felice di passare la giornata a palazzo.
Il pranzo fu abbondante e squisito ma Pell  non fece a meno di notare lo strano comportamento di Bibi. Era più silenziosa del solito.
“Che c’è Bibi? Sembri pensierosa..”
Chiese il falco con dolcezza.
“Sta pensando a una certa ciurma di pirati..”
Rispose Igaram leggendo nella mente della ragazza.
“Si, mi mancano molto.”
Ammise Bibi con un sorriso triste. Le capitava spesso di pensare alla Merry e ai pirati che solcavano i mari con lei. Molte volte si era chiesta come sarebbe stata la sua vita su quella nave, con loro. Sarebbe stata senza dubbio diversa ed entusiasmante. Su quella nave non ci si annoiava mai, o meglio. Con Rufy non ci si annoiava mai.
“Ti dispiace non essere partita con loro?”
Chiese Kohza all’improvviso. Quella domanda gli girava in testa da un po’. Bibi sembrava davvero felice insieme e loro, erano molto affiatati nonostante si conoscessero da poco tempo.
“Il mio dovere era rimanere insieme al mio popolo e fare in modo che tutti gli sforzi fatti per cacciare Crocodile non fossero andati persi. E poi sono sicura che prima o poi ci rivedremo. Anche se siamo lontani la nostra amicizia non avrà mai fine.”
Rispose la principessa Bibi con decisione. Il suo destino era diventare regina e il suo sogno era rendere Alabasta un paese felice e prosperoso. La ciurma si Rufy gli aveva insegnato a credere nei sogni e a inseguirli fino alla fine, anche quando sembrano irrealizzabili. Non li avrebbe delusi. Sarebbe diventata una regina e li avrebbe accolti a braccia aperte quando si sarebbero incontrati ancora anche se questo sarebbe significato mettersi contro la Marina e il Governo, i suoi amici erano più importanti.
“Che belle parole principessa.”
Disse Chaka ammirato.
“Sei cresciuta davvero tanto.”
Osservò Kohza fissandola intensamente. I suoi occhi mostravano amicizia, rispetto e ammirazione. Sarebbe stata una grande regina, lo sapeva.
“Che ne pensi dei tuoi regali? Ti sono piaciuti?”
Chiese re Kobra con un tono affettuoso.
“Il regalo più bello è riavere ancora tra noi Pell.”
Rispose Bibi sorridendo e correndo ad abbracciare l’amico che aveva creduto morto dopo la battaglia contro Crocodile.

Su un’isola poco frequentata della rotta maggiore c’era molto fermento. Un gruppo di uomini era riunito intorno ad alcune tende e stava mangiando, bevendo e cantando. Oltre a loro non c’era nessuno sull’isola. La bandiera che sventolava sulla loro nave teneva le altre navi pirata al largo.
“Ciurma, dobbiamo festeggiare. Preparate i calici e facciamo un brindisi!”
Urlò un uomo dai capelli rossi richiamando l’attenzione delle persone che lo circondavano. Sembrava abbastanza ubriaco ma nonostante questo incuteva rispetto ed ammirazione dei suoi sottoposti. Chi lo conosceva bene sapeva che la sua aria allegra e ridicola ingannava, in realtà era uno dei pirati più temuti della rotta maggiore.
“Ma capitano Shank, sei sicuro? Non mi sembri troppo lucido..”
Gli rispose un uomo con una strana fascia in fronte, smettendo per un attimo di pulire una pistola.
“Certo Yasop, oggi è un giorno speciale.”
Rispose Shank barcollando verso il cecchino e porgendogli una bottiglia di rum.
“Per te è sempre un giorno speciale se si tratta di bere.”
Fece eco divertito un altro uomo alle sue spalle brandendo un grosso cosciotto a mo’ di arma.
“Eh si, hai ragione ma oggi lo è di più. È natale!”
Osservò divertito l’allegro capitano, versandosi un’abbondante dose del liquore.
“Hai ragione capitano, lo avevo dimenticato.”
Rispose Lucky Lou, scatenando le risate dei compagni.
“Per forza, sei sempre ubriaco come una spugna.”
Disse divertito il capitano, lanciando lontano una bottiglia vuota. Per lui essere pirati voleva dire passare la vita per mare andando all’arrembaggio e vivendo mille avventure. Non era importante fare soldi ma divertirsi e avere sempre una buona bottiglia tra le mani.
“Senti chi parla!”
Mormorò Yasop alle spalle del capitano, dandogli un’amichevole pacca sulla spalla.

