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Autore: Somriure    19/04/2015    0 recensioni
La triste e noiosa vita di Harry, costretto per una malattia a vivere in ospedale, sarà stravolta dall'arrivo di un ragazzo problematico, dagli occhi grandi e azzurri, Louis.
Riuscirà Harry ad aiutare Louis?
Riuscirà Louis a fidarsi di Harry e ad aprire completamente il suo cuore?
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Dal testo:
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Quando l'ultimo spicchio di sole scivolò dietro i palazzi londinesi io e Louis ci sdraiammo nuovamente sul suo letto.
Cercai di allungare la mano verso di lui ma si irrigidì. Così decisi di accontentarmi dei suoi capelli. Non volevo in alcun modo spaventarlo e se aveva bisogno di più tempo glielo avrei dato.
-Hazza, cosa siamo noi ora?- chiese lui dopo un po', quando il buio era ormai entrato nella piccola stanzetta rendendo tutto più scuro.
-Possiamo essere qualunque cosa tu voglia Lou.- risposi baciandogli la tempia.
Allora lui si voltò e mi guardò negli occhi.
-Posso essere il tuo ragazzo?- mormorò timoroso.
-Ne sarei onorato mio dolce Louis.-
Per la terza volta in quella giornata le nostre labbra si unirono rendendomi il ragazzo più felice del mondo.
-
anorexic!Louis leukemic!Harry
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi, Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Louis

-Louis, ce l'hai fatta! Abbiamo abbastanza sangue. Domani mattina lo doneremo ad Harry.-

Quelle parole, pronunciate da Liam, continuavano a vorticare nella mia testa da tutto il giorno.

Mi aggiravo per i corridoi dell'ospedale con un enorme sorriso stampato in faccia, il muscolo della mascella mi faceva male per la posizione intrapresa.

Finalmente dopo dieci giorni di estenuanti prelievi, in punti del corpo non troppo piacevoli, ero riuscito a mettere da parte un bel po' di sangue.

Harry sarebbe guarito, sarebbe uscito finalmente da quell'ospedale e tutto questo per merito mio.

Ero importante per qualcuno. Per il mio Harry.

Ora un corteo di medici più me, si stava dirigendo verso la camera del riccio per comunicargli la bella notizia. Da circa una settimana aveva ricominciato un ciclo di radioterapia per preparare al meglio il suo corpo alla trasfusione, quindi non era pimpante come al solito.

Appena arrivammo davanti alla sua camera ci accolsero Gemma e Anne che mi cinsero stretto in un abbraccio. Poi entrammo senza mettere alcuna protezione: né mascherine, né stupidi camici di carta.

Harry era seduto sul letto con un quadernino azzurro tra le gambe, era molto concentrato a scrivere qualcosa.

Appena ci vide però chiuse subito e nascose il suo lavoro sotto il cuscino, poi ci rivolse un grande sorriso.

-Che stavi facendo?- chiese Niall incuriosito.

-Niente di che stavo solo scrivendo.- disse lui arrossendo.- Voi piuttosto, che ci fate qui? Siete tantissimi!- esclamò debolmente.

-Crediamo che qualcuno debba dirti qualcosa.- rispose Liam spingendomi verso di lui.

Io arrossii, non mi aspettavo di dover essere proprio io a parlare.

-Beh ecco...-

-E' arrivato quel momento, Lou?- mi interruppe Harry sgranando gli occhi.

-Quale momento, Haz?-

-Il momento in cui mi confidate tutti i segreti e i sotterfugi che state preparando da un mese?- chiese sorridendo in modo furbetto.

-Credo proprio di sì!- esclamò ridendo Anne.

Harry allora si mise comodo e iniziò a battere le mani emozionato, come un bambino che vede per la prima volta la neve. Tutti noi scoppiammo in una fragorosa risata.

-Allora Lou, avanti racconta!- mi esortò il dottor Cooper.

-Dunque... da dove parto... ti ricordi quel giorn... no... allora... te lo dico chiaro e tondo, senza preamboli; va bene?- chiesi incerto.

-Ma certo! Basta che me lo dici però, perché non ci vedo più dalla curiosità.-

-Allora, domani avrai un sangue nuovo... il mio... il mio sangue.- dissi sussurrando le ultime parole.

-No, non credo di aver capito.- rispose lui allibito sgranando gli occhi e spalancando la bocca.

-Hai capito benissimo Harry!- gli assicurò il dottor Morgan.

