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Autore: mewmewdrake03    19/04/2015    4 recensioni
< < Ciò che viene dopo è di massima importanza, ma soprattutto è di massima segretezza, per cui badate bene di non lasciarvi sfuggire nessuna informazione per nessun motivo al mondo, con nessuno. Sarete condotti dai suddetti ninja fino al villaggio che conosciamo con il nome di Villaggio delle Anime > >
Sakura sussultò < < K-kakashi Sensei non intenderà... > >
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Sakura si troverà catapultata in un'avventura che porta con se l'impronta della magia... conoscerà nuovi personaggi legati al passato di persone per lei importanti... diventerà ancora più forte e infine imparerà a gestire i sentimenti delicati che prova nei confronti di un certo girovago... Amore chiama sempre altro amore...
Spero di avervi almeno un po' incuriosito!!!
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo Personaggio, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
Capitoli:
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Salve a tutti !!!!!
Mi dovete perdonare per questo mostruoso ritardo nell'aggiornamento, ma ho avuto impegni universitari distruttivi e ora come ora sono in fase di recupero (O almeno spero!) *______*
Mi auguro apprezziate questo luuuuungo e ricco capitolo, io ci ho messo l'anima e ci ho sudato parecchie camice, direi!!!!!
Ma ora smetto di tediarvi con con le mie inutili chiacchiere!!
Buona lettura!!!
 
 
 
 
 
 
 
Sakura se ne stava lì, immobile da almeno tre ore a guardare la corteccia grezza dell'albero.
Quella mattina la sua nuova maestra l'aveva condotta al centro di un piccolo boschetto di caducifoglie, e l'aveva fatta assistere a quello che alla ragazza era sembrato una specie di strano miracolo.
 
 
***Inizio flashback***
 
Si erano alzate all'alba e, dopo aver camminato a lungo,si erano ritrovate di fronte ad un enorme quercia. Il gigante legnoso mostrava i segni di un duro inverno, costellato di foglie gialle e completamente privo di giovani germogli.
La donna le aveva fatto cenno di prestare attenzione, stringendo tra le mani una piantina debole e appassita.
Dopo aver scavato una buca poco profonda, ve la immerse con delicatezza, finendo di sotterrare le radici.
Si mise in ginocchio tra la grande quercia e la piantina morente, posando su entrambe una delle sue mani affusolate.
Ciò che Sakura vide non se lo sarebbe potuta dimenticare facilmente: cominciò a trasmettere energia dalla pianta più grande a quella più piccola e smunta, con acuta precisione.
In genere ci si sarebbe aspettati che in un processo simile una delle due parti in gioco subisse danni gravi, dato che la sua energia veniva risucchiata da un'altra vita.
Ciò che accadde fu l'opposto.
La piantina sofferente diventava via via sempre più verde, così come la grande quercia che sembrava ringiovanire a vista d'occhio.
Alla fine Miko ritrasse le mani e la guardò < < Vedi Sakura, il nostro mondo si poggia su regole precise ed inevitabili. C'è chi da e chi riceve, ma l'energia vitale non scompare mai del tutto: essa cambia solo di forma; ciò che diventa, a volte possiamo essere noi a deciderlo. Quello che hai appena visto si basa sul principio dello scambio equivalente, un baratto di energia che non necessita di alcuna sottrazione, ma si basa sull'equilibrio della condivisione tra due individui. Quando ho trasmesso l'energia dalla grande quercia alla sua compagna minore, ho semplicemente privato la prima di una certa quantità di energia, quella accumulata in un anno. In parole povere, ho rinforzato la più giovane e ringiovanito la più anziana, ed è come se la grande quercia fosse tornata allo stesso stato in cui si trovava una primavera fa. L'energia è ovunque intorno a noi. Se sappiamo come accedere ai suoi canali, allora essa ci concederà la possibilità di sfruttarla. Ovviamente la strada da percorrere per arrivare ad un simile livello è lunga e tortuosa, ed il primo passo è cercare di entrare in comunione con ciò che ci circonda, nel tuo caso la foresta. La tua missione per ora sarà quella di cercare di aprire una comunicazione a doppio senso con lei. Cerca di suscitare una qualche reazione visibile: radici che si muovono, un ramo che si allunga verso di te, un fiore che sboccia, un germoglio che cresce... Lo sai, vero? Adesso vedremo quanto vali, Piccola Ninfea.> >
Sakura, senza perdere inutilmente tempo, decise di mettersi subito al lavoro, sedendosi a gambe incrociate davanti all'albero, mentre la sua maestra e Fukuio giacevano distesi su un verde praticello qualche metro più in là.
Ed era stato quello il principio della sua disperazione.
 
***Fine flashback***
 
 
Erano passate ore, ma del tanto agognato dialogo neppure l'ombra!
Ad essere sinceri, neppure l'ombra di un sospiro!
A parte i suoi, s'intende!
La ragazza non faceva altro da dieci minuti ormai e si stava cominciando a chiedere se davvero ne valesse la pena. Non aveva la più pallida idea di quello che stava facendo!
Aveva provato a parlare con il tronco ad alta voce, ma non aveva ricevuto risposta alcuna. Allora si era chinata verso dei giovani fili d'erba, ritenendoli bersagli più facilmente condizionabili, ma ancora niente. Alla fine aveva cominciato a comunicare col pensiero, chiedendo ai fiori di aprirsi, alle foglie di crescere e ai frutti di maturare, ma la risposta che aspettava si faceva ancora attendere. Era arrivata addirittura a cercare di spostare uno stelo legnoso col pensiero, per la miseria!
E tutto ciò che aveva ottenuto era solo un gran mal di testa!
“Non importa” Si disse risoluta “Proverò e continuerò a farlo finché non mi esploderà il cervello! Forza,Sakura Haruno, fai vedere a questi vegetali di che pasta sei fatta! Shannarooooo!”
Intanto cinque occhi la osservavano divertiti dall'altra parte del paesaggio: tre di rapace e due di donna.
 
