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Autore: startariot    21/04/2015    6 recensioni
“Potete dirmelo, sapete…”, inizia a dire Louis. “manterrò il segreto della vostra maschera, se è questo che vi preoccupa”, dice poi, con tono di sfida.
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Il riccio avvicina lentamente il viso al suo e “ci sono cose che non possono essere svelate”, gli sussurra ad un orecchio, la voce bassa e roca che fa rabbrividire Louis, portando una mano ad accarezzare il profilo della mandibola dell’altro.
Genere: Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Non so se esiste un modo corretto per tornare qui dopo così tanto tempo, ma rieccomi.

Mi spiace di essere sparita all’improvviso ma, purtroppo, l’ispirazione va e viene. E la mia è andata via, per un bel po’ di tempo. Chi di voi legge le mie storie e scrive, mi capisce bene. 

 

Non prometto di riuscire a postare con la stessa frequenza di prima ma spero che questa storia mi aiuti a ritrovare una certa assiduità nella scrittura. 

Se mi avete aspettata e leggerete questa storia, grazie. Di cuore :) 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“Dance around this bedroom

Like we've only got tonight

Not about to let you go

Until the morning light.

You can be my whole world

If I can be your satellite.”

- Satellite / Nickelback

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Venezia, 1877

 

 

 

 

 

 

C’è un particolare periodo dell’anno in cui una cittadina, nel nord dell’Italia, brilla di colori, musica e magia. Tutta la città è in festa, quando si festeggia il Carnevale di Venezia; perfino le famiglie nobiliari scendono in piazza tra le persone comuni per partecipare ai festeggiamenti. E’ tutto un turbinio di abiti sfarzosi e maschere eccentriche e Venezia diventa un caleidoscopio di colori.

 

Quel 15 Febbraio, è la giornata più importante dell’intera settimana carnevalesca: è la giornata delle sfilate dei carri, e ognuno cerca di procurarsi il posto migliore per assistere allo spettacolo. 

 

Louis è lì, appoggiato ad una delle colonne che dominano Piazza San Marco, immerso in quel clima di festa senza percepirlo davvero. E’ come se lo vivesse in terza persona; fissa le famiglie intorno a lui sorridere e divertirsi, i giocolieri ballare ed esibirsi, e i carri sfilare con a bordo le maschere e i costumi più sfarzosi, ma non riesce ad essere travolto da quella magia. 

 

La banda, inizia ad intonare una melodia allegra, distogliendo il ragazzo dal suo flusso di pensieri, e il primo carro fa la sua comparsa in Piazza. E’ maestoso, ricco di decorazioni dorate che lo fanno risplendere; su di esso ci sono tre ragazze e un paio di uomini, con vestiti coordinati di rosso e dorato; le ragazze si muovono lentamente seguendo la leggera melodia della banda, strette nei loro corpetti, e i due uomini salutano la folla mantenendo le loro maschere ben salde sul viso. 

 

Il primo passa, senza catturarlo, così il secondo, e poi il terzo. E’ solo quando arriva il quarto carro che l’attenzione di Louis si focalizza seriamente sulla sfilata. E’ il più piccolo, forse, di quelli che ha visto fino a quel momento. E’ anche il meno pretenzioso, rispetto agli altri. E’ un carro di modeste dimensioni, decorato sui lati con delle balze di pizzo colorate; a bordo ci sono tre ragazzi, e una ragazza. Quest’ultima indossa uno splendido vestito color cremisi, aderente, che le mette perfettamente in risalto le forme e la carnagione chiara. I capelli, castano chiari, sono raccolti in una lunga treccia morbida, che ricade leggera sul lato destro del suo viso e alcune ciocche lasciate libere le sfiorano quello sinistro in una lieve carezza. I tre ragazzi accanto a lei, indossano dei semplici completi neri, e i loro visi sono ricoperti dal trucco, ma Louis riesce a scorgere ugualmente la bellezza di uno di loro, nonostante il trucco. E’ alto, e magro; il completo nero gli cade perfettamente addosso, e Louis riesce perfettamente a scorgere le sue forme attraverso esso. I capelli, ricci e castani, ricadono perfettamente ai lati del suo viso, regalandogli quasi dei tratti angelici. Se aveva anche solo ipotizzato che potesse essere un bel ragazzo vedendolo da lontano, ne riceve la conferma quando il carro passa proprio accanto a lui. Rimane incantato a fissare quell’angelo riccioluto, e quando il ragazzo volta il suo sguardo, e i loro occhi si incrociano, perde per un attimo il respiro. Sotto tutto quel trucco, Louis scorge due occhi verdi, brillanti. Il verde più bello che ha mai visto. Il ragazzo sul carro gli sorride lievemente e Louis accenna un sorriso a sua volta, incapace di fare altro. E’ un attimo, ma a Louis sembra aver rubato qualcosa a quel ragazzo. Qualcosa che terrà con sé per sempre; e con l’immagine dei suoi occhi impressi nella mente come una fotografia, Louis continua a seguire vigile la sfilata, guardando quel carro svanire tra la folla. 