-Vieni qui piccolo!- mormorò con le lacrime agli occhi. Io mi avvicinai e lui mi cinse con le sue lunghe e forti braccia in un abbraccio che per la prima volta dopo troppo tempo era finalmente libero da stupide protezioni.
Eravamo io e lui. Io e il mio Harry.

-Grazie, grazie, grazie, grazie.- iniziò a sussurrare all'infinito sul mio petto.

Io appoggiai la testa sui suoi riccioli boccolosi lasciando a volte dei leggeri bacetti.

-Grazie a te Hazza, per non esserti arreso con me.- sussurrai in modo che mi sentisse solo lui.

Gli altri decisero di lasciarci un po' di tempo da soli, quindi salutandoci calorosamente e complimentandosi ancora una volta con me, uscirono dalla stanza asettica di Harry.

Quando fummo soli, Harry mi fece stendere vicino a lui. Restammo in silenzio per un po', come sempre. Poi lui si voltò verso di me con una luce diversa negli occhi.

-Io sono sempre stato convinto che tu mi avresti salvato la vita, ma non credevo fino a questo punto, pensavo che mi avresti reso una persona felice, salvandomi quindi dalla tristezza di questo luogo, invece, cavolo Lou! Tu sei il mio eroe!-

-Non ho fatto nulla di particolare infondo, non mi è costato niente donarti un po' del mio sangue! L'ho fatto con piacere perché io... io..- ti amo.

Non riuscivo ancora a dirlo, era una cosa troppo grande per me. Dire quelle parole era come prendere la consapevolezza che ormai eravamo una coppia a tutti gli effetti. La cosa non mi faceva paura, mi terrorizzava.
Anche se cercavo in tutti i modi di imbrogliare il mio cervello facendogli credere di non essere imprigionato in questa relazione, in fondo sapevo che c'ero dentro fino al collo.

Non ero pazzo, ne tanto meno menefreghista, amavo stare con Harry, amavo tutto di lui, mi faceva sentire speciale ogni volta. Solo che avevo paura, una fottuta paura che mi attanagliava. Avevo paura che quello che avevo vissuto con Stan si potesse ripetere. Sapevo che Harry era una brava persona, me lo dimostrava ogni giorno in modi diversi, ma anche Stan prima di reagire in quel modo mi trattava bene, o forse ero io a credere così.

Non che non mi fidassi di Harry, mi fidavo forse anche troppo di lui, avevo solamente troppa paura di soffrire di nuovo.

Con questo non avevo deciso di non confidargli mai il mio amore, mi sarebbe servito solo un po' di tempo in più. Speravo veramente che Harry mi avrebbe dato altro tempo, perché non ero pronto a rinunciare a lui.

-Tu cosa Lou?-

-No niente. Cosa stavi scrivendo prima?- chiesi cambiando discorso.

-No niente.- ripeté lui le parole che avevo appena pronunciato.

-Dai! Sono il tuo supereroe! Puoi dirmelo!- esclamai facendogli il labbruccio.

Lui scoppiò a ridere come se avessi fatto la battuta più divertente del mondo. Adoravo questo di Harry, riusciva sempre a trovarmi divertente o dolce. Ero una persona normale con lui.

-Ok, stavo scrivendo una canzone.- disse lui arrossendo. Era un cucciolo quando arrossiva.
Il mio gigante dalle proporzioni colossali che arrossiva e si imbarazzava era una delle 7 meraviglie del mondo.

-Me la faresti sentire?- chiesi timidamente. Se qualcuno mi avesse chiesto di fare una cosa del genere avrei preferito sotterrarmi vivo, quindi avrei capito se avesse rifiutato.

-Ancora non l'ho finita, quando la finirò sarai il primo a cui la farò ascoltare, d'altronde l'ho scritta pensando a te. Ora oltre al mio eroe sei diventato anche la mia Musa, la cosa è inquietante!- esclamò con una voce buffa lui.

Io arrossì, non ero abituato a ricevere quei complimenti.

-Magari tu potresti accompagnarmi con il piano!- a quelle parole mi irrigidì. Come faceva a saperlo? Io non glie l'avevo detto di certo. Non nominavo quella parola da cinque anni.

-Che ne sai che suonavo il piano?- chiesi forse un po' troppo rudemente.

-Me l'ha detto Zay. È buffo perché me ne ha parlato prima che ti conoscessi: “Il mio migliore amico è un pazzo combina guai che ama studiare e suonare il piano come un piccolo Chopin in miniatura.”- disse imitando la voce di Zayn.

Io ridacchiai continuando ad arrossire.

