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Autore: nihaltali99    24/04/2015    1 recensioni
[Fanfiction su storie originali]
E se la morte di Gabriele non fosse stata solo un caso? E se qualcuno lo avesse ucciso per i propri scopi? E se quel giorno terribile fosse già ststo scritto nel destino?
Asmodeus proverà a cambiare il destino, ad aggirarlo, ma non si può imbrogliare il fato.
Mini long ispirata alla storia originale Forbidden Love scritta da Drachen, che mi ha autorizzata a pubblicare questa storia.
Genere: Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 1
Gabe fece un respiro profondo per calmarsi, l'aveva fatto decine e decine di volte, ma ad ognuna aveva paura, se fosse caduto male non ci sarebbe più stato nulla da fare. Si sporse dalla finestra e si sedette sul bordo con le gambe a penzoloni, guardò in basso, come sempre il laghetto del giardino della sua nobile famiglia era lì ad aspettarlo, calmo e fermo, come se ne stesse indisturbato nell'attesa di inghiottirlo per sempre. Gabe degluti', non era un salto molto alto, allora perché aveva paura? Forse era proprio quel lago a mettergliene, quasi fosse un oscuro presagio di quello che sarebbe successo, di certo Gabe non aveva idea di come sarebbe morto, ma il destino aveva già deciso e con questo piccolo timore prima di ogni salto voleva a suo modo avvisarlo. Il ragazzo si spinse in avanti e cadde, la caduta non fu affatto lunga, il vento lo investì con forza per un paio di secondi, poi l'acqua lo accolse. Era gelida, Gabe aveva la sensazione di essere trafitto da un milione di aghi, uscì la testa per respirare e rise, una risata liberatoria, come faceva sempre dopo aver superato quel tuffo. Uscì dall'acqua tutto infradiciato strizzandosi i vestiti, per sua fortuna, anche se si avvicinava l'inverno, era ancora molto caldo, il sole non era coperto da neanche una nuvola e risplendeva alto nel cielo, Gabe rabbrividi' comunque, l'acqua del lago rimaneva gelata sia d'estate che d'inverno. Tutto contento il giovane si diresse verso i cancelli della loro imponente villa, in quanto figlio del conte era piuttosto ricco e la sua casa era enorme, ma ogni tanto aveva bisogno di scappare, di vedere la vita vera, quella delle persone più umili e comuni, come lui avrebbe da sempre voluto essere, senza impegni, doveri, regole, etichetta, ...matrimoni combinati... scosse la testa, al solo pensiero del suo matrimonio con la duchessa Isabel rabbrividiva, non si erano mai frequentatati, se non in occasione di qualche stupida festa organizzata dai loro padri, per di più lei era una delle persone più altezzose e vanitose che Gabe conoscesse, lo detestava per i suoi modi più da popolano che da conte e per quella purezza unica che era la sua caratteristica principale, < Una purezza quasi angelica > dicevano alcuni.
