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Autore: Persefone3    23/04/2015    3 recensioni
Salve a tutti, ho deciso di mettere insieme una serie di One Shot che hanno per protagonisti i Capitan Swan perché secondo me spaccano davvero e sono senz'altro la migliore coppia di tutto lo Show. Sono essenzialmente dei Missing Moments tra i due che mi sono venute in mente, rielaborando anche parte della trama. Detto questo, bando alle ciance e allo spiegone, vi auguro buona lettura e spero vi piacciano.
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Dunque, come dire ... io sto ancora cercando di riprendermi da tutto ciò ... Evil Emma è tra noi ed è arrivata macchiandosi di un omicidio ... e ora cosa hanno in serbo per noi? Per ingannare l'attesa della prossima puntata la mia mente disagiata ha partorito questa cosa. Siamo nella 4x18 e mi chiedo ancora come fare ad uscire da questo gran casino . Grazie a tutti per letture, recensioni e inserimenti #sietesemprefortissimi . Un bacione e buona lettura Persefone 


Save the Saviour
 
- Io vado con Regina e con Hook a setacciare la zona in cui Crudelia si è nascosta con Henry.
- Emma, so che sei ancora arrabbiata, ma evitarci non servirà a niente.
- Non vi sto evitando. Con la vita di Henry in gioco, devo circondarmi di persone fidate e in questo momento voi non lo siete.

Lo ammetto. Sentirle pronunciare quella frase mi ha riempito di una scandalosa, inappropriata gioia. Lo so, la vita di Henry è in pericolo: è stato appena rapito da Crudelia e la situazione è parecchio ingarbugliata, ma quelle parole mi ripagano di tutti i sacrifici che ho fatto per investire nella nostra relazione. Tolgo la mano dal tavolo e la poggio delicatamente sulla sua gamba. Sento quanto la sua voce vibra mentre parla con sua madre. Passano solo pochi istanti che anche lei toglie una mano dal tavolo e la poggia proprio sopra la mia. Trema. Se fossimo soli, non avrei esitato un istante: l’avrei stretta a me per lasciarla sfogare, ma purtroppo non lo siamo. Cerco di fare finta di niente e intreccio le mie dita alle sue: non smetterò mai di starle accanto, dovesse costarmi anche la mia stessa vita! Eppure non posso fare a meno di vedere il dolore sul viso di Mary Margaret e David. È vero, hanno sbagliato e anche di grosso, ma stanno cercando di rimediare ai loro errori. Emma, però, si mostra implacabile nei loro confronti e non sembra minimamente intenzionata a spostarsi dalle sue posizioni nemmeno di un millimetro. Il mi cigno si alza e fa cenno a me e Regina di seguirla. Ci muoviamo senza fiatare: insistere sarebbe del tutto inutile. Quando vuole sa essere testarda come un mulo, cosa che, per inciso, ha ripreso da sua madre.
 
- Ti comporti come una bambina capricciosa. – dice Regina mentre stiamo perlustrando i boschi – I tuoi genitori hanno sbagliato, si sono scusati, adesso smettila!
- Scusa, se non ascolto i consigli di una che per decenni ha serbato rancore nei confronti di una bambina che non ha saputo mantenere un segreto.
- Swan – intervengo resoluto – se non vuoi dare retta a Regina, dà retta a me. Hai perdonato sia me che lei e sei riuscita a guardare i nostri difetti.

Devo provare a convincerla perché temo che questo suo atteggiamento possa davvero portarla su una strada fortemente oscura.
 
- La differenza – controbatte Emma – è che voi non vi siete mai proclamati esempi di virtù. Siete stati sinceri su chi eravate. I miei no. Dicevano di essere eroi!
- Anche gli eroi – le dico afferrandola per un braccio così che possa guardarmi negli occhi – sbagliano, tesoro.
- Emma – interviene Regina cercando di darmi man forte – stanno cercando di rimediare a quello che hanno fatto tanto tempo fa.
- Se voi li capite così bene, allora perdonateli se potete. Io non ci riesco. Ho cose più importanti a cui pensare, come salvare la vita di Henry.

Facciamo ancora qualche passo nei boschi, quando sentiamo una voce familiare riecheggiare tra gli alberi.

- Aiuto! Vi prego! Aiuto!
- È Henry – dice Emma con la voce rotta dall’ansia – veloci è da quella parte.
- No, da questa – dico fermandomi e cercando di capire da dove provenga la voce.
- I colpi di cannone ti hanno danneggiato l’udito? È chiaro che viene da lì – dice Regina
- No! No! Aiuto!
- Dividiamoci, veloci! – ci incita Emma.

