Fumetti/Cartoni europei > W.i.t.c.h.
Segui la storia  |       
Autore: hinata 92    22/04/2015    3 recensioni
In una notte triste e malinconica, Will sparisce nel nulla e strani fenomeni iniziano ad accadere alle Guardiane e alla stessa Kandrakar. Dove sarà finita la Custode del Cuore? E soprattutto... cosa sta cambiando?
Una Will come non l'avete mai vista!
Genere: Dark, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Un po' tutti, Wilhelmina (Will) Vandom
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Una stilla di speranza

 

Dopo un istante, o forse anche meno, Will e Shalek ricomparvero in un luogo completamente diverso, una fortezza oscura circondata da una notte senza stelle e da enormi nubi temporalesche e cariche di fulmini.

Lei sorrise, il sorriso più inquietante e malsano che potesse fare: «Ecco il nostro nuovo regno... anzi, la base del nostro nuovo impero!»

Shalek fece lo stesso sorriso: «Kandrakar... ne ho sentito parlare spesso durante gli eoni, ma non l’avevo mai vista con i miei occhi...»

«Che te ne pare?»

«Sarà perfetta.»

La coppia che incarnava il Male stesso dell’universo varcò la soglia del Centro dell’Infinito da dominatrice assoluta. La Fortezza sembrò piegarsi al loro volere, ingrandendosi di molto per farli passare. Con sicurezza, mano nella mano, attraversarono i saloni scuri, illuminati solo da una malsana luce rossastra, ammirando gli affreschi e i mosaici che, adattandosi al nuovo ambiente, non mostravano più i momenti più importanti e gioiosi della storia di Kandrakar e dell’universo stesso, ma gli episodi più oscuri e raccapriccianti, gli oscuri segreti che per millenni erano stati celati e che invece ora erano esibiti orgogliosamente come le future basi su cui costruire una nuova epoca.

Entrarono nella sala dove da sempre si riuniva la Congrega, vestita con tuniche nere, che al vederli s’alzò in piedi e s’inchinò in segno di rispetto e devozione. Will e Shalek si avvicinarono al centro della stanza, dove l’Oracolo, sollevato da terra e vestito anch’egli di nero, li accolse chinando il capo e inginocchiandosi.

«Will, Guardiana e custode di questi luoghi, tu ci hai fatto conoscere la via dell’Oscurità, ci hai preso per mano e ci hai condotti verso questa nuova strada. Siate tu e il tuo compagno la nostra guida.»

Nel vedere la persona che l’aveva sempre comandata a bacchetta sottomettersi completamente alla sua volontà, il cuore di Will si riempì di una gioia immensa. Lanciò un fugace sguardo al suo amore, che con un cenno le lasciò piena libertà di decisione. Allora il demone avanzò di qualche passo, per essere proprio al centro della Fortezza, alzò in alto il Cuore di Kandrakar distorto e parlò con voce solenne.

«Fin dalla sua creazione, Kandrakar ha vegliato su ogni universo posto sotto la sua custodia affinché regnassero la pace e la concordia, sotto la luce benevola e rassicurante di questo luogo al centro dell’Infinito.»

Il suo volto si allargò in un malevolo sorriso: «Ma oggi su questi luoghi è sorta la notte, un’infinita oscurità senza luna né stelle, dove le ombre inghiottono la luce strappandola a morsi, dove dominano l’odio e la violenza. Su questo dovrà fondarsi e vegliare da oggi in poi Kandrakar: non più semplice spettatore degli eventi inevitabili, ma attore in prima persona sui mondi dove regna la pace per diffondere l’odio, il caos e la discordia, in ogni luogo sotto la sua giurisdizione e su tutti gli altri. Non esitiamo a intraprendere guerre per diffondere la Verità dell’odio in ogni luogo del creato, non esitiamo a distruggere ciò che è esistito per millenni e anche più. Oggi nasce una nuova era, in cui tutti saremo protagonisti e distruttori. Siete con me?»

La Congrega rispose con un urlo entusiasta e Shalek sorrise. A differenza di lui, che quasi immancabilmente mostrando il suo vero aspetto suscitava paura e orrore, Will sapeva manipolare le persone sfruttando l’aspetto più affascinante del sentimento che lui stesso incarnava, l’odio. Lei non aveva dovuto aspettare un momento di debolezza, aveva attaccato e vinto l’organo creato all’inizio dei tempi per combatterlo nel suo momento di massimo splendore quando lui non era mai riuscito neppure ad avvicinarcisi.

Era enormemente fiero di lei e l’amava come non mai.

Will continuò: «Per questo motivo ho richiamato a me le mie compagne, perché condividano con noi la gioia della rinascita della Fortezza e siano il nostro braccio armato e più pericoloso nella nuova guerra che stiamo per intraprendere. Avanti, amiche mie, entrate!»

A quell’ordine varcarono fieramente l’ingresso le Guardiane.

