NEVE
La natura attende,
immobile, nell'aria statica.
Colmo di nubi gravide,
l'empireo si sgretola.
Pallidi coriandoli scivolano,
volteggiano al suono di un carillon stanco.
I contorni sfumano,
nel silenzio tutto tace.
Solo il solleticante candore sussurra
il bisogno feroce di nascondere le imperfezioni.
Seppellisce, strato su strato,
le ossa scheletriche e spoglie.
In lontananza un cane abbaia,
una figura solitaria violenta il suolo.
Affonda,
fa mugugnare e infeltrire il velo bianco da sposa.
Le ombre si intrecciano,
arabeschi sul volto come rughe amiche.
Il caldo sole fa capolino,
accarezza orgoglioso quel manto nervoso.
Bacia con riverenza l'alabastrina distesa,
si insinua capriccioso e ne sfalda la consistenza.
Il tempo degli addii giunge,
la neve si ritira.
Arricchisce il suolo,
germogli vivi nasceranno dall'unione.