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Autore: xadhoom    26/12/2008    6 recensioni
Dio, Allah, Buddha, Vishnu...chiunque governasse dall'alto dei cieli, in quel momento lo stava odiando e maledicendo con tutte le sue forze.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Cipher Pool 9
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dio, Allah, Buddha, Vishnu...chiunque governasse dall'alto dei cieli, in quel momento lo stava odiando e maledicendo con tutte le sue forze. Altrimenti Kaku come avrebbe potuto spiegarsi una simile situazione?
Sospirò, passando per l'ennesima volta le dita fra quei capelli neri scuri come la notte, che da sempre aveva desiderato accarezzare, solo...non in quel modo. E non con lui in quello stato...

Come ogni mattina l'ex carpentiere di Water Seven si era recato al mercato della piccola cittadina dove si erano stabiliti da circa tre mesi. Era un luogo tranquillo e pacifico, abitato da persone cortesi ma rispettose della privacy, quindi il sito ideale per individui dal misterioso e problematico passato come il gruppo CP9. Fra tutti i componenti della banda era stato Kaku a rivelarsi maggiormente entusiasta della lunga permanenza in quella zona: poter chiacchierare e vagare spensierato per le strade cittadine come un tempo soleva fare a Water Seven aveva rappresentato per il giovane una vera e propria rinascita. Non perché il legame con i suoi compagni avesse cominciato a deteriorarsi -anzi, Kaku avrebbe desiderato instaurarne uno molto più duraturo ed "impegnativo" con una certa persona-, ma perché il ragazzo amava intrattenersi con persone a lui estranee ma pronte a renderlo partecipe delle loro esperienze, le quali in genere non riguardavano mai assassini o colpi di stato...
Dopo aver ringraziato la fruttivendola che gentilmente gli aveva offerto un pezzo d'anguria, dono ricevuto grazie alla sua aria da "bravo ragazzo", il biondo era rincasato nell'isolata ma allo stesso tempo imponente villa dove abitava assieme agli altri membri del gruppo.
Tutte le volte che il ragazzo soffermava il suo sguardo su quella struttura si chiedeva se non sarebbe stato maggiormente semplice affittare un appartamento nel centro della città. In questo modo avrebbero potuto avere a portata di mano tutto quello che sarebbe loro necessitato, anche se a Kaku non dispiaceva affatto dover percorrere il lungo tragitto necessario per arrivare al centro della città. La scelta di risiedere in un posto tanto isolato era stata un parto di Lucci, ovviamente: il capo del CP9 non era cambiato poi molto dalla sconfitta contro la ciurma di cappello di paglia; dopo essersi ristabilito, il moro si era lasciato convincere dagli altri compagni a non sciogliere il gruppo ed a proseguire il viaggio insieme a loro e, seppure Kaku fosse sicuro che l'altro non l'avrebbe mai ammesso, il leopardo sembrava abbastanza felice della scelta compiuta.
Certe abitudini, ad ogni modo, non l'avevano abbandonato, come per esempio il desiderio di ottenere tutto il necessario per vivere una vita agiata e nel più vasto splendore, anche per una semplice permanenza di qualche mese. E così il CP9 si era ritrovato ad abitare all'interno di quell'enorme villa, della quale occupavano sette stanze sulle cinquanta disponibili. In verità, se la scelta fosse spettata a Kaku, le camere occupate sarebbero state soltanto sei...
A quel pensiero il giovane aveva scosso violentemente il capo, cercando d'interrompere il suo sogno ad occhi aperti. Ormai gli accadeva sempre più spesso di lasciar libero sfogo alle proprie fantasie e in un certo senso ormai il castano non si sforzava più di frenarle, poiché nel suo cuore si stava rafforzando la convinzione che il suo sarebbe rimasto per sempre un desiderio irrealizzabile.
"Califa! Sei tornata?" aveva chiesto l'ex carpentiere dopo aver varcato la soglia di casa "mi dispiace ma non sono riuscito a trovare quella crema di bellezza che mi avevi chiesto. Il commesso ha detto che non tiene alcun prodotto di quella marca"
Dopo aver poggiato le borse della spesa sul tavolo della cucina, Kaku si diresse verso il salotto, dove in genere si riunivano tutti gli inquilini della casa "Blueno, il signor Kirochi ha chiesto se domani puoi gentilmente aiutare suo figlio ad imbiancare una casa; secondo il mio parere sarebbe un'ottima opportunità: qualche soldo in più fa sempre comodo. Ah, Jabura, sono tornato dalla figlia del fioraio e ancora una volta la sua risposta è stata negativa. Ti prego di desistere, soprattutto per la mia incolumità: ogni volta che mi vede il proprietario del negozio di fiori mi lancia contro un vaso nel timore che gli possa portar via sua figlia e poiché ha da poco ordinato un carico di piante grasse preferirei evitare di passare davanti alla loro attività...Per Fukuro e Kumadori non ho alcun messaggio da riferire...ah, no, per Kumadori si: il barbiere mi ha detto di dirti che si rifiuta categoricamente di tagliarti i capelli, visto che ogni volta ricrescono poco secondi dopo essere stati accorciati. Cerca di capirlo, povero uomo, la sua reputazione sta cominciando a..."
