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Autore: JoBo    22/04/2015    2 recensioni
Un sogno e la vita reale.
Un incontro di una notte che cambia un’intera vita.
Una persona sconosciuta che diventa di fondamentale importanza, capace di mutare la più radicale delle convinzioni.
Dal testo:
[…] Il suo corpo era così armonioso ed aggraziato mentre danzava che chiunque ne sarebbe rimasto folgorato. […]
[…] i nostri corpi si cercano, si attraggono. Loro non lo trovano per niente assurdo, lo trovano giusto. […]
*****
Se vi ho incuriosito entrate e leggete. È la mia prima storia, siate clementi.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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TI HO INCONTRATA IN UN SOGNO

 
 
Mi trovo nella scuola più famosa d'Italia e tra poco mi esibirò con la mia chitarra. Sono agitatissima e mi tremano le mani, non so come farò a cantare in questo stato. Vengo convocata nella sala accanto a quella dei provini, con me ci sono altri cinque ragazzi e io sarò la prossima.
Arriva il mio turno e mi soffermo davanti ai professori che iniziano a farmi le solite domande di routine, dopodiché mi esibisco. Per mia fortuna non dimentico le parole del testo e tutto fila liscio, almeno così sembra.
Esco fuori nel corridoio, aspettando che anche gli altri si esibiscano prima di sapere se sono passata.
Nell'attesa entro nella sala dove si stanno svolgendo i provini di ballo. Mi siedo in un angolo per non disturbare e guardo le esibizioni. Dopo aver visto due ballerini di hip hop e uno di danza classica, entra un’altra ragazza. Sembra sicura di sé e rilassata.
Si avvia al centro dello studio, la musica parte e lei inizia immediatamente a ballare senza presentarsi ai professori. La mia attenzione, che fino a poco prima era pari a zero, inizia a salire. Rimango incantata a fissare quel corpo sinuoso che sembra quasi accarezzare le note su cui sta ballando. Quella delicatezza fa sparire tutte le mie preoccupazioni e per tre minuti non penso a niente.
Lentamente la musica si ferma e con essa anche la ragazza. Rimane immobile sul posto col capo chino. Il petto si alza e si riabbassa ritmicamente. Poi alza la testa e rilassa i muscoli, facendo scivolare le braccia lungo i fianchi. Vedo per la prima volta i suoi occhi e mi manca il respiro.
È una visione paradisiaca.
Non so più cosa accade attorno a me, la mia attenzione è tutta concentrata su quelle iridi di cui non so definire bene il colore.
Solo quando si volta per abbandonare la sala e perdo il contatto con i suoi occhi torno alla realtà, e mi accorgo di non aver sentito nulla su quanto le è stato detto riguardo l'esibizione. Appena esce, per qualche motivo sento una strana sensazione al petto. Cerco di seguirla ma arrivata fuori dalla porta non la trovo. Mi guardo attorno, ma l'unica cosa che vedo sono centinaia e centinaia di ragazzi che aspettano il loro turno.
 
Più tardi, quando ormai mi è stato detto che non sono passata, mi trovo fuori dallo studio televisivo, seduta su una panchina ad attendere l'arrivo del bus. Il prossimo passerà tra un'ora, quindi prendo il mio libro preferito dalla tracolla e inizio a leggere.
Mentre sono immersa nella lettura con la testa china in avanti, gli occhi che scorrono veloci tra le righe che ormai conosco a memoria, sento che qualcuno si è seduto alla mia stessa panchina. Non ci bado molto e continuo a leggere.
All'improvviso è l'odore che mi arriva alle narici che mi porta a distogliere l'attenzione dalla lettura.
Mi volto alla mia sinistra e per poco non mi cade il libro dalle mani.
La ragazza che poco prima mi ha ammagliata con il suo modo di ballare è seduta accanto a me.
Mi sta guardando e per una frazione di secondo il mio cuore si ferma, riprendendo qualche istante dopo.
<< Ciao >> mi dice sorridendomi.
Io ricambio il saluto solo dopo vari secondi. Sono ancora stordita dalla miscela esplosiva: profumo inebriante, sorriso splendente, sguardo dolce e allo stesso tempo sensuale.
Ha i capelli rossi, lunghi e mossi, la carnagione chiara ed è abbastanza alta.
Mi domanda come mai mi trovo qui e, una volta ripresami, le spiego il motivo. Lei fa lo stesso e mi incoraggia a non mollare anche se non mi hanno presa. Ovviamente lei è passata. Come poteva essere il contrario? Il suo corpo era così armonioso ed aggraziato mentre danzava che chiunque ne sarebbe rimasto folgorato.
Continuiamo a parlare fino a quando arriva il mio autobus. Mi alzo per salutarla e solo in quel momento ci accorgiamo che non ci siamo nemmeno presentate. Dopo averle detto il mio nome lei si avvicina un po' più al mio viso. Vedo le sue labbra muoversi, segno che mi sta dicendo qualcosa, da esse però non esce alcun suono.
 
