一期一会
Ichigo Ichie
#01 – Ricordo.
Ricordi al tatto la morbidezza dei suoi capelli. Non importa che tu sia costretto a toccare più mani, a impugnare le redini adulte del futuro.
Perché quando poggi le dita sulle labbra, esiti nel rendere tuo il profumo che le appartiene. Scie di calore si diramano a intossicare la bocca.
Non è da te cedere alle emozioni. Sei spaesato e vulnerabile.
Fino a ieri, l’idea di donarti non aveva sfiorato i pensieri, mentre tiravi dritto per la strada, sicuro di raggiungere la scuola preparatoria.
Sbagliavi. Non solo la via.
Perché quando poggi le dita sulle labbra, esiti nel rendere tuo il profumo che le appartiene. Scie di calore si diramano a intossicare la bocca.
Non è da te cedere alle emozioni. Sei spaesato e vulnerabile.
Fino a ieri, l’idea di donarti non aveva sfiorato i pensieri, mentre tiravi dritto per la strada, sicuro di raggiungere la scuola preparatoria.
Sbagliavi. Non solo la via.
E ti schianti contro la speranza, in attesa di rivederla.
Nascondi un bacio impaziente sui polpastrelli desiderosi di raggiungerla. L'unico che puoi darle.
Nascondi un bacio impaziente sui polpastrelli desiderosi di raggiungerla. L'unico che puoi darle.
#02 – Illusione.
I passi traditori, calamitati da un paio di codini, hanno scelto di lasciarti sognare.
Segui le ciocche, tanto simili a quelle di Shizuku, mentre fluttuano al vento primaverile. Non temi i palazzi estranei al percorso quotidiano, le vie sconosciute che sfrecciano, restando dietro le tue spalle.
Il mondo sembra guardarti da una zona franca e avanzi, un piede avanti all'altro, il ritmo scandito dal battito prepotente nel petto.
Detesti la frangia bionda, che riga gli occhi e si frappone al ritratto della fanciulla davanti a te.
Non lo ammetteresti, ma intimamente la scongiuri perché non si volti a frantumare l'illusione.
Segui le ciocche, tanto simili a quelle di Shizuku, mentre fluttuano al vento primaverile. Non temi i palazzi estranei al percorso quotidiano, le vie sconosciute che sfrecciano, restando dietro le tue spalle.
Il mondo sembra guardarti da una zona franca e avanzi, un piede avanti all'altro, il ritmo scandito dal battito prepotente nel petto.
Detesti la frangia bionda, che riga gli occhi e si frappone al ritratto della fanciulla davanti a te.
Non lo ammetteresti, ma intimamente la scongiuri perché non si volti a frantumare l'illusione.
Perché il tuo resti il gioco infantile di un innamorato.
#03 – Gioco di Sguardi.
Potresti sollevare lo sguardo e gli occhi avrebbero modo di scivolare furtivamente su di lei, seguendo i tratti acerbi, fino a ritagliarsi uno spazio sulle sue ciglia. Affinché ti veda, affinché ti senta pulsare nei pensieri senza riuscire a trovare una via di fuga.
Neanche allora saprebbe intuire cosa ti spinge ad amarla. Lo ignori persino tu.
Hai perso la via dei giorni trascorsi: chi o cosa eri, come ridevi in compagnia di altri.
Perché corri da Shizuku con tutto il tuo essere.
I difetti non ti rendono più forte: orgoglio ed egoismo si prostrano ai piedi dell'amore.
Neanche allora saprebbe intuire cosa ti spinge ad amarla. Lo ignori persino tu.
Hai perso la via dei giorni trascorsi: chi o cosa eri, come ridevi in compagnia di altri.
Perché corri da Shizuku con tutto il tuo essere.
I difetti non ti rendono più forte: orgoglio ed egoismo si prostrano ai piedi dell'amore.
