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Autore: Fiamma Erin Gaunt    21/04/2015    2 recensioni
[Game of Thrones!AU; Crossover!; Stark!Tobias; Tully!Tris; Greyjoy!Eric; Martell!Fiamma; Dayne!Richard; Lannister!Jeanine; Bolton!Peter; Cassel!Amar; Baratheon!Christina; Tyrell!Riley]
[Coppie: FourTris; Eriamma; Richandra; Wistina; Piley; Caline]
*
Dal testo:
- Mi piacerebbe cavalcare un drago. Anche una volta sola, per pochi istanti, e provare la sensazione di domare la creatura più incredibile del mondo. –
- Sei una lady strana, Beatrice Tully. –
- Non potevi farmi complimento migliore, Tobias Stark. –
*
- Sono un Uomo di Ferro, donna! –
- Chiamami un’altra volta “donna” e scopriremo se anche le tue viscere sono di ferro. –
Rimase interdetto, fissando quelle iridi che sembravano mandarlo a fuoco.
Bella e letale come il deserto, fu il primo pensiero che gli passò per la testa. Il secondo fu: dannate donne dorniane.
*
- Tutto il mondo odia i Lannister, é una legge di natura. –
- Tutto il mondo ci invidia, questa é la verità. –
Christina rise. – E per cosa dovreste essere invidiati, per i vostri capelli dorati? –
Genere: Erotico, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Eric, Four/Quattro (Tobias), Nuovo personaggio, Tris, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, Lemon | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo, Violenza
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Winter Fell

 

 

 

 

 

Tobias era in piedi, avvolto nel mantello foderato di pelliccia, e si sforzava stoicamente di combattere il freddo che lo attanagliava dalla testa ai piedi in una morsa spiacevole. L’inverno sta arrivando, pensò.

E questa volta probabilmente era vero. L’estate era durata dieci anni, la più lunga degli ultimi secoli se si prestava orecchio alle voci dei contadini, e l’inverno che si avvicinava prospettava una durata non inferiore.

Lanciò un’occhiata in direzione di suo padre, stando attento a non lasciarsi scoprire. Lord Marcus Stark aveva la curiosa tendenza ad accusarlo delle mancanze più impensabili. Se lo guardava troppo e in modo apparente era un atteggiamento sfrontato, se abbassava lo sguardo dimostrava una debolezza che in un lupo non doveva esistere.

Si chiese quanto avrebbe impiegato la delegazione proveniente dalle Terre dei Fiumi a giungere a Grande Inverno. Lord Andrew Tully e sua moglie, Lady Natalie Arryn, erano vecchi amici di suo padre e avevano due gemelli. Ufficialmente si recavano a Grande Inverno per la firma del rinnovo del tratto d’alleanza tra le loro terre, in realtà perché la figlia era giunta in età da matrimonio e un’unione di quel tipo avrebbe cementificato qualsiasi accordo legato a prestigio e amicizia.

Eric Greyjoy, che in quegli ultimi dieci anni era stato suo malgrado il protetto di Lord Stark ed era quanto di più vicino a un fratello avesse, gli diede di gomito. – Guarda, l’insegna dei Tully. –

Effettivamente la trota, emblema del Lord dei Fiumi, sventolava in capo alla piccola delegazione che scortava la nobile famiglia.

Lord Andrew fu il primo a mettere piede fuori dalla carrozza. A metà strada tra i quaranta e i cinquant’anni, possedeva ancora un fisico ben più agile di quello lievemente appesantito di Marcus e aveva una zazzera di capelli sale e pepe perfettamente pettinati a incorniciare occhi di un limpido azzurro, marchio di fabbrica dei Tully di Delta delle Acque.

Suo figlio, il futuro Lord Caleb, lo seguì. Alto e slanciato, non sembrava possedere il più pallido accenno a una muscolatura o anche solo a un filo di grasso.

- E questo coso dovrebbe diventare Lord? – bofonchiò Eric, con beffarda ironia, al suo orecchio.

Lo ignorò, troppo concentrato nel cercare di osservare la figura della ragazza che arrancava nella neve alta dietro a sua madre.