 
Mi sveglio di colpo.
Mi guardo intorno frastornata. Tutto quello che vedo sono alberi, un paio di panchine mezze rotte e arrugginite, un'altalena sgangherata, un gruppetto di ragazzini che urlano inseguendo un pallone e infine l'enorme palazzo situato alla mia destra che mi fa capire dove mi trovo.
Realizzo in questo preciso istante che si è trattato solo di un sogno. Sorrido tristemente. Perché i sogni vengono interrotti proprio sul più bello?
Delusa e arrabbiata mi alzo da terra. Stavo leggendo appoggiata alla corteccia di un albero nel cortile di casa mia e la stanchezza accumulata mi ha fatta piombare in un sonno profondo tanto da farmi sognare.
Mi incammino verso l'edificio. Salgo le scale fino ad arrivare nel mio appartamento ed entro, chiudendo la porta alle mie spalle.
Ho una strana sensazione addosso, forse sarà il sogno che mi ha lasciata amareggiata. Poso il libro che stavo leggendo sul tavolinetto in salotto e vado nella mia stanza a prendere la chitarra.
Inizio a suonare una melodia a caso, chiudo gli occhi e mi isolo da tutto, lasciandomi trasportare altrove.
Sfortunatamente tutto questo viene interrotto dall'insistenza del campanello che suona incessantemente. Riapro gli occhi e sbuffo, poggio la chitarra sul letto e mi avvio verso l'ingresso.
Una volta aperta la porta una furia dai capelli castani, con due borse di plastica in mano, invade il mio appartamento.
<< Finalmente ti sei decisa ad aprire, stavo per chiamare i pompieri! Non immagini che corsa ho dovuto fare per raggiungerti >>.
<< Ciao anche a te >> dico sarcastica chiudendo la porta.
<< Pensavo che già ti stessi preparando per la serata, ma a quanto vedo sei ancora in uno stato pietoso >>.
<< Sei veramente, veramente gentile. Grazie >> affermo, fingendo di essermela presa.
<< Oh prego! Ora muovi quelle chiappe e vai a prepararti perché poi devo pettinarti e truccarti e... >>.
<< Calma, non mi devo sposare >>.
<< No. Non stasera! >> sorride a trentadue denti iniziando a spingermi.
<< Vai, su! >>, continua, spingendomi fino a farmi entrare in bagno, poi esce chiudendo la porta.
Sbuffo controvoglia, quando fa così è insopportabile!
Apro l'acqua calda e intanto mi spoglio. Quando raggiunge la temperatura desiderata entro nella doccia. Dopo una buona mezz'ora sono già fuori con un asciugamano avvolto tra i capelli e uno intorno al corpo. Mi avvicino allo specchio e ci passo una mano per togliere il vapore. Osservo i miei occhi nocciola. Non mi sono mai piaciuti particolarmente, li trovo banali e inespressivi. Inevitabilmente penso alla ragazza del sogno e ai suoi occhi, quelli sì che erano belli e profondi. Ma in fondo era solo un sogno, ovvio che fosse così. Nell'universo onirico tutto è estremamente bello e irraggiungibile, ad esclusione degli incubi, s'intende.
Vado nella mia stanza per vestirmi e trovo Marika già vestita e truccata. Un paio d'ore dopo sono pronta anch'io.
Raggiungiamo le altre ragazze che ci stanno aspettando fuori casa mia.
<< Ehi ehi, guardate che splendore! >> esulta Lucrezia vedendomi.
<< Esagerata >> le dico avvicinandomi per darle un bacio, poi saluto anche Flavia e in fine Claudia.
<< Non esagero per niente. Se fossi in Riccardo mi preoccuperei a farti uscire la sera per i locali >>.
<< Specialmente questa sera >>, precisa Claudia, << che sarà l'ultima in cui potrai divertirti e spassartela prima di fossilizzarti in una noiosa e monotona vita da monogama >> afferma affranta la ragazza.
<< Primo: stasera non ho intenzione di fare chissà che cosa, meno che mai tradire il mio ragazzo. Secondo: chi l'ha detto che la monogamia è noiosa? >> domando mentre entriamo in auto.
<< Lo dico io! >> afferma Claudia con fare ovvio << È noiosa, te lo posso garantire >>.
<< Come fai a dirlo proprio tu se non hai mai avuto storie serie? >> domanda Marika mentre Lucrezia mette in moto il veicolo.
<< Appunto, se non ne ho mai avute ci sarà un motivo. Le storie serie sono monotone, dopo un po’ stancano. Già è tanto se la mia storia più lunga è durata tre settimane. Anzi mi meraviglio di me stessa che per tutto quel tempo sono stata con una sola persona! >> dice scandalizzata, poi continua << Comunque, secondo me dovresti ripensarci. Sei sicura di voler dire addio alle scopate occasionali? Guarda che sei ancora in tempo, non sai cosa ti perdi >>.
<< Claudia, sei senza ritegno! >> afferma disgustata Flavia che, seduta accanto a me, si sporge nella sua direzione per guardarla.
<< Volevo soltanto avvertirla a cosa va incontro! Per tutta la vita potrà giocare con un solo... >>.
<< CLAUDIA! >> la richiamiamo in coro, alzando il tono della voce. Marika, seduta nel sedile anteriore, si volta guardandola scioccata mentre Lucrezia inizia a ridere.
<< È così! È inutile che vi scandalizzate. Io non ci riuscirei! >>.
Flavia e Marika continuano a guardarla allibite, poi scoppiano tutte in una risata e io le seguo.
Per tutto il tragitto non fanno altro che parlare della serata.
In pratica tra due giorni mi sposo e loro hanno voluto organizzarmi a tutti i costi l'addio al nubilato. Sono talmente euforiche che mi preoccupano, chissà cos'hanno architettato. Spero che non sia una di quelle feste dove ci sono tanti ragazzi muscolosi e mezzi nudi che mi ballano attorno e si strusciano sul mio corpo. Non sopporto questo genere di cose, tantomeno stare troppo al centro dell'attenzione.
 
 
Una volta arrivate entriamo e una leggera musica di sottofondo ci accoglie. Il locale è pieno per la gioia delle ragazze: dicono che così ci divertiremo maggiormente. Voglio proprio vedere, presagisco già colossali figure di merda!
Abbandono questi miei pensieri e ci sediamo ad un tavolo non troppo distante dal bancone. Ordiniamo dei drink dando via alla festa.
 
 
Come previsto ho dovuto sottopormi ad alcuni giochi organizzati apposta per la sottoscritta. Nel primo dovevo avvicinarmi ad un ragazzo, parlarci e farmi lasciare il numero di telefono in soli tre minuti di conversione, avendo a disposizione tre possibilità. Se avessi fallito avrei subìto una penitenza.
Al terzo tentativo, dopo due figuracce - la serata è ancora lunga, ne prospetto molte altre - sono riuscita nell'impresa, anche se Claudia ribatteva che ci sono riuscita solo perché era un morto di figa, comunque sia, ho raggiunto il mio obbiettivo.
Continuiamo con altri giochini del genere, alcuni veramente assurdi ed imbarazzanti, poi finalmente mi lasciano un po' in pace.
Vado a sedermi al tavolo con Flavia mentre le altre sono in pista a ballare. Controllo il cellulare, ho solo un nuovo messaggio da parte di Riccardo.
 