Gabe oltrepasso' i cancelli senza fatica, era abbastanza magro da passare attraverso le larghe sbarre, e in un attimo fu fuori, sulla via principale della città, piena di gente con banchetti che contenevano i più svariati oggetti e altrettanta gente che comprava, era un mercato variopinto ed enorme. Gabe sorrise e dopo essersi coperto con un cappuccio per non farsi riconoscere si infilò nella mischia. Quasi ad ogni bancarella qualcuno gli chiedeva se volesse comprare qualcosa e lui rispondeva sempre cortesemente di no. Di solito non comprava niente nelle sue "fughe", preferiva semplicemente stare a guardare tutte le buffe scene che capitavano, come i litigi sul prezzo, le presunte truffe inventate da chi voleva uno sconto, o i bambini capricciosi che supplicavano le madri per qualche dolcetto. Gabe sorrise divertito quando un bambino cominciò a piangere senza ritegno facendo impazzire sua madre, poi addirittura si avvicinò a Gabriele aggrappandosi al suo mantello e tirandolo a se perché il ragazzo si abbassasse, come infatti fece < Signore! Signore! La mia mamma è cattiva! Non vuole comprarmi un dolcetto per il mio compleanno! > piagnucolo' il bambino, Gabe gli asciugo' le lacrime dolcemente mentre la madre arrivava di corsa per impedire che il figlio facesse altri danni < Perdonatemi messere, spero non vi abbia importunato troppo! > mormorò imbarazzata la giovane donna, aveva i capelli scuri raccolti in una morbida crocchia, come quasi tutte le popolane, gli occhi nocciola stanchi a causa di una vita di stenti e di fatiche, ma in qualche modo pur sempre bellissimi e soprattutto dolci, indossava un semplice vestito rattoppato in alcuni punti con un grembiule allacciato in grembo; il bambino le assomigliava molto, constato' Gabe, stessi capelli, stessi occhi e stesso dolcissimo viso, anche se il bambino aveva in più una spruzzata di effelidi sul naso che mostravano tutta la sua furbizia, doveva essere una piccola peste. < Non preoccupatevi madame, vostro figlio non mi ha affatto disturbato > disse Gabe sorridendo, mentre la signora fece un respiro di sollievo. Il ragazzo si rivolse al piccolo < Piccolino, se tua madre ha detto di no ci sarà un buon motivo > disse, il bambino però protesto' ancora < Ma è il mio compleanno! > strillo', a quel punto anche la madre si abbassò accarezzandolo < Amore mio, non abbiamo soldi, non posso comprartelo, cerca di capire > mormorò tristemente, come ogni volta il suo bimbo rimaneva deluso e lei non poteva farci niente, se avesse comprato il dolcetto non avrebbe potuto comprare altro cibo e sarebbero rimasti senza. A Gabe si strinse il cuore, in qualche modo sentiva lo stesso dolore della donna, era una sua caratteristica, riusciva sempre a sentire quello che provavano gli altri, capiva se mentivano, se avevano brutte intenzioni, lui lo capiva, quasi come se riuscisse a leggergli dentro, non riusciva a spiegare questa sua caratteristica. Il giovane conte guardò il bambino sorridendo < Se tua madre permette te lo comprerò io > disse, il bambino smise immediatamente di piangere e fece un sorriso enorme, la madre rimase stupefatta, in quei tempi era quasi impossibile che qualcuno donasse del cibo, in pochi ne avevano a sufficenza, la maggior parte viveva di stenti. < Oh no, non dovete, davvero > disse imbarazzata la donna, ma Gabe insistette < Non vi preoccupate, i soldi non mi mancano > così dicendo prese un sacchetto di monete d'oro che aveva appese alla cintola, non li usava mai, ma se li portava per sicurezza, < Tenete pure tutto il sacchetto, a me non servono > disse con un sorriso, la donna rimase a fissarlo a bocca aperta piena di stupore, era raro vedere simili atti di gentilezza < Grazie, grazie davvero > mormorò lei commossa, il ragazzo le sorrise arrossendo leggermente, gli capitava sempre quando qualcuno era riconoscente nei suoi confronti < Figuratevi...per così poco > balbettó. Subito dopo si sistemo' il mantello che gli stava scivolando, ma la donna riuscì comunque a vedere un pezzo di un tatuaggio sul suo collo < Ma quello era...? > mormorò stupefatta, Gabe fece un passo indietro, non voleva che qualcuno lo riconoscesse < No..non ...era niente > balbettó, lei però gli scosto' un lembo del mantello e scoprì il tatuaggio, a questo punto fu lei ad indietreggiare, quel tatuaggio era il simbolo della famiglia del conte, veniva