Aveva lunghi e lisci capelli biondi, occhi di un azzurro sporco forse un po’ troppo grandi rispetto al suo viso, e un corpo da bambina fasciato in abiti che creavano l’illusione che avesse rubato gli indumenti alla madre.

Amar Cassel, il figlio del Capitano delle Guardie di suo padre, gli battè una mano sulla spalla con vigore. – Beh, suppongo che potesse andarti peggio. –

Già, concordò.

Sicuramente era meglio quel pulcino rispetto all’esuberante e biondissima Sheyleen Lannister, che gli si era gettata tra le braccia in modo fin troppo  allusivo e che gli era valsa settimane di prese in giro da Eric e Amar.

Per non parlare poi di Molly Frey. Arricciò il naso, disgustato, al pensiero dell’evidente linea di peluria che adornava il labbro superiore della nipote del Lord delle Torri Gemelle.

- Lady Beatrice, é un vero piacere incontrarti – pronunciò solennemente, inchinandosi e depositando un bacio sul dorso della mano della ragazza. Bacio forse non era il termine più appropriato, dal momento che le sue labbra sfiorarono appena il guanto di pelliccia prima di ritrarsi.

Formalità tra aspiranti fidanzati come quelle non erano il suo campo forte. Non possedeva l’esperienza né di Amar né di Eric con le ragazze.

- Il piacere é tutto mio, mio signore. –

Persino la sua voce era esile e delicata, proprio come un pigolio.

La stretta del gemello fu tutt’altra cosa: rigida e pomposa, come se volesse esprimere con i gesti il disgusto per il Nord che i suoi occhi lasciavano trapelare.

- Non ho mai visto un Greyjoy tanto lontano dal mare. È curioso, sembra di vedere uno squalo in montagna – asserì poi, con quel suo tono orribilmente saccente.

Eric irrigidì la mandibola, al punto che Tobias potè giurare di aver sentito il rumore dei suoi denti che si digrignavano, sfoderando la sua migliore occhiata assassina. In quello era un vero Uomo di Ferro, poco ma sicuro.

- Lo sai, vero, che tra uno squalo e una trota  -, sibilò quella parola con un ghigno derisorio, - Non c’è partita? –

A suo padre non sarebbe affatto piaciuto se Eric si fosse messo a duellare con il giovane lord idiota nel bel mezzo di un incontro formale e, come al solito, avrebbe trovato un modo per farla passare come una sua responsabilità.

Fu il pensiero di passare nuovamente dei guai con Marcus, e non tanto l’idea che Eric facesse polpette di quel Tully, a spingerlo ad agire.

- Eric, sono ospiti. –

L’erede dei Greyjoy roteò gli occhi, grigi come l’acciaio di Valyria, con insofferenza, ma fece un passo indietro per lasciare al biondo il suo spazio personale.

Caleb Tully li oltrepassò con stizza, la testa alta e lo sguardo altero, raggiungendo Marcus e Andrew che parlavano fittamente.

- Si prende molto sul serio, il giovane Lord – considerò Amar.

- Quello non é un Lord, solo un bamboccio attaccato alle sottane di sua madre. – Eric, il cipiglio gelido, scrollò le spalle: - Avresti dovuto permettermi di dargli una lezione, avrebbe sicuramente abbassato la cresta. –

- E mio padre si sarebbe infuriato. Far rotolare nella polvere Caleb Tully non vale la sua collera. –

- Come ti pare, dopotutto questa é casa tua. –

C’era sempre un retrogusto amaro nel modo in cui Eric pronunciava parole come quelle. Aveva passato più di metà della sua vita a Grande Inverno, ma Tobias aveva sempre avuto la sensazione che il suo comportamento mirasse a far pesare loro il fatto che lui non era altro che un ostaggio portato via per tenere buono il Lord delle Isole di Ferro dopo la sfortunata Ribellione dei Greyjoy.

- Eric … -

- No. Va’ dalla tua promessa sposa, non vorrai che tuo padre si arrabbi. –

Poi gli voltò le spalle, calpestando con passi decisi la neve fresca e dirigendosi verso le scuderie.