- Spero tu ti stia divertendo, non troppo però, eh :)
Vado a dormire, domani mattina ho una giornata impegnativa. A domani piccola. Un bacio -
 
Sorrido istintivamente riposando il telefono nella borsa.
<< Roberta, ti spiace se ti lascio qualche minuto da sola? >> mi chiede Flavia facendo segno con la testa verso Giorgio.
<< Vai pure >> le dico sorridendole. Mi ringrazia e si alza mentre io la seguo con gli occhi avvicinarsi al ragazzo che le piace. Torno con lo sguardo di fronte a me, notando in quell'istante, a qualche tavolo più avanti al mio, una figura femminile. Mi è vagamente famigliare e mentre ragiono chi è, un flash appare davanti ai miei occhi quando vedo il suo viso per intero.
Spalanco la bocca mentre rimango a fissarla con gli occhi sbarrati.
<< Non è possibile >> sussurro.
Non riesco a credere ai miei occhi, come può essere lei?
La ragazza dai lunghi capelli rossi che ho visto nel sogno è a pochi metri da me. Come ho fatto a sognarla ancora prima di vederla realmente?
Sembra di essere in un universo parallelo, dove sono divisa tra sogno e realtà. Non mi capacito.
Forse sto ancora sognando o è semplicemente uno scherzo del mio cervello che mi fa vedere cose che non esistono.
Continuo a guardarla, non riesco a toglierle gli occhi di dosso.
È in compagnia di due ragazzi e una ragazza, sta bevendo un cocktail e sorride di tanto in tanto annuendo ai loro discorsi. Poi, in un millesimo di secondo, i suoi occhi incontrano i miei e io deglutisco spostando lo sguardo. Faccio finta di niente, poi torno a guardare nella sua direzione e inaspettatamente mi accorgo che mi sta ancora fissando. Rimaniamo a fissarci mentre lei mescola il suo drink con la cannuccia.
Poi una voce mi fa tornare coi piedi per terra.
<< Uh non ce la faccio più! >>.
Marika si siede di peso sulla sua sedia col fiato corto, prende il bicchiere che aveva lasciato qualche minuto prima sul tavolo e beve tutto d'un colpo il contenuto alcolico.
Subito dopo arriva Claudia ridendo, seguita da Lucrezia che le corre dietro.
<< Tu sei matta! >> esordisce quest'ultima, ridendo anche lei.
Parlano di un tizio che ci provava spudoratamente con entrambe, gli hanno fatto uno scherzo facendogli credere di starci e poi lo hanno lasciato in bianco. Questa è l'unica cosa che arrivo a capire, poi non seguo più i loro discorsi visto che un paio di occhi magnetici attirano i miei. La cosa strana è che entrambe ci guardiamo insistentemente, come se non ne potessimo fare a meno.
D’un tratto spezza il contatto visivo. Si volta verso la ragazza e le dice qualcosa, questa annuisce sorridendole, poi la vedo alzarsi e dirigersi al bancone. Inizia a parlare col barman e vorrei alzarmi anch’io e andare da lei per poterle parlare, ma rimango bloccata. La osservo meglio mentre continua a chiacchierare col ragazzo che in questo momento inizia a shakerare bevande in modo acrobatico. I miei occhi indirizzano l’attenzione sul vestito blu della donna, precisamente sulla scollatura a V che le lascia parte della schiena scoperta, grazie anche all’acconciatura laterale dei capelli.
La mia mente inizia a fare strani pensieri e me ne chiedo il motivo.
Scuoto la testa cercando di cacciare via quelle immagini.
D’un tratto un cameriere si avvicina al nostro tavolo poggiando un bicchiere, con un cocktail rosato al suo interno, di fronte a me.
<< Credo che si sia sbagliato, io non ho ordinato niente >> gli dico educatamente.
<< No, infatti, non mi sono sbagliato. Questo Alex’s Kiss glielo offre una persona e mi ha anche detto di darle questo >> afferma, tendendomi un tovagliolo di carta piegato in due. Lo afferro titubante e lo guardo andarsene via con il vassoio argentato sottobraccio.
<< Oh Roberta ha fatto colpo! >> esclama Claudia.
<< Su, leggilo! >> mi pregano Marika e Lucrezia incuriosite.
Incerta apro il tovagliolo.
 
- Un dolce bacio per una dolce ragazza -
 
Divento bordeaux in faccia.
Ci mancava solo uno spasimante stasera. Afferro il bicchiere ancora non molto convinta se bere o meno e per qualche strano motivo mi torna in mente la ragazza del sogno.
Mi balena un pensiero per la testa: sarà mica stata lei?
Alzo il capo per guardare verso il bancone ma non c'è più, guardo in direzione del suo tavolo e non è nemmeno lì. Ignoro completamente le ragazze che continuano ad insinuare incontri fortuiti in loro assenza, mentre cerco disperatamente con lo sguardo quella ragazza che purtroppo non trovo.
È sparita.
 
 
La festa è quasi conclusa, il locale è semivuoto e io non ho più visto quella ragazza.
Le mie amiche mi comunicano che resta un ultimo gioco da fare: devo cercare dei bigliettini che hanno sparpagliato in giro per il locale, contenenti le indicazioni per trovare i regali di ognuna di loro.
Una sorta di caccia al tesoro.
Dopo mezz'ora ho recuperato tutti i regali nascosti. Le ringrazio e mentre loro sono impegnate a rimproverare Claudia per una delle sue solite battute, io mi accorgo di un altro biglietto un po' distante da noi.
<< Ragazze, non mi avevate detto che c'era ancora un regalo! Laggiù c'è un altro biglietto... >> dico mentre mi incammino in quella direzione. Non sembrano aver sentito dato che ancora battibeccano tra di loro.
Recupero il biglietto ripiegato su se stesso e lo apro. La grafia è diversa rispetto a quella degli altri biglietti ma la riconosco.
 
- Sei stupenda con quel vestito -
 
E certamente questa non è un'indicazione.
Mi guardo attorno, non sembra esserci nessuno nei paraggi. Mi dirigo lentamente verso l'ingresso, magari fuori vedo qualcuno. Prendo il cappotto dall'attaccapanni ed esco. Ci sono alcune persone che stanno andando via e altre che fumano. Poi sento un rumore alla mia destra, mi volto da quella parte e a terra vedo un altro biglietto. Lo recupero continuando a guardarmi in giro e leggo anche questo.
 
