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Autore: Chrystal_93    23/04/2015    3 recensioni
Swanqueen - Scene di vita quotidiana in una strana routine di coppia.
Dal cap. 2: “Non ci posso credere, perché lo stiamo facendo?” Emma alzò gli occhi al cielo. Se lo aspettava che la compagna avrebbe reagito così, ma non aveva messo in conto tutte quelle lagnanze. In fin dei conti era solo una cena coi suoi genitori. “Henry ci tiene tanto, Regina.”
Genere: Comico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Regina Mills
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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3. Rimpiazzo
 

Un rumore sempre più vicino di tacchi cominciava a rieccheggiare nelle orecchie di Emma. Non fece in tempo ad alzare gli occhi che il sindaco di Storybrooke era entrato sbattendo la porta, e si stava dirigendo con gli occhi fiammeggianti verso di lei.

Emma emise un profondo sospiro, lasciò cadere sul tavolo alcune pratiche e si appoggiò allo schienale della sedia.

“La vedo sbuffare, sceriffo Swan. Se questo lavoro non le piace può sempre lasciarlo. Ci sono almeno altri dieci idioti là fuori pronti a sostituirla.”

Emma serrò la mandibola. Erano le undici e non aveva alcuna voglia di rovinarsi il resto della giornata, anche se il suo istinto le diceva che, al momento, non aveva molta scelta.

“Davvero, Regina? Quale sarebbe il problema, oggi?” chiese, dando maggior enfasi all'ultima parola.

“Il problema è quel maledetto pirata con quella sua barca molesta. Avrebbe dovuto già andarsene...”

“Regina, ne abbiamo già parlato.” tentò di fermarla Emma.

“Lede alla quieta pubblica!”

“E come? Qualcuno si è lamentato?”

“No.” disse Regina, stringendo le labbra, imbronciata.

“E allora non ho motivo per mandarlo via. E non ho prove che stia disturbando i pesci, quindi non posso farlo.” fece lei tranquillamente.

“O forse non vuoi.” Gli occhi di Regina fiammeggiavano, ma dietro quella rabbia si celava qualcosa di più profondo.

Ecco, erano arrivate -o per meglio dire, ritornate- a quel punto.

“Regina sai che non è...”
“No, non lo so.” La donna incrociò le braccia sul petto, gli occhi che si stringevano in piccole fessure. “Non hai fatto niente per dimostrarmelo.”
“Io ho tentato di parlargli. Lo hai visto.”

“L'unica cosa che ho visto era lui che allungava quella sua viscida e rivoltante protesi su di te!” esclamò la mora, in preda all'ira.

Regina era talmente arrabbiata che aveva stretto i pugni e quasi tremava.

Emma osservò la donna che aveva chiuso gli occhi, mentre sulla bocca le si dipingeva un sorriso amaro e denso di dolore.

Lo sceriffo si alzò e la abbracciò, avvolgendola tra le proprie braccia.

“No.” mormorò Regina, tentando di svincolarsi. Emma però fu più forte e la strinse ancora di più.

L'altra tentò allora di aggrapparsi alla vita della donna per allontanarla da sé, ma non ci riuscì e tutta la forza e la tensione proruppero trasformandosi in lacrime. Solo allora si abbandonò contro la compagna, senza più cercare di scappare via.

Pianse col volto nascosto nell'incavo del collo della compagna, mentre quest'ultima le accarezza i capelli.

“Lo sai benissimo che amo te.”

“Ma ami anche lui.” mormorò Regina, mordendosi le labbra per non singhiozzare.

Emma rimase un attimo in silenzio e poi, scostandosi dalla donna e prendendola per le spalle, la guardò negli occhi e disse: “Io amo te, Regina. E continuerò ad amarti, nonostante tutto e tutti. Persino nonostante te stessa.”

Le labbra di Regina si schiusero per la sorpresa. La loro storia si era sviluppata da un odio profondo e le aveva colte di sorpresa, sconvolgendo le loro vite. C'erano stati molti ostacoli, eppure solo ora si accorgeva che quello più grande l'aveva creato lei, con le sue paure, le sue gelosie, le sue paranoie. I cattivi non hanno un lieto fine, e lei lo sapeva bene. Eppure lei, la Regina Cattiva, sembrava vicina a viverlo, e non sapeva spiegarselo. Ancor di più però tremava al pensiero che, presto, tutta quella gioia sarebbe svanita, che Emma sarebbe scomparsa dal suo letto al loro risveglio e che il sogno, così, sarebbe finito.

Perché in fondo era solo un sogno, non poteva essere altro. Ma allora perché, ora che Emma l'aveva riavvicinata a sé, sentiva distintamente le loro labbra incontrarsi ed esplorarsi come la prima volta?

Perché, se era tutto un sogno, sentiva il suo cuore scoppiarle nel petto, mentre con le mani percorreva la schiena di Emma sotto la giacca di pelle, sentendo il soffice cotone della canottiera bianca sui polpastrelli?

Perché non poteva essere un sogno, era realtà, per quanto difficile da credere.

Regina si abbandonò completamente al bacio e, dopo minuti che sembrarono ore intere, si separarono, con le labbra un po' più gonfie e incurvate nell'accenno di un dolce sorriso.

“Emma, io...”

Emma sorrise, abbassando la testa. “Va tutto bene, Regina. Può capitare. Non devi dire niente.”

Anche Regina ora sorrise e tornò a stringerla, grata e sollevata allo stesso tempo.

Emma si lasciò cullare in quell'abbraccio e, con il mento appoggiato sulla sua spalla, le sussurrò all'orecchio.

“Posso chiederti una cosa?”

Regina si scostò da lei e la guardò curiosa e anche un po' impaurita. Dopo la sfuriata che le aveva fatto, Emma poteva dirle qualsiasi cosa, e lei sapeva che se lo sarebbe meritato.

“Chi sarebbero quegli altri dieci idioti pronti per il mio posto?” Regina emise un piccolo sospiro di sollievo.

“La lista sarebbe lunga, Swan” Emma però la prese per i fianchi, con l'intenzione di non mollarla.

“Non pensare di cavartela così. Sputa il rospo.” Regina alzò gli occhi al cielo, non le piaceva molto quel suo linguaggio, anche se ormai si era rassegnata ad esserne divertita.

“Me ne viene in mente uno, ma...”

“Avanti, se è un idiota non temerò la sua concorrenza.”

Regina sorrise, fissando la compagna negli occhi e decidendo sul da farsi. Poi disse: “D'accordo, Swan. Ti posso solo dire che lo conosci.” Poi, poggiandole un leggero bacio sulle labbra, si allontanò e si diresse verso la porta.

Alzò la mano, come faceva sempre per dirle “A dopo.”
Emma però ebbe il tempo di urlare. “Chi è?”

Solo quando ormai era a una distanza sufficiente, Regina le urlò di rimando: “Tuo padre!”

Uscì dall'edificio con un sorriso sulle labbra e un “Regina!” lontano che le ronzava nelle orecchie.





Note dell'Autrice.
Alla fine un altro capitolo è arrivato. Nei piani sarebbe l'ultimo, ma non è impossibile che possano aggiungersene altri. In ogni caso, ultimo o no, spero che vi piaccia.
Vorrei ringraziare moltissimo adela101, Francycesca, matley79, 5vale5 e yasminelle per aver recensito il capitolo precedente. Spero di non avervi deluso con questo.
E un grossso grazie a tutti coloro che seguono/ricordano/preferiscono o semplicemente leggono questa raccolta.

  
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