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Autore: ElynLC    24/04/2015    1 recensioni
Il Dottore va a prendere River per un'altra notte insieme e la porta a un ballo su quello che dice essere il suo pianeta preferito.
- Dove mi porti stasera, dolcezza? - chiese River entrando nel Tardis, mentre a Stormcage cominciavano a suonare le sirene d’allarme.
- A un ballo! - esclamò il Dottore schiacciando qualche bottone sulla consolle e allungando un braccio verso un corridoio. - Di là puoi scegliere un vestito.
- È una festa in costume o andiamo nel Medioevo?
[...]
- Ah, adesso capisco come mai ti piace così tanto questo pianeta! - esclamò River entrando nel salone.
- Fantastico, vero? - al Dottore brillavano gli occhi mentre la accompagnava dentro.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Doctor - 11, River Song
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Le Quattro Lune

 
- Dove mi porti stasera, dolcezza? - chiese River entrando nel Tardis, mentre a Stormcage cominciavano a suonare le sirene d’allarme.
- A un ballo! - esclamò il Dottore schiacciando qualche bottone sulla consolle e allungando un braccio verso un corridoio. - Di là puoi scegliere un vestito.
- È una festa in costume o andiamo nel Medioevo? - River era tornata nella sala di controllo con un vestito semplice blu chiaro, lungo, la gonna morbida e il corpetto con piccole balze. All’altezza della vita, sulla destra, una rosa fatta di stoffa, di un colore più tenue, mentre la scollatura a V metteva in risalto il seno senza essere volgare. Sopra all’abito indossava un coprispalle di tela di ragno, aperto sul davanti e chiuso sul collo, quasi trasparente sulle braccia nude.
- Festa del Solstizio d’Estate! Sul mio pianeta preferito! - rispose il Dottore sorridendo mentre si girava verso la moglie.
- Estate? Se non l’avessi notato, questo vestito è di lana!
- Esatto! Non dovresti avere freddo nella sala, per uscire ho un mantello. - Il Dottore si fermò a contemplare la donna che aveva davanti. - Sei bellissima!
- Grazie. - disse River sorridendo e cominciando a tirarsi su i capelli.
- No, no! - esclamò il Dottore agitando le mani.
- Cosa?
- Non tirarti su i capelli, non sta bene. Le ragazze per bene non lasciano mai il collo scoperto.
- Ragazze per bene? - ammiccò River.
- Questa sera sì. - il Dottore le toccò il naso facendo una giravolta. - Allora... Dove l’ho messo? - rovistando sotto la consolle tirò fuori una scatolina da uno degli scomparti e la porse alla moglie sorridendo. - Tanti auguri!
River la prese sbigottita, non si erano mai scambiati regali, escludendo il diario blu Tardis che le aveva regalato quando si erano conosciuti. Dentro la scatolina trovò un fermaglio per capelli lavorato con piccole perline e una collana con un ciondolo di perla.
- Mi aiuti a metterla? - chiese emozionata scostandosi i capelli dal collo.
La perla si appoggiò tra i suoi seni, poco sopra il bordo dell’abito, e nel chiudere il gancetto il Dottore le lasciò una bacio sul collo.
 