fatto alla nascita a tutti i membri della famiglia. < Ma voi siete... > le parole le morirono in gola, un po' perché era alquanto raro incontrare un membro di quella famiglia così nobile, un po' perché lei e suo figlio lo avevano in qualche modo disturbato e quello era un crimine punibile con un bel po' di bastonate. < Vi prego non dite nulla > mormorò Gabe con aria supplice, l'ultima cosa che voleva era farsi beccare fuori da palazzo senza permesso ed essere circondato da una folla che lo inseguiva, chi per vendetta per suo padre, chi per ottenere favori. La donna lo guardò incuriosita, non si aspettava che il figlio del conte fosse così...così gentile e timido, credeva che in quanto membro di quella famiglia sarebbe stato uno spocchioso egoista e sfruttatore, invece le aveva appena donato dei soldi e non era arrabbiato con lei, anzi sembrava più spaventato del fatto che qualcuno sapesse chi era in realtà. < Non preoccupatevi, non dirò nulla, come riconoscenza per ciò che avete fatto per me. Anzi, perdonatemi mio signore se io o mio figlio vi abbiamo per caso recato offesa. > disse sorridendogli e chinando il capo in segno di deferenza, Gabe arrossi' imbarazzato, anche perché odiava vedere le persone costrette a quella patetica cerimonia davanti ad uno come lui < Vi ringrazio e vi assicuro che non mi avete affatto offeso ed è stato per me un piacere aiutarvi ... > cominciò a dire, ma vide che anche il piccolo un po' confuso imitava la madre chinando il capo < ... Ma vi prego, non vi umiliate davanti a me in questo modo, siete persino più grande di me, dovrei essere io ad inchinarmi per rispetto > disse, la donna ed il figlio furono ancor più stupiti, lei lo guardò sbalordita < Siete davvero un bravo ragazzo e io davvero non so come ringraziarvi per la vostra gentilezza > disse sorridendo e Gabe ricambio'.
Ad un tratto però vide una ragazza avvicinarsi correndo, aveva una lunga treccia bionda da cui uscivano molti ciuffi, gli occhi azzurri e freddi come il ghiaccio, capaci di confonderti solo con uno sguardo, e quel viso meraviglioso che quasi ricordava quello di un angelo. Gabe rimase imbambolato a guardarla, incapace quasi di respirare, perché una ragazza sconosciuta gli faceva quell'effetto? In realtà non lo sapeva, semplicemente era un dato di fatto e mentre fantasticava su di lei un nome si insinuava continuamente nella sua testa: "Elisabeth".
La ragazza ora era davanti a lui, mentre diceva qualcosa che lui non capiva, distratto com'era. < Elena! Dov'eri finita!? Mi sono distratta un secondo e il secondo dopo tu e Albert eravate scomparsi! > disse un po' agitata < Perdonami Elisabeth, credevo volessi stare ancora a quelle bancarelle > rispose Elena ridacchiando, la ragazza si finse offesa ma poi sorrise anche lei < E tu!? Non mi hai detto niente che tua madre voleva abbandonarmi!? > chiese rivolta al piccolo che per tutta risposta le fece una linguaccia e si mise a ridere, Elisabeth si abbassò e gli diede un piccolo bacio sulla guancia che il bambino si puli' con la manica dicendo < Che schifo! >. Subito dopo la ragazza alzò lo sguardo e solo allora si accorse del ragazzo che la stava fissando con tanta insistenza, si alzò e anche lei fu catturata da quello sguardo, come se lo avesse conosciuto in passato e come se... se lo avesse amato più di ogni altra cosa al mondo. < E voi chi siete? > mormorò, anche se in fondo sapeva già la risposta, Elena si avvicinò e le sussurrò all'orecchio la vera identità di Gabriele e la ragazza arrossi' di colpo e abbassò il capo umilmente < No, vi prego, non ce n'è bisogno... > disse Gabe imbarazzato, così lei alzo il capo < Quindi voi siete Gabriele, il secondogenito del conte > disse lei sorridendo e Gabe penso che quello fosse il sorriso più bello che avesse mai visto < Si esatto, e voi siete Elisabeth se non erro > Gabe e Elisabeth si diedero da soli degli stupidi, avevano appena detto due frasi senza senso, la ragazza sapeva chi era e lui aveva sentito il suo nome mentre Elena e Elisabeth stavano conversando, perciò non c'era bisogno di ripeterlo, ma entrambi erano così imbambolati da non riuscire a capire nemmeno cosa stavano dicendo. Elena riconobbe subito che tra i due giovani c'era dell'attrazione, così con una scusa si congedo' e li lascio' da soli, nonostante il piccolo Albert volesse restare ancora un po' con Elizabeth.