-In ogni caso non suono più da molto tempo.- dissi tornando serio.

-Secondo me dovresti riprendere, così come con lo studio. Se sono cose che ami non puoi semplicemente abbandonarle e chiuderle in un cassetto profondo sperando che rimangano lì per sempre. Sono i tuoi sogni, Lou! Non bisogna mai abbandonare i propri sogni!- disse in modo molto convincente prendendo tra le sue, le mie mani.

-E' complicato, Harry. Non è così facile per me!-

-Louis, amore, ti sottovaluti troppo. Ti sei messo in testa di salvarmi la vita e in due mesi sei riuscito a superare i tuoi problemi e a tornare in forma per essere pronto a donarmi il sangue. Sei la persona più testarda e caparbia che conosco! Si tratta solo di volontà. Non sto parlando solo del pianoforte, credo che tu debba riprendere in mano la tua vita che ti hanno strappato ingiustamente, so per certo che ce la farai Louis.-

Mi accorsi solo in quel momento che delle calde lacrime stavano scendendo dagli angoli dei miei occhi.

Harry era riuscito a dire quello che cercavo di depositare nell'angolo più remoto della mio cervello, era come se quel ragazzo vivesse nella mia testa.

Io semplicemente non risposi, le cose che aveva detto erano la pura verità, solo che era difficile da ammettere.

-Non piangere piccolo.- disse lui asciugandomi una lacrima con le dita. -Io sono con te, non sei solo ad affrontare tutto!-

Io annuii e mi accucciai addosso a lui. Harry mi prese e iniziò a coccolarmi amorevolmente.

Passammo quasi tutto il pomeriggio in questo modo, sussurrandoci talvolta parole dolci.

Verso sera arrivò Niall per farmi tornare in camera.

Io guardai Harry negli occhi e poi lo abbracciai.

-Andrà bene Hazza!-

-Lo so, ne sono pienamente convinto Lou! È il tuo sangue! Sono così emozionato!-

Io sorrisi a quel ragazzo meraviglioso prima di avviarmi verso la porta.

-Ci sarai domani Lou? Dopo la trasfusione.-

-Certo amore, ti aspetterò fuori tutto il tempo.-

-Grazie!-

-Non devi ringraziarmi, lo faccio con piacere.-

Detto questo uscii e tornai in camera mia.

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.

Zayn

-Sta calmo Lou, smettila di battere il piede come un ossesso! Tra qualche ora Harry uscirà da quella sala con un nuovo sangue, il tuo sangue, e starà bene. Non c'è niente di cui essere preoccupato!- sussurrai nel orecchio di Louis per cercare di calmarlo, con scarso successo però, infatti le mie parole non lo tranquillizzarono per niente.

Eravamo seduti in sala d'aspetto da più di due ore e ne dovevano passare altre due prima che l'operazione si potesse definire ultimata.

Quel salone era stracolmo di gente; tutti erano lì per stare con Harry; tutti erano lì per assicurarsi che il loro familiare, amico, alunno, o semplicemente conoscente riesca a superare con positività quel momento.

Tutte quelle persone erano accanto ad Anne per confortarla e starle vicino, nel momento in cui Harry stava ricevendo la probabile cura definitiva che lo avrebbe portato alla guarigione.

Nessuno di loro c'era stato quando Harry ne aveva veramente bisogno, nessuno di loro c'era stato quando Harry era così malato che non riusciva ad alzarsi neanche dal letto, quando vomitava anche l'anima ed era lacerato da dolori devastanti. Nessuno di loro c'era stato quando si disperava per aver perso i bei capelli pensando che nessuno al di fuori dell'ospedale l'avrebbe più calcolato. Nessuno di loro c'era stato quando era stato rinchiuso nella stanza asettica per non fargli prendere infezioni letali.

La gente comune odiava gli ospedali; cercava di evitarli pensando che una volta dentro, anche se per una breve visita ad un amico, si sarebbe prenotata un biglietto di sola andata per il cielo.

Noi che ci avevamo vissuto però, non vedevamo più l'ospedale come una sorta di limbo che precedeva la morte.

Per noi l'ospedale era vita.

Speranza di poter continuare a vivere, quindi un glorioso Inno alla vita.

Per questo io e Louis, schifati da tanta ipocrisia, ce ne stavamo isolati dagli altri in un punto lontano dalla folla.

