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Autore: illusion90    27/12/2008    3 recensioni
ed eccomi qua... a realizzare per me un sogno... sogno che per molti sarà distrutto dalle fatalità della vita.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E avrei potuto dire d’aver trascorso un’estate piacevole…

I miei erano appena andati in ferie, saremmo andati al mare…
Questa cosa un po’ mi scocciava, ma il destino volle che al mare, non c’andammo mai…

Sta suonando il telefono di mia madre. Sono le sette e mezza.

Ieri era ferragosto, dicono sia il giorno più lungo dell’anno, e anche il più caldo. «Chi vuoi che sia a quest’ora».
Tutto mi sarei aspettata… tutto fuorché questo.

Risponde papà al telefono, io resto ancora a letto, credendo avessero sbagliato numero…
Quanto l’ho sperato poi che fosse stato così. Invece è mia zia, la cognata di mamma. Papà cambia tono di voce, il volto si adombra. Chiude la conversazione.
Ora ha cambiato espressione, siamo tutti curiosi di sapere…
Curiosità che poi io avrei desiderato non avere.

Ieri sera mio cugino ha fatto un incidente col motorino. Sembrava niente di grave. Alle due di stanotte è entrato in un tunnel da cui non sarebbe più uscito.
Mio padre così, turbato dalla notizia…come tutti… si affretta a prepararsi e raggiungere gli altri all’ospedale.
"Vengo anch’io con te" gli dico quasi istintivamente. Lui non dice niente, annuisce e si avvia precedendomi.
Ci abbiamo messo un’ora e mezza per andarci. L’ospedale si trova in una città balneare.
Per tutto il tempo siamo rimasti in silenzio, ognuno con i propri pensieri, con le proprie paure e le proprie speranze.
Siamo arrivati…
Pareti bianche, un po’ stanche, e qualche dedica sui muri, un invito a risvegliarsi da quel sonno senza fine.
i miei parenti, tutti riuniti.
in fondo al corridoio, una piccola stanza. dentro, un altare e poche file di sedie.
vi entrai con mio padre. la ragazza di mio cugino, Teresa, seduta per terra, straziata da quel dolore...pregava...pregava... e con lei pregavo anch'io.
 in quella stanza quante persone ho visto entrare e chiedere anche in silenzio una mano a Dio.
persone che in chiesa mai c'erano entrate e che mai avevano pregato... persone che non v'entreranno più. compresa me. perchè ti accorgi ad un certo punto della tua vita che tutto quello che hai fatto prima, non ha alcun senso... non ne ha perchè poi ti viene tolta una cosa preziosa senza motivo e soprattutto ingiustamente.
lo sapevamo che il mondo è ingiusto, ma che lo sia anche Tu... questo proprio non lo sapevo e non l'avrei mai detto.
s'è fatta sera.
siamo tutti distrutti.
giosi, mio cugino, ancora non si sveglia. mio zio, suo padre, sta uscendo fuori di senno, fa richieste assurde. cambierebbe la sua vita per salvare quella di suo figlio, ma in fondo chi padre non lo vorrebbe...
e intanto vaga in giro come perso nel vuoto.
lo stesso vuoto che poi lascerà Giosi nel cuore di tutti.
si avvicina il dottore. gli parla un fratello di mio zio, un pò più fermo...
«sperate in un miracolo...soltanto questo può far salvare la vita di quesl ragazzo».
noi il miracolo lo chiediamo intanto.
perchè abbiamo fede e perchè vogliamo che non se ne vada.

giosuè tra dodici giorni compirà il suo diciannovesimo compleanno.

gioca a calcio. sapeste quant'è bravo. gioca da quand'era bambino.
è sempre stato il suo sogno, ed ora che vedo quella porta dietro cui c'è lui, penso a com'era.
cerco di ricordarlo.
ha una gran voglia di vivere.
ha sempre portato con se gioia e allegria ovunque andasse.

stasera non torno a casa mia, dormo dalla nonna, la madre di papà. poi domani vengo di nuovo.
ma non riesco a dormire. vado a letto solo perchè me l'ha detto papà.
è stato sofferente. sofferente vedere tutti quei volti.
sentirmi così piccola e stupida di fronte a tutto quel dolore e a tutta quella speranza.
ancora un altro giorno così...

poi. il peggio.

non hai ascoltate le nostre peghiere, non ne hai voluto sapere.
e la mattina del 18, mentre ero da mia nonna materna, telefona mia cugina. parla con mamma.
è incredula.
non ci crede. nessuno ci può credere.

ho pensato di non avere più lacrime... poi ho guardato mio fratello.
mi ha chiesto perchè fossi triste.
non gli ho saputo rispondere.
ho girato altrove il mio volto ormai bagnato dal dolore.
lo sguardo segnato da quelle lacrime, erano persi, aggrappati a dei ricordi.
e mille domande tempestano la mia mente, ma nessuna risposta ho mai ottenuto da alcuno.

io all'ospedale non ci sono più andata.

non l'ho visto nella bara.
non ce l'ho fatta.

ha salvato la vita a sei persone donando loro i suoi organi.
ha subìto un trauma cranico. a lui una seconda possibiltà non è stata concessa, lui che la meritava appieno avendo sempre fatto il suo dovere e mai il contrario.
il vuoto che ha lasciato è incolmabile.

sono passati mesi, ma il vuoto è sempre uguale.
"non devi avercela con lui, la vita va avanti e con essa anche tu". mi dicono. che ipocrisia.
come si fa a credere in qualcuno che ha deluso te e centinaia di persone.
come si fa a perdonare chi, non hadato una seconda possibilità quando invece avrebbe potuto.
come si fa... a gioire, a festeggiare...a far finta come se niente fosse accaduto...
 non credo sia possibile.
  
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