 
 
 
Non passò giorno senza che la ragazza andasse a piazzarsi davanti a quel vecchio albero, provando e riprovando a costruire una qualsiasi connessione.
Il più delle volte si sedeva semplicemente a terra e rimaneva lì fino a sera, in silenzio; altre volte passeggiava nei dintorni, raccontando ad alta voce delle avventure vissute con Naruto e Sai nelle loro ultime missioni insieme; poi c'erano quei giorni, giorni in cui si perdeva nei ricordi di un passato lontano, quando ancora era parte integrante del vecchio team sette, e lasciava che il suo cuore s'impregnasse di una dolce malinconia rivivendo scene che le avevano toccato corde profonde nell'anima più e più volte: quando Naruto e Sasuke l'avevano salvata da quel branco di criminali, pur avendo le braccia incatenate tra loro; quando tutti e tre avevano cercato, con mille maldestri stratagemmi, di scoprire cosa si celasse dietro la maschera del maestro Kakashi, quando insieme avevano salvato il paese della Neve riportando a casa la legittima principessa, quando avevano dovuto indossare delle ridicole passatine per entrare nel paese dei gatti... mille e mille frammenti di memoria s'impossessavano di lei, trascinandola in un limbo di gioia nostalgica da cui poi riemergeva sempre in lacrime.
Alla foresta raccontava anche dell'allenamento che aveva intrapreso con Tsunade, di come fosse stato duro e allo stesso tempo appagante: riportava via via alla mente tutti i tipi di complicate operazioni che avevano eseguito insieme, i metodi più innovativi che avevano utilizzato su diversi pazienti, i nomi delle piante medicinali che preferiva utilizzare per le terapie o per procurarsi antidoti contro i potenti veleni in circolazione... E poi ovviamente non riusciva a fare a meno di menzionare le sue grandi abilità di lottatrice: il suo stile nel combattimento corpo a corpo ormai eguagliava quello della sua Sannin, e di questo andava immensamente fiera!
La ragazza non aveva smesso di pensare alla missione affidatagli dalla sua maestra, ma adesso aveva preso d'abitudine passare la maggior parte del suo tempo immersa nel verde di quel mare di foglie; le piaceva parlare lasciando che il vento portasse lontano le sue storie e mai si era sentita meno sola in vita sua! … Il che in realtà era strano, visto che la sua maestra e il suo gufo aguzzino ormai non la seguivano più durante le sue escursioni diurne; in realtà, Sakura aveva la sensazione di essere circondata da un'immensità di occhi che la guardavano e orecchie che l'ascoltavano interessate, fossero quelle degli alberi o dei misteriosi abitanti della foresta.
Un giorno le era capitato di scorgere tra i rami quella che a prima vista le era sembrata una libellula, ma che, in seguito ad un esame più attento, aveva catalogato come... una fatina? Un folletto? Difficile dirlo, dal momento che il su simpatico ospite, appena accortosi dello sguardo attento di lei, se l'era data a gambe!
Ma da quel giorno la rosa aveva rivisto spesso quelle scintille di luce nascoste al riparo tra i rami, mentre lei se ne stava quieta davanti alla quercia e non riusciva a fare a meno di sorridere.
Ed infine, il decimo giorno dopo il suo arrivo al Villaggio, la foresta decise di risponderle;
se ne stava seduta tranquilla a gambe incrociate davanti al solito tronco chiaro, quando all'improvviso percepì una pressione già provata risalirle lungo il polso: un piccolo viticcio verde chiaro le si stava lentamente arrampicando dalla mano sino alla spalla.
La ragazza sussultò e non riuscì a trattenere un esclamazione di gioia < < Shannaroooo! Finalmente!!!! > >
Si districò gentilmente da quella lieve stretta e, dopo aver rivolto i suoi più sentiti ringraziamenti a chi di dovere, corse verso la piccola casa fatata.
Una mezz'ora più tardi Miko la guardava, con cipiglio indispettito, inginocchiarsi davanti al solito albero.
< < Allora, cosa ci sarà mai di così urgente da valere una sottrazione di tempo al mio riposo quotidiano? > > Il gufo appollaiato sulla sua spalla emise un rauco richiamo, appoggiandola in pieno.
< < Oh, lo vedrete Maestra, lo vedrete! Questo varrà di certo il vostro tempo > >
Detto questo, chinò il capo e chiuse gli occhi concentrandosi e rivolgendosi direttamente agli spiriti che abitavano quel mare di giada.
“ Ok, sono pronta! Come prima, devo far spuntare un viticcio!”
Pensò questo con la massima intensità, ma purtroppo non ne conseguirono apprezzabili risultati.
“Che succede?? Allora ci riprovo: cresci, viticcio!”
Intorno a lei solo il cinguettio di qualche uccello, accompagnato dal sospiro del vento.
“Ok, te lo devo chiedere per favore? Va bene allora: per favore, il viticcio?”
… Ancora niente …
< < Sakura, sto aspettando! Sarà meglio per te che tutto questo valga davvero la mia attesa! > >
< < S-si, scusi, solo un attimo! > >
“Allora, qual'è il problema??? Che ho fatto, per caso ti ho offeso?!?! Perchè cavolo non sta succedendo niente????? Non chiedo molto,solo un piccolo viticcio! Va bene anche tutto rinsecchito, ma per favore, non farmi fare la figura della babbea!!!!!!”
La ragazza sentiva lo sguardo infuocato della donna bruciargli le spalle “A-allora una foglia?? Un fiore??? Va bene anche un misero filo d'erba, maledizione!!!!”
Ma ancora una volta non ottenne nessuna risposta, e alla fine la sua pazienza scoppiò come dinamite in una miniera: portandosi dietro una bella frana.
“AAAHHH DANNAZZIONE! Non ti sto' chiedendo molto, ti pare??? Solo un DANNATISSIMO PICCOLO INSIGNIFICANTE VITICCIO! UNO SFORZO MOLTO MENO CHE MINIMALE!!!! Che c'è che non va in te, stupido bosco snob ?!?!?! Lo so che mi stai ascoltando! E' tutta la settimana che mi ascolti ma eviti di rispondermi, vero?!?! E ora che ho davvero bisogno di te mi neghi il tuo aiuto?!?! MA INSOMMA, LA CONOSCI MEGLIO DI ME QUELLA DONNA, NO?!?! Lo sai che m'impiccherà per i piedi ad un faggio se non mi dai una mano! ACCIDENTI A TE, MA CHE TI COSTA SPUTARE FUORI UN MALEDETTISSIMO VITICCIO VERDE !?!?!”
Pensò, calciando mentalmente l'albero con tutta la sua forza.
All'improvvisò sentì un tonfo potente ed un dolore lancinante alla nuca, e si ritrovò faccia a terra immersa in una pozza di fango.
Sentì degli sghignazzi per niente discreti alle sue spalle, e si girò per ritrovarsi davanti la sua maestra piegata in due che si teneva la pancia con le mani, sganasciandosi dalle risate.
La rosa alzò la testa nel preciso istante in cui un ramo si ritirava verso la parte più fitta della chioma dell'albero: aveva ottenuto la sua reazione, anche se non proprio quella sperata.
< < AHAHAHHAHHAHAHAHAH Si ragazzina, questo vale decisamente il mio tempo!!!!!! HAHAHAHAHHHA Oh ti prego, fallo ancora AHAHHAHAHAHAHA > >
La ragazza, da prima basita, guardando le lacrime che colavano dagli occhi della donna non pote' fare a meno di inclinare la labbra in un sorriso, che poi si tramutò in una vera e propria risata che la portò a piegarsi a terra, con la faccia ancora tutta sporca di fango.
Le risa delle due donne risuonarono a lungo nell'aria, e coinvolsero anche quegli spettatori che le osservavano di nascosto.
Quella giornata fu per loro un dono prezioso, perché non è facile riuscire ad assaporare quella gioia pura e genuina che nasce solo da momenti di profonda condivisione.
 
