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Autore: KateBeckett_12    22/04/2015    1 recensioni
-Mr Castle, lei è omosessuale?-
Avevo osato troppo. Potevo notarlo dalla sua espressione che era meravigliato.
-Mi scusi ma vede è scritto qui....- dico mostrandogli il quaderno con le domande di Lanie.
-Tranquilla, Kate. E' comunque no. Non sono omosessuale.-
Iniziò tutto cosi. Per un imprevisto di Lanie Parish, per un impacciata Kate Beckett e un Richard Castle che è tutto tranne che il solito scrittore: Bello, affascinante, intelligente ma soprattutto lo scapolo più ricco degli Stati Uniti d'America. Come mai? Non vi resta che leggere.
Riferimenti molto casuali a "50 sfumature di grigio, nero e rosso". Tutto assomiglierà alla storia vera ma sarà scritto in modo differente (In parole povere non sarà un copia incolla.)
Spero che vi piaccia ;)
Genere: Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Javier Esposito, Kate Beckett, Kevin Ryan, Lanie Parish, Richard Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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ATTENZIONE: la storia che andrete a leggere è uguale a 50 sfumature di grigio, l'unica variante sono i personaggi. Per questo motivo non ho alcun diritto per la fanfiction ed inoltre non voglio violare nessun copyright. Tutti i diritti sono e rimangono di E.L.James ( l'autrice ) e la casa produttrice.

Capitolo 1

Mi guardo allo specchio e mi rendo conto di essere davvero un mostro. Al diavolo i miei capelli che stamattina non vogliono saperne niente e al diavolo Lanie Parish, la mia coinquilina, che mi costringe a fare questa prova. Dovrei studiare per gli ultimi esami, ed invece sono qui mentre cerco di rendermi presentabile , per andare a Seattle e intervistare un pezzo grosso di un industria che io personalmente non ho mai sentito nominare.
Avrei degli esami da preparare, una tesina da finire e oggi devo guidare per 200 km solo per intervistare il delegato delle Castle Enterprises Holdings Inc. cui tempo è prezioso, (non più del mio), ma ciò non gli ha impedito di concedere un intervista alla mia amica.
Lanie lavora al giornale dell'università. In realtà né è il direttore. Ci conosciamo da 4 anni e già dal primo anno di studi siamo diventate subito amiche, andando a vivere insieme nell'appartamento comprato dai suoi dove pago un affitto davvero ridicolo. In fin dei conti glielo devo. Una volta scesa giù in salotto, la trovo raggomitolata sul divano.
-Kate, sei pronta? Non hai cambiato idea vero?- 
-Tranquilla Lanie. Sono pronta e sto uscendo.-
-Grazie mille sei un tesoro. Sai sto programmando questa intervista da mesi ormai e dovevo proprio ammalarmi oggi?! Comunque qui ci sono le domande e un registratore.- dice porgendomi uno zainetto che subito metto in spalle. 
-Ok ma tu rimettiti a letto.-
-Kate come sempre mi salvi la vita.-
Le strade sono sgombre quando parto da Vancouver, nello Stato di Washington, alla volta dell’I-5. È ancora presto, e devo essere a Seattle non prima delle due del pomeriggio. Per fortuna, Lanie mi ha prestato la sua macchina sportiva, una Mercedes CLK. Non sono certa che Wanda, il mio vecchio Maggiolino, mi avrebbe portato a destinazione in tempo.
La mia meta è il quartiere dove sorge l'impresa di Mr. Castle. Parcheggio l'auto di Lanie nel parcheggio dell'azienda e mi dirigo nella hall principale notando che tutto il palazzo è d'acciaio e vetro. Mi avvicino ad un bancone dove noto una bella donna bionda tutta in tiro e con un sorriso ammaliante. 
-Posso aiutarla?- chiede gentilmente.
-Sono qui per vedere Mr Castle per conto di Lanie Parish. Sono Kate Beckett.-
-Aspetti un secondo Mrs. Beckett.-
Solo ora mi rendo conto del mio abbigliamento poco adeguato nonostante oggi abbia indossato la mia unica gonna con un paio di stivali e un maglioncino azzurro.