* * *
 
Uscendo dal Tardis, River vide che erano atterrati in quello che sembrava un capanno. Il sole doveva essere appena tramontato, perché il cielo era scuro, di un blu tendente al viola. Fuori aspettava una carrozza con cocchiere, che aprì la portiera e li fece salire.
Il Dottore stese una coperta sulle loro ginocchia e, nel farlo, si alzò un po’ il polsino della camicia, sotto il quale luccicò qualcosa.
- Hai un bracciale uguale al mio? - chiese River alzando il polso e mostrando il suo.
- Certo, sono le catenas.
- E sarebbero?
- Indicano che siamo sposati. - rispose il Dottore sorridendo.
- Come mai il mio è più grande? - River stava esaminando il suo bracciale: era probabilmente di rame e aveva una decorazione con fiori e foglie rampicanti.
- Non lo so. Sei tu l’archeologa, potresti scoprirlo una volta o l’altra. Guarda, quello è Castel Comyn - il Dottore indicò un grande castello che si vedeva dal finestrino della carrozza.
River si sporse su di lui. - Di fianco c’è una piccola città? Sembra antica.
- Sì, è Thendara, praticamente l’unica città del pianeta.
- Quindi non siamo sulla Terra?
- No.
In quel momento la carrozza si fermò nel cortile del castello e il cocchiere li aiutò a scendere. L’atrio era enorme e affollato, ma comparve subito un valletto per prendere i loro mantelli. Il Dottore si avviò sicuro verso la sala del ballo, in fondo al corridoio.
- Ah, adesso capisco come mai ti piace così tanto questo pianeta! - esclamò River entrando nel salone. - Qui Amy si confonderebbe tra la folla!
La maggior parte dei presenti, infatti, aveva i capelli rossi, di qualsiasi sfumatura: dal rossiccio chiaro al rosso fuoco, dal rosso ramato al rosso scuro. Solo qua e là si vedeva qualche testa bionda o nera, insieme al bianco-grigio dei più anziani.
- Fantastico, vero? - al Dottore brillavano gli occhi mentre la accompagnava dentro.
- Ma com’è possibile? Le probabilità che si trovino per caso una così alta percentuale di persone con i capelli dello stesso colore è bassissima. È una versione aliena della Lega dei Capelli Rossi? O tutti gli abitanti del pianeta hanno i capelli rossi?
- No, non proprio tutti. Secoli fa un’astronave terreste ha dovuto fare un atterraggio di emergenza su questo pianeta e alla fine ci sono rimasti. La maggior parte di loro era di origine scozzese, con i capelli rossi. Frequenti matrimoni tra consanguinei hanno fissato il gene dei capelli rossi tra i nobili. Se andassimo a Thendara troveremmo pochissime persone con i capelli rossi.
- E quelle pochissime persone starebbero a indicare che anche su un altro pianeta i nobili ogni tanto si divertono? - chiese River con un sorriso malizioso.
- Beh... Probabilmente...
River cominciò ad ammirare le pareti della sala, che sopra i due metri erano coperte da dipinti, uno per ogni lato.
- Che cosa rappresentano?
- Questi sono Hastur e Cassilda sulle rive del lago di Hali. La leggenda dice che Hastur, figlio del dio Aldones, è sceso dal cielo, si è innamorato di Cassilda e insieme hanno dato vita alle sette Famiglie regnanti. Non sono io Hastur! - aggiunse, vedendo che la moglie lo guardava di sottecchi.
River scoppiò a ridere - Davvero?
- Davvero! - confermò il Dottore imbronciato. - Hastur era uno dei passeggeri della navicella terrestre e Cassilda era una chieri, una delle razze indigene del pianeta.
- Razze indigene? Quindi il pianeta non era disabitato. Li conosci?
- Sì, li ho visti qualche volta. A loto piace molto danzare, e vivono molto a lungo, ma sono terribilmente noiosi. Da qualche secolo a questa parte non fanno altro che contemplare il cielo e la natura.
- E non sia mai che tu stia fermo per più di qualche ora! - sorrise River.
- No, infatti! - E detto questo la trascinò sulla pista da ballo.
- Dottore! - esclamò lei - Non so ballare!
- Oh, non preoccuparti, guarda come fanno le altre donne. E poi questo è un ballo lento. - disse il Dottore posandole le mani sui fianchi.
River gli mise le braccia al collo e si lasciò trasportare dalla musica.
 