 
Per la ragazza i giorni passavano in compagnia degli alberi e delle strane creature che popolavano quel mondo per lei ancora sconosciuto. Sicuramente stava migliorando, adesso riusciva a controllare meglio le reazioni che suscitavano le sue richieste; aveva capito che tutto si basava sullo scambio del chakra: lei ne donava una certa quantità ed otteneva una data risposta. La parte difficile era stata fondamentalmente farsi accettare dalla foresta, che inizialmente sembrava non volerne sapere di scambiare proprio un bel niente con lei. Ora invece riusciva a far schiudere i fiori, a velocizzare la maturazione dei frutti, ad evocare l'intervento di viticci, rami e radici.
Le capitava sempre più spesso di scorgere una piccola figura alata di colore rosa pallido che, appena voltava la testa, spariva ad una velocità allarmante. Era diventata ormai una presenza fissa e anche se Sakura non la vedeva, ne avvertiva la presenza.
Quel giorno la sua maestra le aveva chiesto di passare dal Villaggio per una commissione particolare: doveva recarsi alla scuola cittadina per ritirare una bimba di nome Ai e riportarla con sé nella foresta.
< < Ti accompagnerà Fukuro > > Le aveva detto con quel suo squillante tono autoritario < < Non fate tardi, la vostra sarà una lunga giornata. > >
La ragazza si era subito messa in viaggio ed era arrivata al punto dell'incontro con un bel po' d'anticipo.
Decise di dirigersi al chiosco di Ramen di Toshiro per pranzare; dopotutto la bambina l'avrebbe fatto a scuola e Sakura non avrebbe avuto tempo di mangiare, una volta tornata al rifugio nel bosco. “Chissà che cosa avrà escogitato Miko”
Le persone passeggiavano tranquille per le strade illuminate dalla tiepida luce e il cielo cristallino sorrideva benevolo sopra il Villaggio: le era sempre piaciuta la primavera, sembrava traboccare di speranza.
Davanti al chiosco le apparve una figura conosciuta.
< < Heeeeyyyyyyy confettino! Ma ciao! Quanto tempo,accidenti! Mi sei mancata! > > Kuma fece per abbracciarla, ma si ritrovò con un palmo piantato in faccia < < Si si, ciao anche a te. > >
I due si sedettero e divisero il pranzo, parlando allegramente del più e del meno.
A Sakura, che ormai si era abituata a lunghi monologhi a senso unico e ai profondi silenzi della sua meditazione, non dispiacque per niente quell'incontro inaspettato.
< < Allora come va con la vecchia e burbera Miko? Ti ha già piantata in giardino per i piedi? O sta aspettando che tu la faccia arrabbiare per bene??? > >
< < Ah ah ah, tu ci scherzi, ma certe volte fa davvero paura! Mi mette una voglia maledetta di scappare!! > >
< < AHAHAHHAHA ci posso credere, si! Lei è una donna dannatamente testarda! Riuscirebbe a convincere una montagna a spostarsi solo perché le intralcia il passaggio! > >
< < Già! Però rappresenta proprio il tipo di donna che vorrei diventare! Incute una specie di timore reverenziale... non saprei dirti come, ma si capisce subito > >
< < Che cosa? > <
< < Che è una donna che merita rispetto. > > la rosa socchiuse gli occhi e si lascio carezzare dalla brezza primaverile.
< < … Già > >
Tra i due calò un silenzio che parve protrarsi all'infinito.
Alla fine fu lei ad interrompere quel momento di sospensione < < Kuma, come conosci la mia maestra? > >
L'uomo volse lo sguardo verso la strada affollata, ma il suo spirito, così come il suo cuore, parevano lontani anni luce da lì.
< < Solo da ricordi di un passato troppo remoto per sembrare davvero reale. > >
Quegli occhi... la ragazza rivide se stessa in quello sguardo, lo sguardo che rifletteva un uomo che le volgeva le spalle per andarsene, sempre e comunque... per andarsene via da tutto ciò che gli era caro, da tutti coloro che lo amavano di più, dai suoi amici, dal suo team... da lei...
La ninja si riscosse e vide che l'uomo la stava osservando intensamente.
< < Ragazzina, cos'era quello sguardo sognante? Devo presumere che stessi pensando a me? Se fosse così, mi renderesti l'uomo più felice della terra > >
Sakura avvampò senza pietà ed ebbe il violento impulso di levargli a suon di ceffoni quel ghigno malizioso dalla faccia. < < O-ovviamente NO! E non stavo pensando a nessuno in- cioè! A NIENTE in particolare, capito??? A NIENTE! E ora scusami tanto ma ho un impegno urgente e devo scappare! > >
< < Ooohhh peccato!!! E va bhè confettino, allora sarà per la prossima volta!!! E chissà, magari riuscirò persino a strapparti un bacio! > >
La ragazza si alzò in tutta fretta, ancora rossa in faccia < < E' più probabile che io ti faccia cadere qualche dente! > > Con passo marziale si allontanò dirigendosi verso la scuola, seguita da uno sguardo che era del tutto divertito e per niente spaventato.
 