 

 

///

 

 

Ogni carnevale ha una serata conclusiva. Ed ognuna di esse, comprende un’ enorme e sfarzosa festa da ballo, in casa del principe della città. Palazzo Payne si trova a pochi passi da Ponte di Rialto, e quella sera la musica è udibile dal vicinato ma nessuno osa lamentarsi perché è festa in casa del Principe di Venezia. Liam Payne è un giovanotto di 26 anni, di origine inglesi da parte di madre, che ha acquisito tutti i possedimenti di suo padre quando quest’ ultimo è morto in battaglia dieci anni prima. E’ un ragazzo alto, ben proporzionato, occhi color nocciola e capelli castano scuro; grazie ai suoi numerosi allenamenti con Niall Horan, il suo maestro di spada, è anche piuttosto muscoloso. Louis, è poco più piccolo di lui, ha ventitré anni e sono sempre stati ottimi amici. Quella sera sono infatti seduti a chiacchierare comodamente sulle poltrone di casa Payne, mentre le donne in sala parlottano tra loro e accennano qualche passo di danza di tanto in tanto, quando qualche giovanotto si avvicina a loro. 

 

Stanno conversando tranquillamente con i loro amici, quando una figura attira l’attenzione di Louis. Gli basta qualche secondo per isolarsi completamente da i suoi compagni di chiacchiere e riconoscere quella figura. La sua mente torna immediatamente alla giornata della sfilata dei carri in Piazza San Marco. Ripercorre come in piccoli flash quella mattinata; ripensa ai carri, alla musica, e al ragazzo riccio che gli aveva mozzato il fiato. Si alza di scatto dalla poltrona, senza quasi riuscire a controllarsi perché la curiosità lo sta mangiando vivo, e perché non è mai stato dotato di grande autocontrollo, Louis. 

 

“Louis, dove stai andando?”, gli chiede Liam, quasi confuso dal suo repentino cambiamento d’umore. 

 

“Oh…uhm è tutto okay…torno tra qualche istante.”, lo liquida Louis, in pochi secondi e si avvia sul grande balcone dove aveva visto sparire quel ragazzo. 

 

 

“Siete voi…”, sussurra Louis, guardando il ragazzo dai capelli ricci di fronte a lui.

 

“Dipende da chi stavate cercando..”, mormora in risposta l’altro, con una leggera smorfia sul viso.

 

“Eravate sul carro…quella mattina…siete voi”, risponde prontamente Louis,  quasi ipnotizzato da quella figura. 

 

“Credo non lo saprete mai”, dice il riccio con una piccola smorfia sul suo viso. 

 

“Ballate con me”, dice Louis improvvisamente. 

 

“Non vi ho visto ballare fino ad ora.”, risponde il ragazzo. 

 

“Mi stavate osservando?”, e questa volta è Louis a far apparire una smorfia vincente sul suo viso. 

 

“Forse….”, risponde schivo il riccio, “e comunque siamo su un balcone e senza musica.”

