Fanfic su artisti musicali > Ramones
Ricorda la storia  |      
Autore: Julietds    21/04/2015    1 recensioni
[CBGB/New York, 1975]
Una serata qualunque al CBGB & OMFUG, tre volti noti, uno forse meno, la solita atmosfera... non proprio blues. Questa oneshot mi è stata ispirata dall'omonimo film soprattutto per quanto riguarda immagini e sensazioni.

È impossibile non rimanere affascinati guardando quei fasci di muscoli muoversi contro ogni legge della fisica, contorcendosi ma mai spezzandosi, sporgendosi civettuoli ma mai al punto di essere toccati da una mano tesa verso il palco.
La figura disumana continua a ondeggiare sinuosa, prima lasciandosi andare contro l'asta del microfono, avvolgendola con la pelle sudata del suo inguine e della pancia, poi all'indietro, allungandosi in un ponte di addominali, braccia, gambe che sembrano fondersi insieme nella caos più agognato che questo palco sgangherato abbia mai visto.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
 

New York, 1975



È impossibile non rimanere affascinati guardando quei fasci di muscoli muoversi contro ogni legge della fisica, contorcendosi ma mai spezzandosi, sporgendosi civettuoli ma mai al punto di essere toccati da una mano tesa verso il palco.
La figura disumana continua a ondeggiare sinuosa, prima lasciandosi andare contro l'asta del microfono, avvolgendola con la pelle sudata del suo inguine e della pancia, poi all'indietro, allungandosi in un ponte di addominali, braccia, gambe che sembravano fondersi insieme nella caos più agognato che questo palco sgangherato abbia mai visto. Tutto quest'horror vacui di arti e note è l'apoteosi del sesso e niente, se non il silenzio che arriverà assieme al sole mattiniero, potrà requisire questa visione ai loro occhi. Le iridi se ne cibano, restringendo le pupille e dilatandole, respirando in simbiosi, recuperando l'ossigeno che lui manca per continuare a muoversi.

I corpi, goffi e rigidi al confronto con lui, si agitano come meglio possono in quell'ammasso di sudore, urla e fumo cercando di allungarsi verso il palco. Ogni tanto uno di loro zampetta su per poi, quando si rende conto di trovarsi ai piedi dell'iguana, strisciare via di nuovo verso l'oceano di folla.
Le ossa battono l'una contro l'altra al ritmo del crash mentre la sua pancia tocca terra e si struscia contro il legno in un raptus che non accenna a fermarsi, anzi aumenta le spinte istante dopo istante suggerendo il fatto che quel corpo sia, come molti altri in questo luogo, governato da sostanze sintetiche che, senza dubbio, provengono dai bagni.

Poi, improvvisamente, salta in piedi tende un braccio, lo punta verso il soffitto, e di colpo ricade così come si è alzato, sprofondando nella disperazione di urla isteriche ma portando con sé una sgualcita maglietta bianca afferrata durante la discesa. Se la infila esausto, sudato com'è, come fosse qualcosa che non gli appartiene. Non lo è infatti, non potrebbe essere altrimenti. Gli animali non indossano indumenti.
Un ciuffo biondo spunta e poi il resto della testa, un sorriso, così che tutti sappiano che sotto tutto quel tessuto di troppo lui c'è ancora ed è vivo e vegeto, pronto per il prossimo show, anche se dovrà passare la giornata in cattività, ovvero in quei panni che non gli appartengono.

Le risate riecheggiano nell'aria facendosi man mano sempre più rarefatte mentre salgono verso il soffitto scuro del locale; lì il calore e gli odori si raccolgono e il soffitto ne rimane impregnato. La meravigliosa salsa del locale – che sembra vantare il marchio made in Cernobyl – non fa mai mancare il suo odore di morte e pestilenza, in questo posto. Sulle pareti, nei bagni, persino sotto le lingue della gente e nelle scodelle, scodelle come quelle due che stanno arrivando al bancone proprio ora.
Un ragazzo afferra quella che dev'essere la sua cena dopo giorni a giudicare da come la ingurgita, quell'ammasso di ciuffi neri seduto accanto a lui ne è sicuro da sotto le sue lenti rotonde e scure. Lui non ha intenzione di mandar giù quella robaccia, si fa passare un giro di whisky e niente di più. L'unico liquido che probabilmente si salvi in quel posto: gli alcolici.