Un miagolio interruppe per un attimo il discorso di Kaku, obbligando quest ultimo a guardare in alto "Oh, buongiorno Lucci, scusami, non avevo visto che eri sul lampadario. Allora, in tutto mi dovete..."
Il giovane si bloccò. E dopo aver sbattutto ripetutamente le palpebre, alzò nuovamente lo sguardo, incontrando la stessa figura saldamente aggrappata al lampadario posizionato proprio al centro del soffitto. Dopo essersi soffermato a lungo nell'osservare quella sagoma ed essersi sincerato trattarsi di Lucci, il biondo non poté fare a meno di esclamare "Che cavolo fa lassù Lucci?!"
Kalifa sospirò, passandosi una mano tra i capelli "Lieta che ti sia reso conto della spiacevole situazione nella quale ci troviamo grazie a Jabura"
"EHi!" protestò il soggetto nominato "perché diavolo sarebbe colpa mia se quell'idiota crede di essere un gatto?!"
"Perché nel momento in cui Lucci stava cercando di allontanare un gatto che stava infastidendo Hattori, tu ti sei precipitato in camera sua, non curandoti di bussare, cortesia che forse ti avrebbe permesso di evitare di urtare il nostro povero amico e farlo cadere dal balcone del secondo piano, Chapapa!"
"Tze!" sbottò il moro incrociando le braccia al petto "un super soldato come lui avrebbe dovuto prevenire qualsiasi tipo di attacco"
"Vero, ma Lucci tende ad abbassare la guardia quando si tratta di Hattori" commentò Blueno, lo sguardo ancorato al soffitto
"Come vorrei avere lo stesso effetto su Lucci...Ma che dico! Non è questo certo il momento di fantasticare" pensò tra sé e sé l'ex carpentiere "mi state dicendo che è stata una botta in testa a ridurre Lucci in quello stato?!"
"Una caduta che avrebbe potuto rischiare di rispedirlo in coma, per essere precisi. Per nostra fortuna il capo ha la testa dura, ma il colpo non è stato privo di conseguenze. Al suo risveglio" il dito di Califa indicò il soggetto in questione "ha cominciato a comportarsi come se fosse un gatto e siccome non voleva essere toccato da nessuno, è saltato sul lampadario"
La mente di Kaku era talmente colma di informazioni che il giovane cominciò ad avvertire i primi sintomi di un profondo mal di testa. Nel frattempo il famoso e temibile assassino capo della banda CP9 si stava pulendo meticolosamente una mano con la lingua, incurante dell'agitazione di cui sembravano vittime gli individui sotto la sua persona.
Un sospiro sfuggì alle labbra dell'ex membro della Galley-La. Dire che la giornata era iniziata così bene...
"Beh, che facciamo ora?"
Blueno distolse per un attimo lo sguardo dal leopardo, concentrando la propria attenzione su Kaku "Che intendi dire?"
"Non vorrete farlo rimanere lassù, spero!"
"Perhé no? In questo modo il suo piccolo problema non potrà coinvolgerci minimamente"
"Jabura..."
"Ok, ok, ricevuto il messaggio Califa, metti via quella frustaccia del cavolo! So io come risolvere la situazione"
In seguito a quell'affermazione le persone presenti nella sala assistettero ad uno dei tanti prodigi resi possibili dai frutti del mare, la metamorfosi in lupo. I membri del CP9 erano ormai avvezzi a quella trasformazione che permetteva al loro compagno di raggiungere una agilità e forza al di là delle possibilità umane. Un soggetto, tuttavia, aveva cominciato a manifestare un certo comportamento in seguito all'apparizione di quell'animale
"Ehm, Jabura, forse sarebbe meglio che lasciassi perdere..."