È l’ultima cosa che vorrei separarmi da lei, ma salvare la vita del ragazzo ha la priorità su tutto.
Mentre corro tra i boschi, realizzo che se Rumple ha in mente di fare del male a Emma, nessuna esca è migliore di Henry. Ma come può l’Oscuro non curarsi minimamente di suo nipote?  Sono così concentrato sui miei pensieri che solo con ritardo mi accorgo di non sentire più la voce di Henry. Lo chiamo e mi guardo intorno. Vedo solo una conchiglia su un albero. La prendo in mano e capisco che c’è di mezzo la magia e che la mia paura è più che fondata: qui sotto c’è lo zampino di Rumple. Sento davvero l’ansia crescere in me per aver lasciato Emma sola. Mi addentro guardingo ancora un po’. Sono quasi arrivato al confine sud del bosco, quando un bagliore bianco attira la mia attenzione così come l’urlo che sento. Le gambe sono più veloci e reattive del mio cervello e mi ritrovo immediatamente a correre verso quella direzione. Quando arrivo a destinazione, vedo Emma stringere suo figlio. Mi sporgo leggermente e sotto il burrone vedo il cadavere di Crudelia: Emma l’ha sicuramente scaraventata di sotto per proteggere Henry. Si gira a guardarmi per un momento. Scorgo come una nebbia nei suoi occhi e mi sembra che le sue iridi siano di un verde leggermente più opaco, più oscuro. Mi sento morire perché quella nebbia la conosco fin troppo bene: ha velato anche i miei occhi quando mio fratello mi è morto tra le braccia. In quel preciso momento il mio cuore ha attraversato il confine dell’oscurità. E sempre quello stesso velo mi ha annebbiato la vista quando ho arringato per la prima volta l’equipaggio che avrebbe formato poi la mia ciurma di pirati. Di fatto è stato quello l’attimo in cui il tenente si è trasformato in pirata. Emma mi guarda sollevata, forse neanche si è resa conto fino in fondo di quello che è successo, ma io sì e non lo sopporto.
Regina si precipita verso il ragazzino e si allontana con lui. Io ne approfitto per avvicinarmi e occuparmi di lei.
 
- Come stai tesoro? – le chiedo preoccupato.
- Bene. Non vado fiera di quello che ho fatto, ma non avevo altra scelta. Stava minacciando mio figlio con una pistola.
- Sei sicura che sia tutto a posto?
- Insomma – sbotta Emma – smettila di essere così iperprotettivo con me! Non sono una bambina indifesa e per tua informazione so badare a me stessa.

Non è la prima volta che sento Emma alzare la voce con me, ma stavolta c’è qualcosa di diverso nel suo tono. Ha un accento più cupo, più profondo, più oscuro. Ho sperato di sbagliarmi fino all’ultimo, ma non è stato così purtroppo. Regina si avvicina a noi per capire cosa sta succedendo.
 
- Emma, perché urli così? C’è qualche problema?
- No, nessun problema. E ora scusatemi ma torno da mio figlio.

Regina sta per andarsene anche lei, ma la trattengo per un braccio.
 
- Cosa c’è?
- Devo parlarti un momento.

La tiro da una parte in modo che nessuno possa sentirci.
 
- Emma mi ha detto che stai per partire per New York e che Robin è in pericolo. So anche che ha chiesto di venire con te ma hai rifiutato.
- Arriva al punto.
- Portala con te, Regina.
- I colpi di cannone oltre a danneggiarti l’udito hanno fatto lo stesso con il tuo cervello? Emma deve occuparsi dell’Autore e fermare Gold.
- Regina, il piano che Gold ha in serbo per Emma si sta già attuando. Deve allontanarsi da qui. Ti prego, portala con te.

La donna mi guarda con gli occhi sgranati. Mi conosce e sa perfettamente che io non ho mai pregato nessuno nella mia vita di pirata. Non l’ho fatto neanche quando Rumple stava frantumando il cuore della povera Milah, ma questa volta è diverso. Emma, una volta, mi ha detto di avere paura di perdere anche me, la verità è che anche io ho paura di perdere pure lei.
 
- Mentre voi siete via, cercherò di scoprire di più sui piani di Gold. Non c’è bisogno che ti spieghi come mi sento e perché ti chiedo una cosa del genere, vero?
- Comprendo Hook.
- Lo sai cosa vuol dire quando la persona che ami è in balia del tuo peggior nemico, per questo ti chiedo di farmi questo piacere.
- D’accordo Hook, porterò Emma con me.

Regina ha appena finito di pronunciare questa frase che Emma si avvicina a noi.
 
- I miei stanno riportando Henry al loft. Cosa state complottando voi due?
- Ho pensato molto alla tua offerta, Swan. – dice Regina – è ancora valida la tua offerta di aiuto? Conosci bene New York e magari in due potremmo sconfiggere Zelina definitivamente questa volta.
- Certo che è ancora valida e sono contenta che tu l’abbia accettata.
- Bene. Allora vado a informare Henry e i tuoi.

Regina si allontana e ci lascia soli. Vorrei dirle un sacco di cose ma temo solo di innervosirla ulteriormente per cui la guardo e aspetto che sia lei a parlare.
 
- Ti posso chiedere una cortesia? Mentre siamo fuori puoi badare a Henry?
- Emma ci sono i tuoi, il ragazzo non è solo qui. – le sorrido
- Lo so, ma tienilo anche tu sott’occhio capitano. Sarei più tranquilla.

Mi sorride e sta per andarsene. La trattengo per un braccio e finalmente la stringo a me. in un primo momento sembra titubante, ma poi ricambia il mio abbraccio.
 
- Stai attenta Swan.
- Non devi preoccuparti per me.
- Ci provo.
- Ehi, io non ho nessuna intenzione di rinunciare a quello che abbiamo.

Si alza sulle punte e mi stampa un bacio sulla guancia. Chiudo gli occhi e mi perdo nell’intensità di quel contatto.
 
- E ora andiamo alla macchina che devo andare a preparami una borsa. Regina vorrà sicuramente partire domani.
- Tu vai, arrivo subito.

La guardo allontanarsi. So che è la cosa giusta, ma l’idea di separarmi da lei mi uccide. L’ultima volta che ci siamo lasciati non l’ho più vista per un intero anno e questa volta ho paura che possa succedere qualcosa di imprevisto o che non possa fare più ritorno. Se questo dovesse accadere non sopravviverei. Spero che tutta vada nel verso giusto, la amo e non posso perderla per nessun motivo al mondo. Nessuno.
  
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