Il ragazzo, troppo alto per stare in piedi e piegato come un fiore appassito da seduto, poggia i gomiti coperti di pelle sul bancone guardandosi intorno non più del solito; la frangia scura gli fa sudare la fronte ma non più dei pantaloni, stretti come una seconda pelle, e della giacca in pelle. Nel suo silenzio osserva gli avventori del locale beandosi di quel caos così familiare e rilassandosi dopo la propria sfrenata esibizione. Le lunghe dita affusolate e annerite si chiudono ben presto attorno ad un bicchiere di cristallo badando a non incrociare lo sguardo del cameriere che tanto non vedrà mai le iridi del cantante, probabilmente. Non è mai stato tipo da bere il proprio relax liquido in un sorso, se mai quello che dilunga il tempo sino a farlo diventare fibra della propria voglia di vivere, in netto contrasto con il ritmo delle proprie canzoni. Il liquido, però, scende velocemente riscaldando in pochi istanti il centro del suo petto, dandogli quella sensazione di caloroso abbraccio allo stomaco, tanto agognata durante l'esibizione di poco prima, che si concretizza per qualcun altro, nello stesso momento, sui divanetti del locale.

Una ragazza divertita e accaldata, dalla camicetta sbottonata, ascolta quella lussuria rarefatta ottenuta da corde stuprate, tese all'inverosimile, accompagnate dai suoni animaleschi del suo contorcevolissimo amico. Muove la testa a ritmo fin tanto che il tocco di diverse mani sulle sue gambe non la distrae e riporta la sua mente all'affollato divanetto. Il caschetto biondo di capelli si scuote sbarazzino, si fa desiderare, detta regole agli avventori che la circondano, la conoscono e la desiderano nella sua perfetta immagine da bon-bon dei sobborghi di New York. Le labbra carnose rimangono intatte e intoccate assieme alla pelle liscia, tesa, perfetta, così distaccata da un vero sorridere che sembra di ceramica. Con uno scatto felino le lunghe gambe balzano su quelle del moro seduto accanto a lei, il quale pensa di aver vinto il premio della serata prima che la ragazza sgusci via dalle sue braccia e, con un sorriso innocente, lasci tutti a bocca asciutta per dirigersi verso l'entrata del locale.

Qui vi è un uomo che fuma rilassato, non è un uomo solo ma diciamo solo che, per un minuto in tutta la serata, voleva prendersi una pausa. In fondo fa tutto lui: accoglie, prepara, gestisce. È diventato più una specie di madrina per le sue decine di figli che il padrone del locale e, in fondo, gli piace così; gli piace pensare di non essere solo un commerciante, è una definizione che fa sembrare il suo lavoro così senza cuore… no. Lui lo legge nei loro occhi; lo legge negli occhi di Iggy, in quelli di Joey e in quelli di Debbie che il CBGB non è solo un locale qualsiasi. Il CBGB è parte dell'animo pulsante di New York e al diavolo, se dovrà spendere fino all'ultimo centesimo e all'ultimo briciolo di buon cuore lo farà, lotterà per questo posto perché la musica è ora e qui e lui lo sa, nessuna pidocchiosissima zuppa o un palco che non vuole stare insieme o, ancora, dei bagni che non si possono definire tali lo fermeranno. Niente lo farà chiudere.
Niente, nemmeno… beh, il fatto che, alla fine, il blues abbia trionfato come lui aveva predetto.


 
a Nashville.

 










 

NOTE:

Purtroppo il CBGB chiuderà tristemente il 30 settembre 2006 a causa di una battaglia legale contro i proprietari dell'immobile del Bowery. Hilly Kristal avrebbe voluto riaprire il locale a Las Vegas due anni dopo, aveva già comprato portandosi dietro tutto ("Ho preso tutto, i banconi, il palco, i cessi dove Joey Ramone ha fatto la pipì insieme a me. Ho preso tutto ciò che ha fatto di questo posto il CBGB") quando morì il 28 agosto 2007.

Forse il CBGB avrà chiuso ma Hillel Kristal sicuramente non sarà dimenticato e, io spero, non da una sola generazione di punk rockers.

Questa fic vuol essere in qualche modo un tributo al personaggio - che io ho percepito come un brav'uomo che ha fatto la sua parte nel dare una casa alla musica, attraverso la trasposizione cinematografica della storia di questo grande giro di vite attorno al CB's - e anche all
'Iguana Pop per i suoi sessantotto anni, senza di loro questa fic non sarebbe mai stata scritta.


 

 


 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Ramones / Vai alla pagina dell'autore: Julietds