- Sei ancora più bella quando sei spaesata -
 
Alzo la testa confusa e in allerta.
Guardo di fronte a me, in un vicolo un po' in ombra, e vedo una chioma rossa allontanarsi.
Il mio cuore accelera di colpo.
È lei.
Questa volta non voglio perdere l'occasione di parlarle così la seguo.
<< Ehi, aspetta! >> le urlo, correndole dietro.
Lei si ferma senza voltarsi. Rallento la mia corsa fermandomi a pochi metri dalla ragazza. Riesco a sentire il suo odore, è buonissimo.
Si volta lentamente verso di me, rimanendo in silenzio. Sembra tranquilla, io invece sono agitatissima. Guarda la mia mano che stringe ancora i foglietti di carta tra le dita, sorride impercettibilmente ma riesco ugualmente ad accorgermene.
<< Li hai scritti tu questi, vero? >> sollevo il braccio mostrando i bigliettini. Lei mi sorride sghemba e fa un espressione ovvia.
<< Ti sta davvero bene quel vestito >> dichiara guardandomi dalla testa ai piedi.
Mi sento in imbarazzo, le parole mi muoiono in gola. Perché mi fa questo effetto?
È una donna, è una femmina come te!” mi rimprovero mentalmente.
<< Cosa stavate festeggiando tu e le tue amiche? >>.
<< Il mio addio al nubilato, tra due giorni mi sposo >>.
<< Oh, auguri allora >> dice senza far trapelare nulla dal suo sguardo.
<< Come ti chiami? >> le chiedo.
<< Perché vuoi saperlo? >>.
<< Perché è tutta la sera che ricevo complimenti da te >>.
<< E ti hanno dato fastidio? >>.
Rimango in silenzio. Mi hanno dato fastidio? Non lo so, io non aspettavo altro che parlarle quindi... credo di no.
<< Forse un po' >>.
<< Forse un po'? >> domanda sarcastica << Dovresti imparare a dire le bugie, questa era pessima >>.
Fa per andarsene ma qualcosa mi spinge a farla rimanere, non ho ancora avuto le mie risposte.
<< Aspetta un attimo >>.
Lei sorride ancora in modo arrogante, come se si aspettasse questa mia mossa.
<< Io...io ti ho già vista. Oggi pomeriggio ti ho sognata >>.
<< Cosa? >> domanda trattenendo a stento una risata.
<< Si, e non prendermi in giro, è la verità. Quando stasera ti ho vista non potevo credere ai miei occhi, è una cosa praticamente impossibile. Come ho fatto a sognarti se non ti avevo mai vista prima d'ora? >>.
Alza un sopracciglio, ancora incredula.
<< Mmm e cosa facevamo? Perché con una così non credo che mi sarei fermata a parlare >> dice ammiccante.
Non so di che colore sono in faccia in questo momento, so solo che sto andando a fuoco.
<< Certo che sei arrogante e sfacciata >> le dico distogliendo lo sguardo dai suoi occhi.
Ride ancora.
<< Non ti facevo così timida >> risponde tornando seria << Questa cosa del sogno m'intriga ancora di più >> mi prende il mento e lo solleva, riprendendo il contatto con i miei occhi << Prima dentro non ho potuto fare a meno di contemplarti. C'era, e c'è ancora, qualcosa che mi attira a te. Non mi è mai capitato e non so spiegarmi il perché, ma sono attratta da te >>.
I suoi occhi ardono, li vedo muoversi velocemente dai miei occhi alle mie labbra e mi preoccupano non poco.
Deglutisco e faccio un passo indietro.
<< E so che anche tu sei attratta da me >> conclude.
<< Io non sono... attratta da te >> corrugo la fronte.
Sorride beffarda << Ti ho già detto che non sai dirle le bugie >>.
Mi mordo il labbro inferiore << Se... Se anche fosse, è assurdo. Non ha alcun senso >>.
<< E chi lo dice che non ha senso? >>.
Esito qualche istante prima di rispondere << Siamo due ragazze >>.
Noto un espressione diversa sul suo volto, non capisco se sia infuriata, delusa o rammaricata.
Forse tutte e tre le cose.
<< Questa tua affermazione non ha senso! L'attrazione non ha regole. Che sia tra due ragazzi o due ragazze o un ragazzo e una ragazza,  ha lo stesso valore, non c'è distinzione >>.
<< Ok, ma io sto per sposarmi >>.
<< Ah beh, allora questo cambia tutto! >> afferma con una punta di sarcasmo, alzando le mani. Si volta incamminandosi dalla parte opposta.
<< Adesso dove vai? >>.
<< Non credo possa interessarti >>.
<< E mi lasci qui così? Non mi hai nemmeno detto come ti chiami >>.
Si ferma di colpo girandosi << Vedi? Non riesci a lasciarmi andare >>.
Si avvicina a me.
<< Non riesci a placare questo tuo desiderio di starmi vicina >>.
Si avvicina pericolosamente a me.
<< Se non fossi attratta da me non avresti il bisogno di aggrapparti al minimo particolare, come ad esempio sapere il mio nome, per avere poi qualcosa di concreto a cui pensare >> sussurra con voce sensuale mentre mi attira a se, facendo combaciare i nostri corpi alla perfezione. << Ritieni ancora tutto questo senza senso? Magari hai ragione, magari non ce l'ha un senso! Forse è completamente sbagliato, ma ammettilo che ti è impossibile resistere alla tentazione di baciarmi >>.
Mi perdo nel verde dei suoi occhi. Forse è una strega e mi ha soggiogata, non riesco a muovermi, sono in balia di una tempesta di sensazioni, a mia sorpresa… piacevoli.
Mi sistema una ciocca di capelli dietro l'orecchio e sfiora la mia guancia con il pollice.
<< Hai la pelle così morbida... >>.
Chiudo gli occhi a quel tocco delicato e mi beo del suo profumo.
Li riapro e vedere quegli occhi ancora incatenati ai miei con un desiderio irrefrenabile mi fa girare la testa, mi fa mancare la terra sotto i piedi lasciandomi completamente interdetta.
Ho il respiro corto e sento il suo sfiorarmi il viso.
Guardo le sue labbra che si avvicinano sempre di più dischiudendosi.
Torno ai suoi occhi che continuano a guardarmi famelici.
Sento che sto per morire.
Mi abbandono completamente a lei, dandole il permesso di fare ciò che vuole.
Il suo respiro mi solletica un'ultima volta prima che le sue labbra incontrano le mie.
È un bacio dolce e delicato.
Percepisco qualcosa dentro di me. Lo stomaco si contorce, le mani iniziano a sudare e il cuore galoppa nel petto come se all'improvviso una scossa l'avesse azionato.
La sua mano sinistra è ancora stretta alla vita, mentre l'altra accarezza piano il mio viso. Sono due tocchi contrastanti, uno fermo e deciso, l'altro morbido e dolce. Rimango sorpresa quando mi rendo conto che sto ricambiando il bacio. Sento le sue labbra incurvarsi in un sorriso mentre la sua mano passa dalla mia guancia ai miei capelli.
Mi spinge verso il muro e rimango incastrata col suo corpo. Non me ne curo e poso anch'io entrambe le mie mani sui suoi capelli.
Il bacio pian piano diventa più intenso. Le nostre lingue si rincorrono bisognose. Sento nascere un calore tra le gambe e istintivamente le stringo per placarlo.
Poco dopo ci stacchiamo, rimango con gli occhi chiusi per qualche istante poi lentamente li riapro, incontrando nuovamente i suoi occhi chiari. Hanno qualcosa di diverso adesso, sono più limpidi e luminosi.
Guardo le sue labbra umide e arrossate per via del bacio. Si avvicina di nuovo a me mordicchiandomi il labbro inferiore e tirandolo un poco. Mi lascia un ultimo bacio a stampo e si stacca definitivamente da me.
Un brivido di freddo fa tremare il mio corpo.
<< I baci, a differenza delle parole, non mentono >> afferma guardandomi negli occhi, poi si volta incamminandosi per la sua strada << Auguri per il matrimonio >>.
Rimango imbambolata a fissare la sua sagoma allontanarsi. Vorrei seguirla ma non posso, devo tornare alla realtà. Così le do le spalle iniziando a camminare dalla parte opposta.
 
