Deep breath deep breath
“Dreamless dorm, ticking clock. I walk
away from the soundless room…”
Aveva ascoltato quella canzone
così tante volte da impararla a memoria, nonostante l’inglese non fosse certo
il suo forte.
Quel motivetto dal ritmo
accattivante non aveva mai scalato le classifiche, non vantava un autore famoso
né un testo melenso, di quelli che tanto andavano di moda; anzi, a dirla tutta
era forse proprio quella strana scelta di parole, l’accostamento di immagini paranormali e suggestive ad averle negato
l’ingresso nel mondo del mainstream.
Poco male, perché Minato non era
una persona che seguiva la massa. La sua lunghissima frangia blu notte, che gli
solcava il viso pallido come un’onda, celando gelosamente l’occhio destro, era
la dimostrazione di quanto poco valessero per lui le opinioni altrui.
Volendo essere sinceri fino in
fondo, era probabilmente proprio il testo di Burn
my dread ad averlo
impressionato sin dal primo momento.
Incenerire la propria paura, rinascendo
come una fenice, migliori di prima.
Non era solo questo
però a rendere Burn my dread l’unica canzone
capace di mozzargli il fiato in gola.
«Il treno per Port
Island è in arrivo al binario sette. Allontanarsi dalla linea gialla.»
Era soprattutto il repertorio di sfondi
che descriveva: “windless
night, moonlight melts […] nightly dance of bleeding sword.”
Quella canzone parlava di lui.
“Far
in mist a tower awaits, like a merciless tomb.”
In quella canzone erano impresse
col fuoco scene che lui viveva ogni note nei suoi sogni.
Minato chinò il capo, rivolgendo gli
occhi grigi al pavimento nudo della stazione. Il bagaglio gli pesava sulle
spalle, nonostante contenesse solo pochi vestiti, un notebook, alcuni libri e
qualche paio di scarpe.
Per quale motivo stava tornando a
Port Island?
Il treno fermo al binario due
fischiò, annunciando l’imminente partenza; i bassi della canzone però
riuscirono a coprire quel suono stridente, tenendo Minato al sicuro, in un
mondo in cui nessuno poteva
disturbarlo, toccarlo o addirittura ferirlo.
Gli esseri umani tutt’intorno
erano solo ombre senza un volto, inghiottite dal vortice della loro frenetica e
labile vita. E lui? Lui non era nemmeno un’ombra, né gli importava di essere
questo o altro: non aveva ambizioni nella vita, non ne aveva più dalla notte in
cui i suoi genitori erano morti.
Voleva solo essere lasciato in
pace.
Un gruppo di studentesse gli
passò frettolosamente accanto; una di esse, che tanto sembrava una gal, lo urtò con la spalla, senza chiedergli scusa ma
lanciandogli un’occhiata divertita, seguita dalla risata.
«Guarda quello! Secondo te è un emo?»
«Magari sta aspettando il prossimo
treno per buttarcisi sotto!» sogghignò la sua amica.
Minato non le sentì; se fosse accaduto
il contrario, forse si sarebbe sentito prevedibile. Perché quel che aveva
blaterato la ragazzina corrispondeva esattamente alla realtà.
«Il treno per Port
Island è in arrivo al binario sette. Allontanarsi dalla linea gialla.»
“Cold touch of my trembling gun. I close
my eyes to hear you breathe.”
Un passo in avanti.
La necessità di recarsi a Port Island si era manifestata nella sua mente – ma non nel
suo cuore – una settimana addietro, come l’eco di una voce lontana e nostalgica
che gli sussurrava parole di conforto ogni notte, quando prendere sonno
sembrava un’impresa titanica.
Tornare lì, dove tutto era
iniziato, nel luogo che un tempo aveva chiamato casa, durante l’ingenuo
periodo in cui progettava di diventare un famoso dottore e girare il mondo con
mamma e papà.
Adesso il mondo era invece così incolore,
chiassoso, ruvido e soprattutto distante, come se a velargli gli occhi vi fosse
stato un vetro punteggiato di pioggia.
“This
time I’ll grapple down that God of fear and throw him into Hell’s fire.”
Con la coda dell’occhio
finalmente vide la sagoma massiccia del treno sopraggiungere, rapido e letale.
Era solo questione di un momento,
si disse, e poi finalmente si sarebbe liberato del peso di vivere.
Dopotutto, lui non aveva mai capito che cosa ci trovasse la gente di tanto spaventoso
nella morte.
“I’ll
shrug the pain and run till I see the sunlight again.”
Si liberò di quel soffocante
intrico di corpi che lo accerchiava, lo sguardo sempre chino, mani in tasca e
passo ritmico, dritto incontro alla morte, quando…
«Non farlo.»
Minato si fermò, efficiente come un
soldato che esegue un ordine. Sollevò la testa, tornando al presente e
sbattendo le palpebre. La musica gli rimbombava nei timpani, eppure quelle
parole, a metà tra una direttiva e una supplica, lui le aveva sentite bene; la
voce maschile così piena di affetto e amore che le aveva pronunciate…
lui l’aveva sentita bene.
“Oh, I
will run. Burning all regret and dread…”
Un’ombra gli sfrecciò accanto,
disperatamente veloce.
Il treno la investì in pieno, in
un’esplosione rossa come mille petali di garofano che vengono
spazzati via dal vento. Il suo campo visivo fu invaso di blu e rosso.
“And I
will face the sun…”
Stavolta neanche il volume alto
riuscì a coprire le urla di sconcerto della folla.
Quando il treno passò, tutto quel
che gli occhi sgranati e morti di Minato videro fu un
corpo fatto a pezzi.
Evidentemente per quello studente
non c’era stata nessuna voce nella testa a fermarlo all’ultimo secondo.
Peccato.
Note dell’autrice:
Sono tornata nel fandom di Persona 3! Era da molto
tempo che volevo buttare giù qualcosa di nuovo per il mio videogioco preferito;
questa storia, in fin dei conti, non è nulla di ché,
solo l’ennesima what if
che frulla nella mia testa mentre torno a casa dall’università. È nata da un
interrogativo, “e se Minato avesse assistito al suicidio che apre il primo
film?”, dunque ho cercato, rapportandomi al personaggio di Minato come viene mostrato nel manga e soprattutto nel film, di darmi
risposta. Questa risposta, ovviamente, è parecchio angosciante.
Avete visto i film
fin ora usciti? Io li ho trovati magnifici! Non vedo l’ora di vedere Falling Down, dove apparirà il mio adorato Ryoji <3
Volete restare
aggiornati sulle novità del mondo di Persona? Andate su Facebook
e digitate nella barra di ricerca “I will burn my dread
(Persona 3 italian fanpage)”, è una pagina che io e una mia cara amica gestiamo,
nella speranza di riunire tutti i fan italiani di Persona e Shin
Megami Tensei, per parlare
a ruota libera di questi splendidi giochi *-* se avete problemi a trovarla
fatemelo sapere, vi invierò personalmente il link!
Per adesso vi
saluto e vi auguro una bellissima giornata! <3
Sely.