Prologo.

Giorno numero cinque.
Sono stato accusato di omicidio. Ed è vero, ma non sono stato io.
È difficile far credere a qualcuno che quello che vede non è ciò che è realmente, soprattutto a chi non trova possibile l'idea dell'esistenza della magia. È difficile, lo è davvero.
È il giorno numero cinque e non c'è secondo che io passi senza progettare la tortura lenta e dolorosa che preferisco per Dash.
Là fuori qualcuno si gode la vita con Freya come vorrei farlo io, qualcuno senza rimorso, qualcuno che non avrebbe mai potuto fare qualcosa di simile fino a qualche settimana fa, nonostante le incomprensioni.
Credo che la parte più oscura di lui sia emersa, e a me non rimane altro che la mia testa, la mia ragione. Non ho più il mio corpo e la magia di giorno in giorno si affievolisce. La sento debole, la sento in qualche modo lontana. Deve aver fatto qualche incantesimo per assopire la parte magica di me, e non posso dirlo a nessuno.
Ricordo ogni singolo ed interminabile secondo passato di fronte a lui, e sono convinto che in effetti non ci sarei mai dovuto andare. Ma devo uscire da qui, da questo corpo che non è il mio, da queste colpe che non mi appartengono.
Devo uscire e uccidere Dash, non c'è alternativa.
Devo uscire.



​Note: il prologo è corto, ma volevo riservare al primo capitolo qualcosa di più "sostanzioso". Vorrei continuare la storia dall'ultima puntata della seconda stagione. Ho deciso di immaginare come sarebbe potuta andare, e ho avuto questa idea. Spero di trovarmi nei commenti, anche nei prossimi capitoli :) Baci, LadyS