 
 
Sakura aspettava di fronte ad un alto edificio in marmo venato, tutto rifinito da incisioni profonde e molto raffinate.
Tutto in quel Villaggio sembrava studiato al dettaglio e lavorato dalla mano di un abile maestro.
Alla fine la campanella anticipò di poco l'uscita di una nube di ragazzini strillanti che quasi la investirono uscendo di corsa.
Sakura aveva visto in foto la ragazzina (in casa della sua maestra ce n'era una sopra la mensola in salotto) e la riconobbe nella bambina che aspettava in piedi, quieta e rilassata, vicino all'ingresso del palazzo.
Era piuttosto piccina,vestita di un grazioso abitino scuro, con guance rosee e capelli corvini lunghi fino alle esili spalle. Non doveva avere più di otto anni, nove al massimo.
Sakura non aveva indagato sul legame che la univa con la sua Sanin, non aveva avuto molto tempo libero nell'ultimo periodo. Una volta aveva provato a chiederle chi fosse la ragazzina nella foto, ma lei l'aveva liquidata con un “ Fai la brava piccola Ninfea e vammi a preparare un thè” per cui non le era sembrato il caso d'insistere.
< < Ai? > > La rosa le si avvicino con un sorriso, pronunciando dolcemente il suo nome. < < Sono Sakura. Miko-sama mi ha mandata a prenderti > >
Due grandi occhioni azzurri la puntarono decisi
< < Tu sei la ragazza Foglia? La maestra mi ha parlato di te. > >
“La ragazza foglia?” < < Ah, si? E che cosa ti ha detto? > >
< < Che sei piuttosto lenta nell'apprendere e che le hai davvero fatto pena in più occasioni > >
< < Ah-a si, ti ha detto questo!?!? Ma pensa- > > Un enorme vena pulsava imbizzarrita sulla sua fronte spaziosa.
< < Mh-mh > > La ragazzina annuì decisa < < Ma non preoccuparti, ha aggiunto anche che alla fine pensa che tu non sia un totale ed inutile spreco di tempo, o almeno lo spera. > >
< < Ah! > > La ninja color fragola stava digrignando i denti con la forza di un bisonte inferocito, tanto che ad un certo punto temette di esserseli rotti.
< < Ma non perdiamo altro tempo, graziosa bambina, andiamo!!! La nostra MAESTRA ci sta aspettando, non mettiamoci troppo, o subiremo la sua ira!!! Sei d'accordo con me? > >
La piccola annuì ed insieme si diressero verso il bosco.
 