Taranee, la Guardiana del fuoco, aveva l’aspetto di un demone completo ed era avvolta nel suo stesso elemento, una fiamma oscura, gelida e ardente.

Cornelia, la Guardiana della terra, aveva ancora il suo solito aspetto, ma i suoi occhi erano completamente neri, ed ad ogni suo passo sul pavimento si allargavano crepe e voragini.

Irma, la Guardiana dell’acqua, aveva ancora il suo aspetto, ma il ghigno sul suo volto non lasciava adito a dubbi sulla sua fedeltà alla nuova Congrega.

Will sibilò trattenendo a stento il fastidio: «Dov’è Hay Lin?»

 

La ragazza attraversò correndo una sala dopo l’altra, cercando senza trovarlo un punto sicuro e rassicurante nel luogo che aveva sempre vegliato sulla pace. Non sapeva neanche lei esattamente da cosa stesse scappando.

Era appena uscita da scuola insieme alle sue amiche, quando erano state dislocate contro la loro volontà in uno strano luogo, che assomigliava vagamente a Kandrakar ma che sicuramente non lo era. E lì era scattato qualcosa nelle loro coscienze, qualcosa di nuovo e di sconosciuto, ma tremendamente malvagio e attraente. Quel desiderio di distruzione e di odio che qualche volta avevano provato negli ultimi giorni le aveva assalite d’un tratto, potente come mai prima d’allora, e le aveva cambiate profondamente. Nessuna si stupì quando Taranee, improvvisamente, cambiò aspetto sotto i loro occhi, anzi, ognuna di loro, lei compresa, provò nei suoi confronti una profonda invidia. Poi avevano sentito il Cuore di Kandrakar chiamarle e, silenziosamente, in fila una dietro l’altra, si erano incamminate verso la Sala della Congrega. Ma quando Hay Lin, l’ultima della fila, aveva intravvisto cos’era diventata Will, quel gigante spaventoso e oscuro, il suo cuore, invece di riempirsi di ammirazione com’era avvenuto a tutti, si era colmato di paura allo stato puro e, senza neppure pensare alle conseguenze, aveva sentito i suoi piedi voltarsi e iniziare a correre.

Con la coda dell’occhio, la ragazza notò una stanza dotata di un grosso portone e senza rifletterci troppo ci si infilò, chiudendo le porte con i suoi poteri e appoggiandosi sopra, ansimante. Ironico, per la Guardiana dell’aria, rimanere senza fiato.

Quando il suo cuore smise di cercare di uscirle dal petto, Hay Lin aprì gli occhi, per poi sbarrarli dalla sorpresa.

La stanza era occupata da quelle che sembravano gocce trasparenti e colorate: una era nera ed enorme, occupava metà della stanza da sola, alta e larga come le stesse pareti e in continua espansione, come se stesse cercando di sfondarle; altre tre molto più piccole, delle stesse dimensioni di un cuscino, le gravitavano intorno, una nera con riflessi arancioni, una verde con riflessi neri e una azzurra molto adombrata; l’ultima, argentea, leggermente offuscata, aveva un comportamento anomalo. Spesso si avvicinava alle altre, per poi allontanarsene di colpo. Hay Lin si riconobbe appieno in quella goccia argentata, così come riconobbe tutte le altre sue compagne. A quanto pare in quella stanza erano racchiuse delle piccole rappresentazioni di loro o dei loro poteri, non avrebbe saputo dirlo. Rimase a guardarle per un po’, affascinata dalle loro luci e dai loro colori.

 

«Dov’è?»

Irma rispose con un tono serio che le si era sentito pochissime volte: «Era con noi fino a poco fa.»

Will si spazientì: «Tanto piacere! Io voglio sapere dov’è ora!»

Shalek osservò attentamente la sua compagna. Il suo animo era agitato dalla rabbia, anzi, da una furia cieca, e la cosa lo affascinava. Aveva sempre faticato a comprendere quel sentimento, che per lui era completamente impossibile provare. Aveva notato che spesso si associava all’odio, di cui era incarnazione, ma gli era difficile capire come facessero le persone a compiere atti incontrollabili e normalmente impossibili sotto l’influenza di quel sentimento. La sua Will, completamente furiosa per la sparizione della compagna, per esempio, stava subendo un’altra piccola mutazione: i suoi capelli stavano crescendo a vista d’occhio e le ciocche sembravano avere vita propria, frustando e cercando di afferrare ciò che le circondava; per non parlare poi della sua bocca, che si stava allargando diventando completamente sproporzionata. Shalek provò una fitta d’invidia. Perché lui era precluso da un sentimento così potente da poter rendere il suo amore ancora più mostruoso e stupendo?

Un membro della Congrega propose timidamente: «Possiamo andare a cercarla, non può essere andata lontano...»