* * *
 
Prendendo un paio di bicchieri, vino per lei e punch per lui, il Dottore accompagnò River sul terrazzo, dal quale si potevano vedere le lune illuminare la notte.
- Bellissime! - disse River ammirando il cielo. - Hanno dei nomi?
- Sì, certo. - il Dottore le si avvicinò indicandole una per una le sfere nel cielo. - Quella piccola e bianca sulla destra è Mormallor, quella grande in basso a sinistra, azzurra, è Liriel. Le altre sono Kyrdyss, color verde acqua, e Ariel.
- Immagino che non sempre si possano vedere tutte insieme.
- No, infatti, di solito se ne vedono solo due o tre, oppure una sorge mentre sta per spuntare l’alba. Che si vedano tutte e quattro la notte del Solstizio è rarissimo, infatti sono state scritte molte ballate e leggende in proposito, dove sembra che gli dei siano scesi a terra e cose del genere.
Il Dottore stava ammirando il cielo, poi abbassò lo sguardo sulla moglie. - Non fare quella faccia! Io non c’entro niente! Ok, forse una volta... - ammise a malincuore vedendo River alzare le sopracciglia. - Ma solo perché il Tardis è atterrato per sbaglio nel cortile di un signorotto di montagna, il quale ha creduto che fosse un segno degli dei per intimargli di essere più ospitale e meno scorbutico. In effetti non aveva neanche organizzato una festa e ho dovuto andare io in cucina a dire alle cuoche di cucinare un dolce. - aggiunse tra sé e sé.
Per un po’ rimasero così: River con la schiena appoggiata al Dottore, mentre lui la abbracciava, guardando le quattro lune.
- Raccontami qualcos’altro su questo pianeta. Come si chiama?
- Darkover - rispose il Dottore, poi cominciò a raccontare. - I terrestri si stavano espandendo fuori dal Sistema Solare costruendo colonie su vari pianeti. Durante uno di questi trasferimenti una navicella ha dovuto fare un atterraggio di fortuna su questo pianeta, ancora inesplorato. Non sono più riusciti a ripartire e pian piano hanno dimenticato le loro origini, perdendo del tutto la tecnologia terrestre e tornando quasi a un sistema feudale.
- E la razza indigena, i chieri? Assomigliano agli esseri umani come aspetto?
- Per la maggior parte sì. Hanno la pelle molto chiara, gli occhi grigi e sei dita a mani e piedi. Ma sono molto riservati, ritirati nelle loro foreste sulle montagne, hanno avuto pochissimi contatti con gli esseri umani. Te l’ho detto, sono noiosi. Anche se, oltre ai capelli rossi, in alcune delle famiglie nobili è normale avere sei dita e una vita molto lunga.
- Quindi qualcosa di vero c’è, nella leggenda di Hastur e Cassilda. - concluse River.
 
* * *
 
Il Dottore era tornato nel salone per lanciarsi in una danza scatenata per soli uomini, mentre River rimase sul terrazzo.
- Non vi ho mai vista, è la prima volta che venite alla Festa? - River si girò e vide che si era avvicinata una donna con il vestito lilla e i capelli biondo scuro.
- Sì, questo posto è magnifico.
La donna sorrise. - Io sono Camilla Ridenow. Siete venuta con vostro marito?
- River Song, molto piacere. Sì, mio marito è appena tornato dentro a ballare.
- Deve avere una bella energia, allora. - Camilla guardò nella sala. - Da quando la nostra ultima figlia l’inverno scorso ha avuto un bambino, mio marito ha deciso che è troppo vecchio per ballare.
- Il mio invece non si ferma mai. - rise River, pensando al Dottore, incapace di stare fermo nello stesso posto per più di qualche giorno.
- E voi? Avete nipoti? - la donna aveva deciso di fare conversazione.
- No... Non abbiamo neanche figli... - rispose River guardando il suo bicchiere, ormai vuoto, e desiderando che si riempisse magicamente.
- Oh, mi dispiace. Anche mia sorella non poteva avere figli, ma è riuscita ad entrare in una Torre.
- Capisco - disse River, ripromettendosi di chiedere al Dottore cosa avesse voluto dire la donna. - Io... Sono stata con i miei genitori.
- E adesso vi mancano, vero?
-Già, è un po’ che non li vedo.
- Anche io sentivo la loro mancanza appena sposata, ma fortunatamente siamo sempre riusciti a vederci abbastanza spesso, mia madre è venuta anche ad abitare da noi quando avevo i figli piccoli, fino a quando non sono diventati troppo vecchi per viaggiare.
River pensò ai suoi genitori, più giovani di lei, lontani anni luce nel tempo e nello spazio. - Siete fortunata, i miei genitori abitano molto lontano.
- Quindi siete originaria delle montagne?
In quel momento tornò il Dottore. - River! Ti stai ambientando?
- Dottore! - esclamò la donna, contenta di poter evitare la domanda. - Posso presentarti Camilla Ridenow?
- Molto lieto, domna - disse lui facendo un piccolo inchino - Posso rubarvi mia moglie per un ballo?
- Certo, divertitevi!
Dopo questa concessione, il Dottore lasciò il bicchiere di River a un valletto e la portò al centro della sala.
 