E sai che un'occhiata non basterebbe a cancellare la vanità dei tuoi sentimenti.
L'angolo di Son: L'Ichi-go ichi-e (Un arco di tempo, un incontro) del titolo è un proverbio giapponese che s'incentra sull'unicità degli incontri nel corso dell'esistenza umana. A noi occidentali appare come una visione romantica, ma è anche malinconica e fatalista (e ha origini non proprio "nobili" in quanto a sentimenti).
Yamaken è calzante nel primo aspetto, quello sentimentale, perché a dispetto di quanto accade nel capitolo 44 del manga, sa che l'incontro con Shizuku lo ha cambiato ed è di quelli che capitano una sola volta nella vita. Impara quindi a lasciar andare (non fra le mie manine, purtroppo) e ad accettare le scelte di una ragazza che non lo ricambia.
L'idea era di inscenare tre frammenti diversi (Ricordo, Illusione, Gioco di Sguardi), ma con alcuni rimandi fra un momento e l'altro (l'enorme capacità di Kenji di perdersi; l'atto stesso di non avere direzione e sentirsi in balia di un'emozione, piuttosto che padroni di se stessi; il desiderio che perdura; la volontà di avere un valore affettivo speciale per chi si ama o di raggiungere la persona, che sia con i gesti e le parole).
Nell’ultima drabble il termine vanità è inteso come inutilità, futilità.
Nonostante adori Haru e Shizuku come coppia, devo dire che è stato difficile non parteggiare per Yamaken, perché ha una sua dignità come personaggio e non si limita a rappresentare il terzo incomodo.
Yamaguchi Kenji non mi appartiene. Il personaggio è di proprietà esclusiva di Robico.
Un ringraziamento speciale va all’organizzatrice del contest, Ayumu, perché senza di esso non avrei trovato pretesto e ispirazione per avvicinarmi al fandom di quest’opera.
Un altro va a Rei, per tutta la sua granitica pazienza, per le volte in cui mi incoraggia, per le altre in cui sopporta i miei momenti no dovuti alla salute e l’ira funesta della sottoscritta.
Un grazie a tutti coloro che si soffermeranno a leggere, in silenzio e non, le poche righe scritte.
Yamaken è calzante nel primo aspetto, quello sentimentale, perché a dispetto di quanto accade nel capitolo 44 del manga, sa che l'incontro con Shizuku lo ha cambiato ed è di quelli che capitano una sola volta nella vita. Impara quindi a lasciar andare (non fra le mie manine, purtroppo) e ad accettare le scelte di una ragazza che non lo ricambia.
L'idea era di inscenare tre frammenti diversi (Ricordo, Illusione, Gioco di Sguardi), ma con alcuni rimandi fra un momento e l'altro (l'enorme capacità di Kenji di perdersi; l'atto stesso di non avere direzione e sentirsi in balia di un'emozione, piuttosto che padroni di se stessi; il desiderio che perdura; la volontà di avere un valore affettivo speciale per chi si ama o di raggiungere la persona, che sia con i gesti e le parole).
Nell’ultima drabble il termine vanità è inteso come inutilità, futilità.
Nonostante adori Haru e Shizuku come coppia, devo dire che è stato difficile non parteggiare per Yamaken, perché ha una sua dignità come personaggio e non si limita a rappresentare il terzo incomodo.
Yamaguchi Kenji non mi appartiene. Il personaggio è di proprietà esclusiva di Robico.
Un ringraziamento speciale va all’organizzatrice del contest, Ayumu, perché senza di esso non avrei trovato pretesto e ispirazione per avvicinarmi al fandom di quest’opera.
Un altro va a Rei, per tutta la sua granitica pazienza, per le volte in cui mi incoraggia, per le altre in cui sopporta i miei momenti no dovuti alla salute e l’ira funesta della sottoscritta.
Un grazie a tutti coloro che si soffermeranno a leggere, in silenzio e non, le poche righe scritte.