Una ciocca di capelli di Will si avvolse attorno al collo del malcapitato, sollevandolo fino all’altezza dei suoi occhi: «E non l’avete ancora fatto?»

Lo lasciò di colpo, facendolo quasi schiantare sul pavimento: «Trovate Hay Lin. Le Guardiane devono essere unite, come è sempre stato.»

 

Hay Lin rimase a fissare la goccia di Will, che sembrava essere più agitata di prima. Dovette ammettere a se stessa che era spaventosa quanto affascinante, una concentrazione di puro potere.

Fu in quel momento che, con la coda dell’occhio, vide la goccia che la rappresentava dirigersi con decisione verso quella più grande.

«NO!»

D’istinto, per fermarla, fece l’unica cosa che le fu possibile, l’abbracciò con tutte le sue forse per trattenerla. Una fortissima luce l’avvolse completamente, per poi spegnersi di colpo. Confusa, Hay Lin riaprì lentamente gli occhi e si guardò intorno.

Cos’era successo?

Dov’era finita la sua Stilla?

La cercò con lo sguardo per un po’, poi si rese conto di una cosa strana. Ora sapeva esattamente dove si trovava. Era nella Stanza delle Stille, le gocce colorate che contenevano l’essenza più pura dei loro poteri e che erano direttamente collegate alle loro anime. In passato avevano conosciuto la loro custode, Luba, ma non le avevano mai viste di persona. Lo sguardo di Hay Lin si posò sulla Stilla di Irma e d’un tratto ebbe l’irrefrenabile istinto di cingerla con le braccia, senza toccarla. Lo fece, sussurrandole dolcemente: «Irma... tu sei la Guardiana dell’acqua, fonte di vita, proprio come l’aria... è vero, l’acqua può anche uccidere, ma non è per questo che è nata. Tu lo sai, Irma... torna al tuo scopo originario... per favore, torna in te...»

 

Irma strinse gli occhi e li riaprì di scatto, non riconoscendo il posto. Dov’era finita? L’ultima cosa che ricordava chiaramente era di essere uscita da scuola...

Si voltò e per poco non urlò dallo spavento. Di fronte a lei c’era una versione gigantesca e mostruosa di Will, della sua cara amica che avevano cercato disperatamente nei due giorni precedenti. Lo spavento le riportò alla mente gli ultimi avvenimenti. Ma certo, erano state dislocate a Kandrakar e poi... poi era successo qualcosa di grave, per nulla paragonabile allo scatto di violenza del giorno prima che aveva avuto contro suo fratello Chris. Era come essersi risvegliati da un incubo ed accorgersi che in realtà il sogno non era ancora finito.

Cercando di non farsi notare troppo, Irma tentò di defilarsi, ma proprio mentre era fuori dalla vista venne nuovamente dislocata.

«Irma!»

«Hay Hey! Cosa...»

La Guardiana dell’acqua sbarrò gli occhi e si mise le mani sulla bocca. Cos’era successo alla sua amica? Il suo corpo sembrava aver perso consistenza ed era semitrasparente. Tuttavia Hay Lin non sembrava essere minimamente preoccupata per la sua situazione, visto che attraversò la sala e le corse incontro per abbracciarla: «Irma! Sei tornata in te!»

Al suo tocco la ragazza si spaventò ancora di più, perché l’amica era quasi intangibile. L’unica sensazione che provò al contatto fu quella di un vento tiepido che le sfiorava la pelle.

«Tu, invece, Hay Lin... non mi sembri molto... in te...»

«Sono fuori di me dall’ansia! Hai visto cosa sta succedendo? Dobbiamo fermarle, dobbiamo far rinsavire Will prima che ci porti di nuovo sotto la sua influenza! Se ci sono riuscita con te, forse insieme possiamo aiutare anche le altre...»

Irma, con un enorme sforzo, si obbligò a tacere. Per quanto avesse paura di trovarsi di fronte a un fantasma, Hay Lin non era evidentemente intenzionata a starla ad ascoltare e non poteva neanche darle totalmente torto. In qualche modo la Guardiana dell’aria le afferrò la mano e la trascinò a una bolla verde con riflessi nerastri.

«Questa è la Stilla di Cornelia. Se uniamo le nostre forze possiamo purificarla, come ho fatto prima con te.»

«Come fai ad esserne così sicura, Hay Hey? Se questa è davvero una Stilla io ci starei lontana, ti ricordi com’è andata con Luba l’ultima volta?»

«Non lo so in realtà, ma sento che è la cosa giusta da fare.»

Irma sospirò, guardandola seriamente: «D’accordo, facciamo come vuoi tu. Il tempo stringe, ti stanno cercando dappertutto e tra poco avrò anch’io il mio bell’avviso di taglia...»

Le due ragazze si presero entrambe le mani, abbracciando al centro la Stilla della terra. Intorno a loro, come un satellite impazzito, continuava a vorticare la Stilla di Irma, mentre alle loro spalle quella di Will si faceva sempre più incombente e minacciosa.

