Ƹ̴Ӂ̴Ʒ Crisalide Ƹ̴Ӂ̴Ʒ
Prima era il nulla. Poi nacque un uovo. Dentro di esso era tutto un tumulto, ogni cosa vibrava e mutava, si ponevano i preparativi per celebrare la tua venuta. Mentre il tuo cuore cominciava a battere regalandoti la vita, fuori era una festa. Già si pensava a ciò che avresti fatto, a chi saresti diventata. Ognuno aspettava e sorrideva nel vedere il ventre allargarsi di più di giorno in giorno. E tu crescevi. Ecco una mano, un piedino che scalciava. Ti muovevi irrequieta, come se non vedessi l’ora di uscire e di correre via, lontano, coi capelli nell’aria, desiderosa di venire alla luce.
Quel giorno arrivò. La gente si affollava intorno a te e cercava di scomporti, il viso, il viso è proprio il tuo, Primula! E gli occhi, quelli li ha presi dal padre! Oh, e le orecchie, guarda le orecchie! Sono come quelle del nonno, tutte rotonde... Eppure tu eri unica e diversa da tutti. Ma non lo sapevi ancora, nessuno lo sapeva. Nessuno avrebbe immaginato ciò che le stelle ti avrebbero riservato.
Sei piccola e con gli occhi grigi e rotondi osservi il mondo attorno a te, cerchi qualcosa che non conosci, guardi la vita e corri con quei piedi che una volta scalciavano impazienti.
Tu stessa, nata nel buio della morte, sei vita, e la darai a coloro che l’hanno smarrita.
Come una farfalla che si libra nel cielo, sbatti le tue belle ali e voli. Ad ogni battito il macabro destino si scheggerà e tu infine ti poserai sul fiore maledetto, schiacciandolo e spezzandolo dopo una lunga agonia.
Allora vola, farfalla, e dona ad ognuno ciò che risiede nel tuo nome.