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Autore: lapoetastra    20/04/2015    2 recensioni
Il solo pensiero di una vita priva dei suoi sorrisi sinceri ti manda in agonia, ti spezza irrevocabilmente qualcosa dentro, in quel posto dove ci sarebbe dovuto essere il cuore ma che invece ora è occupato unicamente da un duro pezzo di roccia.
Cosa puoi fare?
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Saiph, Talitha
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Urli, perché il suono della tua voce che ti perfora i timpani sembra impedire ai tuoi occhi di vedere.
Ma è solo una mera illusione.
Il tuo sguardo fradicio di lacrime è fisso su di lui, e non riesci a distoglierlo, per quanto ci provi con tutta te stessa.
Ti accovacci al suo fianco, e lentamente gli prendi la testa tra le mani tremanti e te la poggi in grembo, accarezzandola con dolcezza come fosse un bambino che stai cullando perché si addormenti.
< Saiph… Saiph… >, ripeti il suo nome come un mantra, fino a che le lettere si confondono nel tuo cervello perdendo qualsiasi significato.
Ma per quante volte tu lo chiami, disperata, lui non ti risponde mai.
Allora lo scuoti, con forza, sperando di fargli male perché reagisca, perché dia qualche segno di vita.
Invece niente.
< Stupido schiavo! >, lo insulti gridando, ed adesso non c’è traccia di quella bonaria derisione che pervadeva la tua voce quando ti appellavi a lui così, circa una vita fa.
Ora nel tuo tono c’è solo rabbia, ira cocente che ti fa ardere le vene come fuoco.
Perché lui non ha rispettato il suo giuramento.
Non ti è rimasto accanto.
Ti ha lasciata sola, senza punti di riferimenti, senza compagnia.
Senza di lui.
Il solo pensiero di una vita priva dei suoi sorrisi sinceri ti manda in agonia, ti spezza irrevocabilmente qualcosa dentro, in quel posto dove ci sarebbe dovuto essere il cuore ma che invece ora è occupato unicamente da un duro pezzo di roccia.
Cosa puoi fare?
Niente.
Hai già provato a curarlo con quel misero barlume di magia che alberga in te, ma qualunque tentativo è risultato vano, inefficace.
Devi accettare l’evidenza, non puoi fare altrimenti.
Eppure non ci riesci.
Saiph è morto.
Non ci credi.
Ma è così, e tu ti chini sul suo corpo privo di vita e piangi, piangi quelle lacrime che non pensavi di avere ancora.
Urli, lo chiami di nuovo, ma nulla cambia ed i suoi occhi non si aprono, non ti guardano.
Non lo faranno più, ormai.
Ti disperi, come non hai fatto nemmeno alla morte della tua adorata sorella Lebitha.
Il dolore ti dilania, ti perfora la pelle più di una spada affilata.
Perché sei sola, adesso.
Non hai più nessuno.
Non hai più Saiph.
Hai perso il tuo schiavo.
Hai perso il tuo migliore amico.
   
 
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