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Autore: Encha    19/04/2015    3 recensioni
{Percy/Nico | Future!Fic | Slice of life | Fluff}
"Non sapevano se fosse stato lo stress del trasloco, la mancanza dell’adrenalina che solo un’impresa suicida poteva dare oppure un’assai precoce crisi di mezz’età, fatto sta che, da qualche giorno, Percy aveva cominciato a soffrire di insonnia."
-Storia partecipante allo "Slice of life Contest" indetto da MistyEye sul forum di EFP!-
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Nico di Angelo, Percy Jackson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Di cetacei in agonia e pubblicità oniriche

 

 

 

«Spegni subito quella maledetta roba» intimò esasperato Nico, emergendo dal suo involucro di coperte per scoccare uno sguardo truce all’altro ragazzo.

«Oh, andiamo, come fai a non trovarlo rilassante?»

Non sapevano se fosse stato lo stress del trasloco, la mancanza dell’adrenalina che solo un’impresa suicida poteva dare oppure un’assai precoce crisi di mezz’età, fatto sta che, da qualche giorno, Percy aveva cominciato a soffrire di insonnia.

Così, dopo una decina di notti passate a girarsi e rigirarsi nel letto alla ricerca dell’abbraccio di Morfeo, coinvolgendo anche Nico in quello chre ormai era diventato a tutti gli effetti un problema di coppia, il figlio di Poseidone si era finalmente deciso a chiedere il soccorso di colei che aveva sempre una soluzione pronta per tutto: sua madre.

Sally Jackson si era presentata quel giorno stesso sulla soglia del loro nuovo appartamento con un vecchio mangianastri dalla manovella del volume bloccata sul massimo, una cassetta audio del canto delle balene ed il sorriso fiero di chi è consapevole di aver appena salvato la situazione.

Nico, con un sospiro rassegnato, decise di non protestare oltre, un po’ perché il suo compagno lo stava fissando con il suo sguardo da cucciolo-di-delfino-implorante, un po’ perché tutta la sua decisione era stata prosciugata dalla mancanza di sonno.

Cacciò quindi la testa sotto il cuscino e si premette le estremità di questo contro le orecchie per attutire gli strilli che quell’apparecchio infernale continuava ad emettere imperterrito.

Poco dopo avvertì il materasso incurvarsi sotto il familiare peso di Percy: un braccio del semidio gli cinse la vita, l’altro si andò a posare sulla sua spalla. Istintivamente, Nico si accoccolò contro il suo petto, senza però abbandonare la sua posizione da struzzo antisonoro.

«’Notte» mormorò il più grande.

La risposta dell’altro venne inghiottita dall’imbottitura del cuscino.

Non trascorse molto prima che il figlio di Ade fosse costretto ad ammettere che quelle urla stridule avessero un portentoso effetto soporifero su Percy, il quale, nel giro di pochi minuti, stava già russando di gusto, producendo un rumore sospettosamente simile a quello dello sfiatatoio delle balenottere.

Del resto, pensò Nico, conoscendo suo padre, non era da escludere che il suo ragazzo fosse in qualche modo imparentato con quei mammiferi marini.

E magari l’indomani si sarebbe svegliato con un’improvvisa voglia di plancton.

Serrò gli occhi e cercò di rilassarsi, sperando che la stanchezza l’avesse vinta su quello che aveva appena deciso di ribattezzare “lamento di cetacei in agonia”.

Fu tutto inutile.

Pazientò per tutto il tempo che i suoi timpani riuscirono a tollerare, dopodiché sgattaiolò via dall’abbraccio di Percy, si avvicinò in punta di piedi al mangiadischi e lo spense, il tutto muovendosi il più velocemente possibile per poter tornare tra le braccia dell’altro ragazzo prima che si accorgesse della sua assenza, ma questi aveva smesso di russare: era un brutto segno.

Si agitò nel sonno e nel giro di una decina di secondi la sua mano stava già cercando a tastoni il pulsante “play”. Lo trovò nel preciso istante in cui Nico si era appena assopito.

Imprecando silenziosamente, il figlio di Ade ripeté gli stessi passi per altre tre volte, a distanza di circa mezz’ora, ma ogni volta il dito di Percy centrava sempre con maggiore sicurezza quel maledetto bottone.

Fu quando stava per rassegnarsi all’ennesima nottata insonne che ebbe l’idea.

Evocò una mano scheletrica che si mosse zampettando sulle proprie dita, si arrampicò sul comodino fino al malefico mangiacassette e lo spense, quindi si chiuse in un pugno ed alzò l’osso del pollice: “Missione compiuta!”