 

“A questo possiamo rimediare.”, dice Louis furbo. Fa spostare il ragazzo sull’estremo opposto del balcone, ritrovandosi in pochi attimi davanti una sala enorme, completamente vuota e illuminata solo da poche candele. “Questo potrebbe andare bene”, aggiunge poi facendolo entrare nell’enorme sala e in quel momento l’eco della musica della sala adiacente si fa largo tra i loro corpi. Louis si avvicina sicuro a quel ragazzo, molto più alto di lui, porgendogli una mano che l’altro stringe quasi immediatamente. Posa una mano sulla vita del ragazzo, l’altra sulla sua spalla per avvicinarlo a lui, e prendono a dondolare lentamente seguendo la leggera melodia proveniente dall’altra stanza. 

 

“Potete dirmelo, sapete…”, inizia a dire Louis. “manterrò il segreto della vostra maschera, se è questo che vi preoccupa”, dice poi, con tono di sfida. 

 

“Non mi interessa nulla della maschera..”, sussurra il riccio in risposta, facendo scendere lentamente la sua mano verso la parte più bassa della schiena del ragazzo. 

 

“E allora perché non potete dirmelo?”, Louis è quasi abbagliato dalla bellezza del ragazzo di fronte a lui, ipnotizzato dal suo modo di fare, dai suoi movimenti sinuosi. E’ un gioco di sguardi, il loro. Due corpi che si sfidano, si sfiorano e c’è qualcosa di speciale, quasi magico, nel modo in cui lo fanno. La punta delle loro dita non tocca davvero l’altro, è quasi uno sfioramento, come se avessero paura di toccarsi, come se avessero paura delle reazioni che potrebbero avere. Ma allo stesso tempo, c’è familiarità in quegli sfioramenti ed è come se si conoscessero da sempre.

 

Il riccio avvicina lentamente il viso al suo e “ci sono cose che non possono essere svelate”, gli sussurra ad un orecchio, la voce bassa e roca che fa rabbrividire Louis, portando una mano ad accarezzare il profilo della mandibola dell’altro. 

 

“Vorrei saperlo..”, dice Louis intrappolando la mano grande del riccio tra le sue, intrecciando le loro dita, mentre leggeri si muovono sensualmente lungo la sala, a ritmo della melodia della stanza adiacente. 

 

“Perché ci tenete così tanto?”, risponde il riccio facendolo volteggiare lentamente. E’ solo un leggero ondeggiare dei loro corpi, ma c’è elettricità in quei movimenti, c’è tutto quello che nessuno dei due vorrebbe dire all’altro, ma ha paura di rivelare ad alta voce, quello che, in quella notte, dovrebbe restare dietro le loro maschere. 

 

“Vorrei che…”, soffia incerto, come se non sapesse nemmeno lui cosa dire davvero, “Vorrei che quel ragazzo..sapesse che non ho mai visto ragazzo più bello di lui.”, dice Louis , ritornando tra le sue braccia  e scontrandosi contro il suo petto, sorridendo, viso contro viso, mantiene vicini i loro corpi. I loro petti si sfiorano quasi, i loro respiri si infrangono l’uno sul viso dell’altro e Louis non riesce a distogliere gli occhi da quelli del ragazzo di fronte a lui. 

 

“Oh…in questo caso…”, sussurra il riccio in risposta senza spostarsi di un millimetro. “Sono io..”, soffia poi ancora al suo orecchio accarezzandone il lobo con le sue labbra. Il contatto tra di loro è minimo, ma è in grado di innescare delle scariche elettriche lungo la spina dorsale di Louis. 

 

Poco importa che qualcuno potrebbe vederli in quegli atteggiamenti. Poco importa se lascerà quella casa, nel bel mezzo della festa. Poco importa se ha promesso a Liam che sarebbe tornato da lui. In quel momento, l’unica cosa che vuole fare è stringere la mano di quel ragazzo tra le sue di nuovo e scappare via.   

 

Lo guarda un attimo negli occhi, per cercare qualche risposta. Ma vi trova solo un gran sorriso e due occhi brillanti che aspettano solo la sua mossa. Decide, perciò, di seguire il suo cuore. Prende per il polso il ragazzo e si fa strada, silenziosamente, tra gli invitati della festa, come fossero due ladri. Si accerta che nessuno li abbia visti ed escono dall’abitazione in un batter d’occhio; percorrono velocemente le piccole vie, correndo salgono sul Ponte di Rialto, attraversandolo e sorridono come due bambini nel buio della notte. Arrivano a casa di Louis in pochi minuti, trafelati e sudati dalla corsa appena fatta; in realtà non sanno nemmeno loro perché hanno corso, ma a loro stava bene così. 

