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Autore: LightBlue99    24/04/2015    0 recensioni
non sentiva il rumore dei suoi leggeri respiri, nè la vibrazione del suo cuore che batteva in lei, perchè quello ancora batteva, ne era certa.
Genere: Dark, Introspettivo, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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Camminava in silenzio lungo un ponte sospeso nel nulla.
I piedi riuscivano a stento a poggiarsi sulle assi di legno, manteneva l'equilibrio appena, con lamente persa e lo sguardo assente, a guidarla era solo il cuore.
Sentiva le imperfezioni del legno grattare la superficie della sua pelle nuda, dei piedi come delle mani che strusciavano lungo un corrimano fatto dello stesso materiale.
A tenere insieme i pezzi erano delle corde secche, tirate ed ormai sgualcite.
Procedeva a passo lento, ad un ritmo costante, la bocca semi aperta permetteva lei ancora di respirare quel poco ossigeno che i polmoni richiedevano, i battiti del suo cuore rimbombavano in un silenzioso eco, come un richiamo che non viene ascoltato.
Cammina senza voltarsi indietro, con la mente sgombra da qualsiasi pensiero, lo sguardo fisso nel vuoto che continuava ad inseguire senza mai raggiungere, e poi buio.
Un buio interminabile, ogni sensazione provata era come se svanita nel nulla, come se sottratta inspiegabilmente da sotto il naso.
Immobile non cercava neppure più quelle sensazioni che continuavano a farla sentire un po' meno morta, meno cadavere ambulante.
Rimase semplicemente in attesa, un'attesa infinita, priva di incoraggiamento.
Non distingueva nemmeno la differenza dal chiudere o aprire gli occhi, o se stava muovendo le palpebre o invece no, non sentiva il proprio tocco sulla propria pelle, non sentiva il rumore dei suoi leggeri respiri, nè la vibrazione del suo cuore che batteva in lei, perchè quello ancora batteva, ne era certa.
era questa certezza a non mandarla nel panico, il suo richiamo era ancora attivato, qualcuno l'avrebbe sentita, qualcuno l'avrebbe salvata.
Riuscì a tendere in avanti una mano prima di essere investita da un turbine di emozioni diverse, sollievo, calore, le meningi cominciarono a palpitare, non più un temibile ponte era sotto ai suoi piedi, bensì l'acqua del mare le bagnava le ferite facendole formicolare leggermente.
Il sole, un'enorme palla di fuoco risplendeva davanti i suoi occhi colorando il cielo di un arancione e blu, viola e rosso vivo.
Proprio quello era l'aggettivo che avrebbe voluto utilizzare per descrivere il suo stato d'animo in quel momento, viva.
Inspirò, un respiro profondo, così profondo da far male ai polmoni ormai abituati a piccole inalazioni.
L'odore della spiaggia, della sabbia bagnata e delle alghe tra i sassi la chiamavano, la invitavano a tuffarsi e nuotare verso il tramonto che stava ormai per andarsene, ma lei restò lì, immobile a godersi l'aria calda che ancora le accarezzava la pelle, raffreddarsi, diventare una brezza che le scompigliava i lunghi capelli neri lasciati sciolti lungo la schiena, rimase ad osservare l'orizzonte, lì dove il cielo era sparito, diventare blu, un blu scuro ma per niente minaccioso, addolcito da qualche puntino luminoso comprarso tra le nuvole bianche che ormai si stavano disperdendo nell'aria, per lasciare spazio a quegli occhietti curiosi che si affacciavano uno alla volta e che presero ad osservarla dall'alto, discreti.
Ma come non notarli tutti insieme? 
Alzò la testa, per vedere sin dove si estendeva la presenza di questi osservatori così incuriositi, il collo, prima duro e dolente, ora era morbido e la aiutò a bearsi di tanta meraviglia.
Venne distratta solodall'orizzonte, che attirava la sua attenzione come faceva una calamita lontana dalla propria compagna, ma non troppo da non sentirne la mancanza o il bisogno.
Questa la stessa sensazione che iniziò ad amplificare ogni senso che si allertava, poi, come se fose una voce muta, attirò la sua attezione non disturbando la quiete del posto.
Cercava un contatto, un qualcosa per rispondere a quel richiamo, un proprio richiamo, così pensò al cuore, così presa dai sensi riacquistati non si ricordì della sua unica speranza di vita, che in quel momento non avvertiva più.
Si agitò frenetica, correndo sulla spiaggia, immergendo el mani in acqua, guardò il cielo, pregando che gli osservatori curiosi le permisero di ritrovare il prima possibile quella fonte di così importante valore.
Poi lo riconobbe.
Un battito fece come tremare l'acqua, la quasi invisibile soglia che divideva terra e cielo venne smossa ancora e ancora, scatenando in lei le stesse sensazioni di una calamita che da poco aveva appena ritrovato la propria compagna.
Svelta si tuffò in acqua e prese a nuotare con gran foga, la corente l trascinò ancora più lontano, spingendola otre la riva, oltre gli scogli, oltre le boe, la costa era diventata invisigile, di fronte a se solo attrazione e completa devozione a quel sentimento strano.
E così si ritrovò a camminare, ancora e ancora, ad inseguire quelli che sembrano ciò che in realtà non sono, a riempire la nostra testa di illusioni come fossero cartacce nella busta dell'immondizia, a soffrire, magari andare in contro alla morte, ma non le importava, le importava raggiungere, con qualsiasi mezzo.
Le bracciate divennero sempre più dolorose e pesanti, le gambe si rifutavano di battere sull'acqua, la pelle si stava ritirandom diventando di quel colore bianco e bruciava ancora doveera più sensibile.
Si ritrovò nuovamente ad intraprendere un viaggio senza conoscere la meta della destinazione, guidata da un richiamo che non può fare a meno di seguire, ed è così che è intenzionata ad andare avanti, a camminare, o nuotare, si sarebb fatta crescere le ali se avesse dovuto volare per raggiungere i suoi obbiettivi.




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