Da quel punto riuscivo a vedere benissimo tutte le emozioni che contornavano i volti di quelle persone. C'era il ragazzo che si vantava di aver condiviso il banco con Harry per tre mesi, la ragazza in una fontana di lacrime che abbracciava Anne chiedendosi perché questo sia accaduto ad un ragazzo così giovane e gentile come Harry, il tizio seduto con aria scocciata che pensava solo a quando tutta questa noia sarebbe finita.

E poi c'era Nick, il ragazzo che, a quanto avevo capito, si voleva mettere in mezzo tra Hazza e Louis, era in piedi attaccato al muro con le braccia incrociate che scrutava tutti negli occhi cercando un possibile rivale.

C'era Gemma, con i suoi capelli verdolini, che era riuscita a scansarsi dalle noiose chiacchiere degli “amici” di Harry e ora se ne stava accanto a Louis intenta a mordicchiarsi tutte le unghie.

C'era Lou che scherzava con la piccola Lux, mentre aspettavano che il loro compagnone di stanza uscisse per far ridere nuovamente la bimba.

C'era Perrie, la mia nuova e bellissima ragazza che aveva le mani intrecciate alle mie per darmi forza.

C'era il povero Louis che non la smetteva più di scalciare e di mangiarsi le unghie per il nervosismo.

E infine c'era Anne che era imprigionata da tutta quella sana gioventù che cercava con parole di pura cortesia e formalità di tirarle su il morale. Mi faceva una grande pietà, ad un certo punto il mio migliore amico si alzò e si avvicinò a lei.

-Anne posso parlarti?- chiese timidamente.

-Ma certo tesoro! Scusatemi ragazzi, torno tra un attimino.- disse tirando un sorriso a tutti quei ragazzi.

Poi lo perse a braccetto e insieme si diressero verso di noi.

-Dimmi tesoro!-

-Niente, ho solo pensato che avessi bisogno di staccare un po' la spina da tutta quella gente.-

-Grazie!- disse sinceramente poggiando la testa sulla sua spalla per chiudere un attimo gli occhi.

Restammo così incastrati per quasi una mezzora. Ad un certo punto vidi in lontananza il dottor Cooper.

-Come sta andando?- ci chiese.

-E' ancora dentro.- sbuffò Louis.

-Mi dispiace Lou.- disse con un tono afflitto.

-Ma no, lui dovrebbe stare bene!- esclamò allora allarmato il ragazzo. Io rimasi confuso.

-No, mi dispiace per quello che sto per dirti. Sono le 12.30 Lou. È l'ora di pranzo!-

-No, io resto qui non mi importa, l'ho promesso ad Harry!- urlò. Tutti i presenti nella sala si voltarono a guardarlo e lui diventò rosso come un peperone.

-Lo so tesoro, ma devi andare, sono le regole. Appena finisci ti farò tornare subito qui, te lo prometto.-

-Dai vai Lou. Harry non scappa.- lo esortai Zayn. Lo sapevo che era difficile per lui, ma aveva bisogno di continuare la sua cura, non poteva decidere di smettere a seconda dei periodi.

Così si alzò e seguì il dottor Cooper senza fiatare, con lo sguardo basso.

Dopo circa quaranta minuti uscì dalla porta di Harry, Payno che volle parlare da solo con Anne. Vidi la donna prendersi il viso tra le mani e iniziare a singhiozzare. Iniziai veramente a preoccuparmi, ma quando sentì la voce tranquilla di Liam, mi rassicurai.

-Allora ragazzi, Harry sta bene, ma è molto stanco, però se volete entrare... beh la porta è aperta! Potete farlo, lui ne sarà molto contento.- disse sorridendo. Quando passò vicino a me mi scompigliò i capelli.

Ah Payno, il mio dottore!

Quella mandria scatenata di ipocriti individui si catapultò nella stanza del riccio. Io mi affrettai a seguirli. Quando fui dentro mi feci spazio tra la gioventù per guadagnarmi il posto d'onore vicino a sua sorella Gemma che era seduta sul letto accarezzando la manona del fratello.

Anne invece continuava ad cullarlo come un cucciolo, guardandolo con quello sguardo che solo le mamme hanno.

-Zay! Ci sei anche tu!- esclamò il ragazzo debolmente.

-Ma certo Harold! Credevi forse che avrei lasciato solo il mio fratello d'ospedale in un momento come questo?!-

Lui scosse la testa sorridendo.

Il riccio si guardava intorno con aria stanca, ogni tanto si illuminava esclamando il nome di qualche suo “amico” che sentendosi nominato lo salutava con compassione e compianto, due sentimenti che Harry (come tutti gli altri malati) odiava.

Ma intanto continuava a cercare con ansia qualcosa, o meglio qualcuno in particolare, senza successo.