"E perché mai? Preparati, micio micio, ora vengo a prenderti"
"Ritengo che dovresti seguire il consiglio di Kaku, Jabura" commentò Blueno cominciando ad allontanarsi il più possibile dal lampadario, azione immediatamente imitata dagli altri presenti
Il lupo volse lo sguardo sui compagni, un disappunto visibilissimo in volto "Dico! Siete stati voi ad insistere affinché la situazione si risolvesse e visto che mi ritenete in parte responsabile..."
"Del tutto responsabile, chapapa!"
"...ti possa strozzare con la tua stessa saliva, dannato!...responsabile, dicevo, cerco di dimostrarmi un pochino utile. Almeno io, a differenza vostra, cerco di fare qualcosa!"
"Yoyoi! Il tuo comportamento è certo degno di un grande samurai! Ma anche il coraggio di un uomo nobile deve prima fare i conti con i pericoli che si accinge ad affrontare!"
Jabura sbatté le palpebre confuso "Pericoli?"
"Guarda il capo, idiota"
L'interpellato seguì il gentile consiglio della precedente segretaria di Iceburg-san, notando solo in quel momento qualche piccolo particolare che gli era sfuggito. Sarà stata la particolare situazione nella quale si era venuto a trovare o l'agitazione che ogni individuo presente nel salotto manifestava abbastanza apertamente: qualunque fosse la soluzione, era innegabile che il pelo di Lucci si fosse rizzato nello stesso istante in cui Jabura aveva eseguito la metamorfosi in lupo. A preoccupare ulteriormente il componente della squadra erano stati, inoltre, gli occhi del leopardo, sgranati fino ai limiti del possibile e ora fissi sul moro. Già Jabura temeva quelle pupille fredde e minacciose quando il proprietario di esse si trovava in uno stato di salute normale, anche se questo era un aggettivo da usare con le pinze visto il soggetto del discorso, figuriamoci in quel momento...
Ma a volte un essere umano è spinto da qualche causa particolare a vincere le proprie paure e ad affrontare anche le situazioni più insidiose. E gli sguardi dei compagni sulla propria persona rendevano il moro un individuo di tale tipo. Cercando di non soffermarsi troppo su quei canini affilati che proprio in quel momento il capo del CP9 gli stava mostrando, Jabura avanzò moltò lentamente fino a distanziare il lampadario di pochi passi
"Bene, micio micio...sei pronto a scendere?"
Interpretando, o almeno tentando disperatamente d'interpretarlo, come un si il soffio emesso dalle labbra di Lucci in seguito alla sua questione, Jabura spiccò un balzo verso l'alto e dopo aver gridato "Preso!" tornò a terra con il frutto della sua caccia...
"GAAAAW! Toglietemelo di dosso!"
...che ora gli stava gentilmente lasciando qualche ricordino in faccia...
Dopo aver reso il volto di Jabura simile ad un Picasso, il giovane moro scattò in avanti in direzione della porta d'ingresso, intento che fu fortunatamente intuito da Blueno il quale, grazie al potere del suo frutto del diavolo, riuscì a comparire davanti a Lucci prima che questi potesse lasciare il salotto
"Prendete quel maledetto bastardo!" urlò il lupo o almeno quella parvenza che era rimasta di lui dopo il lavoretto compiuto dagli artigli del capo della banda
"Più facile a dirsi che a farsi, chapapaaaaah!" urlò Fukuro schivando per un secondo un contatto diretto con le lame affilate del leopardo
"Yoyoi, Lucci, ritrova la lucidità!"
Ma l'interpellato sembrava del tutto incapace di comprendere le loro parole. Saltando da una parte all'altra della stanza l'ex assassino riusciva abilmente a sfuggire alle mani dei suoi inseguitori, i quali si tenevano in ogni caso ad una certa distanza dal soggetto in questione, per evitare di vedersi ridurre il volto come quello del loro sfortunato compagno. A causa dei continui spostamenti del capo, in ogni caso, anche la mobilia stava cominciando a subire danni tutt'altro che lievi...
All'ennesimo vaso in frantumi l'unica donna del gruppo decise che era giunto il momento di passare agli estremi rimedi. Nel momento in cui la sua mano raggiunse la micidiale frusta che sempre portava con sé, tuttavia, un'altra mano giunse a bloccare qualsiasi sua azione
"Kaku! Che diavolo ti prende?!"