I due ragazzi restatono per un po' in silenzio a guardarsi con imbarazzo, poi Gabe si decise a rompere il ghiaccio < Voi non siete di queste parti non è così? Insomma non sembrate spagnola > disse mordendosi le labbra, Elisabeth annuì < Si esatto, vengo dalla Germania, mi sono trasferita qui perché... be' è una storia lunga, non vorrei tediarvi troppo. > rispose arrossendo e facendo arrossire ancor di più Gabe per la risposta che avrebbe detto e che avrebbe voluto trattenere < Ho tutto il giorno libero > per sua fortuna però, la ragazza sorrise < Bene, allora se non vi dispiace la mia compagnia... > Gabe la interruppe < Non mi dispiace affatto! > esclamò < Volevo proprio chiedervi di potervi accompagnare > confesso' sentendo il viso in fiamme per l'imbarazzo, chi sa per quale motivo quella ragazza gli faceva una simile reazione. Elisabeth sorrise ancora facendo andare in estasi Gabriele < Va bene, allora vi permetto di accompagnarmi mio signore > disse e il ragazzo scosse la testa < No vi prego, non chiamatemi così, chiamatemi Gabe > disse ed Elisabeth annuì < D'accordo Gabe, allora voi chiamatemi Beth > disse quindi lei < Beth, ok > concluse Gabe.
Cominciarono a camminare e quasi senza accorgersene vagarono per quasi tutta la città parlando del più e del meno, semplicemente volevano restare insieme e qualsiasi argomento di conversazione andava bene.
Restarono così a lungo, insieme, come se si conoscessero da tempo, erano così felici che non si accorsero dell'oscura figura nascosta che li osservava silenziosa. L'essere fece un ghigno disumano, con impressa una crudeltà infinita, era un demone e non uno qualunque, un Originario, Asmodeus. Prese tra le mani una piccola boccetta di vetro contenente una strana sostanza azzurrina e luminosa, la maneggio' come se fosse una reliquia, conteneva l'essenza del suo odiato fratello, e non gli sarebbe importato poi molto, ma se la boccetta si fosse rotta l'essenza sarebbe uscita e Gabriele si sarebbe in qualche modo unito con quello stupido omonimo ragazzino.
Asmodeus lo guardò con odio poi si rivolse al contenuto della boccetta < Finalmente ho trovato la tua reincarnazione fratellino, non immagini la gioia che provo in questo momento, e guarda poi con chi è in compagnia, la tua amata Guardiana Protettrice del Fuoco Celeste, potrebbe tornare utile > disse sadicamente < Ma non preoccuparti fratellino, farò in modo di tenere te e quel ragazzino separati per sempre > aggiunse poi con un ghigno crudele.

NOTE DELL'AUTRICE:
Ciao a tutti! :) Volevo solo dire che ho deciso di scrivere questa storia per dedicarla ad una mia carissima amica, che è poi quella che ha scritto la fanfiction da cui mi sono ispirata, quindi spero che vi sia piaciuta e che sia piaciuta anche a te Drachen :3 Spero di non aver scritto una cavolata assurda sul fatto del tatuaggio ^^", comunque per il resto direi di non aver sbagliato niente ^^"
Bene, ciao a tutti carrrini! Lasciate qualche recensione se vi va! ;) Comunque vi consiglio di andare a leggere la fanfiction (ASSOLUTAMENTE MERAVIGLIOSA *-*) di Drachen, che si chiama Forbidden Love (come ho scritto nell'introduzione) e potete trovarla qui su efp sull'account di Drachen.
E poi bo...bacioni a tutti! :3
  
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