 
 
Poco tempo dopo stavano sorvolando un'ampia distesa verde, illuminate dalla chiara luce del sole; erano appena passate le tre del pomeriggio e Sakura si godeva lo spettacolo in santa pace.
Non era riuscita a parlare molto con la bambina, sembrava un po' restia nel darle confidenza, ma era riuscita lo stesso ad estorcerle qualche informazione: aveva innanzitutto scoperto che già da piccolissima trascorreva molto tempo con la sua maestra, che la istruiva soprattutto sulla botanica e sulle proprietà delle erbe medicinali (Sakura sospettava che al riguardo ne sapesse addirittura più di lei); non frequentava un'accademia ninja, era una studentessa in una semplice scuola elementare. La ragazza le aveva chiesto se i suoi genitori fossero d'accordo che lei passasse tutto quel tempo fuori casa, in mezzo al bosco con una tizia,diciamo, non del tutto raccomandabile, e la bambina le aveva risposto che “ a Cristina fa piacere quando imparo cose nuove sulla foresta”.
Era chiaro che Cristina non fosse sua madre e sospettava che Ai avesse perso i genitori. Probabilmente la ragazza di cui aveva fatto i nome era la responsabile di un centro di accoglienza per senza famiglia, in altre parole un orfanotrofio.
Improvvisamente sentì un tiepido peso premerle sulla schiena, e girandosi lentamente si ritrovò di fronte ad un morbido faccino rilassato nel sonno.
La ragazza sorrise alla bambina e la circondò con un braccio: l'avrebbe lasciata dormire ancora un po'.
Atterrarono non molto tempo dopo e la rosa aiutò la sua assonnata compagna a scendere dalla loro cavalcatura piumata.
La maestra le aspettava sull'uscio di casa
< < Mamma mia signorine, che faccia avete! Parlo soprattutto per te, paperina! Vai a sciacquarti la faccia, che dopo vi porto in un posticino!!! > >
Poco dopo si ritrovarono al centro di una radura circondata da ciliegi in fiore.
Ai lati dell'ampio spazio aperto sorgevano arbusti e piantine che Sakura non aveva mai visto: dovevano essere rare specie endemiche di cui lei non conosceva nemmeno il nome.
< < Ora Ai ti lascio con Sakura. Devi istruirla riguardo alle principali erbe con proprietà mediche che troverai qua intorno. Cerca di colmare la sua ignoranza e vedete di non tornare troppo tardi, intendo cenare ad un'ora decente stasera! > >
Le due guardarono la donna allontanarsi con passo disinvolto e poi, rimaste sole, si lanciarono una lunga occhiata.
“Ecco fatto, ci mancava pure farmi istruire da una bambina!!! La mia autostima sta chiedendo il porto d'armi...”
< < Non farti illusioni: questa storia pesa a me quanto pesa a te! Non sono davvero entusiasta di condividere le mie conoscenze con una profana come te, ma se proprio devo, immagino di poter sopravvivere allo sforzo...> >
“C-condividere le sue conoscenze?!?! Una profana come me!?!?!? IMMAGINA DI POTER SOPRAVVIVERE ALLO SFORZO?!?!!? Bhè, magari allo sforzo si, ma ad uno dei miei scapaccioni??????” < < Ehmmm, si, certo... Coraggio Ai, vogliamo cominciare? > >
< < …. ….. …... Puoi risparmiarti quel sorriso falso, anche una scimmia sarebbe più abile di te nel mentire > >
Una vena minacciosa pulsava malvagia e piena di rancore sulla tempia destra della rosa < < Già, appunto, quindi cominciamo, prima che possa fare qualcosa di cui poi potrei pentirmi!!! Ah ah ah …. > >
Si guardarono dritte negli occhi : verde giada quelli della più grande, azzurro cielo quelli della più piccina.
< < Ok > >
La bambina era, con grande sorpresa della ninja, un vero pozzo di conoscenza; non solo sapeva distinguere le piante l'una dall'altra con magistrale maestria, ma elencava persino tutte le loro proprietà, integrando di tanto in tanto qualche insolito effetto collaterale.
Non c'era che dire, doveva aver studiato molto e quella capacità mnemonica in una bambina della sua età era a dir poco straordinaria.
Senza rendersene conto, la rosa aveva davvero cominciato ad apprezzare quella lezione tra i petali di ciliegio.
< < Questa pianta invece è chiamata “Dita di Fata” e se ne può ricavare un infuso contro l'insonnia; tuttavia, se assunta a dosi eccessive, ha forti effetti allucinogeni che possono persino indurre uno stato di coma. > > Le disse indicando una piccola piantina dalle parvenze inusuali, con lunghi steli violacei culminanti in piccoli fiori turchini, ricoperti da foglie ricurve.
Ad un tratto le due ragazze s'immobilizzarono, alzarono lentamente il capo e... erano circondate da un ampio pubblico curioso: decine e decine di piccoli occhioni le scrutavano attenti, pronti alla ritirata strategica da un momento all'altro.
< < Ah, siete voi. Mi domandavo quando vi sareste fatti vedere, non capisco perché ci abbiate messo tanto. Nonostante io sia stata lontana dalla foresta per più di una settimana, non volevate nemmeno passare a salutarmi? > > Ai pronunciava quelle parole con una nota di rimprovero.
Sakura, dal canto suo, era rimasta a fissare la scena inebetita, come un pesce lesso a bocca aperta.
Miriadi di quelle che si potevano definire fatine le circondavano e la fissavano interessate.
Avevano esili e longilinei corpicini scintillanti, ognuno di un colore diverso dalle particolari sfumature. Dalla schiena spuntavano due paia di ali trasparenti e le loro membra erano ricoperte da petali di fiori, foglie, pezzi di legno o cose simili. Alcuni indossavano pezzi di castagne o ghiande sulla testa, mentre altri avevano i piccoli piedini avvolti in verdi steli d'erba o piccoli viticci.
In ogni caso,non erano più grandi di un passerotto.
< < A-Ai, tu li conosci? > > Parlò piano per paura di spaventare quello strano pubblico, ringraziando i Kami per averle restituito la voce.
< < Ah, si certo. Sono il piccolo popolo della foresta. Immagino che si possano definire fate o folletti, o comunque tu voglia chiamarli. Non sono spiriti maligni, solo un po' diffidenti, ma credimi se ti dico che è meglio non farli arrabbiare! Possono diventare terribilmente dispettosi! Di solito mi accompagnano in giro per la foresta, ma evidentemente erano spaventati dalla tua presenza. Credo che vederti insieme a me gli abbia fatto cambiare idea. > >
Sakura notò che una nuvola di quegli esserini luminescenti si avvicinava festosa alla bambina, agitando freneticamente le piccole ali ed emettendo suoni lievi pieni di allegria: quella si che era una vera e propria festa di benvenuto!
