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Autore: esvree    23/04/2015    0 recensioni
Dave ha gli occhi rossi e lo sguardo di fuoco.
Non può essere.
Si è trasformato in ciò contro cui abbiamo combattuto per tutti questi anni.
Uno di loro.
Un vampiro.
E mentre gli pianto il paletto si frassino nel cuore, vedo nei suoi occhi la sua umanità.
Sono io il mostro, non lui.
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fa caldo in questa scuola.
Vorrei mettermi in maniche corte e togliere questa maglietta nera con il disegno dell'uno di picche sotto il polso e la scritta "ho un asso nella manica!".
Ma non voglio. Me l'ha fatta a mano e regalata mio fratello, Dave, che non è più qui.Era un artista, bravissimo a disegnare.
Poi tutti, notando i lividi e i segni sulle braccia, mi farebbero troppe domande.
"Ma i tuoi ti picchiano?" "Ti droghi?" "Sei autolesionista?"
Alla gente manca la fantasia. Non gli verrebbe neanche in mente che come hobby uccido vampiri. O almeno, li uccidevo.
Non caccio da sessantasette giorni, da quando ho ucciso Dave per la seconda volta.
Sono un mostro anche io.
Mi guardo le mani, che stringono sudate l'orario scolastico.
Sono un'assassina.
Io, mio fratello e mio zio eravamo convinti di fare del bene, una volta.
Ora non ne sono più tanto convinta.
Sono un essere spregevole, ecco cosa sono.
Sono una massacratrice, una...
Ahi.
Sono andata sbattere contro qualcuno.
-Sta più attenta!- dice un armadio rosso con l'aria cattiva.
-Scusam...
Mi fermo.
Questo ragazzo ha una cicatrice nel labbro.
Come Dylan...
Dylan, uno dei miei più cari amici quando avevo un vita normale...
Siamo stati amici fino alla seconda media. Poi mia madre è morta, e ci siamo trasferiti dallo zio.
Non può essere lui.
O sì?
Eppure non esistono molti ragazzi con i capelli rossi, gli occhi azzurri e una cicatrice nel labbro qui, in questo posto piccolo e dimenticato da Dio.
Ma mi sa che Dio ha dimenticato tutti.
Se esistesse, me lo immaginerei intento a giocare a Poker con Satana.
Posta in palio: il destino del mondo.
O forse ci hanno già giocato, e ha vinto il diavolo.
Ecco, può essere un ipotesi.
Spiegerevbe molte cose.
Tipo questa: Dylan non è mai stato un angelo, ma ora è completamente diverso da come mi sarei immaginata diventasse: indossava pantaloni a cavallo basso strappati, una canottiera a fiori con una scollatura vergognosa, i percing all'orecchio. Sono tatuaggi quelli? Mi chiedo se sua madre, una donna riservata, gentile e ordinata sia ancora viva o sia morta d'infarto.
Naturalmente, però, era spaventosamente bello anche così, con gli occhi talmente limpidi che ci potevo vedere attraverso e le braccia talmente muscolose che se mi avesse abbracciato mi avrebbe soffocato.
-Cenerentola!-esclama.
Sì, è proprio lui.
Mi aveva soprannominato così un giorno in cui ero caduta dalla bicicletta ed ero piena di terra. Quanto detestavo quel soprannome.
-Carotino, sei proprio tu?
-Ah! Come osi?!-mi chiede divertito.
Lo sguardo cattivo di prima sembra sparito.
-Sei così... diverso.-dico.
Sembra squadrarmi dalla testa ai piedi, ma poi lo vedo sorridere. Sta ridendo di me?
-Oh, anche tu. E Dave? Come sta?
Sono un mostro. Ho la coscenza sporca. Eppure stavo ridendo, fin poco prima.
-Lui...-la mia voce si spezza. -Non è qui.
Io e lo zio non lo avevamo detto a nessuno.
Avevamo inscenato la sua scomparsa con una fuga di casa. Non sarebbe stato tanto strano. Io e lui eravamo famosi per essere piromani, vandali e ladri. Abbiamo dovuto cambiare città e scuole.
E ora sono qui. Dove una volta avevamo una vita normale.
Dylan alza un sopracciglio. Non sono mai stati particolarmente amici loro due, quindi non si fa troppe domande.
-Oh. Se lo vedi salutamelo.-Poi, notando il mio umore, cambia discorso. -Cosa ci fai qui? Non eri a New York?
-Oh, certo. Ma ci siamo trasferiti. Hem...Qui si respira aria di casa.-giustifico.
Meglio tralasciare il fatto che mio zio fosse assetato di vendetta, e avesse trovato una forte traccia di cacciatori da queste parti.
-Bello. In che classe sei?
Guardo il foglio che avevo tra le mani.
-In... "3a economico sociale".-Leggo.
-Fantastico.
-Anche tu?-chiedo, spalancando gli occhi.
-No, ma siamo sullo stesso piano.
Poi, notando la mia delusione, aggiunge: -Ma conosco due o tre persone simpatiche di quella classe, te le presento?