-Signorina Beckett, Deve prendere l’ultimo ascensore sulla destra. Ventesimo piano. La prego mi metta una firma qui.- dice porgendomi un cartellino con scritto OSPITE. Seguo le sue indicazioni, prendo l'ascensore e salgo al ventesimo piano. Una volta che le porte dell'ascensore si aprono, mi ritrovo in un'altra hall davvero spaziosa. Una donna, sempre bionda, seduta alla scrivania si alza per raggiungermi e mi chiede se ho un soprabito. Annuisco, togliendomi goffamente la mia giacca di jeans e mi fa accomodare sui divanetti di pelle bianca.
Qualche minuto dopo vengo raggiunta da un'altra donna sempre bionda.
"Quest'uomo è fissato con le bionde!" penso tra me e me.
-Mrs. Beckett , le hanno offerto qualcosa da bere?-
-Mmm in realtà no.-
La seconda assistente si scusa subito dicendo che c'erano delle nuove stagiste li e che quindi non sapevano ancora come comportarsi.
-Vuole un caffè, un the o un bicchiar d'acqua?- chiede gentilmente.
-L'acqua andrà benissimo, grazie.-
Si allontana sorridendo e ritorno alcuni secondi dopo con un bicchiere d'acqua. Forse Mr Castle vuole che tutte le sue dipendenti siano bionde. Mi sto oziosamente chiedendo se ciò sia legale, quando la porta dell’ufficio si apre ed emerge un attraente afroamericano con corti dreadlocks, alto e ben vestito. Decisamente, ho scelto il look sbagliato. Si gira e chiede dalla soglia: -Questa settimana si gioca a golf, Castle?-. Non sento la risposta. L’uomo si volta, mi vede e sorride, stringendo gli occhi scuri. La prima assistente bionda è balzata in piedi a chiamare l’ascensore. Sembra eccellere nel salto dalla  sedia. È più nervosa di me!
-Buon pomeriggio, signorina.- mi saluta lui, uscendo.
Continuo ad osservarlo fin quando le porte dell'ascensore non si chiudano e fin quando , la seconda assistente bionda non mi riporta sulla terra dicendomi che il signor Castle può ricevermi.
Mi alzo, cercando di dominare l’agitazione. Prendo lo zainetto, abbandono il bicchiere d’acqua e mi dirigo verso la porta socchiusa.
«Non occorre che bussi, può entrare.» Mi sorride con gentilezza l'assistente.
Apro la porta e inciampo. Cado lunga distesa in mezzo all’ufficio.
"Merda! Posso mai essere cosi distratta e impacciata?"
-Miss Parish, tutto bene?- mi chiede una voce alquanto giovane. Alzo lo sguardo per guardarlo e mi rendo conto che è dannatamente giovane.....e dannatamente sexy.
-Miss Parish, venga mi dia la mano.- dice porgendomi la sua mano perfetta e curata.- Vuole un bicchier d'acqua? Vuole sedersi?-
Accetto la sua mano, alzandomi e mi ritrovo a fissare i suoi occhi azzurri. Non è molto alto, cioè lo è visto che sono con i tacchi e mi supera comunque ma forse me lo aspettavo decisamente diverso.
"Grazie al cavolo, ti aspettavi un vecchietto di 90'anni." dice la mia vocina interiore.
Indossa un completo grigio, con una camicia bianca che gli mette in risalto gli occhi color cielo e i capelli castani pettinati leggermente all'indietro.
Mio dio, è davvero bello.
Riprendo la connessione con il mio corpo e soprattutto con la mia mente e mormoro qualcosa.
-Mmm in realtà , Mrs. Parish è indisposta. Spero che non le dispiaccia Mr Castle.-
-Ah... e lei è?- chiede in tono molto divertito.
-Kate Beckett, signore. Frequento la stessa università di Lanie e sono la sua coinquilina.-
-Capisco.- dice lui semplicemente -Ma prego, si sieda.- dice indicandomi un divanetto bianco a L nel centro dell'ufficio.