All'improvviso sentì un soffio di vento sulla guancia e si girò, rimanendo impietrita: una piccola fatina rosa, ricoperta da petali di ciliegio,le si stava avvicinando lentamente, guardandola con occhi di glicine.
Piano piano allungo una manina esile vero di lei e … le toccò estasiata i capelli.
< < Quella è la piccola Tily, lo spirito guardiano dei ciliegi di questa valle. Sembra molto colpita dal colore dei tuoi capelli: le piacciono proprio. Non riesco ad immaginare perché! > > Aggiunse sarcastica, guardandola di sottecchi.
< < I-io che devo fare? Cioè, non voglio offenderla o altro, solo che... che è davvero tutto parecchio strano > > La fatina continuava a fissarla incantata e aveva cominciato a dare dei piccoli strattoni alla sua chioma.
All'improvviso la ragazza si ricordò di tutte le volte che si era sentita osservata e fece due più due
< < Allora eri tu! > > Le disse entusiasta, quasi urlandole contro.
La piccola fatina squittì atterrita, e dopo essersi scossa tutta le soffiò addosso della polvere rosata.
La giovane starnutì un paio di volte, e quando riaprì gli occhi si trovava in mezzo ad un fiume che scorreva rapido e potente.
La ragazza si sentì tirare giù da quelle acque impetuose e cominciò a nuotare controcorrente, cercando di rimanere a galla, cercando di non affogare...
“Aspetta, un fiume? E Ai dov'è? Non è possibile, io ero nella foresta, ma come-!?!? AH! Aspetta, la polvere della fatina! Che sia tutta un'illusione? Ma certo! E' il suo meccanismo di difesa! Che sciocca! Ora devo solo calmarmi e...”
Per fortuna era sempre stata brava ad interrompere le false realtà create dagli altri.
Sakura aprì gli occhi e vide due chiari zaffiri fissi su di lei.
< < Tutto bene? Tily si è spaventata e ti ha messa a nanna > >
< < Più che altro mi ha messa a mollo > > Disse ridendo, mentre si grattava imbarazzata la testa.
La fatina, tutta tremante, la guardava da dietro la testa della bambina, e Sakura si sentì una stupida ad aver reagito in quel modo.
< < Scusami Tily, non volevo spaventarti! Non sono riuscita a trattenere la mia reazione quando ho capito che eri proprio tu che mi spiavi silenziosa, in questi giorni. Perdonami, in realtà sono solo contenta, e a volte esagero nell'esternare le mie emozioni, tutto qui! Hehehe > > Cercò di sembrare davvero pentita, ed in effetti lo era: veder tremare in quel modo quello scricciolo di esserino la stava facendo sentire un verme.
In men che non si dica, la fatina cambiò faccia;
le si avvicinò più decisa di prima, la guardò negli occhi e... sorridendo le prese il naso tra le mani, strofinandoglielo. Poi, nella frazione di un secondo, le si tuffò tra i capelli, avvolgendoseli tutti intorno al corpo ed emettendo acuti trilli di pura gioia. Sembrava aver trovato un prezioso tesoro, e non pareva intenzionata a lasciarlo andare neppure per un istante.
Sakura e Ai si fissarono per qualche secondo prima di scoppiare a ridere senza ritegno.
Il pomeriggio passò così, con la bambina che continuava a darle nozioni sulle strane piante del luogo, seguita con interesse da una numerosa platea di esserini alati, e con la ninja che ascoltava interessata, senza far caso alla fatina che si era imboscata tra i suoi capelli.
Alla fine arrivò per loro il momento di rientrare e, a malincuore, si separarono dai piccoli compagni.
Per Tily fu' particolarmente dura lasciar perdere i capelli della sua nuova amica, ma alla fine riuscirono a cavarsela con la promessa che si sarebbero riviste l'indomani, e che i suoi capelli sarebbero stati ancora lì.
Le due si organizzarono per preparare la cena, mentre la loro maestra oziava sul divano in salotto.
Sakura si vide riflessa sul vero di una finestra e non pote' trattenere un sorriso: la sua testa sembrava un vero e proprio nido di piccioni.
La serata passò tranquilla senza grandi novità: a tavola raccontarono come si era svolta la lezione nel bosco e la maestra si mostrò piacevolmente sorpresa nell'apprendere che il piccolo popolo aveva già cominciato a mostrarsi alla nuova ospite; evidentemente Sakura doveva ispirar loro particolare fiducia, o semplicemente non riuscivano a percepirla come un'effettiva minaccia.
A fine serata, coricandosi sotto le coperte, la ragazza non pote' fare a meno di pensare che un po' le mancava il suo Villaggio: le chiassose strade di Konoha percorse dall'inequivocabile profumo proveniente dal chiosco di Ichiraku, le chiacchierate allegre e spensierate insieme ai suoi compagni, la genuina semplicità di Naruto, la dolce innocenza di Hinata, la spiccata e pungente ironia di Ino, le stranezze di Sai. E poi ancora le mancavano le lunghe chiacchierate con la sua Sannin, i loro estenuanti allenamenti... che diamine! Le mancavano persino le loro bevute! E chissà come se la stava passando Kakashi! Il ruolo di Hokage gli calzava a pennello, ma ultimamente lo aveva visto un po' troppo stanco, provato dal sovraccarico lavorativo. Voleva bene a tutti quanti loro e avrebbe voluto averli accanto in quel momento.
Ma alla fine non era davvero sola, quella foresta brulicava di vita! E a lei piaceva da morire ascoltarne i sussurri prima di addormentarsi: la trasportavano in mondi segreti, costituiti della stessa materia di cui sono fatti i sogni.
Si era accorta, inoltre, che il senso di malinconia che spesso le opprimeva il petto quando era a Konoha, lì si era di molto assottigliato! Probabilmente era dovuto al fatto che pensasse molto meno a lui ultimamente, dopotutto era sempre molto impegnata...
Ed era proprio quello che aveva desiderato sin da quando aveva intrapreso quel viaggio: riuscire finalmente ad accantonare il suo ricordo, almeno per un po'.
Dopotutto sapeva che pensarci e ripensarci non averebbe fatto altro che aumentare la sua ansia ed alimentare la sua impazienza, e tutto questo non sarebbe servito davvero a niente.
Finchè non fosse tornato al villaggio, finché fosse stato lontano, lei non avrebbe di certo potuto convincerlo che valeva la pena almeno provare a darle una possibilità.
Ormai una sola certezza popolava il suo spirito e il suo cuore.
Avrebbe aspettato il suo ritorno, l'avrebbe aspettato per sempre.
 