"Non puoi colpirlo, Califa! Rischieresti di fargli seriamente del male"
"E che vorresti fare, allora? Lasciare che ci distrugga la casa o, peggio, che attiri l'attenzione di qualche passante? Anche se risediamo in un luogo isolato, a volte alcune persone passano davanti alla nostra abitazione e se dovessero sentirci e venire a scoprire la nostra vera identità, saremmo costretti a fuggire non solo da questa città, ma dall'intera isola"
Lo sguardo del giovane si posò sulla aggressiva figura ora ridotta in un angolo della sala, le zanne e i denti in bella esposizione a monito di chiunque avesse provato ad avvicinarsi alla sua persona. I suoi occhi, in ogni caso, lasciarono intravedere una luce carica di perplessità alla vista di quello che gli si stava presentando di fronte
"Kaku! Che diavolo combini, vuoi che ti riduca come me? Sei così masochista?!"
"State zitti e lasciatemi, provare, ok?"
Due profonde pupille nere si soffermarono a guardare quella figura inginocchiata davanti a sé, su quel lungo naso dalla forma quadrata e su quegli occhi grandi che in quel momento lo stavano fissando. Improvvisamente le labbra di quell'individuo si distesero in un ampio sorriso, mentre le dita di una mano cominciarono a strofinarsi fra di loro
"Qui, micio micio...qui, bello"
Il gruppo del CP9 non sapeva se cadere nella tentazione di ridere o piangere...
"Kaku! Ma porca miseria! Di mentecatto ne basta ed avanza uno!"
Una mano cominciò a massaggiare la tempia destra di Califa "Kaku, mi spieghi cosa stai cercando di fare?"
Il sorriso non si spense nemmeno un secondo dal viso del biondo, gli occhi fissi su quelli del leopardo "Visto che Lucci è convinto di essere un gatto, come ci pare di aver compreso, l'unico modo per cercare di calmarlo è quello di trattarlo come se fosse un gatto."
"Ma ti ha dato di volta il cervello?!" esclamò Jabura alzando le mani al cielo
"Hm..." meditò ad alta voce Blueno "in effetti è una buona idea"
A quell'affermazione il lupo volse un'occhiata carica di scetticismo al compagno ritto in parte a lui "Ah, si? Beh, a giudicare dall'espressione di Lucci, a me sembrerebbe proprio il contrario!"
E le parole di Jabura sembravano corrispondere al vero, a giudicare dall'espressione minacciosa dipinta sul volto del capo della squadra. Kaku si sforzò di mantenere un'aria impassibile: guai se Lucci avesse anche solo potuto percepire il terrore che teneva stretto il suo cuore. Per lui, e per la sua faccia in particolar modo, sarebbe stata la fine. Anche senza essersi trasformato, il personaggio in questione rimaneva una persona altamente pericolosa, come il lupo aveva avuto modo di sperimentare...
Calma, calma...in fondo doveva pensare di dover fronteggiare un gatto. Per quanto selvatico, ogni gatto presenta un piccolo punto debole che permette agli essere umani di vincere le sue barriere difensive. Kaku avrebbe dovuto solo trovare il suo tallone d'Achille. Anche se, visto il particolare elemento messo in gioco, non sarebbe stato affatto semplice.
Improvvisamente si ricordò della sua piccola sosta al chiosco dei gelati, dove aveva preso un piccolo barattolino di gelato al cioccolato, il gusto preferito di Lucci. E, anche se mutato, Lucci rimaneva pur sempre Lucci...Tentar non avrebbe nociuto. Ehm, no, in verità danni ci sarebbe stati, e gravi, ma in quel momento non sapeva pensare ad un'altra alternativa.
"Vieni qui, bello, guarda che cos'ho..."
Il leopardo fissò attentamente quelle dita sporche di una strana sostanza marrone. Due dita. Almeno, l'ex carpentiere aveva pensato, se sarò destinato a perderle sarò riuscito a limitare il danno...
In un primo tempo Lucci non si mosse dalla sua postazione. Rimase fermo con lo sguardo fisso sulla mano di Kaku, guardandola con profonda diffidenza. In seguito avanzò di qualche passo, sempre prestando attenzione a non avvicinarsi troppo, giusto lo spazio sufficiente per annusare meglio quella strana sostanza. Gli occhi di Kaku brillarono quando finalmente l'amico si leccò ripetutamente le labbra come se fosse stato nell'atto di stare per gustare qualcosa di buono. Tuttavia non poté evitare di sentire un brivido lungo la schiena quando la bocca di Lucci si avvicinò al suo dito, visto che non sapeva se l'altro lo stesse facendo per morderglielo o per leccarlo...
Un sentito sospiro sfuggì alle sue labbra quando il leopardo concretizzò la seconda delle sue ipotesi...


Continua...

  
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