-Sta arrivando, tranquillo!- dissi per tranquillizzarlo.

Lui sorrise debolmente e si mise l'anima in pace.

-Oh finalmente ce l'hai fatta, Zuccherino mio!- esclamò quel Nick avvicinandosi ad Harry lasciandogli un bacio sulla fronte.

-Ti prego, oggi no, Nick! Oggi solo amici!- implorò il riccio.

-Ok ci sto! Ma solo perché hai fatto una lunga e stancante operazione!- disse alquanto scocciato.

-Grazie!-

Harry continuava a lanciare sorrisi finti a destra e a manca, quando ad un certo punto i suoi occhi si illuminarono e il suo sorriso si trasformò in un immenso e vero sorriso.

Io mi voltai e vidi vicino alla porta la piccola e timida figura di Louis.

Harry allargò le braccia e fece segno al suo ragazzo di avvicinarsi.

Lou si fece spazio tra tutti quei giovani e si lasciò cadere dolcemente tra le braccia di Harry.

-Scusa, ti avevo promesso che ci sarei stato.- mormorò Boo.

-No tesoro, non fa niente. L'importante è che ora sei qui!- disse lasciandogli un bacio sul collo.

-Ho l'impressione che qui qualcuno debba raccontarmi qualcosa!- esclamò Anne con una voce fintamente offesa ma che risultò molto buffa.

Harry rise, Louis invece abbassò lo sguardo diventando ancora più rosso.

Restammo ancora per un po' di tempo insieme, man mano tutta quella gente se ne andò lasciando più spazio per le persone veramente vicine ad Harry.

Decisi di andarmene solo quando vidi i due piccioncini iniziare a sussurrare paroline dolci tra di loro. Così presi per mano la mia ragazza e mi diressi fuori.

Quando io e Perrie fummo nel cortile dell'ospedale notai Anne seduta da sola su una panchina che piangeva silenziosamente con un sorriso stampato in volto, così feci segno a Perrie di lasciarmi un attimo solo con lei e la raggiunsi.

Appena mi vide mi sorrise.

-Che c'è Anne?- chiesi educatamente.

-Sono solo felice, tanto felice. Il mio bambino oggi è rinato. È rinato per la seconda volta. Ricorderò questo giorno, 17 giugno, come il giorno più bello della mia vita. Certo, lo so che potrebbe anche andare male, so che il suo corpo potrebbe respingere il nuovo sangue o prendere qualche allergia, però mi sento positiva. Credo che esista qualcosa come il karma, o il fato, non lo so. So soltanto che il mio bambino ha sofferto tanto e ora merita un po' di pace. La fortuna gira! Deve girare! Il mio piccolo ce la farà. Harry quel bambino tutti ricci e fossette che piangeva se i compagnetti non volevano essere suoi amici, Harry quel bambino che d'estate al mare si girava tutti gli ombrelloni della gente in cerca di un bimbo con cui giocare. Ecco, il mio piccino ce la farà. Oggi quando sono entrata nella piccola stanzetta con quel pungente odore di sangue misto a sudore, mi sono sentita bene. Non so spiegare la sensazione, ma ho provato, vedendo quel ragazzone boccoloso, la stessa cosa che provai 17 anni fa quando mi misero per la prima volta quel piccolo batuffolino pieno di capelli tra le braccia. Appena mi ha visto oggi mi ha guardata e mi ha detto “Mamma ce l'abbiamo fatta! Ora ci credo anche io, la fortuna gira!” e io l'ho abbracciato, l'ho preso tra le mie braccia come quando ancora non aveva un nome. Tutto qui!- mi guardò con il volto bagnato di lacrime di gioia.

Io la strinsi forte e le trasmisi tutta la mia vicinanza. Lei era una Donna con la D maiuscola, aveva sacrificato momenti della sua vita per stare accanto al figlio e lo amava come mai nessun altro al mondo, quell'amore che solo le mamme possono provare.

Dopo averla salutata raggiunsi Perrie e insieme, mano nella mano, uscimmo finalmente da quel luogo.



Angoletto
Ecco qui il nuovo capitolo, finalmente il nostro caro Harold ha ricevuto il suo sangue, ora bisognerà solo vedere come reagirà il suo corpo.
Che ne pensate? Fatemelo sapere in un commento! ;)
A presto, Somriure :)


p.s. Ho iniziato a tradurre una storia! La potete trovare nel mio profilo! Passate a dare un'occhiata se vi va! :) Baaaaaci :P

  
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