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Autore: Giorgi_BVB    22/04/2015    1 recensioni
Martina ha una vita difficile con uno sfogo doloroso. Passa attraverso un'adolescenza molto difficile. Troverà qualcuno che l'aiuti?
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sangue. Solo sangue. Nient'altro che sangue. Ormai Martina era abituata al dolore. Quelle lamine non le provocavano più dolore come all'inizio. Ora vedeva il sangue scorrere e il bruciore provocato da quei tagli non doleva più così fortemente come in principio. Il dolore non era un problema, era proprio ciò che lei voleva. Provare un dolore fisico che possa competere con quello mentale. Si era abbandonata a questo vizio perché la sua situazione attuale non era una delle migliori.* I suoi genitori litigavano ormai troppo spesso, e come se non bastasse era anche vittima degli abusi sessuali del padre. Ormai si rifiutava anche di mangiare. L'anoressia era l'ultimo dei suoi pensieri. La madre, una povera donna, la maltrattava. Ogni sera la rabbia oppressa che non scaricava sul marito, la scaricava su di lei. Martina aveva anche una sorella più grande. Ella aveva 19 anni, ma viveva ancora con lei e i suoi "genitori". Quelle persone non potevano essere dei genitori, erano prive di amore per le loro due figlie. Suo padre era un ubriacone. Non faceva altro che bere e bere fino allo sfinimento. Beveva e litigava con la moglie, beveva e abusava di Martina. Beveva e buttava la sua vita. La sorella di Martina si chiamava Rose, una ragazza alquanto forte. Ogni sera teneva testa a quella persona che lei e Martina chiamavano padre, e cercava di farlo smettere. Il passaggio dall'alchool alla droga, pensavano, era breve. Ma Martina aveva solo 14 anni e non era pronta a tutto ciò. Non era pronta a perdere un padre, nè tanto meno era pronta ad un divorzio. Martina aveva da poco stretto amicizia con una ragazza di nome Alexandra, anche se lei la chiamava sempre Alex. L'unico problema era che era di Milano, mentre Martina era di Roma, una piccola distanza, ma non impedì alle due di diventare migliore amiche. Martina aveva abbastaza amici a scuola; sorrideva, scherzava sempre, prendeva tutto per uno scherzo, ma soprattutto sfoggiava la sua maschera ogni giorno in un modo eccezionale. Nessuno sapeva nulla della sua situazione familiare e di come facesse schifo la sua vita attualmente. Loro non sapevano che esisteva una parte di Martina che era morta. Loro sapevano solo del suo lato dolce ed ingenuo. Per Martina indossare una maschera era l'unica speranza che aveva di sopravvivenza. Lei viveva per questo. Tutta la sua vita era una finzione, ma non le importava. Lei viveva per tutto ciò. Viveva per la finzione. Martina era una ragazza alquanto forte. Riusciva ad affrontare drammi familiari, reggere l'achool che ormai beveva come fosse acqua e sopportare il padre. Non tanto i suoi litigi, ma gli abusi e le botte che ogni tanto le affligeva, cosi come la madre. Se c'era una cosa che Martina aveva imparato dalla vita era il ''Tieni sempre la testa e sorridi qualunque cosa succedesse''. Si atteneva a questo ogni giorno, ormai era la sua filosofia di vita. Sorridere qualunque cosa accada e tenere sempre la testa alta. Non mostrare debolezze al nemico e non far vedere agli altri la tua debolezza. Ci era riuscita, aveva nascosto tutto per anni. Nessuno conosceva la VERA Martina; Quella che soffriva, quella che a forza di piangere, si commuoveva per la più piccola cosa. Nessuno, almeno fino ad una sera in cui tutto sembrò cambiare. Per l'ennesima volta i suoi genitori litigarono e Martina si nascose in camera, nel punto più buio della stanza. Aveva le cuffiette già pronte e le playlist degli -Asking Alexandria, Slipknot, Motionless In White ed Escape The Fate- già pronte per essere ascoltate. Martina però fece una cosa che prima non aveva mai fatto, cercò qualcuno con cui parlare su whatsapp. Voleva interagire con qualche persona che magari aveva un pò di tempo per parlare anche con Lei. Non riuscì a trovare quasi nessuno, dato che era un sabato sera erano tutti fuori a godersi la loro classica cenetta in famiglia oppure gli amici che lei aveva erano usciti con altre persone, per festeggiare compleanni o andare a feste. Martina non era mai andata a nessuna festa che non fosse di compleanno, e comunque non era mai andata ad una festa in piscina. Ma non aveva tutti i torti, nessuno aveva voglia di parlare con una ragazza piena di tagli e con alcuni ancora sanguinanti. Alcuni che si stava procurando in questo stesso momento. Vide il Led del suo telefono illuminarsi e comparire un messaggio: ''Hey, come va?'', era la sua amica Alex. Martina cominciò a smettere di piangere per un istante per poi ricominciare più forte di prima. ''Come sto? Davvero vuoi sapere come sto? Beh, sto una .....'' le voleva scrivere, ma rispose con più filosofia ed optò per dire solo ''Male, e tu?''