Capitolo 1 – I forgive you, my brother
 
(dal libro) ‘Non odio te – disse infine – odio Sebastian. Non conosco te.’ Gli occhi di Johnatan tremolarono e si chiusero. ‘Una volta ho sognato un luogo verde – sussurrò – una casa in campagna e una bambina dai capelli rossi, e i preparativi di un matrimonio. Se ci sono altri mondi, allora forse ce n’è uno in cui sono stato un buon fratello e un buon figlio.’ Forse, pensò Clary e per un istante desiderò ardentemente quel mondo, per sua madre e per se stessa.
[…]
‘Non pensavo che potessi sognare – disse Clary, e fece un profondo respiro – Valentine ti ha riempito le vene di veleno, e poi ti ha cresciuto nell’odio; non hai mai avuto la possibilità. Ma la spada ha bruciato tutto. Forse questo è chi sei davvero.’ Johnatan fece un respiro rotto, impossibile. ‘Sarebbe una bella bugia in cui credere – disse, e, inverosimilmente, gli passò sul viso lo spettro di un sorriso, amaro e dolce al tempo stesso – Il fuoco di Esforos ha consumato il sangue demoniaco. Per tutta la vita mi ha bruciato le vene e trafitto il cuore come tante lame, mi ha appesantito come piombo…per tutta la vita, e non l’ho mai capito. Non ho mai capito la differenza. Non  mi sono mai sentito così…leggero’ disse piano, e poi sorrise, e chiuse gli occhi, e morì.
 
Fu allora che Clary, per troppo a lungo trattenuta, fece scivolare rivoli di lacrime calde lungo il suo viso. Lacrime tacite, come quelle di sua madre. Non avrebbe mai pensato di piangere per un fratello che, in realtà, non aveva mai avuto. Eppure pianse, liberando i freni che attanagliavano il suo cuore.
‘Ho sempre voluto avere un fratello. Me ne rendo conto solo ora – pensò la ragazza – Per colpa di nostro padre, questo non è potuto accadere. Un megalomane. Questo era. Ma dentro di me sento che tu non eri destinato a diventare come lui. No. Tu saresti stato severo, sì, ma anche buono, comprensivo…Quanto vorrei che tu fossi vivo, ora. Ora che ti sei liberato dal sangue demoniaco che ti affliggeva e ti corrodeva…’
Poi, guardando verso l’alto, nella speranza che qualcuno potesse ascoltare, gridò, non di parole, ma di preghiere, nella sua anima, con il suo cuore.
‘Io perdono Sebastian. Mio fratello non ha colpa di quello che ha fatto. Il sangue di Lilith che scorreva nelle sue vene non gli faceva vedere la realtà. E sono sicura che un frammento di bontà ci sia sempre stato in lui. Ora chiedo misericordia a te, Raziel, e ai tuoi fratelli angeli. Non ho mai avuto l’opportunità di conoscere mio fratello Johnatan per davvero. Dunque io, Clarissa Morgenstern, qui inginocchiata sul suolo della terra di Edom, chiedo, per l’ultima volta, il vostro aiuto.’
Clary abbassò il capo, lasciandosi sfuggire uno sbuffo, come se avesse corso per miglia e miglia.
Sembrò passare un’eternità, ma non accadde nulla. Clary si sentì toccare una spalla.
‘Clary – era Jace – dobbiamo trovare un modo per andarcene. Forza, alzati. Forse Magnus ha un’idea, nonostante l’abbia visto un po’ restio.’
‘Ma…Seb…Johnatann…il suo corpo…dobbiamo portarlo…voglio che venga seppellito con tutti gli onori possibili. Dopo tutto, era sempre uno Shadowhunter.’
Jace guardò Alec, il quale, dopo un lungo sospiro, accettò di trasportare il corpo insieme al suo parabatai.
‘Tu prendi le gambe, io penso al busto’ disse il ragazzo.
Non appena si accovacciarono, un boato seguito da un terremoto fece sobbalzare i due amici e tutti i presenti nella sala. Jocelyn gridò di stupore abbracciandosi a Luke, Isabelle e Simon erano mano nella mano e Magnus cercava sostegno a un muro.
‘Ma che sta succedendo?’ chiese Simon, evidentemente preoccupato.