 
 
2 giorni dopo
 
 
Ormai è più di un ora che sarei dovuta uscire da questa stanza ma non ci riesco, qualcosa mi blocca. Ho mandato tutti via, sono rimasta da sola a pensare. Non posso rimanere qui dentro ancora per molto, tutti si staranno chiedendo che fine abbia fatto.
Qualcuno bussa alla porta, prendo un grosso respiro e mi decido ad aprire. Dalla porta appare Riccardo. Mi guarda dritto negli occhi, cerca di capirmi. Non credo ci riesca, non mi capisco nemmeno io.
<< Lo sposo non può vedere la sposa con l'abito indossato prima della cerimonia >> gli dico facendolo passare, richiudendo la porta.
<< Non credo che questo sia un problema >> risponde.
<< Lo so, nemmeno io credo a queste cose, però sai... >>.
<< Smettila! >> mi zittisce bruscamente. Mi paralizzo all'istante e lo guardo perplessa.
<< Si può sapere che stai facendo? È un'ora che sono di là impalato come un damerino ad aspettarti >>, sibila a denti stretti, << Tutti si stanno stancando di aspettare, anche il prete mi ha fatto pressione. Che c'è, hai cambiato idea? >>.
Il mio sguardo vacilla dal suo viso alla stanza per poi fermarsi in un punto fisso sul pavimento nocciola.
<< Non ci posso credere. Stai scherzando? >> mi chiede con leggero sarcasmo.
Torno a guardarlo << Scusa... >> sussurro.
<< Scusa un cazzo, Roberta! >> urla.
Chiudo gli occhi e deglutisco a fatica << Io...io non sono più sicura >>.
<< E te ne accorgi solo adesso che non sei sicura? Sono mesi che organizziamo questo matrimonio! >>  mi prende per un polso.
<< Lo so che sei arrabbiato, ne hai tutto il diritto, ma... >>.
<< Niente "ma", Roberta! Non farmi fare la figura dell'imbecille >> mi avverte stringendo la mano attorno al polso.
<< Mi fai male, lasciami >> strattono il braccio per fargli mollare la presa, ma niente, non ci riesco. Poi sento la pressione sul mio polso diminuire.
<< Mi spieghi che succede? >> domanda, stavolta con tono più pacato anche se chiaramente seccato.
<< Non lo so... >> sospiro << Mi sembra tutto affrettato. Stiamo insieme solo da nove mesi, praticamente non ci conosciamo! Mi sono resa conto solamente adesso di quello che stavamo facendo, probabilmente era il troppo entusiasmo a non farmene accorgere. E poi siamo ancora troppo giovani, in futuro potremo pentirci di una decisione così importante e affrettata >>.
Mi guarda senza dire una parola. Dopo secondi interminabili sospira pesantemente mettendosi una mano tra i capelli e voltandosi.
<< Mi dispiace >> continuo a ripetergli con tono sofferente.
<< Meglio adesso che dopo >> mi rassicura senza guardarmi.
<< Posso abbracciarti? >> domando.
Lui rimane impassibile, con le spalle ancora rivolte a me.
 << Credo che sia meglio di no >>
Annuisco rammaricata anche se lui non mi vede << Almeno spero di rivederti qualche volta... >> provo ancora, speranzosa.
<< Non lo so, l'idea non mi fa gioire molto e poi sicuramente tra qualche settimana dovrò partire per l'Afghanistan quindi non ce ne sarà occasione >>.
<< Avevi detto che non saresti mai andato in missione >> dico allarmata, posizionandomi di fronte a lui.
<< Avevo detto che forse non ce ne sarebbe stato bisogno e che quindi non mi avrebbero chiamato. Ma alla fine quella chiamata è arrivata ed io devo partire. Avrei rifiutato o quantomeno rimandato per via del matrimonio, ma adesso non c'è più niente che mi trattiene >>.
<< Questo mi fa sentire in colpa >>.
<< Non devi, fa parte del mio lavoro. Prima o poi sarebbe arrivato questo momento >>.
Rimango in silenzio poi riprendo a parlare << Promettimi che starai attento >>.
Annuisce senza dire più niente, mi avvicino a lui e prima che possa uscire dalla stanza gli do un bacio su una guancia.
Vado a sedermi sulla panca di fronte allo specchio e poco dopo sento qualcuno bussare alla porta ed entrare.
Mia sorella si avvicina e si siede accanto a me << Ehi cos'è successo? Riccardo si è scusato con tutti e ha detto loro di tornare a casa >>.
<< Non ci sposiamo più >> affermo tutto d'un fiato. Lei rimane in silenzio ed io continuo << Gli ho detto che stavamo correndo troppo e stranamente mi ha capita >>.
<< Mmh...sei sicura che sia tutto qui? Ogni volta che ti dicevo di ripensare al matrimonio ti imbestialivi e mi davi contro, hai cambiato idea troppo in fretta. C'è qualcos'altro che dovrei sapere? >> mi scruta con gli occhi.
"C'è una ragazza che mi ha mandato in pappa il cervello, non so nemmeno se la rivedrò ma non faccio che pensarla. Mi ha baciata ed è stato strano e... bellissimo. È una sensazione indescrivibile. Ho sentito come un forte pugno all'interno dello stomaco e, una volta assestato il colpo, come se questa mano si fosse aperta frugando tra le mie budella. Detta così non sembra per niente gradevole, ma se ci ripenso sento di nuovo quel colpo, più lieve ma lo sento."
<< No no, niente. Aiutami a togliere il vestito >> mi alzo dandole le spalle ed evitando così il contatto con i suoi occhi, capirebbe subito che le sto mentendo.
 