Tobias non provò ad andargli dietro. Quando si rifugiava in quel luogo lasciava cadere la barriera che aveva eretto intorno a sé quando, dieci anni prima, era arrivato a Grande Inverno con ancora indosso gli abiti da pirata dei Greyjoy. Eric non permetteva a nessuno di vederlo crollare, mai e per alcuna ragione, e lui rispettava quel suo desiderio di solitudine.

E poi aveva ragione: c’era una lady a cui andavano rivolte le sue attenzioni.

Le si affiancò sulla strada che portava al Parco degli Dei, osservandola arrancare a fatica fino a sprofondare fino al ginocchio in un cumulo fresco.

Un piccolo strillo lasciò le labbra sottili, mentre sgranava gli occhi per quel freddo inaspettato, e gli strappò un accenno di risata.

Beatrice si voltò a fulminarlo con un’occhiataccia.

- Non c’è nulla di divertente. Dammi una mano prima che mi trasformi in un cubetto di ghiaccio. –

Ah, dove aveva nascosto quell’indole imperativa fino a quel momento?

La prese per i fianchi, sollevandola e trovando conferma alle sue supposizioni: era leggera come un fuscello e tra le sue braccia forti appariva altrettanto fragile.

- Adesso puoi anche rimettermi giù, Stark – gli fece notare.

- Agli ordini, milady. –

Ricevette una lieve spinta.

- La lady é mia madre, non io. –

- Ma un giorno lo diventerai. –

Annuì. – La Lady di Grande Inverno, a quanto dice mio padre. –

- Così sembra. –

- E la cosa come ti fa sentire? Non ci conosciamo neppure. –

Inarcò un sopracciglio, sorpreso. Ma come, le sedicenni non erano pronte all’innamorarsi di un giovane lord o di un cavaliere che le conducesse in un grande e sfarzoso castello per fare di loro delle mogli e delle madri? Perché quello strano pulcino dagli occhi grandi non sembrava pensarla in quel modo?

- È quello che si aspettano da noi, é il nostro dovere. –

- Ah, voi Stark e il dovere. Possibile che non ci sia nulla che tu voglia fare solo perché ti va? –

Quelli non erano discorsi da lady, o perlomeno non del genere che era abituato a sentire. Le ragazze che conosceva non facevano altro che pensare ai tornei, agli abiti e al fare le civette con i giovani cavalieri attraenti. Vuote e frivole, come aveva sempre sentito dire sulle ragazze delle Terre dei Fiumi.

Eppure lei era diversa. Al punto che forse avrebbe potuto confessarle ciò che non aveva mai detto a nessuno.  

- Mi piacerebbe visitare tutta Westeros, dalla Barriera fino alla punta estrema di Dorne, e poi le città libere e le Isole dell’Estate … arriverei fino alle rovine di Valyria e ad Asshai delle Ombre. –

- Perché? –

- Perché così sarei lontano da Grande Inverno. –

Beatrice non gli chiese nulla, limitandosi ad annuire come se avesse capito da sé che c’era qualcosa di veramente cupo che lo tormentava.

- E tu? Tu cosa vorresti fare? –

- Mi piacerebbe cavalcare un drago. Anche una volta sola, per pochi istanti, e provare la sensazione di domare la creatura più incredibile del mondo. –

- Sei una lady strana, Beatrice Tully. –

- Non potevi farmi complimento migliore, Tobias Stark. –

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio autrice:

Eccoci con il primo capitolo di questa mia long che racchiude due delle mie serie preferite in un colpo solo. Spero che vi sia piaciuto, vi abbia incuriosito e che troviate azzeccate le Casate che ho scelto per i vari personaggi. Ogni capitolo avrà un’ambientazione diversa che verrà specificata nel titolo, pertanto nei vari capitoli troverete personaggi e coppie di volta in volta diversi le cui sorti sono in qualche modo intrecciate con tutti gli altri personaggi presenti (proprio come usa fare George RR Martin). Il prossimo vi anticipo che sarà ambientato a Dorne, quello successivo ad Approdo del Re e quello dopo ancora nelle Isole di Ferro. Fatemi sapere che ne pensate. Alla prossima.

Baci baci,

Fiamma Erin Gaunt

  
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