Come prima, Hay Lin parlò alla Stilla con tono dolce: «Cornelia... tu sei la Guardiana della terra, di tutto ciò che è vivo e vitale... tu, che sei espressione della rinascita, non puoi votarti alla distruzione. Così come l’acqua e l’aria sono indispensabili alla terra per vivere, noi siamo qui per aiutarti... torna al tuo scopo originario... per favore, Cornelia, torna in te...»

Vedendo la goccia di fronte a lei contorcersi e agitarsi, emettendo piccole scariche, Irma fece una smorfia: «Mi associo a tutto quello che ha detto lei, Corny... dai, se non vuoi pensare ai nostri grandi doveri cosmici, torna almeno a litigare con me... non ci posso credere che non ti manchiamo neanche un po’...»

 

Lo sguardo scuro di Cornelia era alzato verso l’alto, dove Will stava discutendo in modo più o meno pacifico con l’ennesimo saggio che aveva provato a contraddirla. Sul suo volto c’era un piccolo sorriso soddisfatto, nel cuore la segreta speranza di diventare anche lei così, meravigliosamente spaventosa. E poi...

... poi gli occhi le bruciarono fortissimo, costringendola a chiuderli e a metterci le mani sopra. Quando li riaprì le iridi azzurre erano nuovamente visibili e il suo cervello iniziò a snebbiarsi. Un attimo dopo era scomparsa.

Will sbatté a terra anche il suo ultimo interlocutore: «È possibile che non si sappia nulla di ben due Guardiane scomparse nel nulla? Quando ero anch’io al loro servizio sapevano sempre come controllarmi...»

Shalek le si avvicinò. Non sapeva se calmarla o se lasciarle sfogare la sua furia, ma quando notò un dettaglio seppe cosa fare.

«Anche la Guardiana della terra è appena sparita...»

Il demone guardò la sua compagna negli occhi. Vide chiaramente che quello che prima era solo un sospetto era diventato per lei una certezza.

«Hay Lin! È lei che me le sta strappando una ad una...»

La rabbia di Will sembrò aumentare a dismisura e Shalek sorrise.

«La troverò e la fermerò io stessa.»

Non poteva non essere felice di vedere quello sguardo omicida negli occhi dell’amata. Ormai era certo che non appena avesse ritrovato le amiche le avrebbe uccise. Non si era opposto al suo desiderio di averle al suo fianco, ma non aveva difficoltà ad ammettere di essere molto più soddisfatto nell’avere Will tutta per sé.

 

Cornelia era a disagio nel dare la mano all’evanescente Hay Lin e non la perdeva un attimo d’occhio. Lei sapeva cosa significava possedere i poteri delle Stille, anche se a lei erano toccate tutte e cinque, e, anche se era ancora meno convinta di Irma su quello che stavano facendo, si mise anche lei in cerchio intorno alla Stilla di Taranee, leggermente infastidita dalla sua e da quella di Irma che giravano attorno a loro come mosconi.

Irma fece una smorfia: «Non sono sicura che ci possiamo riuscire anche questa volta... Tara ha già completato la sua trasformazione...»

Hay Lin annuì convinta: «Andrà bene come lo è andato finora.»

Cornelia la guardò seria: «Procedi, allora. Noi ti aiuteremo con la nostra energia per purificare la Stilla di Taranee

La Guardiana dell’aria prese un profondo respiro, poi chiuse gli occhi e cominciò: «Taranee... tu sei la Guardiana del fuoco... forse potrai pensare che il tuo sia l’elemento più distruttivo , ma ti sbagli. Hai molte ragioni per le quali è stato più semplice per te trasformarti in demone, lo capiamo: il tuo elemento è il più difficile da controllare e domare, sei telepatica e ti è sempre stato semplice identificarti con ognuna di noi e in particolare con Will, a cui sei più legata da sempre... ora, però, ascoltaci. La tua fiamma non è sinonimo di distruzione, ma è una fiamma di vita, di energia, di gioia e di saggezza...»

Irma sorrise: «Non per nulla sei la più secchiona fra noi, Tara...»

Cornelia, di tutta risposta, le diede un pestone con il tacco dello stivale, per poi aggiungere: «Non starla ad ascoltare, conosci anche tu com’è fatta.»

Hay Lin continuò come se nulla fosse successo: «Noi siamo qui per aiutarti... entra in contatto con noi, torna al tuo scopo originario... per favore, Taranee, torna in te...»

 

Yan Lin si avvicinò a Will: «Se conosco abbastanza bene la mia nipotina, si è nascosta da qualche parte, un posto che considera sicuro... ma non conosce quasi nulla della Fortezza...»

L’Oracolo, in perfetto silenzio, stava scandagliando mentalmente ogni singola stanza di Kandrakar alla ricerca delle Guardiane perdute. Erano tutti talmente concentrati nelle ricerche che fu Will stessa ad accorgersi che le fiamme nere attorno a Taranee si erano improvvisamente spente e che il corpo della compagna si stava progressivamente schiarendo.