Rimango affascinata da alcuni quadri appesi alla parete e lui mi riporta alla realtà dicendo che li ha dipinti quand'era molto giovane e che quindi non esprimevano granché. 
-Li ha dipinti lei, Mr Castle?- chiedo meravigliata.
-Qualcosa che non va Mrs. Beckett?- chiede sedendosi sulla poltrona di fronte a me.
-In realtà sono solo meravigliata, sono davvero bellissimi e anche molto particolari.-
-La ringrazio signorina Beckett. Allora mi dica.... lavora anche lei per il giornale?-
-No come le ho già detto, frequento la stessa università di Lanie. Sono qui solo perché me l'ha chiesto.-
Apro lo zainetto, prendendo il quaderno con le domande e anche il registratore. Peccato che non sappia come funzioni questo arnese. 
"Porca miseria, stai facendo la figura della scema!"
-Mi scusi non so come farlo funzionare ...- dico sottovoce.
-Si prenda tutto il tempo che le occorre, Miss Beckett- dice.
Dopo un qualche secondo, finalmente ci riesco.
-Le dispiace se registro le sue risposte?-
-Me lo chiede adesso, dopo aver tanto faticato per far funzionare il registratore?-
Arrossisco. Mi prende in giro? Lo spero.
-Lanie, voglio dire, Miss Parish, le aveva spiegato a cosa è destinata questa intervista?-
-Sì. Apparirà sul prossimo numero del giornale studentesco, dato che alla cerimonia di quest’anno sarò io a consegnare i diplomi di laurea.-
Lui consegnerà cosa...? Oh mio dio.
-Qualcosa non va signorina Beckett?-
-Nono....allora avrei alcune domande da farle.-
-L'avevo capito signorina Beckett. Prego incominci pure.-
Leggo il quaderno di Lanie , per farmi un'idea delle domande che la mia amica ha scritto.
-Lei è molto giovane per aver creato un simile impero. A che cosa deve il suo successo? Lei pensa di avere un potere immenso?-
-Allora... devo il mio successo alla mia famiglia ma soprattutto alla mia testardaggine. Ho più di quarantamila persone, perciò si Mrs. Beckett. Posso considerare il mio potere immenso.-
-Ha qualche interesse al di fuori del lavoro? Cosa fa per rilassarsi? - dico leggendo il quaderno . -A parte la pittura ovvio.- dico guardandomi intorno.
-Rilassarmi?- Sorride, rivelando denti bianchissimi. Rimango senza fiato. È davvero bellissimo. Nessuno dovrebbe essere così attraente.
-Beh, per “rilassarmi”, come dice lei, vado in barca, volo, pratico diversi sport.-
-Okay...- dico segnando alcuni appunti sul quaderno -Lei investe anche in tecnologie agricole. Perché le interessa questo settore?-
-Se oggi sono uno degli imprenditori più ricchi degli Stati Uniti lo devo alla mia famiglia. Mio padre lavorava in una delle panetterie più grandi di Washington e dopo ha costruito altri 10, 20, 30 punti vendita e ci siamo ingranditi tantissimo. Da li, ho investito in saloni di bellezza, telecomunicazioni, aziende varie fino ad arrivare qui.-
Troppo arrogante Mr Castle. Ora ci penso io osando un po'.
-Mi dica come mai non viene mai fotografato con figure femminili?-
-Non mi piace dare spettacolo della mia vita privata. Rispetto e ho diritto alla mia privacy. -
-Beh essendo tra gli uomini più ricchi degli Stati Uniti mi sembra alquanto difficile.- mormoro tra me e me.
-Come dice, Kate?-
Mi ha chiamato Kate. Il mio cuore mi martella nel petto e le mie guancie bruciano.
-Dicevo... ha intenzione di allargare la sua famiglia, Sig. Castle?- mento spudoratamente.
Lui sorride e poi dice: - Perché dovrei? Ho già una famiglia. Un fratello, una sorella e due genitori amorevoli. Non mi manca niente.-
A questo punto però la domanda mi sorge spontanea.
-Mr. Castle , lei è omosessuale?- 


 
  
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