Storie originali > Favola
Ricorda la storia  |      
Autore: ParalyzedArtwork    20/04/2015    2 recensioni
Il bene ed il male: Due facce di una stessa medaglia.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Quando apriamo un libro non abbiamo mai chiaro cosa ci succederà realmente, in che mondo ci porterà, quali genti conosceremo e quanti pericoli dovremo affrontare. Vogliamo solo vivere un’avventura, è questo ciò che accomuna tutti i viaggiatori come voi. Sì, perché prima di voi ne sono passati tanti, tanti, solo per ammirare il castello.
Si innalzava al centro di un vastissimo regno, popolato da creature di ogni specie, folletti, orchi, fate, licantropi, uomini ed ogni genere di forma che la vostra mente possa creare.
Immaginate una distesa di fiori, villaggi, case, immaginate tutto questo in un unico regno, al centro dell’universo; immaginate il paese delle meraviglie davanti ai vostri occhi.
Che dire uno spettacolo!
Ecco lì, spostato leggermente a sinistra direi, un castello, un castello immenso e come tutti i castelli, magico ed assolutamente degno della fama di ogni buon regno. Era l’anima di tutto, regolava ogni cosa, regolava il bene ed il male.
Ma i cuori spesso si rompono, si frantumano al suolo come i cristalli di una vetrina intatta da anni, che crolla nella sua immensa bellezza.
Questo fu ciò che successe al castello delle due facce.

Meglio non dilungarsi in discorsi troppo poetici… Come stavo dicendo? Ah sì, ogni giorno folle di viaggiatori, proprio come voi, accorrevano per ammirarlo e per godere di ciò che lo rendeva veramente unico.. Le sue regine.
Erano due sorelle, presumibilmente gemelle, a prima vista potevano sembrare identiche, stessi capelli castani mossi, sguardo penetrante, altezza e tutto ciò che poteva accomunarle ma a guardale più da vicino erano come il giorno e la notte. Mersylia aveva dei meravigliosi occhi color ghiaccio che scintillavano come fossero sempre baciati dal sole, un sorriso sempre sulle labbra, vestiva rigorosamente di bianco, in abiti di lino e ricami in pizzo sugli orli, gigli bianchi intrecciati a formare una bellissima ghirlanda le adornava il capo con dei nastri che le scendevano sulla chioma. Era l’anima buona del regno. Mersylia era conosciuta da tutti per il suo gran cuore, non ci fosse creatura all’interno del suo regno che al suo passaggio non potesse vantare di aver ricevuto aiuto, gioia e non potesse vedere la sua giornata risplendere di nuovo. Placava gli animi e portava la pace.
Megaria aveva occhi color pece, uno sguardo fisso e pieno di nostalgia, nei suoi occhi si poteva notare un abisso di dolore e di solitudine, i suoi abiti erano di seta nera con piume sugli orli e nella chioma, sempre raccolta in strane acconciature scompigliate, vi era dispersa qualche rosellina rossa. Megaria era il completo opposto di Mersylia, era cupa, amava disseminare dolore, era difficile leggere sul suo sguardo qualcosa che non fosse risentimento, sdegno ed acidità per quelle creature così felici e si divertiva a disseminare odio e incomprensioni tra i paesani. Ovunque ci fosse un problema era opera di Megaria. Erano rispettivamente il bene ed il male.
I loro umori si rispecchiavano sul castello, era diviso in due parti una parte bianca ed una nera, un bellissimo castello barocco adornato di marmi e d’oro ed un tetro castello adornato di grottesche statue e dalle sembianze gotiche.
Governavano insieme il regno da anni, raccolti favorevoli, brigantaggio, funerali, nascite, formavano una vetrina di sogni, di eventi, di milioni di cristalli ma quei cristalli iniziarono ad incrinarsi e come accade spesso quando qualcosa si rompe cade giù come una foglia ma con la stessa forza di un macigno.
Megaria prese il sopravvento su Mersylia, decise di dividere i regni come lo erano stati finora i loro cuori, il loro castello e tutto ciò che erano. Mersylia soccombé alla sorella ed accettò suo malgrado la richiesta, conscia che tutto questo avrebbe portato alla rovina.
Divisero i regni governando ognuna per proprio conto senza mai incrociarsi nel castello, senza mai allineare i loro cuori, percorrendo divise un abisso; finché quei cristalli non arrivarono a terra.

