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Autore: Letsneko_chan    18/04/2015    4 recensioni
Lo spettacolo dei ciliegi in fiore si poteva ammirare in tutti i luoghi della città ma quello che le persone amavano più degli altri era la spettacolare fioritura di un ciliegio centenario nel parco più importante.
Alcune delle sue fronde, cariche di fiorellini rosa, erano piegate verso il terreno, formando un luogo quasi magico, dove alcune coppie amavano passare il loro tempo.
La primavera, con i suoi colori e i suoi profumi, era la stagione preferita da Levy. Amava trascorrere ore sotto uno di quegli alberi – magari con la compagnia di un buon libro – rilassandosi e godendo della leggera brezza che le scompigliava dolcemente i capelli.
Mentre Erza e Lucy parlavano di quanto fossero immaturi e incoscienti i loro fidanzati, Levy, torturandosi le mani, pensava a tutt’altro. I suoi pensieri continuavano a tornare a quel bigliettino che aveva trovato sul banco quella mattina.
[…]
Un piccolo sorriso le spuntò sulle labbra, notando il tono, tanto dolce quanto perentorio, con cui Gajeel lo aveva scritto.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Erza, Scarlet, Lucy, Heartphilia
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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È di primavera che fioriscono i ciliegi

 
Lo spettacolo dei ciliegi in fiore si poteva ammirare in tutti i luoghi della città ma quello che le persone amavano più degli altri era la spettacolare fioritura di un ciliegio centenario nel parco più importante.
Alcune delle sue fronde, cariche di fiorellini rosa, erano piegate verso il terreno, formando un luogo quasi magico, dove alcune coppie amavano passare il loro tempo.
La primavera, con i suoi colori e i suoi profumi, era la stagione preferita da Levy. Amava trascorrere ore sotto uno di quegli alberi – magari con la compagnia di un buon libro – rilassandosi e godendo della leggera brezza che le scompigliava dolcemente i capelli.
Mentre Erza e Lucy parlavano di quanto fossero immaturi e incoscienti i loro fidanzati, Levy, torturandosi le mani, pensava a tutt’altro. I suoi pensieri continuavano a tornare a quel bigliettino che aveva trovato sul banco quella mattina.
«Levy?»
La voce di Lucy la riscosse improvvisamente da quella trance in cui era momentaneamente caduta e la ragazza, scotendo velocemente la testa – come a dissimulare il rossore che le aveva colorato le guancie – si affrettò a balbettare qualche scusa per poi correre via.
Lucy si alzò, cercando di rincorrerla: aveva notato che era strana fin dall'inizio della seconda ora ma avrebbe potuto aver iniziato un libro che l'aveva appassionata tantissimo ma che non era riuscita a finire prima dell'ingresso a scuola.
Se fosse stato così, si disse Lucy, non sarebbe dovuta scappare a gambe levate da uno dei loro piccoli riti quotidiani.
Erza, dal canto suo, piuttosto che inseguire Levy, preferì tirare fuori dalla borsa l'ultimo pezzo di torta alle fragole, in altre parole ciò che era rimasto del regalo di Gerard per il loro anniversario.
Lucy, intanto, aveva perso di vista la ragazza che sembrava scomparsa lungo quelle stradine che si snodavano nel parco.
 