 
 
Esco di casa per una corsa mattutina. Nel tragitto verso il parco passo dal bar di una mia amica. Una volta arrivata l'odore invitante dei cornetti mi fa cedere alla tentazione di comprarne uno.
<< Ehi Cris! >> saluto raggiante la ragazza.
<< Buongiorno Roberta! Cosa ti porto? >>
<< Un caffè e un cornetto alla marmellata >> le dico sporgendomi un po’ sul bancone.
<< Arrivano subito! >> mi riferisce mentre carica la macchinetta.
<< Grazie >>.
Mi accomodo sullo sgabello, sistemandomi una ciocca ribelle sfuggita dalla mia coda. Mentre aspetto la mia ordinazione sento un mormorio alle mie spalle, mi giro e vedo tre ragazze che bisbigliano tra di loro e quando si accorgono che le sto guardando distolgono lo sguardo da me e alzano la voce parlando della giornata che le aspetta. Torno nella posizione iniziale mentre Cristina mi ha già servito la colazione. Sbuffo addentando il cornetto.
<< Lasciale perdere, si vede che non hanno altro a cui pensare >>.
<< Non m’importa cosa dicono è che mi sono scocciata di sentirmi parlare alle spalle! >> affermo mentre strappo la bustina dello zucchero e verso il contenuto dentro al caffè.
Sono trascorse due settimane dal mancato matrimonio e ancora quando passo per strada la gente mi addita e bisbiglia sottovoce. Non me ne frega molto, che pensano e dicano quello che vogliono.
Mi ripulisco dalle briciole che mi sono cadute addosso, porgo i soldi a Mattia, l'altro ragazzo che lavora nel bar, e mi avvio verso l'uscita. Mi giro verso Cristina che sta servendo un cliente << Ciao Cris, salutami tuo fratello. Digli che ancora aspetto quella famosa telefonata! >>.
Lei ride << Va bene, glielo dirò >>.
Non faccio in tempo a voltarmi che mi scontro con qualcuno. Lo colpisco in pieno e quasi cadiamo entrambi a terra. Le sue mani mi afferrano prontamente per non farmi perdere l'equilibrio.
<< Oddio, mi scusi! Che maldestra che sono.. >> dico cercando di ristabilire il mio corpo in posizione eretta. Quando alzo la testa a momenti riperdo di nuovo l'equilibrio. Gli occhi quasi mi escono dalle orbite per la sorpresa. Pensavo che non l'avrei più rivista e invece eccola qui davanti a me, in tutta la sua bellezza, che mi tiene per le braccia. Anche con una semplice maglietta e un pantalone della tuta è splendida.
Mi sta squadrando con un sopracciglio alzato e un sorriso compiaciuto.
<< Tu proprio non riesci a starmi lontana, vero? >>.
Avvampo  immediatamente e inizio a balbettare << I-io, io... devo andare >> dico staccandomi dalla sua presa ed evitando di parlarle anche se vorrei tanto, ma è l'unica cosa che riesco a dire. Mi sento in imbarazzo.
La oltrepasso uscendo dal bar.
<< Dove vai così di fretta? >> mi domanda raggiungendomi.
<< Sto... Sto andando a correre al parco >>.
<< Il parco non scappa! >> dice ridendo << Ti dispiace se vengo con te? >>.
<< Non stavi andando al bar? >>.
<< No, ho cambiato idea >> sorride iniziando a correre mentre io rimango imbambolata.
<< Che aspetti? Andiamo! >> mi esorta, voltandosi.
La seguo cercando di reprimere un sorriso che spunta spontaneo.
 
 
<< Adesso possiamo anche riprendere fiato >>.
<< Sì >> asserisco affannata.
<< Tieni, bevi >>.
Mi porge una bottiglietta di plastica con dell’acqua, l’afferro bevendo buona parte del contenuto.
<< Sei fuori allenamento >> constata.
<< Si, in effetti è da un po’ che non vado a correre >>.
 Le porgo la bottiglia e mi accorgo che sta guardando la mia mano sinistra. La nascondo subito nella tasca della felpa e mi avvicino alla staccionata per fare un po’ di stretching.
<< Ha sbagliato misura? >>.
La guardo confusa mentre stiro una gamba. Lei mi imita e riprende a parlare << La fede. Quando ci siamo incontrate mi hai detto che ti saresti sposata dopo un paio di giorni, ma non ce l’hai al dito quindi deduco che avrà sbagliato la misura >>.
<< Ah, la fede... Veramente... non ci siamo più sposati >> le confesso cambiando gamba.
<< Ah no? E come mai? >>
<< L'abbiamo deciso di comune accordo, era una decisione troppo affrettata >>.
<< Sembravi così sicura >>.
<< Infatti lo ero >>.
<< E poi? >>.
<< Non lo so, all'improvviso qualcosa mi ha fatto capire che stavo per fare il più grande sbaglio della mia vita >>.
<< Qualcosa? >> dice retoricamente.
<< Sì >> affermo.
<< Qualcosa o qualcuno? >> mi domanda alzando un sopracciglio.
<< Senti non devo spiegarne a te i motivi, nemmeno ti conosco >>.
<< Però mi hai baciata volentieri quella sera, anche se ero una perfetta sconosciuta >> mi fa notare appoggiando la gamba a terra senza togliermi gli occhi di dosso.
Deglutisco facendo ancora qualche esercizio per sciogliere i muscoli.
<< Beh... ero confusa >>.
Sorride << Si certo. Come se tu adesso non vorresti rifarlo >>.
<< Infatti, non voglio >>.
Continua a sorridere scuotendo la testa, << Non imparerai mai >> dice avvicinandosi.
<< Cosa, non imparerò? >>.
<< A mentire. La tua bocca dice una cosa ma i tuoi occhi ne dicono un'altra >>.
Sento il cuore accelerare di colpo.
Perché continua a succedermi?
Istintivamente retrocedo fin quando rimango bloccata alla staccionata. Lei continua ad avvicinarsi fermandosi a pochi centimetri da me. Mi guarda intensamente, appoggiando entrambe le mani alla recinzione di legno. Il suo corpo è attaccato al mio.
<< C’è gente >> dico con voce tremolante.
<< Già pensi ad altro, non voglio mica violentarti! >> afferma derisoria.
Sospiro lasciando perdere il suo sarcasmo e porto d’istinto la testa di lato quando la vedo avvicinarsi al mio collo. Sento il suo respiro mentre mi sfiora piano con le labbra. Scende fino alla clavicola iniziando un percorso di baci e sospiri. Io rimango ferma chiudendo gli occhi mentre il mio corpo è pervaso da brividi. La sento risalire fino ad arrivare alla mandibola. Riapro gli occhi e la vedo sorridere compiaciuta. Continua a torturarmi fin quando le mie labbra cercano le sue. Improvvisamente si stacca allontanandosi da me. Rimango frastornata corrucciando la fronte.
<< Visto? >>.
<< Cosa? >> continuo confusa.
<< Non puoi resistermi >>.
Rimango appoggiata alla staccionata senza riuscire a dire nulla, realizzando a poco a poco che stavo per baciarla. Lo volevo veramente e lei lo ha capito prima che lo capissi io.
<< Stasera alle nove puoi trovarmi qui se ti va. Se non verrai allora vorrà dire che mi sono sbagliata e questa probabilmente sarà l'ultima volta che mi vedi >> dice incamminandosi.
Resto ferma mentre la vedo andarsene.
Era un ultimatum?
Perché se n'è andata, lasciandomi libera di fare ciò che voglio?
Preferivo che prendesse lei decisioni di cui io non so da dove cominciare. Io non so che voglio, non sono sicura di niente. E poi... è assurdo! Come possono due persone, senza conoscersi, per giunta dello stesso sesso, provare attrazione reciproca?
Eppure c'è una parte di me che non resiste a starle vicino per troppo tempo, senza avere un contatto diretto col suo corpo.
Oddio mi contraddico da sola!
Sono confusa, devo... devo assolutamente parlarne con qualcuno. Devo cercare di mettere ordine nella mia testa, da sola non ci riesco.
 