Mi prende il polso e mi trascina verso i corridoi e le scale piene di studenti, fino a una classe sporca piena di ragazzi e ragazze.
-Sai trovare l'uscita da questo labirinto?
Rido. -No.
Ho riso.
Dopo sessantasette giorni, sono riuscita a ridere.
-Grazie, Carotino.- dico.
-Prego, Cenerentola!-risponde, con un tono talmente alto che tutta la classe si gira.
Arrossisco.
Sento i loro occhi puntati addosso. Che ansia.
Dylan mi trascina fino a un gruppo di banchi in fondo.
E quelle sarebbero, secondo lui, "persone simpatiche"?
Poi mi ricordo che, la prima volta che mi ha visto, oggi,prima che mi riconoscesse, mi ha lanciato uno sguardo che avrebbe bruciato un vampiro in un secondo. Dovrei ingaggiarlo.
È cambiato. Molto. Sono cambiata anche io così?
-Saluta.- mi dice, con la stessa voce che una mamma rivolge al figlio di quattro anni per spingerlo a salutare il pediatra.
"Dai, Anne." Mi dico."Hai ucciso decine di vampiri assetati del tuo sangue..ce la farai a salutare tre tizi tutti tatuati e dieci volte più minacciosi che ti guardano come se volessero mangiarti, no?"
"No." risponde la Anne codarda.
In fondo, i vampiri sono stupidi. Almeno il 97% di loro lo è.
Solo chi riusciva a vederli da vivo diventa uno di quelli che mio zio chiama "vampiri intelligenti". Gli altri li chiamavamo "vampiri imbecilli" per prenderli in giro e sdrammatizzare la nostra vita.
La gente vede i vampiri solo se ha visto la morte.
La morte ha varie forme.
Io l'ho vista come una bottiglia.
Mia madre ha preso in mano questa bottiglia di rum, poi è morta.
È la mia vita è cambiata.
Per mio padre e mio zio la morte era un gatto nero.
Ha attraversato la strada di colpo, e i miei nonni sono morti.
È l'ombra della morte ci insegue dappertutto, per generazioni.
I miei nonni sono morti giovani. I miei genitori pure. Anche mio fratello.
Non è sfiga.
È l'ombra maledetta, chiamata anche 'deathfull'.
Durante le guerre, insieme al boom economico sono aumentati anche i vampiri intelligenti. Che buisness.
Naturalmente, non si fanno vedere de tutti, ma solo da chi ha il deathfull nel sangue.
-Ciao.-dice uno dei ragazzi, studiandomi.
-Ciao.
Mi squadrano dalla testa ai piedi.
Quanto odio le persone con gli occhi.
Dylan ci presenta. Lui lo chiamano "Dy".
Uno di loro, alto e biondo, si fa chiamare "Duff". Un altro, con la pelle dorata, si persenta come "Gi" e un altro ancora, Luke. Mette quasi paura. Da come tutti si tengono a debita distanza, deve avere qualche ruolo importante in questo gruppo di cretini in cui sono finita. Mi trapassa anche lui con occhi infuocati. I ragazzi di questa scuola sarebbero ottimi cacciatori, penso divertita.
Poi suona la campanella, e "Dy" esce dalla classe con passo incerto.
Quando inizia l'ora, mi devo presentare alla classe. La prof, una tizia bionda e bassa di cui non ricordo il nome, mi fa il terzo grado.
Per tutto il tempo me ne sto in disparte ad ascoltare sia il gruppetto sia la prof, cercando di sembrare diligente, e studiando il resto dei compagni. Ogni tanto qualcuno di loro si gira studiandomi.
Non so se l'ho già detto, ma odio le persone con gli occhi.
La prof elenca i compiti per casa.
Prendo il diario, e mi svolazza via una foto di Dave che avevo tra le pagine.
Gi la prende al volo.
Qundo fa il movimento, noto qualcosa sul polso.
Una cicatrice, più chiara del resto.
No. Sono due.
Come due denti.
Dallo stupore casco dalla sedia. Tutti ridono.
Gi mi porge la foto. -Stai bene?
-Io... solo un giramento.
Non può essere un vampiro.
Io li sento, quando sono vicini.
Sento il sangue che va a fuoco, per un attimo.
Poi passa, e mi sento più forte.
Ma ora sono normale.
Non mi faccio domande, e prendo la foto.
-Chi è?
-Oh, nessuno.
La nascondo velocemente.
Alza un sopracciglio, ma sta zitto.
Alla seconda ora, mi arriva un messaggio dallo zio.
"Tra 3 min chiamo"
Alzo la mano chiedendo se posso andare in bagno.
Esco dalla classe, e, ignorando le occhiataccie dei bidelli, rispondo alla chiamata.
-Ciao, zio, com...
-L'hanno tovato.-mi interrompe.
-Cosa?-chiesi, anche se conoscevo già la risposta.
-Il corpo.
Dave. O ciò che rimane di lui.
  
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