Anime & Manga > Sailor Moon
Segui la storia  |       
Autore: ellephedre    23/04/2015    12 recensioni
1. Minako al settimo giorno di vita del suo bambino.
2. Ami al secondo mese di vita del suo bambino.
3. Ami e Rei (prima della nascita). Una chiacchierata a quattro con Usagi e Makoto.
4. Minako al settimo mese di gravidanza. È un pochino giù, ma sa come consolarsi.
5. Usagi e Mamoru, al sesto mese di Chibiusa, a Natale.
6. Yuichiro e Rei (alla nascita di Iria).
....
18. Gen babysitter (con Adam, 1 anno, e Iria, 8 mesi)
19 - Profetessa (Iria, 7 mesi)
20 - Nato per essere padre (Iria, 2 mesi)
21 - Rei e l'istinto materno (7 mesi)
22 - Halloween (Adam, 1 mese - Rei incinta di otto mesi)
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ami/Amy, Minako/Marta, Rei/Rea
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la fine
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Maternità 6

Maternità/Paternità

Autore: ellephedre

Disclaimer: i personaggi di Sailor Moon non mi appartengono. I relativi diritti sono di proprietà di Naoko Takeuchi e della Toei Animation.


6 - Yuichiro e Rei (alla nascita di Iria)

  

Si era aspettato di vedere qualcuno di speciale e unico, dolcemente imperfetto. Una faccina rossa, il naso schiacciato, gli occhietti gonfi, la pelle raggrinzita.

Aveva visto dei neonati - sua nipote, il figlio di Ami e Alexander. Li aveva trovati curiosi e buffi nel loro aspetto di piccoli guerrieri che avevano combattuto la battaglia per la nascita. Gli erano parsi carini come ranocchi indeboliti, per nulla simili ai bambini che si vedevano nelle pubblicità. Si era detto che sua figlia avrebbe avuto quell’aspetto nei suoi primi giorni.

Oh, dai geni di Rei sarebbe dovuta venire fuori una creatura meravigliosa e delicata nei tratti, ma lui aveva contribuito per metà a quel nuovo essere e… lui non era nulla di che.

Qualunque cosa facesse, o creasse, aveva sempre un piccolo difetto, un errore. La perfezione non era cosa da Yuichiro Kumada.

Rei era eccellenza, lui la sufficienza con mezzo voto in più per l’impegno. Se c’era una cosa che era in grado di fare, tuttavia, era rovinare il risultato perfetto di lei.

Aveva affrontato la questione in modo diretto con Rei, per sua figlia.

«Se somigliasse di più a me?»

Lei aveva faticato ad accettare l’idea di diventare madre, da principio. Si sarebbe trovata molto meglio con una bambina bellissima, che avesse soddisfatto tutte le sue aspettative.

Rei non aveva capito la ragione della sua domanda. «Se somiglia a te, somiglia a te.»

Lui si era toccato la faccia. «Non ho un bel naso…»

«È un naso normale.»

Ma stava meglio sulla faccia di un uomo. «Se Iria-chan non fosse perfetta sin dal principio…»

«Cosa stai cercando di dire?»

Con Rei era impossibile girare intorno a una questione. «Non dovrai essere delusa.»

«Non ho intenzione di esserlo.»

«Anche se non sarà carina come la vorresti?»

«Mi hai preso davvero per una persona superficiale. Con mia figlia, Yu?»

No. «Ho solo paura che… tu possa guardarla come fai con me, a volte. Roteando gli occhi al cielo, sospirando rassegnata.»

«Quello è per il tuo atteggiamento. Infatti lo sto facendo adesso.»

Come al solito lui aveva affrontato male la questione. «Mi basta che non pensi mai che lei avrebbe potuto essere più bella.»

Rei non gli rispose, rimase a riflettere. «Quindi… credi che sia quello che penso di te?»

No. Sì. «Io non sono… bello.» Non gli sarebbe sembrato strano se, ogni tanto, Rei lo avesse guardato pensando che avrebbe potuto avere molto di più. Sarebbe stata solo la verità, ma non era quello il punto.

«Sei stupido.»

Yuichiro si grattò la nuca. «Non volevo parlare di me.»

«In realtà lo stai facendo, anche se ci hai messo di mezzo il nome di Iria.»

Interdetto, lui tardò a ribattere.

Rei era piccata. «Non ho lamentele sul tuo aspetto. Quindi non ne avrò per nostra figlia, fine del discorso.»

Quel giorno lei l’aveva lasciato solo e lui aveva impiegato tutta una sera per farsi perdonare.

Si era tranquillizzato per le aspettative di Rei, ma il fatto rimaneva: una bambina sua e di lei difficilmente avrebbe preso tutto dalla madre. Forse giusto nel carattere, e questo Yuichiro aspettava con trepidazione di scoprirlo.

Settimane dopo, davanti alla culla nella stanza dell’ospedale, era senza parole.

Iria aveva quattro ore di vita ed era… una bambolina.

La pelle era già morbida e liscia, il naso un po’ schiacciato, ma piccolissimo e delicato. Lei aveva lievi occhiaie di stanchezza per la prova appena superata, ma si notavano solo le sue lunghe e folte ciglia. La bocca era la cosa più carina, ben fatta e paffuta, rossiccia, con fossette sui lati.