 
 
Qualche giorno prima, oltre i confini del paese della Nuvola.
Il ragazzo camminava, silenzioso come sempre, lungo una buia strada deserta.
La sua mente era in pace e il suo corpo per nulla provato da quel lungo tragitto.
Ormai erano più di due anni che viaggiava ininterrottamente e senza una meta precisa;
ora, dopo tanto tempo, si stava dirigendo verso un punto in particolare, senza interrogarsi troppo sul perché lo stesse facendo.
Dopo aver parlato con Naruto aveva deciso di recarsi nel paese della Nuvola, verso un certo villaggio... ma fosse dannato se conosceva il motivo della sua decisione.
“Sto solo seguendo il mio istinto” Supponeva
“Credo si tratti solo di curiosità” Dopotutto neppure il formidabile Sasuke Uchiha era immune a quella debolezza propriamente umana.
Aveva deciso di non porsi troppe domande e di non ragionare in maniera spasmodica sul bisogno che sentiva di dirigersi lì.
O meglio, sapeva il perché vi si stesse recando, ma non riusciva a capire cosa lo spingesse a farlo.
Per ora si sarebbe limitato ad agire come meglio credeva e a seguire il suo istinto.
Punto.
Di fatto, anche se avesse voluto analizzare la situazione, non ci sarebbe riuscito un granchè;
Per affrontare a fondo il problema, avrebbe dovuto anzitutto riuscire a definire il rapporto che aveva con lei adesso.
Prima era stato facile, prima era stato tutto molto chiaro.
Da ragazzino sapeva esattamente a cosa stava andando incontro e credeva persino di sapere quale sarebbe stato il suo destino, per cui non aveva avuto bisogno di aggrapparsi a qualcosa di esterno per dare un senso alla sua esistenza; gli bastava appigliarsi al suo odio per tirare avanti.
Adesso però le cose erano diverse, molto diverse.
Non aveva un sogno, ne' un vero obiettivo. Viaggiava proprio per capire meglio se stesso e cercare d'immaginare che genere di futuro sarebbe stato in grado di costruirsi.
Si sentiva come un carpentiere che, nel bel mezzo della costruzione del suo ponte migliore, si fosse ritrovato penzolante nel vuoto perché la sua opera gli era franata sotto i piedi quando meno se l'aspettava.
Sasuke era stato un vendicatore.
Adesso non lo era più.
Sasuke era stato un nukenin.
Adesso i suoi peccati gli erano stati perdonati.
Sasuke era stato un assassino.
E quello lo sarebbe rimasto per sempre.
Sasuke era stato un eroe.
E quel ruolo lo metteva parecchio a disagio, per dirla tutta.
Alla fine, il vero nocciolo della questione non era tanto ciò che era stato, ma cio' che voleva diventare.
E questo proprio non lo sapeva.
Certo, aveva desideri e cose a cui teneva davvero; aveva concentrato le sue riflessioni proprio su quelle, durante il periodo della sua redenzione.
Non avrebbe mai permesso a nessuno di fare del male a quella che riteneva la sua famiglia, il team 7; avrebbe sempre protetto Kakashi, Naruto e Sakura, anche se non glielo avessero chiesto.
Questo lo sapeva, ma non riusciva a togliersi dalla testa l'idea di essere un sudicio ipocrita;
lui stesso aveva cercato di nuocere ad ognuno di loro, persino a Sakura, che aveva ritenuto essere la più innocua...
E lei lo aveva ripagato con la stessa moneta; non se lo sarebbe mai aspettato, non dalla ragazzina che conosceva.
Lui aveva fatto il bastardo e la fiera Sakura (non riusciva a credere che quell'agnellino si fosse trasformato in una simile leonessa) aveva cercato di rendergli pan per focaccia.
Anche ora non riusciva a fare a meno di chiedersi se il desiderio che avesse di vederla ed accertarsi che stesse bene non fosse dovuto al senso di colpa che nutriva nei suoi confronti.
Quante volte aveva cercato di farla fuori? Tre, quattro addirittura, contando anche l'illusione? Già che c'era poteva regalarle una lapide e inciderci sopra una bella dedica: “Dal tuo assassino, l'uomo che non si è limitato a lacerarti il corpo, ma si è persino preso il tuo cuore”.
Sempre più spesso, tra i suoi sogni, s'insinuavano due occhi verdi, una chioma rosa e un paio di labbra carnose che ripetevano nel vuoto sempre le solite parole
“Perchè non mi dici nulla? Perché sei sempre così silenzioso? Perchè non mi dici nemmeno mai una parola?”
“Io so tutto sul tuo passato, anche se cerchi vendetta, non porterà felicità a nessuno”