 

“No…”, sussurra Harry sulla soglia di casa di Louis “io..non posso entrare”

 

“Cosa? perché non potete?”, risponde Louis dubbioso.

 

“Se mi vedesse qualcuno?” 

 

“Casa mia è deserta, la servitù non c’è e i miei genitori sono fuori per un viaggio di lavoro..”, dice Louis serio. “E poi…voi avete bisogno di un bagno caldo, avete corso e avete quel piccolo taglio da medicare..”, dice Louis indicando la sua caviglia. Alla fine, Harry cede alle richieste del ragazzo più grande. 

 

“Non mi avete ancora detto come vi chiamate..”, sussurra Louis mentre gli fa percorrere gli enormi corridoi della sua abitazione, portandolo fino al bagno adiacente la sua camera da letto.

 

“Harry…voi?”, rispose accennando un sorriso.

 

“Louis.”, risponde semplicemente l’altro. “Nel bagno troverete tutto il necessario..”, dice Louis aprendogli la porta e lasciandolo entrare nella piccola stanza. 

 

Torna nella sua stanza e si siede sul suo enorme letto a due piazze, pensando di essere diventato folle. Da quando è diventato così sfacciato? Da quando è concesso ad un estraneo di entrare in casa sua? Eppure, quel ragazzo aveva qualcosa di così familiare e…unico, che fidarsi di lui, e portarlo con sé gli era risultato fin troppo semplice. 

 

 

///

 


Harry torna nella stanza dopo circa venti minuti, un solo asciugamano bianco a fasciargli i fianchi. Louis, ingoiò a vuoto per qualche secondo, fissando il corpo seminudo del ragazzo di fronte a lui. Se mi vedesse mio padre, pensa per un attimo. Poi i suoi occhi si posano sulle piccole goccioline che ricadono dai suoi riccioli, scivolano sulla pelle liscia del suo petto ampio e scendono giù lungo i suoi addominali fino a nascondersi nell’asciugamano che gli avvolgeva i fianchi. 

 

“Non avevo altri vestiti…”, si scusa Harry frettolosamente, notando lo sguardo di Louis su di lui. 

 

“Uh…non vi preoccupate..”, risponde Louis alzandosi dal suo letto e avvicinandosi a lui. 

 

“Io…”, sussurra il più grande, “non so cosa mi abbiate fatto..so solo che non riesco a smettere di guardarvi..”, conclude poi accorciando le distanze tra loro. 

 

“E’ una cosa tanto brutta?”, risponde l’altro, sorridendogli. 

 

“No”, sospira in risposta. “c’è qualcosa in voi, io..”

 

“non mi sono mai sentito così..”, conclude il riccio per lui muovendo una mano per sfiorargli la guancia delicatamente. Louis si avvicina ancora di più a lui, e con le dita sfiora il petto dell’altro, prendendo a disegnare cerchi immaginari sulla sua pelle, che brucia a contatto con la sua. Harry lo guarda un attimo negli occhi e in quel momento, decide di baciarlo. Elimina la distanza tra i loro volti e cattura le labbra del maggiore con le sue. Louis sospira, aggrappandosi leggermente alle spalle nude del ragazzo di fronte a lui, e lasciandosi trasportare dalla spirale di emozioni che lo spinge a volere sempre di più da quel ragazzo sconosciuto, eppure così familiare. 

 

“Louis”, soffia Harry sulle sue labbra mentre il più grande lo trascina con sé sull’enorme letto, tra le lenzuola bianche di seta. Il riccio fa scivolare la sua mano tra i loro corpi, prendendo a slacciare i piccoli bottoni della camicia bianca del più grande e facendola scivolare lungo le sue spalle lentamente con due dita; Louis sospira, pensando che non aspetta altro che sentire il proprio corpo a contatto con la pelle dell’altro. 