«No, no, no...»

Prima ancora che la trasformazione fosse completata, Taranee scomparve senza che Will potesse fare nulla. La sua rabbia divenne furia cieca, tale che solo sbattendo a terra il piede demolì gran parte delle gradinate della Congrega.

La sua voce era deformata: «Hay Lin... hai appena decretato la tua condanna a morte... tua e di tutti coloro che ti stanno aiutando...»

L’Oracolo finalmente parlò: «Le ho trovate. Sono tutte insieme nella Sala delle Stille.»

Will sorrise: «E allora andiamo a prenderle.»

 

Taranee scosse la testa: «È impossibile... voi volete... fermare Will... parlando alla sua Stilla?»

Hay Lin le rispose tranquillamente: «Con te ha funzionato, no?»

«Sì, ma Will ora è... è... non so neanche definire cosa sia!»

La ragazza non voleva assolutamente associare alla sua amica del cuore la parola “mostro”, ma sinceramente non sapeva assolutamente in che altro modo chiamarla.

Cornelia fece una smorfia: «Io invece non so come faremo a tenerci per mano... la Stilla è troppo grande!»

Hay Lin allargò le braccia, creando delle stringhe argentate di energia: «Usiamo i nostri poteri come tramite. Possiamo farcela.»

Irma si mise in posizione, ma senza rinunciare alla nota sarcastica: «Già, Hay Hey, pensiamo positivo... in fondo se non ce la facciamo condanniamo solo l’universo...»

Cornelia le rifilò un’occhiataccia: «Zitta e mettiti all’opera.»

Taranee sorrise. Adorava le sue amiche proprio perché riuscivano sempre a farle ritrovare fiducia.

Quando il cerchio fu formato, Hay Lin cominciò per l’ultima volta: «Will... come si può definirti in una sola parola? Guardiana e custode del Cuore di Kandrakar, il tuo potere è infinito, ce lo stai dimostrando anche adesso. Noi abbiamo fiducia in te, come ne abbiamo sempre avuta. Sei la nostra guida, il nostro faro, la nostra luce. Non possiamo accettare che la tua luce sia stata inghiottita dalle tenebre, è assurdo e inconcepibile. Permettici per questa volta di essere noi il tuo faro per tornare indietro... a cas...»

Il portone si spalancò con una violenza inaudita, uscendo addirittura dai cardini, mentre i nuovi padroni di Kandrakar facevano il loro ingresso trionfale nella sala.

«Toc, toc... eccovi qua, finalmente...»

Irma si fece prendere dal panico: «Hay Lin, muoviti!»

Taranee l’avvertì: «Non interrompere il contatto!»

Will sorrise in modo perverso: «Oh, volete morire tenendovi per mano? Che carine...»

Hay Lin alzò le braccia, stringendo il suo laccio d’energia sempre più strettamente intorno alla Stilla, fino quasi a farlo penetrare. Le sue compagne seguirono il suo esempio.

«Torna al tuo scopo originario... per favore, Will, torna in te...»

«Io sono in me come non lo sono mai stata... peccato non poter dire lo stesso per voi, tra un attimo...»

Le tre Stille colorate si misero a girare come impazzite intorno alla loro gemella più grande, illuminandosi in un cerchio di luce bianca, come a voler imitare le loro proprietarie poco sotto di loro.

«Sono curiosa... cosa credete di fare, esattamente?»

Hay Lin rispose per tutte: «Trovare ancora, in mezzo a quest’oceano di oscurità, una minuscola scintilla di luce...»

Come se la Stilla di Will l’avesse ascoltata, proprio nel mezzo, ci fu una minuscola, quasi invisibile, scarica elettrica rosa.

«... e ricaricarla con tutta la nostra energia!»

Quasi con un urlo liberatorio, la Guardiana dell’aria riversò nella Stilla della compagna la sua magia, seguita a ruota da tutte le altre. Will rise. Cosa credevano di fare? La sua oscurità era infinita, e nessuno avrebbe potuto...

Shalek vide la sua compagna sbarrare gli occhi e piegarsi in due, le mani sul petto.

«Will?»

Il demone ansimava: «Il cuore... mi stanno portando via il... cuore...»

Per la prima volta nella sua infinita esistenza, Shalek non fu felice di vedere qualcuno soffrire. L’ansia e la preoccupazione lo attanagliarono in una sensazione spiacevole e sconosciuta, quasi da togliergli il respiro. «Will... cosa...»

Non riusciva più a pensare in modo razionale. Cosa poteva fare per aiutarla? Uccidere le Guardiane? Infonderle nuova oscurità? Cosa?

Lei gli afferrò la mano, quasi fosse l’ultima cosa che potesse fare: «Shalek... io... ti amo... non voglio... non farmi... andare...»

