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Autore: Soty96    21/04/2015    2 recensioni
Cosa ci spinge ad isolarci in certi momenti della nostra vita?
Cos'è che ci rende così vulnerabili?
Cosa ci fa pensare di essere nati nel posto sbagliato e cosa ci fa pensare che il mondo sarebbe meglio se non fossimo mai nati?
Con questo racconto vorrei cercare solo qualcuno che capisca come mi sento, vorrei cercare di sfogarmi con qualcosa dato che sono stato sempre solo in tutti questi anni.
Genere: Drammatico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ora che ci penso, sarebbe stato meglio se tutto questo non fosse mai iniziato! Ma come avrei mai potuto prevedere in giovane età che in futuro, per me, ci sarebbe stato solo l'inferno? Ormai era chiaro:nessuno mi voleva... o se qualcuno mi voleva, era sicuramente il Diavolo che mi aspettava a braccia aperte insieme alle anime dannate. Il lato positivo è che almeno qualcuno mi aspettava! Ero conosciuto come un tale di nome Stanley ma non era il mio nome, nessuno mi chiamava con il mio vero nome da tanto tempo, da così tanto tempo che io avevo quasi dimenticato il mio vero nome. Mi chiamavano Stanley perchè ero ossessionato dalla figura di Layne Stanley, cantante di un gruppo che ascoltavo e che non ha avuto avuto una bella vita, tant'è che al giorno d'oggi non è più nel mondo dei vivi. Ma quando tornavo a casa il mio nome non era quello. Se non ricordo male mia madre, mio padre e mia sorella mi chiamavano Peter. Ricordo ancora che quando i miei mi chiamavano per il mio vero nome io non capivo che stessero parlando a me. Questione di abitudine forse, sta di fatto che ero felice di essere chiamato con il nome di una persona che ho sempre ammirato! Magari non è il massimo essere chiamati con il nome di una persona morta di overdose ed infatti molte volte i miei compagni mi chiedevano << Ma che ci trovi di così tanto interessante nel nome di una persona drogata? >>. Non ho mai risposta a questa domanda, ma se devo rispondere vi darò la risposta: Layne Stanley sembrava essere la copia della mia vita, ovvero composta per un buon 90% da sofferenza. Credo che la mia vita è stato un flop da quando sono nato. Avete presente i classici genitori iper-protettivi? Ecco, i miei sono proprio così. Così pieni di ansie e di paure da avermi contagiato così tanto da farmi avere paura della mia stessa ombra. Per loro tutto il mondo è colmo di pericoli e sono sicuro che se potessero, mi avrebbero rinchiuso in casa per il mio bene. Trovavo veramente stupido il loro modo di preoccuparsi per ogni minima cosa, non dico che un genitore non deve avere preoccupazioni e deve starsene tranquillo mente il proprio figlio è la fuori, ma io mi sentivo soffocare e quella sensazione non mi avrebbe fatto mai bene! I primi problemi si verificarono già ai tempi della scuola elementare, ero visto come il classico ragazzo facile da sfottere, di cui tutti potevano fare uso per il proprio divertimento. Tanto a chi importava del povero ed indifeso Peter? Neanche ai miei professori, anzi una in particolare sembrava unirsi al resto della classe sminuendomi con frasi tipo << Tu non combinerai mai nulla di buono! Sei uno stupido! Una scimmia ha più intelligenza di te in un solo dito! >>. Non avrei mai pensato che quei cinque anni passati in quel posto brulicante di demoni mi avrebbe fatto diventare quello che sono ora: una nullità!
   
 
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