 

Quel bacio diventa presto voglia di aversi e le loro mani sfiorano ogni centimetro di pelle dell’altro. “Harry..”, sussurra Louis, in balia delle carezze  e dei baci dell’altro. “voglio avervi..”, soffia al suo orecchio, quasi senza fiato. Il riccio non gli risponde, si limita semplicemente a liberare il più grande dei suoi pantaloni e tanto basta a Louis come risposta; il castano libera con un movimento leggero della mano il riccio dell’asciugamano che ancora gli fasciava i fianchi. Ribalta le posizioni, facendo appoggiare Harry con la schiena sul materasso e inizia a lasciargli una scia di baci umidi e bollenti su ogni centimetro di pelle a lui disponibile, scendendo sempre più in basso fino a quando non si trova davanti l’erezione del riccio. Alza per un attimo lo sguardo su di lui, e quando vede il verde dei suoi occhi brillare di lussuria, decide di andare fino in fondo. Riporta lo sguardo sul corpo di Harry e prende a lasciare baci lascivi sulla sua erezione quasi completamente formata, mentre continua a sfiorare la pelle dell’altro con la punta delle dita. Passano pochi minuti ed Harry lo costringe a rialzarsi ed avvicinarsi a lui, e poggiando le mani ai lati del suo viso, prende a baciare ogni lembo di pelle dell’incavo del collo dell’altro mentre il riccio disegna cerchi concentrici sulla schiena dell’altro, facendolo rabbrividire, e ogni bacio scandisce piccole scariche elettriche lungo i loro corpi. Si lascia andare completamente contro di lui con un sospiro che fa rabbrividire Harry il quale “non voglio più aspettare”, sussurra contro la sua pelle e Louis recepisce il suo messaggio. Per questo, non attende oltre e inizia a prepararlo delicatamente; quando il riccio è pronto lo penetra con una spinta dolce, ma decisa allo stesso tempo. “Louis..”, soffia contro la sua spalla, mentre Louis detta il ritmo delle sue spinte, seguito dai sospiri e dai gemiti del riccio sotto di lui. I loro corpi si incastrano alla perfezione l’uno con l’altro, come se fossero stati creati per essere una cosa sola. 

Raggiungono l’apice insieme dopo diversi minuti e quasi contemporaneamente; Louis crolla senza fiato sul corpo di Harry che lo avvolge tra le sue braccia. 

 

“Cosa mi avete fatto Louis?”, sussurra Harry contro la sua spalla, accennando un sorriso che Louis avverte, nonostante fosse di spalle al ragazzo. 

 

“Se solo sapeste cosa avete fatto voi a me..”, risponde in un soffio, stringendoselo addosso. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 

 

 

 

Se solo Louis avesse realizzato in tempo che non erano soli in casa Tomlinson. 

 

Dall’altro lato della stanza, suo padre Troy aveva appena assistito a parte di quella scena, per lui inconcepibile. 

 

“Anime gemelle, è questo che siete. Anime fuori dal tempo, destinate ad incontrarsi per sempre, ma non ad amarsi.”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

***

Per molti di voi, questa storia potrebbe non avere senso. Per questo, ci tengo a spiegare un passaggio: fa/faceva parte di una storia che io e Anna (@flawslou) dovevamo scrivere a quattro mani ma poi l’ispirazione ci ha un po’ ostacolate quindi ho pensato di pubblicare questa parte a mo’ di intro. Se vi ha incuriosito anche solo in minima parte, mi piacerebbe davvero tanto sapere cosa ne pensate. Se vi piacerà, potremmo pensare magari di riprendere in mano le redini di questa storia e provare a portarla a termine. E’ una storia ‘folle’, questo posso assicurarvelo! :) 

 

La canzone che introduce la storia è Satellite dei Nickelback. Il titolo è preso da What The Hell Have I? di Alice In Chains. 

Ringrazio di cuore Laura (@itscoldcoffee)  per aver corretto al volo la storia e Agnese (@favolou) per il banner bellissimo, sei un angelo! 

 

Che dire ancora? Grazie di cuore a tutti quelli che la leggeranno, a chi lascerà anche solo due paroline per dirmi cosa ne pensa (sapete quanto mi renda felice leggervi) e beh, alla prossima!

 

Chri :) 

 

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