Il demone, preso dalla disperazione, le afferrò i polsi e cercò d’infonderle la sua oscurità, ma era un’emorragia inarrestabile. In pochi secondi Will si restrinse, i tratti mostruosi scomparvero e prima che davvero se ne potesse rendere conto, la Guardiana era tornata come prima, esanime. La seguirono tutte le altre Guardiane, che caddero in ginocchio di fronte alla Stilla di Will, ora nuovamente piccola, divisa però ancora fra il nero e il rosa. Nella Fortezza si diffusero timidi raggi di sole, insufficienti a spazzare totalmente le nubi.

Shalek, tenendola sollevata da terra, ancora con i polsi di Will fra le mani, provò a scuoterla delicatamente: «Will? Will? Apri gli occhi... per favore...»

Ma gli occhi della ragazza non si mossero. Con un profondissimo sospiro, Shalek la mise a terra con tutta la delicatezza di cui era capace, poi posò una mano su di lei.

Irma fece appello a tutte le sue forze, appoggiandosi sui gomiti: «Lasciala... mostro... cosa vuoi... farle?»

Il demone alzò la mano, estraendo dal corpo di Will quella che sembrava una sfera nera, che poi scomparve nel nulla. La Guardiana dell’acqua, spaventata, prese l’amica sotto le braccia e la trascinò vicino alla sua Stilla, ormai completamente rosa.

«Stai tranquilla, Guardiana, non potrei mai farle del male. Se pensavate di averla purificata avete sbagliato i vostri conti. Vi siete limitate a riaccendere la scintilla di bontà nel suo cuore e a farla risplendere, ma non avete eliminato la sua malvagità. La sua anima era ancora divisa fra Luce e Oscurità, se non fossi intervenuto la lotta nel suo cuore non avrebbe mai avuto termine e Will non avrebbe mai riaperto gli occhi.»

Proprio mentre finiva di parlare, la luce tornò a risplendere nelle stanze di Kandrakar, facendo tornare tutto come prima. Will aprì gli occhi appannati, ancora molto confusa. Impiegò qualche secondo a capire dove fosse e chi avesse davanti.

«Irma...»

La ragazza sorrise alla risposta impastata dell’amica, con le lacrime agli occhi: «Bentornata, Will.»

A quelle parole anche le altre Guardiane si avvicinarono.

La Custode del Cuore spostò il suo sguardo alla figura scura alle loro spalle: «Shalek...»

Ormai il demone aveva riassunto la forma e le dimensioni con cui Will l’aveva incontrato la prima volta. Le sorrise dolcemente, come solo lui sapeva fare.

«E così alla fine l’hanno avuta vinta loro.»

Will non sapeva cosa rispondere, divisa fra i ricordi e i sensi di colpa. Shalek continuò.

«Ho ripreso l’Oscurità che ti avevo donato. La conserverò per te, per quando tornerai.»

«Io non tornerò mai più.»

Il demone sorrise tristemente: «È questo luogo a costringerti a parlare così, lo so... ma qualunque bugia possano dirti, sappi che i miei sentimenti per te sono e saranno sempre sinceri. Io ti amo, Will.»

La ragazza lo guardò e annuì. La nuova tristezza che leggeva nei suoi occhi era autentica, lo sapeva benissimo, come sapeva che anche lei, in quella forma, lo aveva amato davvero.

Shalek si voltò di spalle: «Ora vado, questo luogo non è fatto per me, tu lo sai. Tornerò nel mio castello, ad aspettarti. Il tempo per me non ha significato, la mia esistenza non ha confini e Kandrakar non può tenerti legata a sé per sempre. Un giorno torneremo insieme e continueremo quello che avevamo iniziato, con o senza il Cuore. Anzi, meglio senza, così sarai libera da ogni legame col Bene.»

«Io non tornerò.»

«Menti, lo sappiamo entrambi.»

Shalek si voltò un’ultima volta, guardando le altre ragazze. Will rabbrividì.

«Guardiane, per quanto potrà suonare assurdo alle vostre orecchie, io vi ringrazio. Con il vostro gesto mi state facendo conoscere un odio nuovo, mai provato prima, incredibilmente vitale e violento. Lo cullerò, lo farò crescere dentro la mia anima, gli darò una forma orrenda e spaventosa e sono certo che mi condurrà a un nuovo potere, irresistibile e inarrestabile. Temetemi, Guardiane, perché un giorno pagherete per avermela strappata via.»

Non stava mentendo, Will lo vedeva chiaramente nei suoi occhi. Non era rabbia, ma non era neanche lontanamente simile a quell’odio gelido con cui l’aveva conosciuto.

«Arrivederci, Will.»

«Questo è un addio, Shalek

Il demone sorrise divertito mentre spariva: «Non smetterò mai di sorprendermi di quante bugie racconti a se stesso il Bene per non ascoltare le verità del Male...»