. Voleva chiudere quella conversazione il più presto possibile, non voleva rischiare di dire all'amica che in quel momento lei stesse piangendo a dirotto. Il Led si illuminò di nuovo, e comparì un altro messaggio: ''Come mai? Cos'è succeso?''. Martina riflettè per quelle che sembrarono ore, aveva già detto parecchie volte ad Alex che stava male, perchè le voleva mentire dicendo di stare bene. E poi, una speranza dentro di lei nacque. Ripensò al fatto che lei aveva già aiutato persone depresse come lei a superare momenti simili, persone che le avevano detto che volevano suicidarsi, persone che le avevano detto che non ne potevano più senza sapere che lei stava messa peggio di loro. Aveva sempre aiutato tutto, e pensò che ora era giunto il suo momento. Sì, era giunto anche per lei il momento di sfogarsi con qualcuno, e lo fece. Raccontò anni e anni di sofferena in poche parole. Alex si limitò a visualizzare i messaggi, non voleva sembrare inopportuna e alla fine, quando Martina finì di sfogarsi, ella le scrisse che lei ci sarà sempre. Le disse con tutta la preoccupazione che aveva per la felicità dell'amica che lei ci sarà sempre qualunque cosa accada. Le scrisse che neanche la sua famiglia era perfetta e per tanto anche i suoi genitori litigavano. Martina però evito accuratamente di non raccontare degli abusi del padre, pensava che l'amica non l'avrebbe retto, in compenso le raccontò di tutti i tagli che le ricoprivano ogni centimetro della pelle e di come lei desiderava morire. Martina si sentì molto meglio, non era felice, era ancora triste e piangeva solo un pò meno di prima, ma si sentiva molto sollevata. Aveva rivelato ad una persona, non un diario, ciò che lei era costretta a sopportare sera dopo sera, o comunque sei sere su sette. Alex pero le disse che la capiva, che comunque c'erano persone al mondo che soffrivano più di lei in quel momento e che anche se la sua tristezza era grande al punto di farla piangere sera dopo sera, lei era anche abbastanza fortuna. Aveva dei genitori, che anche se non si sopportavano, dormivano comunque nello stesso letto e condividevano una casa insieme alle loro due figlie. Martina rifletté. Era davvero stata così ottusa dal lasciare che la tristezza la persuadesse? Davvero aveva chiuso la sua anima? Davvero non aveva dato libero sfogo ai suoi pensieri solo per paura di essere giudicata? Perchè lei non ne aveva mai parlato con qualcuno di questa sua situzione solo per paura di essere giudicata, ma davvero era così? Martina pensò a tutte le volte in cui si sarebbe potuta sfogare con qualcuno, e a tutte le volte in cui non lo aveva fatto. Pensò che finalmente ci era riuscita a sfogarsi, perchè aveva rivelato i suoi demoni alla sua amica, che probabilmente non scriveva da 3 minuti perchè non aveva idee di cosa dire a Martina per farla stare meglio, anche se niente potrebbe farla stare meglio pensò lei. Ecco che dopo aver posato il telefono, passati solo una decina di minuti, il Led del tuo telefono si illuminò. E sorpresa, era un messaggio di Alex. Martina non potè dimenticare le parole del poema che la sua amica le scrisse; quello che più o meno il messaggio diceva fù: ''-Senti, so che stai male, non ti biasimo, ma non di rattristare. Non devi. Non Puoi... Sei una persona molto forte ad affrontare questa cosa con le unghie e con i denti giorno dopo giorno senza lamentarti, perchè i messaggi di prima per me non erano lamentele, bensì una richiesta d'aiuto. Tu sei una ragazza molto bella, solare, allegra e divertente. Possiedi tutte le qualità di una ragazza perfetta, anche se ti reputi brutta, imperfetta, non lo sei. La cosa più bella di te è la naturalezza con cui sorridi, quel sorriso così splendido che mi rallegra la giornata, sei bella sia dentro che fuori e devi saperlo, cambierei orientamento sessuale solo per te. Sei una persona molto speciale per me, ed io ti capisco. Sì Martina, io ti capisco. Sappi che ti voglio un mondo di bene, e un giorno te lo dimostrerò. Io te lo giuro, oggi 16 febbraio, io ti giuro che il giorno in cui ci incontreremo io non ti lascerò più respirare, ti abbracierò e ti dimostrerò tutto l'affetto che provo nei tuoi confronti. Sii sempre la stessa Martina, ma più felice. Non concentrarti solo sulle cose tristi della vita, ma anche sulle belle, ad esempio, una potrei essere io. Io per te ci sarò sempre e devi sapere che ti aiuterò ogni volta che ne avrai bisogno. Necessiti di una persona che ti voglia veramente bene, e credimi, io te ne voglio tanto.'' Martina quella sera pianse molto, e per la prima volta erano lacrime di felicità. Per la prima volta qualcuno le voleva bene. Per la prima volta si sentì amata. Martina cambiò dopo quella sera. Divenne più felice sapendo che un cuore, batteva anche per lei. Quella sera, determinò la crescita di Martina, quella sera lei imparò che non c'è solo cattiveria e infelicità. Quella sera lei sperimentò la felicità sulla sua pelle.
   
 
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