“Io ho amici e una famiglia, ma se tu vai via io... io sarò sola quanto te!”
“Io... io ti amo con tutto il mio cuore! Se decidi di stare con me non lo rimpiangerai, perché ogni giorno faremo qualcosa di divertente, saremo felici, LO GIURO!!!”
“Farò tutto per te, quindi per favore resta con me!”
“O portami con te se non puoi stare qui”
“Fin dall'inizio sapevo che non potevo fare niente per te, ma io ti amo! Nonostante quello che è successo, ti amo così tanto da star male!”
“Se avessi potuto farmi carico del tuo dolore per farti star meglio, l'avrei fatto!”
“Ma se io ho ancora un posto nel tuo cuore, non importa quanto piccolo,allora ti prego! Non allontanarti più di così..!”
Sasuke sospirò, irritato.
Ogni volta che ripensava a quegli avvenimenti era assalito da un gran mal di testa.
Non sapeva davvero cosa pensare; se si fosse trovato di nuovo in quelle situazioni, probabilmente avrebbe agito di nuovo allo stesso modo.
Probabilmente.
Lui aveva fatto delle scelte, e quelle scelte avevano irrimediabilmente condizionato la sua vita, compromettendo anche il suo futuro.
Non che considerasse Sakura poco attraente o non interessante; alla fine si ricordava con nostalgia i momenti passati insieme a lei e agli altri. Li rimpiangeva, a volte.
Sapeva che era cresciuta e che in qualche modo era cambiata... le sarebbe piaciuto conoscerla meglio; nei pochi mesi che era rimasto al villaggio dopo la fine della guerra si erano visti, generalmente in compagnia di Naruto e Kakashi, ma non avevano trascorso molto tempo insieme.
Stranamente, più ci pensava e più gli sembrava che non fosse stato abbastanza.
E si era accorto che, in effetti, non conosceva quasi nulla di lei.
Lui avrebbe voluto essere diverso, a volte, magari più aperto e disponibile al dialogo; aveva visto che in certe situazioni lei si trovava a disagio in sua presenza, ed aveva amaramente notato che sempre più spesso sfuggiva il suo sguardo.
Avrebbe voluto apparirle meno cupo, magari cercare di tranquillizzarla, ma non aveva mai fatto il primo passo. Non aveva mai preso l'iniziativa.
Semplicemente, non era mai stato bravo nei rapporti interpersonali, per lo meno non da quando Itachi aveva sterminato il clan, e men che meno ne capiva qualcosa dell'amore romantico.
Di sicuro non ci si vedeva a fare quelle cose che facevano le coppiette in pubblico: Pick-nick, cinema, lunghe passeggiate romantiche per il parco, imboccarsi a vicenda...
L'Uchiha si massaggiò energicamente le tempie, con il volto lievemente arrossato: che cavolo andava pensando quella sera? Cos'erano tutte quelle recriminazioni mentali sull'amore e sulla vita di coppia?
Non erano cose a cui era solito pensare, anzi, a dirla tutta lo infastidivano parecchio!
Sinceramente, in futuro non gli sarebbe dispiaciuto avere una famiglia tutta sua, una moglie, dei figli... era strano come trovasse irritante pensare alla ragazza rosa mentre lo imboccava durante un pik nik nel parco e come invece trovasse naturale immaginarsela nella sua vecchia villa in veste da casa, circondata da una nuvola di bambini urlanti dai capelli neri.
“Assurdo” Si ritrovò a pensare tra se e se, e decise che per quella sera ne aveva abbastanza di pensare, per cui si fermò e mise in piedi il campo.
Si sarebbe riposato per il resto della notte e il giorno seguente sarebbe giunto a destinazione, nel piccolo e poco conosciuto villaggio di Kun.
 
Allora ragazzi e ragazze cari/e innanzitutto mi scuso per il mega papiro che ho buttato giù stavolta, ma non sapevo davvero come fare a dividerlo! Mi avrebbe spezzato la storia in modo crudele e non potevo permetterlo.
Tutti i pezzi della storia io cerco di incastrarli come un puzzle, e se mi tocca dividere i capitoli in maniera che mi convince poco o niente, poi rischio l'esaurimento!!!!!
Perdonate la mia follia ^____^
Mamma mia che fatica scrivere il monologo interiore di Sasuke! Questo ragazzo mi distrugge!!!
Volevo anche dire che cercherò di non sparire di nuovo, maledetti esami @____ @
E va bhè, non ci posso fare nulla purtroppo!!!! :3
Alla prossima!!
Baci baci
Mew

  
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