Megaria era stanca del comportamento dei paesani, erano tutti totalmente insoddisfatti di questa divisione e spesso gente di animo buono capitava nel suo regno e stanca dei soprusi e piena di fiducia verso il futuro scappava nel altro regno, mentre i malfattori attirati dalla cupidigia e dalla lussuria del altro regno scappavano a loro volta per dedicarsi ai piaceri della vita. Era stanca di questo traffico umano e decise di eliminare il divario. C’era solo un modo perché qualcuno non potesse scegliere, non avere alternativa e probabilmente il suo regno era il più giusto.

Quella sera dal balcone della sua finestra ammirando i saccheggi, le violenze del suo regno scappò via dal suo castello lasciando solo il sibillino del vento riecheggiare tra le sue stanze.
Era dall’altra parte, era nel suo male. Sotto le stelle e nel gracidio delle cicale si immerse nella luce di cui risplendeva il castello di Mersylia e tra centinaia di stanze trovò presto quella giusta. Decise di imprigionare la sorella in una delle segrete e lasciarla marcire lì per sempre, sarebbe morta di fame e col tempo, beh, proprio il tempo avrebbe cancellato il sorriso e la benevolenza di Mersylia lasciandole il regno, lasciandole il suo posto sul trono.

Il regno divenne di Megaria e più i giorni passavano più nel nuovo regno l’influsso di Mersylia non svaniva, nell’animo di ognuno, anche se corrotto si manifestavano segni di carità e di gentilezza, a volte solo di redenzione e Megaria capì.
Mersylia viveva ancora nei loro cuori e l’unico modo era cancellare la sua stessa esistenza.

Era buio, non c’era nessuno nel castello ed in paese tutto taceva, le stelle erano alte ma le cicale non gracchiavano, tutto era immobile come se lo spazio ed il tempo si fossero sollevati in un infinito dove tutto è eterno e le parole si perdono nell’aria.
Era completamente immersa nell’ombra e stringeva un’ arma nella mano, i suoi occhi erano assenti.

” Ti prego fermati! ”

Un tocco scandì la luna alla mezzanotte.

” So cosa vuoi fare Megaria, lo sento, sono la tua metà… ”

Stava piangendo, un pianto che soffocava le parole e divorava le speranze, ansimava e in quelle parole implorava la pace.


“ Sta zitta! Non ho intenzione di dividere qualcosa che mi appartiene con te! Stai rovinando questo mondo! Dove pensi ti abbia portata la tua bontà? Quanti pensi si ricordino di te adesso?! Dimmi?! ”

” Nessuno! Nessuno si ricorderà di me perché Io sono nei cuori di quella gente, io non sono un ricordo, io vivo in loro perché io sono parte di loro, come lo sei anche tu! Perché noi siamo due facce di una stessa medaglia !”


Mersylia abbassò lo sguardo, non aveva mai alzato la voce prima di allora, poggiò la schiena contro la porta e si fece scivolare a terra..


…. Forse tutti voi vi aspettate che Mersylia adesso si alzi ed inizi il suo discorso o solamente, rimanga seduta e piangendo dica tutto quello che pensa alla sorella.  Volete sapere la verità? Beh, la verità non esiste; non esiste in questa storia, non esiste nel mondo e tanto meno in voi. Guardatevi, guardatevi per un secondo, non le avete ancora viste Mersylia e Megera? Loro sono voi, sono la vostra anima, rappresentano la vostra parte buona ed altruista, che ama sorridere ed ha la forza di vincere ogni sfida e la vostra parte solitaria e dolorante che si rintana all’angolo della stanza a piangere, creando una corazza per difendersi, in una lotta eterna per emergere dal buio. Si scontrano, si mischiano, una vince, si riscontrano, si mescolano di nuovo ed un’altra vince, in uno scontro eterno, emergendo ed affondando. Tutti quanti ci hanno provato, tutti, ma nessuno di loro o di noi è mai riuscito a dividere la propria parte buona da quella cattiva, perché loro sono due facce di una stessa medaglia, sono indistinguibili l’una dall’altra in noi, sono inseparabile ed anche se a volte vorremmo abbandonare l’una o l’altra, non possiamo farlo, continueranno a scontrarsi per vivere entrambe, perché entrambe siamo noi. Come i nostri giudizi, si scontrano i dubbi sul bene ed il male ma nessuno può delineare con certezza la natura di qualcosa, perché come nell’anima la loro distinzione è un filo e più lo si guarda più diventa sottile fino a scomparire.
Viviamo in un miscuglio tra due grandi forse che condizionano noi e la nostra anima, in un miscuglio che crea la vita stessa.

 
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Favola / Vai alla pagina dell'autore: ParalyzedArtwork