Poi, uno strano calore invase la sala dei due troni. Un calore buono, amichevole, compassionevole. Una luce simile a quella del sole aprì un varco nel soffitto, come uno squarcio. Ad un tratto si sentì una voce.
Clarissa Morgernstern, sei ancora tu a disturbarmi vedo. Cosa vuoi stavolta? Sto cominciando a perdere la pazienza.
Ed ecco Raziel.
Clary non poteva crederci. Allora avevano sentito davvero le sue preghiere?
Sì, certo che le abbiamo sentite. Più forte di qualunque altra. E so bene cosa vuoi. Tu vorresti indietro tuo fratello. Ma come puoi chiedermi una cosa simile? Non ti rendi conto della distruzione e del male che ha portato con sé per tutto questo tempo?
‘Momento, momento. – disse Jace, spaventato - Tu…sei riuscita a invocare Raziel senza usare gli strumenti mortali? È praticamente…’
‘…impossibile?!’ concluse Alec.
Clary, con aria sorpresa e perplessa, fece spallucce, poi tornò a dare attenzione all’Angelo.
‘Raziel, io…io volevo solo poter conoscere meglio mio fratello Johnatan. Non avrebbe mai dovuto essere malvagio. Pensavo che, in fondo, ci potesse essere una possibilità di redenzione. Ma evidentemente non…’
Raziel la interruppe con un gesto della mano appena accennato.
Ora basta. Clarissa Morgernstern, era da tanto che non mi capitava di conoscere un essere umano con il cuore puro quanto il tuo. L’animo umano è molto spesso corruttibile. Tu, invece, hai sempre inseguito i tuoi ideali e hai sempre fatto ciò che ritenevi giusto. È questo che ti distingue da tutti gli altri – l’Angelo fece una pausa, e sembrò che, quasi per un attimo, sorridesse dolcemente alla ragazza – Come faccio a essere qui? Beh, non sono cose che riguardano nessuno di voi. Ti basti sapere, ragazza, che Ithuriel porge i suoi omaggi a te e al giovane Herondale.
A quel nome, Jace rimase di stucco, con gli occhi che cominciavano a inumidirsi. Clary lo guardava con tutto l’amore del mondo dentro il suo sguardo. Si rivolse dunque al fratello, esanime, a terra, con il sorriso ancora in volto.
‘Puoi…insomma…farlo…’ ma Clary non riuscì a completare la frase, interrotta nuovamente dall’Angelo.
Sì, posso. La domanda è: sei sicura di ciò che stai chiedendo? Dovrai impegnarti a far sì che non torni sulla strada che vostro padre gli ha fatto intraprendere. Solo così potrà redimersi in maniera definitiva. Accetti questo importante incarico, Clarissa Morgernstern?
La ragazza attorcigliava una ciocca dei suoi lunghi capelli rossi a un dito, mordendosi il labbro. Poi, con sguardo fiero e deciso, guardò l’Angelo, ma non proferì alcuna parola.
Molto bene, così sia. Dimenticavo, non avete via d’uscita da questo regno dimenticato. Bene, mi occuperò anche di questo, data la mia clemenza oggi.
Da terra si alzò un vortice di sabbia e vento, che fece chiudere gli occhi a tutti, riparandosi con le braccia. Si udì un fragore. E poi più niente. Solo, aria pulita. E il canto degli uccelli. E la luce del sole che abbracciava con i suoi raggi la compagnia, finalmente tornata dal regno di Edom.
‘State tutti bene?’ chiese Luke guardandosi intorno.
Stavano tutti bene.
Clary era abbracciata al corpo di suo fratello…che, dopo poco, cominciò a respirare.
‘Johnatan. Johnatan…riesci a sentirmi?’ chiese Clary, cercando di rimanere il più calmo possibile.
Il ragazzo, dopo qualche tentativo, aprì gli occhi, mettendo a fuoco tutto quello che c’era intorno a lui. Le verdi fronde degli alberi, il cielo azzurro, il soffice prato. Il profumo…un profumo che aveva già sentito.
‘Clary…sorella mia…’
‘Sì…sì, Johnatan, sono qui. Non ti lascerò andare via stavolta.’
‘Grazie, sorellina.’
E piansero. Piansero di gioia. Clary, Johnatan, Jocelyn, che intanto si era unita a loro. Potevano tornare ad essere una famiglia. Una famiglia vera.