Iria era nata perfetta, più bella di qualunque bambina lui avesse mai visto su una rivista.

Non gli somigliava e, incredibilmente, non sembrava aver preso neppure da Rei. Lui non vedeva nessuno di preciso nei tratti minuscoli del suo volto, solo lei stessa.

Facendo attenzione a togliere il flash, le scattò un’altra fotografia.

Mise da parte l’apparecchio e appoggiò il mento sul bordo della sua culla.

Che stupido, davvero.

O forse no.

Forse lei era la prima cosa perfetta a cui avesse mai dato vita. Un insegnamento.

«Quindi sono capace anche io, hm?» Parlò molto piano, per non svegliarla. «O forse sbaglierò ancora, ma tu… Tu non hai nessun errore, anche se sei nata da me. Non lo penserò mai, per tutta la nostra vita. Te lo prometto.»

«Non farle discorsi strani.»

Yuichiro si tirò indietro, sorridendo. «Sei sveglia?» Andò a prendere la mano di Rei.

Lei era devastata dalla stanchezza, ma lucida. «Che le stavi dicendo?»

«Cose.»

Divertita, lei si tirò indietro sul letto, sedendosi.

«Non muoverti tanto.»

«Sto bene. Portamela.»

Lui fece scorrere le rotelle della culla verso di loro.

Inesperto, impiegò un attimo a capire come prendere sua figlia. «Ehm…»

«Non si rompe, tienile la testa come ti hanno detto.»

«Va bene.» Facendo molta attenzione, riuscì a prendere Iria tra le mani.

Sentendosi sollevata, lei allargò le braccia per riequilibrarsi. Emise un vagito di spavento.

Yuichiro la appoggiò subito tra le braccia di sua madre.

«Shh» mormorò lei. «Poverina, lo so. È un bruto.»

«Ehm…»

«Tutti gli uomini lo sono. Non lo fanno apposta.»

Yuichiro non disse niente mentre vedeva Rei che sistemava la bambina la braccia, trovandole la posizione più comoda. Lei era cambiata: in quei pochi gesti stava infondendo una tenerezza sconosciuta.

Rei accarezzò la tempia di Iria. In risposta lei aprì gli occhi, per guardarla.

«Tuo padre non è così male, però. Ho scelto bene, sai? Hai la sua bocca.»

«Cosa?» Yuichiro si allungò per vedere.. «No.»

«Sì. L’ho guardata su di te abbastanza a lungo da riconoscerla.»

Lui provò a controllare meglio, ma non notò nessuna somiglianza. Rei stava solo cercando di essere gentile.

Si ritrasse.

Lei lo guardava. «Perché te ne stai lì, lontano?»

«Ecco…» Gli avevano detto che una nuova madre aveva bisogno dei suoi spazi, di tempo.

«Abbracciaci.»

Lo fece subito quando vide Rei piangere.

«Shh, no. Perché?»

«Non lo so. Sono felice ma ho paura.»

«Di cosa?»

Lei scosse la testa contro l’incavo del suo collo. Sospirò e lui non le offrì più parole, solo la propria vicinanza.

Iria si fece sentire con un pianto.

«È triste per te» disse a Rei.

Lei tirò su col naso. «Ha fame.» Si tirò indietro. «Ora vedo se ho capito come attaccarla al seno.»

Yuichiro andò a prendere la sua sedia, per sistemarsi vicino a loro.

«Se stai male, sono qui.»

Rei gli offrì un sorriso stanco. «Non so che cos’ho. È tutto nuovo, devo… abituarmi.»

Iria smise di gridare quando Rei se la appoggiò contro il petto. Lei trafficò per spostare di più il camice.

«Ti aiuto.»

Rei annuì e, dopo poco, la loro bambina stava provando a fare la sua prima poppata.

Yuichiro trovò un ginocchio di Rei sopra le coperte. Lo strinse.

Lei prese un respiro. «Rimarrai sempre con me, vero?»

«Sì» rispose lui, sorpreso.

«Allora non avrò paura di niente. Andrà tutto bene, se sei qui.»

Tanta fiducia lo rese umile, immenso.

Cercò il volto chinato di Rei, per capire se lei era ancora in ansia. Ma il suo sorriso si era disteso.

Era bella, perfetta come la loro bambina.

«Stai per dire qualcosa.»

«Hm…»

«Dopo, va bene? Ora siamo impegnate.»

Distratto dalla gioia nelle parole di lei, Yuichiro osservò.

E osservò ancora, la loro felicità, la sua famiglia, fino a che le palpebre non gli caddero sugli occhi.

Stremato, riposò accanto a loro.

FINE


NdA: L'avevo in mente da un po'. Doveva finire con Yuichiro che realizzava quanto troveva bella sua figlia, ma Rei mi ha imposto di andare avanti :)

Spero che vi sia piaciuta.

Elle

P.S. Per chi non lo conosce, ecco il gruppo facebook dedicato alle mie storie: Sailor Moon, Verso l'alba e oltre...

   
 
Leggi le 12 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Sailor Moon / Vai alla pagina dell'autore: ellephedre