 
 
<< Sapevo che c'era un altro motivo oltre a quello per cui vi siete lasciati ufficialmente! >> esordisce mia sorella.
<< Sì, e non è tutto >>.
<< Sentiamo! >>.
<< Ecco, questa... questa persona è... è una donna >>.
La guardo attentamente mentre un espressione di sorpresa compare sul suo volto, cerca di dire qualcosa ma non riesce a parlare.
<< Lo so cosa stai pensando e per questo te ne ho voluto parlare, sono in una confusione pazzesca! Mi sono sempre piaciuti i ragazzi e adesso questa potrebbe essere solo una sbandata, non lo so... >> mi prendo la testa tra le mani disperata.
<< Io... Io non so che dire >> sussurra.
<< Per favore, non giudicarmi. L’ho vista solo due volte ma in entrambi i casi ho sentito qualcosa dentro di me, è una sensazione forte, travolgente e piacevole. E non so spiegarmene il motivo >>.
<< Wow! >> dice incredula, dopo un po'.
<< Wow nel senso "Che figata!" o nel senso "Tu sei completamente fuori di senno!" ? >> chiedo con una nota disperata.
<< Nel senso che sono senza parole. Cioè non perché è una donna, di questo non devi preoccuparti >> mi sorride rassicurante, << ...per il fatto che ti fa provare tutte queste sensazioni e nemmeno la conosci >>.
<< Forse la mia è solo curiosità... >>.
<< O anche no... >>.
<< Parlando con te volevo chiarirmi le idee non confonderle ulteriormente! Comunque il problema adesso è: cosa faccio? >>.
<< Come cosa fai? E me lo chiedi anche? Devi andarci! A proposito, come hai detto che si chiama? >>.
<< Ecco… Veramente non l'ho detto, perché non ne ho idea >>.
<< Come non ne hai idea? Sei sicura che era reale e non era ancora tutto un sogno? >>.
<< Smettila! Non me l'ha voluto dire >>.
<< Fa la misteriosa... >> dice maliziosa rompendo la tensione.
Non le ha dato fastidio il fatto che è una donna. Perché sono l'unica a farsi mille complessi sulla questione?
 
 
 
Mi dirigo a piedi verso il luogo d'incontro. Non sono mai stata così agitata in vita mia. La vedo subito appena arrivo. È seduta su una panchina, gambe accavallate e sguardo rivolto al cellulare. Ha i capelli sciolti, il vento leggero li scompiglia un po'. È bellissima!
Mi avvicino con passo indeciso, lei continua a fissare il telefonino poi alza la testa e mi sorride.
Dio, che visione.
<< Ciao! >> si alza venendomi incontro.
<< Ciao >> dico impacciata.
Mi lascia un piccolo bacio sulla guancia, mentre io divento di mille colori.
<< Alla fine hai deciso di venire, sono contenta >>.
<< Perché hai voluto incontrarmi? >>.
<< Prima di tutto volevo vedere se riuscivi a mettere da parte alcuni pregiudizi da sola, senza che fossi io a spingerti a prendere una decisione >>.
<< Più o meno però è quello che hai fatto >>.
<< Si, può essere. Ma avresti potuto decidere di non venire e invece sei qui. E secondo ho voglia di conoscerti >>.
Questa frase mi fa bloccare e non riesco a dire nulla.
<< E adesso che sei libera posso farlo tranquillamente >> continua sorridente.
Abbasso lo sguardo imbarazzata, poi mi prende per mano.
<< Vieni, andiamo in un altro posto >>.
O mio Dio.
Adesso dove andiamo?
Mannaggia a me che ho dato retta a mia sorella  venendo all'appuntamento.
E se avesse cattive intenzioni?
Nessuno mi troverebbe mai, mia sorella sa che sono con una ragazza sconosciuta vista per la prima volta in un sogno. Cosa direbbe ai carabinieri in caso sparissi? La prenderebbero per pazza!
Mi sto agitando e lei se ne accorge.
<< Tranquilla, non ho intenzione di ucciderti >> sorride impercettibilmente.
Ha anche capito quale fosse la mia preoccupazione.
No, questo non mi fa stare tranquilla per niente.
 