Lasciate le amiche senza una risposta per quel gesto, Levy era corsa a casa e si era lasciata cadere sul letto, tirando fuori dalla cartella quel bigliettino che le aveva cambiato la giornata.
Il suo cuore perse un battito, rileggendo quelle poche righe.
Un piccolo sorriso le spuntò sulle labbra, notando il tono, tanto dolce quanto perentorio, con cui Gajeel lo aveva scritto.
Arrossì violentemente vedendo che accanto a “Gamberetto” Gajeel aveva lasciato un piccolo cuore. Ma subito l'idea che quel ragazzo, così rude all'apparenza, avesse fatto un tale gesto d'affetto la fece scoppiare a ridere. Sicuramente era stato uno dei suoi amici, che non perdevano occasione per prenderlo in giro.
Lanciò uno sguardo all'orologio: decise che aveva abbastanza tempo per finire quel libro visto che l'aver dovuto rimandare la lettura dell'epilogo alla fine della scuola non le era piaciuto per niente.
Afferrò il volume, spaparanzandosi sul letto e soltanto il trillo del telefono le ricordò che era giunto il momento di prepararsi.
Mandò un veloce messaggio a Lucy e a Erza per scusarsi per il pomeriggio e il fatto di non aver risposto subito ai loro messaggi che erano arrivati ininterrottamente per tutto il tempo.
Si preparò in fretta, scendendo le scale a corsa e avviandosi in silenzio verso il parco.
Si fermò sotto un lampione, luogo convenuto per incontrarsi, e aspettò Gajeel, come sempre in ritardo.
«Ehilà, Gamberetto» la salutò lui prima di metterle una mano sulla testa e spettinarle i capelli.
«Non chiamarmi Gamberetto!» sbuffò lei, stringendo le mani a pugno e gonfiando le braccia.
«Allora, Gamberetto, cosa vuoi fare?»
«Tu mi hai invitato all'appuntamento, tu dovevi organizzare tutto!»
«Non è colpa mia se Natsu e Gray hanno insistito per fare una sfida ai videogiochi e non ho avuto il tempo di organizzare qualcosa di decente» rispose lui scrollando le spalle.
Levy sbuffò, incrociando le braccia.
La discussione andò avanti a lungo, finché non decisero di prendere qualcosa a un take away lì vicino e mangiare camminando nel parco.
Levy non osava alzare lo sguardo dall'involucro che teneva in mano mentre Gajeel parlava del più e del meno.
«Ehi, Gamberetto, ti sei mangiata la lingua al posto del sushi?»
Levy, presa alla sprovvista, sobbalzò e scosse con forza la testa.
«Sei strana oggi. Hai qualche libro per la testa?»
«Ah? Eh sì sì» si affrettò a rispondere lei per poi dilungarsi in un soliloquio che fece impazzire Gajeel. Ogni volta cadeva nello stesso errore: chiedeva a Levy qualcosa riguardo ai libri e lei iniziava a parlarne come se fossero le cose più belle del mondo. Che poi, a lui, non interessavano minimamente i libri.
Finito di mangiare, si sedettero sotto un albero per ammirare i ciliegi. Tra le frasche s’intravedevano le stelle e Levy, mentre era intenta a contemplarle, iniziò a parlare di un libro che aveva letto recentemente.
Gajeel sbuffò spazientito, sperando che l'amica - anche se avrebbe voluto che fosse qualcosa di più - finisse presto di parlare di quanto fosse interessante e scritto bene e tutte le altre cose che quel malloppo era.
«Ma mi stai ascoltando?»
Gajeel, preso in fallo, annuì con la testa e Levy, non convinta, gli chiese chi fosse il protagonista e lui disse un nome a caso, facendola arrabbiare.
La ragazza tirò fuori dalla borsa un libro e glielo mise in mano.
«Leggilo»
«Sai che odio i libri»
«Fallo per me, Gajeel» lo implorò Levy.
Il ragazzo, non resistendo all'espressione – a dir poco adorabile – dell'amica, decise di dargliela vinta. Ma non senza una piccola rivincita personale.
«E va bene. Ma a una condizione»
«Quale?»
«Se io lo finirò tutto entro la settimana, tu mi darai un bacio»
Levy arrossì violentemente e Gajeel ghignò.
«Hai paura, Gamberetto?»
«Certo che no!»
«Allora accetti?»
Levy, tentennando, annuì con la testa e Gajeel, sorridendo, la strinse a sé, facendola arrossire ancora di più.
Stretta com’era al corpo dell’altro Levy non si accorse che il sorriso sul volto del ragazzo si era trasformato in un ghigno.
Gajeel, infatti, pensava che, nonostante non fosse riuscito a dichiararsi in quell’appuntamento, avrebbe comunque avuto un bacio dalla ragazza che amava.
 