Molte miglia più in là una nave stava affrontando sicura le onde. Una donna era sul ponte e guardava l’orizzonte appoggiata alla balaustra.
“Ehy Albida.”
Disse Bagy avvicinandosi alla donna.
“Che c’è Bagy?”
Rispose lei senza voltarsi.
“Mi chiedevo se potessimo fermarci su un isola e andare in una locanda.”
Iniziò Bagy.
“Pensavo dovessimo trovare un tesoro e cappello di paglia..”
Osservò la donna fissando incuriosita l’uomo. Era una richiesta molto strana da parte sua. Di solito Bagy era contrario a tutto ciò che li distraeva dai loro obiettivi.
“È Natale, potremmo fare una pausa e festeggiare con la ciurma.”
Propose Bagy.
“Hai ragione. Facciamo rotta per la prossima isola!”
Approvò la donna. Bagy a quelle parole sorrise e si voltò verso la ciurma.
“Avete sentito gente? Alla prossima isola scenderemo a festeggiare!”
Urlò rivolto ai compagni. Immediatamente si levarono grida di approvazione. Erano tutti felici di festeggiare il Natale.
“Evviva il natale!”
Urlo Moji felice, improvvisando un balletto con il suo leone Richi.
“Capitano?”
Chiamò Kabaji cercando si nascondere un pacchetto che teneva tra le mani.
“Che c’è?”
Chiese Bagy stupito.
“Noi ti abbiamo preso un regalo..”
Rispose Kabaji porgendo il pacchetto al capitano.
“Un regalo per me? Non dovevate!”
Esclamò Bagy stupito e commosso. Albida guardava la scena da lontano.
“Beh si, sei il nostro capitano e ti vogliamo bene.”
Disse Moji. Bagy nel frattempo aveva aperto il pacchetto e si era ritrovato tra le mani un naso da clown nero.
“È fantastico!”
Esclamò il capitano provandoselo e guardandosi in uno specchio. Sembrava davvero un terribile e feroce flagello dei mari.
“Ti piace davvero?”
Chiese Kabaji insicuro.
“Certo, è il miglior naso finto che abbia mai ricevuto! Tutti i pirati mi temeranno d’ora in poi!”
Disse felice Bagy.
“Evviva il nostro capitano dal naso nero!”
Urlò Moji, scatenando di nuovo l’allegria di tutta la ciurma.

In una zona di mare poco frequentata una vecchietta guardava il mare da un piccolo scoglio nel mezzo dell’oceano, un’isola talmente piccola che la sua casa la occupava quasi tutta. Abitava lì sola da molti anni ma la solitudine non gli pesava, aveva tanti ricordi a farle compagnia. In quel momento stava guardando incuriosita una barca molto piccola sulla quale c’era uno strano ragazzo con i capelli scuri e il volto tempestato di lentiggini.
“Che ci fai da solo in mezzo al mare straniero? È Natale, dovresti essere con la tua ciurma.”
Chiese la vecchia signora a quello strano ragazzo. Era molto giovane, non poteva avere più di ventuno anni. Probabilmente era un pirata, o almeno così le suggeriva il grosso tatuaggio che gli occupava tutta la schiena. Doveva essere il simbolo di Barbabianca.
“Sono sulle tracce di un uomo. Non posso tornare fino a che non l’avrò trovato e punito.”
Rispose Ace pugno di fuoco, per nulla infastidito dalle domande della donna. Era molto tempo che non parlava con qualcuno.
“Non essere sciocco. C’è sempre tempo per combattere, vieni dentro e festeggia Natale con una povera vecchia sola.”
Disse vecchia signora con decisione lanciandogli una cima per legare la sua imbarcazione.
“Grazie mille, è molto gentile.”
Ringraziò il giovane pirata, felice di avere trovato un posto dove mettere qualcosa sotto i denti. La signora sembrava molto simpatica e interessante, doveva averne viste davvero tante sola su quel piccolo fazzoletto di terra. Doveva essere molto tosta per riuscire a tenere testa ai pirati che battevano quelle zone. Forse da giovane anche lei era stata un pirata si disse Ace.
La casa era molto strana, piena di foto che ritraevano tantissime persone diverse. Doveva avere viaggiato molto in gioventù e ora quelle foto le tenevano compagnia.
“Non ti senti mai solo? Sei così giovane.“
Chiese la vecchia signora dopo avere finito di mangiare. Quello strano pirata la incuriosiva.
“Sono un tipo solitario. Lo sono sempre stato fin da piccolo.”
Disse Ace sorridendo. La sua mente tornò al suo passato, oltre a Rufy non frequentava altri ragazzi. L’abbandono del padre lo aveva segnato, non riusciva a dare fiducia alle altre persone per paura di essere deluso e ferito.
“Non hai nessuno al mondo quindi..”
Osservò la signora con una punta di tristezza nella voce. I ragazzi dovrebbero essere circondati da amici e da compagni, la solitudine è per i vecchi che hanno i ricordi a fare loro compagnia.
“Ho solo un fratello con la calamita per i guai. Anche lui è un pirata.”
Raccontò Ace, tornando con la mente al suo adorato fratellino. Non riuscì a trattenere una risata. Sapeva che il fratello era riuscito a battere Crocodile e che ora la sua taglia era aumentata. Chissà in quanti gli stavano dando la caccia ora. Era molto fiero di lui ed era anche sicuro che in quel momento stava sicuramente combinandone qualcuna delle sue. Probabilmente si era cacciato nei guai e aveva trascinato con sé la sua ciurma. Ace sospirò. Quei ragazzi dovevano avere davvero una pazienza infinita con Rufy.
“Non vorresti essere insieme a lui a festeggiare invece che in questa baracca?”
Chiese la vecchia porgendogli uno strano dolce. Ace rimase in silenzio e cominciò a mangiare, come se riflettesse su quello che gli aveva detto l’anziana signora.
“Ma io sono contento di essere qui con te. Certo, mio fratello mi manca molto ma sono sicuro se la sta spassando. Anche se è più piccolo di me se la sa cavare benissimo da solo e un giorno ci incontreremo ancora. Quel giorno entrambi saremo grandi pirati e il mondo intero tremerà al suono dei nostri nomi.”
Disse alla fine Ace, ingoiando in un solo boccone il suo dolce.
“Hai le idee chiare vedo!”
Osservò ridendo la vecchia.

