Scivola la mano sulla tastiera. Pioggia lenta, mare in tempesta, che piange, stridore di gabbiani, sangue di mondo. Tasti bianchi, nuvole nere, silenzio di rabbia, spruzzi salati, pesci come cavalieri senza testa, senza cuore, buio terribile, notte profonda; la mano corre, fugge dalla guerra. Suoni lontani, sempre più veloce (era scritto prestissimo o sbaglio?); acquazzone, il mare si calma, tutto si quieta, la mano rallenta, i gabbiani ammutoliscono e il mondo sanguina; …
Tasto nero, squarcio di tuono e di fulmine, suono discorde, il cielo si disintegra e il mondo è morto.
Tutto è silenzio.
Senti quanto pesa.
Il pianista si alza e lentamente s’inchina, e il mondo risorge.
È giorno di nuovo, applausi, grida: gli echi della guerra conclusa, il pianoforte è silenzioso, il guerriero ora riposa.