Will rimase lì, catatonica, con la testa vuota e il cuore assalito dai sensi di colpa. Taranee, Cornelia e Hay Lin la raggiunsero e l’abbracciarono, ma lei quasi non reagì. Solo la calma voce dell’Oracolo riuscì a farla reagire.

«Torniamo nella sala della Congrega. Ma prima...»

Con un gesto elegante il saggio separò Hay Lin dalla sua Stilla, che tornò a svolazzare allegramente attorno alla sua Guardiana. Solo in quel momento la ragazza si accorse di cosa le fosse effettivamente accaduto. Yan Lin la raggiunse e l’abbracciò in lacrime, scusandosi all’infinito per la sua bugia. La ragazza ricambiò la stretta, sussurrandole all’orecchio che non era accaduto nulla per cui dovesse scusarsi.

L’Oracolo osservò la scena con sguardo dolce: «Sei stata coraggiosa, Hay Lin

La Guardiana sorrise imbarazzata: «Ma se sono scappata dalla paura!»

«La tua paura ha salvato tutti noi. Ora venite, per favore.»

Seguirono tutti l’Oracolo, che con pochi gesti delle mani e delle braccia ricostruì ciò che era andato distrutto nell’ora di follia maligna di Kandrakar. Giunti alla solita sala, tutti i saggi ripresero il loro posto ma, prima che l’Oracolo cominciasse a parlare, Will alzò le mani, con il volto rigato dalle lacrime.

«Cuore di Kandrakar...»

Dal suo palmo uscì l’amuleto, nuovamente piccolo e puro come era sempre stato, portando con sé anche la trasformazione della sua Custode, che rimase con gli abiti che aveva indossato un paio di sere prima in camera sua.

Taranee esclamò: «Will, no!»

Ma la ragazza s’inginocchiò ai piedi dell’Oracolo, porgendogli il Cuore: «Oggi ho dimostrato che non sono degna di servire la Congrega. Con la mia debolezza ho messo in pericolo tutti. Vi prego, riprendete il Cuore di Kandrakar

L’Oracolo la guardò seriamente, poi allungò le mani. Will chiuse gli occhi, preparandosi a sentire strappata una parte di sé. Invece, con sua grande sorpresa, il saggio richiuse i suoi palmi, facendo rientrare il Cuore.

La ragazza alzò lo sguardo incontrando il dolce sorriso dell’Oracolo: «Oggi, con questo piccolo grande gesto, hai dimostrato di essere la più degna delle Guardiane. Se tu non mi avessi fatto questa proposta, avrei potuto pensare che per te il potere fosse più importante della salute e della salvaguardia di Kandrakar e di tutti gli universi a lei sottoposti e allora sì, mi sarei ripreso il Cuore. Ma so che il tuo pentimento è sincero. Non ci sarà alcuna punizione, perché non c’è alcuna colpa. Hai compiuto quelle scelte sotto l’influenza di un Male incontrollabile, e con te tutta Kandrakar

Will lo guardò preoccupata: «E se Shalek avesse ragione? Se ci ricascassi e tutto questo si ripetesse?»

L’Oracolo la guardò grave: «Nessuno può avere questa risposta tranne te, Will. Questa volta sei stata colta totalmente impreparata, ma ora sai con chi hai a che fare. Se un giorno l’Oscurità dovesse tornare a chiamarti, sarai tu a scegliere se seguirla o meno. Se sceglierai di ritornare il demone che sei stata, sarà stata una tua scelta, e in quel caso non ci sarebbe giustificazione alcuna. Se quel giorno dovesse mai venire, e se per allora tu non fossi più la custode del Cuore, ti ritrasformerai in demone, e con il tuo compagno cercherete di diffondere il Male con i vostri soli mezzi. Se invece fossi ancora la nostra Guardiana, allora sì, quello che è successo oggi potrebbe ripetersi. Ma io e questa Congrega abbiamo fiducia in te.»

«Ma come potete averne? Se non fosse stato per Hay Lin, io...»

«Non per nulla le Guardiane sono cinque e non una. Il vostro legame è forte, il gruppo può contrastare le debolezze del singolo e questo renderà forte questi luoghi contro ogni avversità. Non per nulla, questa fortezza è nata proprio per combattere l’essere che tu hai chiamato Shalek

Will lo guardò sorpresa: «Cosa?»

L’Oracolo sospirò: «Ve lo avevo detto. Kandrakar nacque perché i popoli, dopo un periodo di armonia, conobbero il Male, la discordia, l’Oscurità.»

La ragazza sbarrò gli occhi: «Shalek! L’aveva detto che aveva conosciuto Xing Jing...»