Il silenzio che ne seguì fu probabilmente la migliore ninnananna che Nico avesse mai sentito –non che ne avesse ascoltate molte nel corso della sua vita, in realtà.

Si assicurò che Percy non fosse di nuovo sul punto di svegliarsi e, con una sorta di pudica circospezione, gli posò un lieve bacio sulla guancia. Restò ad osservarlo per qualche istante mentre continuava imdisturbato a russare e a sbavare serenamente, prima di sprimacciare un po’ il cuscino ed affondarvici il viso.

 

Parlami d'amore Mariu’

tutta la mia vita sei tu

gli occhi tuoi belli brillano

fiamme di sogno scintillano

 

Il suono cadenzato dello sciabordare dell’acqua contro la chiglia della gondola si mescolava ad una melodia che sembrava provenire direttamente dallo spot di un profumo costoso.

A prua, un gondoliere biondo con il tipico completo a strisce orizzontali bianche e blu, dando loro le spalle, guidava la piccola imbarcazione lungo il placido canale.

Nico era già stato a Venezia. Non avrebbe potuto dimenticare quel tuffo fuori programma a seguito di un Viaggio nell’Ombra intrapreso senza troppe precauzioni. Nei suoi ricordi, però, la città italiana non era così tranquilla, ma brulicava di turisti -sulla terra ferma e non- e, purtroppo per lui, l’acqua in cui era finito a mollo non era certo così limpida.

In quel momento, era adagiato su dei comodi cuscini sulla poppa del vascello, la tesa poggiata sul quella che, anche senza alzare lo sguardo dalle loro dita intrecciate, era sicuro fosse la spalla di Percy.

 

dimmi che illusione non è

dimmi che sei tutta per me

qui sul tuo cuor non soffro più

parlami d'amore Mariu’

 

Si rifiutò di credere che la sua mente stesse elaborando qualcosa di così tremendamente sdolcinato; preferì piuttosto ipotizzare che Afrodite avesse aperto un’agenzia di viaggi romantici e per poi sedurre Morfeo affinché le facesse della pubblicità più o meno occulta.

Doveva essere così.

Sospirò: non aveva altra scelta se non sorbirsi quel sogno – a malincuore, ovviamente.

Immettendosi in un canale ben più stretto, il gondoliere –che aveva qualcosa di stranamente familiare- li portò verso un piccolo ponte di pietra riccamente istoriato. Quando l’ombra di questo lambì il vascello, Percy si girò verso di lui e gli incorniciò il viso tra le mani, poi si sporse un po’ verso di lui, i suoi occhi verdemare azzerarono tutto il resto e...

 

Parlami d'amore…

Parlami d’amore…

 

La musica di sottofondo cessò all’improvviso e Nico, per un assurdo attimo, si ritrovò a baciare una balenottera. Un istante dopo, il suo idillio amoroso venne definitivamente squarciato da un urlo.

Si svegliò di soprassalto e sbatté più volte le palpebre pesanti per cercare di mettere a fuoco le sagome circostanti immerse nel buio. Il suo istinto da semidio lo spinse a metter mano alla spada di ferro dello Stige, prudentemente tenuta sotto al letto per ogni emergenza.

«Che succede?!?»

«Qualcuno di noi deve aver fatto un torto alla famiglia Adams!» esclamò Percy, anche lui ancora rintronato dal sonno, il fiato corto per le spavento e un dito puntato contro la mano-zombie che ciondolava come un ragno dalla maniglia del mangiacassette.

Il cuscino scagliato da Nico si fece beffe dei riflessi semidivini e lo colpì in piena faccia.

«Da domani dormi sul divano!»

 

 

 

 

Spelonca dell’autore: “Parlami d’amore Mariù” è un brano del 1932 cantato da Vittorio De Sica, ma il merito dell’idea per questa storia va tutto a mia nonna, a cui la dedico, e al suo cantare durante le faccende di casa (?)

E un grazie grande grande va ovviamente anche alla mia beta, Kaika :D

Il ponte sotto il quale Nico e Percy stavano per passare dovrebbe essere il Ponte dei Sospiri –questo qui!

Ho scritto questa storia l’Estate scorsa su un quadernino, e la pigrizia di batterla a computer l’ha tenuta seppellita fino a quando il contest a cui partecipa non mi ha spinto a rispolverarla. Che dire, ho appena finito di leggere “Il Sangue dell’Olimpo”, finalmente, quindi questa rischia di essere la mia ultima storia Pernico, almeno per un po’. Solangelo is coming!

Sono graditi mangiadischi infernali, gondolieri biondi e ancor più recensioni!

   
 
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