 
Saliamo nella sua macchina, una Lancia bianca. Allaccio la cintura mentre lei avvia il motore e poi accende lo stereo. Rimaniamo in silenzio per tutta la durata del tempo. Ferma la macchina dopo una decina di minuti.
<< Sei nervosa? >> mi domanda prima di scendere.
<< Un po' >>.
<< Stai tranquilla >> sussurra mentre mi accarezza piano la guancia.
Scende dall'auto e io la seguo. L'odore del mare mi fa chiudere gli occhi e inspirare a pieni polmoni.
<< Ti piace? >> domanda quando riapro gli occhi. Annuisco sorridendole.
<< Dovresti sorridere più spesso >>.
Nonostante siamo in pieno inverno, col vento del mare che soffia, io sto andando a fuoco.
Iniziamo a passeggiare una accanto all'altra e di tanto in tanto le nostre mani si sfiorano.
<< Sai, quella sera in quel locale ero lì per caso >> comincia a parlare rompendo il silenzio << Dovevo andare da un'altra parte ma all'ultimo minuto i miei amici hanno cambiato idea e mi hanno trascinata lì.
Quando ti ho vista mi hai fatto subito uno strano effetto, come se già ti conoscessi. Ti ho guardata per l'intera serata, ma ogni volta non riuscivo ad incrociare il tuo sguardo.
Poi mentre ero seduta con i ragazzi ad ascoltare svogliata i loro discorsi, mi volto verso il tuo tavolo e scopro che mi stai guardando. Dura un solo istante perché il tuo sguardo si sposta di colpo, ma volevo incontrare di nuovo i tuoi occhi, così sono rimasta a fissarti fino a quando ti sei rigirata... Il resto lo sai… >> conclude guardandomi di lato mentre continuiamo a camminare.
Ascolto stupita il suo discorso, non pensavo che mi avesse già notata da prima che lo facessi io, quella sera.
<< Che pensi che vorrà dire? >> domando, riflettendo subito dopo sulla domanda sciocca che le ho appena fatto.
<< Può significare tutto o niente. Siamo noi a decidere cosa può significare >>. Si ferma e mi prende una mano << Tu cosa vorresti che significasse? >>.
Deglutisco, sapevo che quella domanda non avrebbe portato nulla di buono.
<< Io...non lo so >>.
<< E se ti chiarissi le idee? >>.
Si mette di fronte a me, bloccandomi la strada. Mi prende anche l'altra mano intrecciando le dita.
Inizio a sentire caldo.
Avvicina la mia mano alle sue labbra sfiorandola delicatamente.
<< Mi piaci. E tanto anche >> sussurra solleticandomi la pelle << E non dire che è assurdo. Non dire che è da pazzi perché i nostri corpi si cercano, si attraggono. Loro non lo trovano per niente assurdo, lo trovano giusto >>.
Mi sta penetrando con i suoi occhi, cerco di distogliere lo sguardo ma mi blocca il viso, costringendomi a guardarla.
<< Non sfuggire a queste sensazioni. Lasciati andare >>.
Una forza improvvisa s'impossessa di me, stringo le sue mani e con un leggero strattone l'attiro a me. Sorride compiaciuta.
Ancora un po' impacciata guido le sue mani sui miei fianchi lasciandole lì e porto le mie dietro la sua schiena. Esigente, avvicino il mio corpo al suo, ho bisogno di sentire il suo calore.
<< Non volevi sapere il mio nome? >> sorride beffarda. Si sta prendendo gioco di me.
Lentamente le sue mani si fanno strada verso il mio sedere, ci appoggia entrambi i palmi e stringe un po' la presa facendo crescere la mia eccitazione.
Un brivido mi percorre lungo tutto il corpo. Con una mano risalgo la sua schiena, poi la porto al lato del suo viso carezzandole i morbidi capelli. Continua a guardarmi, aspettando una qualsiasi mossa da parte mia.
Le tocco ancora i capelli poi le sfioro la guancia accarezzandola piano, con le dita le tocco il lobo dell'orecchio e poi scendo giù sul collo. Risalgo per il mento e con l'indice seguo il contorno delle sue labbra, lei cerca di morderlo, ma mi sposto veloce. Il desiderio è ormai alto e ho urgenza di placarlo in qualche modo.
Le sue labbra s'incurvano in un sorriso, mentre una parte inferiore di esse viene catturata dai suoi denti.
È la goccia che fa traboccare il vaso.
Mi avvento sulle sue labbra, iniziando a baciarla con passione, bisognosa di sentire le nostre bocche congiungersi, le nostre lingue danzare, i nostri respiri infrangersi tra di loro e confondersi.
Desiderosa di sentire ogni gemito e mugolio di piacere che tutto ciò provoca.
Continua a stringere le mani sul mio sedere attirandomi a sé. Sento perfettamente il suo corpo sul mio.
Inizio a fremere, e non capisco se sia per il freddo o per qualcos'altro.
Cerco di ignorarlo, godendomi questo momento.
Ho l'impressione che da quando mi ha baciata quella sera, ho scoperto una parte di me che tenevo nascosta per chissà quale motivo.
Prima di quel bacio non sapevo chi ero veramente e cosa volevo.
Adesso invece, anche se non la conosco, anche se è una donna, mi sento in pace. E non m'importa nulla del pregiudizio. M'importa solo di ciò che voglio, di quello che sento e che mi rende felice.
Interrompe il flusso dei miei pensieri e, ahimè, anche il bacio. Mi sorride e io ricambio.
<< Finalmente hai capito >> mormora.
Sorrido complice, senza aggiungere altro.
<< Sei bellissima >>.
<< Ora non esagerare, tu lo sei molto di più >> sussurro con voce roca.
<< Beh, sarò pur consapevole di quello che dico, no? E lasciatelo ridire: sei bellissima! >>.
<< Va bene, se ne sei convinta... >>.
<< Ti va di raccontarmi quel sogno? Sono curiosa >>.
<< Allora facciamo aspettare ancora un po' la tua curiosità, d'altronde tu hai fatto aspettare la mia e lo stai facendo ancora… >>.
<< Touche >>.
<< E poi c'è qualcosa di più importante che non può aspettare >> affermo mordendomi il labbro inferiore con sguardo malizioso.
Mi guarda compiaciuta e sorride, tornando a baciarmi.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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Angolo autrice:
 
Salve a tutti!
Questa storia è nata da un sogno che ho realmente fatto.
Era molto simile a quello fatto da Roberta; ho apportato delle leggere modifiche ma la fine è uguale: proprio mentre la  misteriosa ragazza stava per dirmi qualcosa all'orecchio, non si è capito nulla e mi sono svegliata.
Il subconscio ci gioca brutti scherzi lasciandoci con l'amaro in bocca… Ma pazienza!
Comunque sia ho deciso di trasformarla in una storia e di pubblicarla. Spero che il risultato non sia poi così tanto male.
Apprezzerei sapere un vostro parere, anche perché è la mia primissima storia quindi ogni consiglio è ben accetto.
Ringrazio _Marlena_ che è stata molto gentile a proporsi come mia beta, visto la mia insicurezza nel pubblicare.
E ringrazio chiunque abbia letto, dedicandomi un po' del suo tempo.
 
Un saluto!
JoBo
  
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