19/04/2015
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Nomiya Centric
Stropiccia la pelle del naso, lì dove i perni della montatura hanno lasciato un segno fastidioso. Le iridi pigre, attraverso il velo di sfumature pasticciate, compongono il quadro di un orizzonte tremulo, che fatica ad afferrare.
Le forme abbozzate del viso di Yamada si stabilizzano nella tavolozza sfocata. Una nota stentata della voce gli conferma che si tratta di lei. Sta piangendo, come di routine. Questo lo infastidisce. Ha trascorso intere giornate a parlarle, a rassicurarla. Nemmeno uno di quei discorsi è riuscito a far breccia, nonostante i sorrisi e i grazie di pura formalità. Non ha antidoti efficaci per lei; ciò è motivo di irritazione, per un uomo che l’ha sempre spuntata nei giochi di seduzione.
Il sole la illumina. I capelli increspati e gli abiti sgualciti smentiscono l’immagine venerata da uno stuolo di ammiratori. Le lacrime non si addicono a una ragazza immatura, con le energie per rincorrere il lieto fine, il corpo da schianto dentro cui si nascondono fragilità e capricci infantili.
Siamo alle solite, pensa. Ha il desiderio di andarsene, mentre fruga nelle tasche. Proprio non sopporta i piagnistei. Inforca gli occhiali e il mezzo sorriso di nervosismo si spegne quando osserva le guance rigate. È fregato. Non ha più bisogno di ripassare numeri di donne memorizzati sul cellulare, di trovare scuse per mancare a un secondo appuntamento.
In silenzio le scosta una ciocca di capelli e avverte l’odore di Mayama intromettersi fra loro. È subdolo e non lascia traccia; affievolisce alla morte dell’ennesima carezza, del gesto gentile di un semplice confidente. Nomiya ritrae la mano, come ustionato dalla certezza di quella presenza ostinata e sottile sui polpastrelli.
Sospira e si domanda se da suoi occhi miopi non affiori l’amore per la bambina dalle belle gambe, che sogna un principe, promesso sposo di una regina triste.
L'angolo di Son: Di solito non amo i triangoli amorosi né le loro dinamiche, un po' troppo cementate per i miei gusti. Però, a volte, diventano un rituale di passaggio e aiutano a crescere, come i no. E allora non si può negare che diano modo di crescere e di mostrarsi interessanti sulla carta, soprattutto per l'evoluzione dei personaggi. Mayama, Yamada e Nomiya sono legati da un rapporto ambiguo. Si legano per cattive abitudini e debolezze caratteriali e ognuno di loro pare avere paura dell'altro o prova timore per quello che potrebbe succedere all'altro. Non riescono a inserirsi in un'etichetta o a capire i confini delle loro azioni.
Nomiya entra in un triangolo partendo da una posizione svantaggiata. Yamada ama già un altro. Uno che non la vuole, se non come amica, se non come ancora quando le cose non vanno per il giusto verso. Non ha comunque spazio per ricambiarla. Perciò il colpo dovrebbe essere facile. Nomiya ha molti assi nella manica. Invece, finisce per affezionarsi. Oltre alla vista, che vacilla da sempre, ci si mette anche il cuore. Ed ecco il risultato.
I personaggi di Honey and Clover non mi appartengono. Sono proprietà esclusiva di Chika Umino.
Le forme abbozzate del viso di Yamada si stabilizzano nella tavolozza sfocata. Una nota stentata della voce gli conferma che si tratta di lei. Sta piangendo, come di routine. Questo lo infastidisce. Ha trascorso intere giornate a parlarle, a rassicurarla. Nemmeno uno di quei discorsi è riuscito a far breccia, nonostante i sorrisi e i grazie di pura formalità. Non ha antidoti efficaci per lei; ciò è motivo di irritazione, per un uomo che l’ha sempre spuntata nei giochi di seduzione.
Il sole la illumina. I capelli increspati e gli abiti sgualciti smentiscono l’immagine venerata da uno stuolo di ammiratori. Le lacrime non si addicono a una ragazza immatura, con le energie per rincorrere il lieto fine, il corpo da schianto dentro cui si nascondono fragilità e capricci infantili.
Siamo alle solite, pensa. Ha il desiderio di andarsene, mentre fruga nelle tasche. Proprio non sopporta i piagnistei. Inforca gli occhiali e il mezzo sorriso di nervosismo si spegne quando osserva le guance rigate. È fregato. Non ha più bisogno di ripassare numeri di donne memorizzati sul cellulare, di trovare scuse per mancare a un secondo appuntamento.
In silenzio le scosta una ciocca di capelli e avverte l’odore di Mayama intromettersi fra loro. È subdolo e non lascia traccia; affievolisce alla morte dell’ennesima carezza, del gesto gentile di un semplice confidente. Nomiya ritrae la mano, come ustionato dalla certezza di quella presenza ostinata e sottile sui polpastrelli.
Sospira e si domanda se da suoi occhi miopi non affiori l’amore per la bambina dalle belle gambe, che sogna un principe, promesso sposo di una regina triste.
L'angolo di Son: Di solito non amo i triangoli amorosi né le loro dinamiche, un po' troppo cementate per i miei gusti. Però, a volte, diventano un rituale di passaggio e aiutano a crescere, come i no. E allora non si può negare che diano modo di crescere e di mostrarsi interessanti sulla carta, soprattutto per l'evoluzione dei personaggi. Mayama, Yamada e Nomiya sono legati da un rapporto ambiguo. Si legano per cattive abitudini e debolezze caratteriali e ognuno di loro pare avere paura dell'altro o prova timore per quello che potrebbe succedere all'altro. Non riescono a inserirsi in un'etichetta o a capire i confini delle loro azioni.
Nomiya entra in un triangolo partendo da una posizione svantaggiata. Yamada ama già un altro. Uno che non la vuole, se non come amica, se non come ancora quando le cose non vanno per il giusto verso. Non ha comunque spazio per ricambiarla. Perciò il colpo dovrebbe essere facile. Nomiya ha molti assi nella manica. Invece, finisce per affezionarsi. Oltre alla vista, che vacilla da sempre, ci si mette anche il cuore. Ed ecco il risultato.
I personaggi di Honey and Clover non mi appartengono. Sono proprietà esclusiva di Chika Umino.
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