*** 

I giorni si alternavano lenti e monotoni: ormai la routine scolastica cominciava a pesare e Levy desiderava solo che l'estate arrivasse presto, almeno in quel modo si sarebbe dedicata ai suoi amati libri!
Soltanto le parole di Lucy, dette in un tranquillo pomeriggio, le riportarono alla mente che la settimana era quasi finita. Solo allora si spaventò all'idea che Gajeel avrebbe potuto aver finito il libro.
«Levy? Tutto bene? Sei strana in questi giorni» esordì la bionda vedendo la sua faccia.
«Già - continuò Erza affondando la forchetta nella torta alle fragole - dai, non fare la timida e raccontaci tutto. Ti sei baciata con Gajeel? Particolari piccanti ce ne sono?»
Levy, imbarazzata, cercò di eludere le domande della rossa, accennando appena all'appuntamento.
Erza, non soddisfatta dalla risposta, continuò a interrogare Levy mentre Lucy cercava di andare in soccorso all'amica.
Lucy e Levy tirarono un sospiro di sollievo solo quando Erza, avendo ottenuto tutte le informazioni che le servivano, le salutò per andare ad un appuntamento con Gerard e la ragazza dai capelli azzurri, a quel punto, raccontò all'amica la scommessa.
«Quindi, se ho capito bene… tu e Gajeel avete scommesso un bacio. E per averlo lui deve finire quel libro»
«Esatto. Ma non stiamo nemmeno insieme! Come posso baciarlo?»
«Levy, si vede lontano un miglio che lui ti piace!»
La ragazza arrossì e Lucy sorrise.
«Vieni, ti aiuto a prepararti per stasera. Gajeel avrà sicuramente finito quel libro. A proposito, quale gli hai prestato?»
«Quello che mi hai consigliato qualche tempo fa»
«Ah, capito. Gli hai dato quel mattone apposta?»
«Esatto»
Ridendo si avviarono lungo il vialetto, mentre la loro passeggiata era incorniciata dal verde delle tenere foglie dei ciliegi.
«Sicura che mi stia bene?» chiese Levy mentre si guardava allo specchio, osservando il vestitino che Lucy aveva scelto per lei.
«Ma certo! Sei perfetta!» le disse Lucy, seduta su un pouf poco distante.
«E va bene! Lo compro!»
«Così mi piaci!»
  
Gajeel accarezzò la testa del gatto acciambellato sul divano e uscì da casa fischiettando. Si sentiva felice e anche piuttosto euforico, poiché stava per avere - finalmente - il bacio dalla ragazza che amava.
Si passò una mano tra i capelli, pettinati apposta per l'occasione e sfogliò velocemente tutte le pagine del libro. Come facesse Levy a leggere tali mattoni era un mistero.
Controllò l'ora sul cellulare: era in perfetto orario. Si appoggiò al tronco di un albero e in faccia gli nacque un ghigno nel vedere avvicinarsi l'esile figura di Levy, perfettamente messa in risalto da un leggero vestito arancione.
«Ciao Gamberetto!» la salutò lui, ricambiato da un timido cenno da parte di Levy che, nel frattempo, avendo visto come Gajeel la guardava, era avvampata.
Gajeel le porse il libro, prendendola poi per mano. La portò a cena in un ristorante caratteristico del centro e mentre mangiavano, le raccontò la trama.
Levy ne fu stupita che si dimenticò della cena che aveva davanti, ascoltando rapita le parole di Gajeel.
«Non pensavo che l'avresti letto davvero!» esclamò alla fine del racconto.
«Be', quando voglio una cosa, la ottengo, Gamberetto!»
«E non chiamarmi Gamberetto!»
«Perché no, Gamberetto?»
«Basta!»
«Gamberetto» la punzecchiò Gajeel prima di imboccarla con un cucchiaino di gelato.
Una volta usciti, Gajeel reclamò il suo premio e Levy, arrossendo, si mise in punta di piedi, sporgendosi a baciare il ragazzo.
«Allora Gamberetto. Che ne dici di diventare la mia ragazza?»
«A una condizione!»
«Quale?»
«Smettila di chiamarmi Gamberetto!» sbuffò lei prima di baciare nuovamente Gajeel.
E mentre Levy pensava a quanto fosse stupenda quella serata, Gajeel ringraziava Juvia che gli aveva fatto il riassunto per filo e per segno del libro appena mezz'ora prima di uscire.
   
 
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