Sulla Merry c’era un atmosfera festosa e stranamente tranquilla. Dopo avere raccontato dei loro Natali passati erano diventati tutti di colpo più silenziosi. Ognuno stava pensando alla sua famiglia, a ciò che si era lasciato indietro e si stava chiedendo cosa stessero facendo le persone a loro care. Improvvisamente Robin ruppe quel silenzio.
“Ragazzi, apriamo i regali?”
Disse l’archeologa stupendo i suoi compagni.
“Certo!”
Esclamò felice Rufy.
“Ci sono davvero i regali?”
Chiese Chopper felice e commosso. Era così strano sentirsi accettato ed amato per quello che era. Adorava ognuno dei suoi compagni. Non si era per nulla pentito di essere partito con loro e ringraziava Rufy per avere insistito così tanto.
“Certo Chopper, li abbiamo presi io e Robin sull’ultima isola.”
Spiegò la navigatrice trascinando un grosso sacco vicino al tavolo. Gli occhi dei ragazzi si illuminarono per la gioia.
“Siete eccezionali ragazze.”
Eclamò Sanji con gli occhi a cuoricino.
“È bellissimo!”
Esclamò Chopper con le lacrime agli occhi tenendo fra le mani il suo nuovo stetoscopio. Cominciò a saltellare per la stanza felice, impaziente di poterlo provare.
“Mi sta benissimo..”
Esclamò Sanji provando la camicia rossa che le ragazze avevano preso per lui.
“Stai scherzando? Fai ridere, io sto benissimo.”
Disse Zoro guardandosi allo specchio con la sua nuova camicia blu. Il cuoco si voltò verso di lui e i due iniziarono l’ennesima litigata della giornata.
“Ragazzi che ve ne pare?”
Chiese Rufy provando un paio di occhiali scuri.
“Ti stanno benissimo gli occhiali scuri! “
Osservò Sanji interrompendo la sua discussione con Zoro. Con quegli occhiali il capitano sembrava più grande, quasi una persona seria. Robin e Nami annuirono, felici di vedere i ragazzi entusiasti per i loro regali.
“Grazie ragazze, la nuova fionda è fantastica.”
Ringraziò Usop provando il suo nuovo regalo.
“Hai visto Nami, hanno apprezzato!”
Disse Robin felice. Era la prima volta da molti anni che passava un Natale sereno come quello. Quei ragazzi oltre ad avere salvato la vita le avevano restituito il sorriso e la voglia di vivere, con loro era sempre una grande festa. Era fantastico poter ricambiare scegliendo dei regali per loro.
“Meno male!”
Mormorò Nami sorridente. Nonostante la ragazza fosse molto attaccata ai soldi era stata felice di spenderli per fare dei regali ai suoi amici. Loro erano sempre pronti a fare qualsiasi cosa per difenderla, quello era il minimo che poteva fare per ricambiare.
“Che avete preso per voi?”
Chiese Usop, notando che le ragazze non avevano aperto nessun regalo. Conoscendo Nami era impossibile che non avesse preso nulla per se stessa e per Robin.
“Beh, le donne amano i gioielli. Belli vero?”
Disse Robin con fare misteriosa. I ragazzi guardarono straniti Nami che aveva preso alcune collane di perle da un cofanetto e le aveva indossate.
“Qualcosa mi dice che li avete rubati..”
Osservò Zoro ridendo.
“Il lupo perde il pelo ma non il vizio, no?”
Rispose Nami facendogli l’occhiolino.
“Ragazzi che ne dite di un brindisi per Natale?”
Propose Sanji prendendo un bicchiere. I ragazzi si avvicinarono a lui, tutti con un bicchiere tra le mani.
“A noi e ai nostri sogni!”
Disse Rufy alzando il suo bicchiere.
“A NOI E AI NOSTRI SOGNI!”
Ripeterono gli altri imitandolo.


  
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