Il saggio annuì: «Quell’essere è letteralmente l’incarnazione di tutto ciò che di negativo esiste. Non è nato né mai potrà morire, perché l’Oscurità deve esserci perché possa esserci la Luce. Se uno dei due dovesse sparire, tutto ciò che esiste lo seguirebbe. In ognuno di noi c’è il Bene e c’è il Male, compreso in noi saggi, compreso in me. L’essere che tu chiami Shalek è in grado di manipolare l’Oscurità latente in ognuno di noi, il Cuore è stato solo il suo tramite. Ma anche tu sei stata in grado di risvegliare la Luce che c’è in lui.»

«Io?»

«Credi che quell’essere abbia mai amato prima d’ora? Ognuno di noi può cedere all’Oscurità... ma anche alla Luce...»

L’Oracolo sorrise e allargò le braccia: «Oggi il Male ha conosciuto la sua massima forza e nel contempo è stato contaminato dal Bene, così come Kandrakar, all’opposto, ha scoperto il Male che alberga in lei e la forza delle sue Guardiane. Così è mantenuto l’equilibrio. Tornate a casa, Guardiane, il vostro compito è finito e vi siete guadagnate il giusto riposo.»

Irma, Taranee, Cornelia e Hay Lin circondarono Will abbracciandola. La ragazza si concesse il primo, timido sorriso e dislocò tutte quante sulla Terra.

L’Oracolo chinò la testa: «La Fortezza vi è grata per il vostro servizio.»

 

Will si ritrovò in camera sua, sola, di nuovo, ma con mille rassicurazioni delle sue amiche che le rimbombavano in testa, quasi tutte riguardanti il non farsi problemi e telefonare nel caso si sentisse nuovamente triste o sola. Sorrise tristemente. In fondo era meglio una bolletta telefonica stratosferica che la fine dell’universo, no? E anche se la mamma non l’avesse capito, quasi sicuramente Irma sarebbe stata capace di andare a chiedere il rimborso spese direttamente a Kandrakar. Ridacchiò immaginandosi l’amica andare con nonchalance dall’Oracolo con la bolletta in mano. Ma il sorriso durò poco. Si sedette sul letto, pensierosa. In quelle poche ore aveva scoperto una parte di lei di cui non sospettava neppure lontanamente l’esistenza e con la cui consapevolezza avrebbe dovuto imparare a convivere da quel momento in poi. Shalek, poi...

Inutile negarlo, in quel momento lo aveva amato, più di quanto non avesse mai amato Matt. Si sentì tremendamente in colpa. Poi, improvvisamente, un altro pensiero la folgorò.

Matt.

Sua madre.

Era sparita per due giorni senza avvertire, probabilmente erano andati fuori di testa! Che scusa poteva inventare per giustificare la sua assenza?

Saltò giù dal letto, agitatissima.

«Vice-Mamma, in quanti mi hanno cercato in mia assenza?»

La voce distorta ed elettronica del suo telefonino rispose prontamente: «Quale assenza?»

Will lo guardò di storto: «Come “quale assenza”? Sono sparita per due giorni, qualcuno mi avrà pur cercato, no?»

Il cellulare rispose: «Veramente sei entrata qui un attimo fa... e stamattina sei andata a scuola come sempre...»

«Cosa?»

La ragazza afferrò il telefono e sbarrò gli occhi guardando la data e l’ora sullo schermo.

Le stesse di quando quell’incubo era cominciato.

Will rimase incredula per un po’, poi rise, una risata liberatoria.

Nulla era mai successo, seppure in realtà tutto fosse accaduto.

«Will, sei a casa?»

La ragazza sorrise: «Sì, mamma! Arrivo ad aiutarti con la spesa.»

Aprì la porta della camera. Che Shalek e Kandrakar la sorvegliassero pure, lei non aveva nulla da nascondere.

Lei era Will Vandom.

Una ragazza come tante, un po’ speciale, in grado con la sua volontà di cambiare non solo il mondo, ma l’intero universo.

Chiuse la porta.

Ma in fondo, chi non lo è?

 

Ok, è ufficiale, ho ancora un serissimo problema nello spezzare i capitoli... questo da solo è lungo quasi quanto gli altri tre insieme... mi dispiace, prima o poi correggerò anche questo difetto!

Intanto, piaciuto il finale? Se sì, ho ancora una sorpresina per voi... leggete tutti i titoli dei capitoli di fila e avrete una piccola sorpresa!

Non so se scriverò ancora su questo fandom, la mia fantasia va dove vuole e non sempre decido su che lidi andrà a posarsi...

Nel frattempo, passo all’angolo dei ringraziamenti:

·         INU16, per aver messo la storia nelle preferite;

·         bulmasanzo, hera85, karter, Raven85 per aver messo la storia nelle seguite;

·         MaxT, bulmasanzo e hera85 per aver commentato.

Adesso tornerò nelle righe, rimettendomi sulle mie infinite storie già in corso...

Alla prossima!

 

Hinata 92

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni europei > W.i.t.c.h. / Vai alla pagina dell'autore: hinata 92