* * *
 
La sala da ballo si stava svuotando, man mano che qualcuno, soprattutto i più anziani, si ritiravano.
Il Dottore prese la moglie per mano. - Vieni!
River gli andò dietro, triste che la serata fosse già finita. Cercava di memorizzare ogni singolo dettaglio, per poi riportarlo precisamente nel suo diario una volta tornata in cella. I giorni successivi non avrebbe fatto altro che leggere quelle poche pagine, come aveva sempre fatto tra una visita e l’altra del Dottore. Per questo non si accorse subito che qualcosa non andava.
- Dove mi stai portando? - chiese, rendendosi conto che stavano salendo delle scale che sicuramente all’andata non avevano sceso.
- Non preoccuparti - la rassicurò il marito con un sorriso. - Siamo quasi arrivati.
Dopo un paio di curve (River si era già persa qualche piano e corridoio più in basso) il Dottore spalancò una porta su un salottino illuminato dal fuoco acceso nel caminetto, davanti al quale c’erano un tavolino e alcune poltrone.
River guardò il marito a bocca aperta. - Che cosa vuol dire?
- È il nostro appartamento! - sorrise il Dottore, come se fosse la cosa più naturale del mondo.
- Stai scherzando?
- No, certo che no! Perché dovrei? - il Dottore si era messo a girare per la stanza. - Ah, ecco la tua camera!
River passò attraverso la porta che il marito le aveva aperto e vide un altro camino acceso, di fianco al quale c’era una bellissima toeletta. Su un’altra parete una grande finestra a bovindo, con dei comodi divanetti. Ma la cosa più imponente era il grande letto a baldacchino appoggiato alla parete di fronte.
River rivolse al Dottore un sorriso malizioso. - Un po’ sfrontata come proposta, non trovi, dolcezza?
- Eh? Cosa? - il Dottore era interessato alla reazione della moglie, ma non si era aspettato un commento del genere, poi di colpo capì. - Ah! Beh... Ecco... Io ho un’altra stanza... Di là...
- Non provarci nemmeno, dolcezza! - esclamò River prendendolo per il cravattino e chiudendo la porta dietro di lui, prima di dargli un bacio, che si preannunciava molto lungo.



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Note dell'autrice:
Ovviamente il Dottore e River Song sono creati da Moffat, e neanche il mondo di Darkover è di mia invenzione, ma della grande Marion Zimmer Bradley, autrice dell'omonima saga. Ho pensato che il Dottore, che avrebbe voluto essere 'ginger', sarebbe stato benissimo in mezzo alla nobiltà darkovana, tutti con i capelli rossi.
Descrivere la gestualità del Dottore, le sue espressioni e quelle di River l'ho trovata una sfida difficilissima, infatti a volte ho lasciato all'immaginazione, anche per non spezzare troppo i dialoghi.
Spero che la storia sia piaciuta :)

Mini-vocabolario darkovano (anche se penso sia siano capite tutte le parole):
- catenas: bracciali che indicano un legame matrimoniale
- chieri: razza indigena di Darkover
- domna: signora di alto rango, nobile
   
 
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