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Autore: imissyourgingerhairs    25/04/2015    0 recensioni
Questa è la mia storia, è anche pubblicata su wattpad se può interessarvi :3 sono sempre io l'autrice, su wattpad mi chiamo jimjarmush.
La storia parla di una ragazza molto timida e introversa con molti problemi adolescenziali. Spero vi piaccia :3
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2
 
 
 
 
Sbuffai e presi il mio telefono vicino a me che vibrava ininterrottamente da 20 minuti. Lo sbloccai e vidi che Federica si stava divertendo a inviarmi messaggi incomprensibili. Decisi di chiamarla sapendo che non avrebbe mai smesso.
<> la sentii ridere e mi chiese informazioni sugli esercizi di matematica e passò così il pomeriggio. Quando scesi al piano di sotto trovai mia madre e mio padre a discutere, probabilmente su una cazzata qualsiasi. Cercai mia sorella ma non la trovai, così presi il giaccone appeso vicino alla scala e lo infilai, avvertii i miei che stavo uscendo e mi immisi nell’aria fredda del tardo pomeriggio.
Girai per una buona mezzora senza una meta, passai anche vicino al centro della piccola città e mi persi in una delle piccole vie ricche di negozi in cui non ero mai entrata. Avevo lo sguardo rivolto verso l’alto a guardare la luna e a perdermi nei miei pensieri senza un capo o una coda. Qualcuno mi urtò violentemente e persi il mio precario equilibrio finendo col sedere per terra. Lasciai uscire un’imprecazione e un gemito e guardai chi fosse stato la persona che mi aveva urtato. Mi ritrovai davanti una zazzera rossa e due occhi azzurri in cui mi persi. Scossi la testa tornando in me e aprii la bocca per dare lanciare una montagna di insulti. <>mi precedette parlando velocemente e con un accento che sembrava inglese. Aggrottai le sopracciglia e scossi il viso. <>. Mi porse una mano e la afferrai facendomi aiutare ad alzarmi.
Mi sistemai e mi massaggiai la base della schiena dolorante per la botta. <> Lo guardo e mi allontano. Scuoto la testa e sorrido. <>. Mi girai e mi rimisi in cammino verso casa.
Perché avevo rinunciato? Perché avevo sempre paura e rinuncio a tutto?
Continuai a camminare scuotendo la testa e sorridendo amaramente mantenendo lo sguardo basso. Mi sento afferrare il polso e mi giro a guardare chi mi avesse fermato. Mi ritrovo nuovamente davanti due pozzi azzurri, abbasso istintivamente lo sguardo.
<> dissi sorridendo tra me e me. Lo sentii ridere e mi sentii arrossire. <> Sorrisi e annuii.
<>mi lascio scappare una risata e sento che anche lui mi segue. Mi ritrovai a fissarlo intensamente e mi ritrovai a pensare a quanto fosse bello un ragazzo così e che il suo sorriso è uno dei più belli che io abbia mai visto. Scuoto la testa e mi sento arrossire. Lo sento smettere di ridere e accarezzarmi una guancia per poi posare un dito sul mio naso.
<> cerco di mettere su una specie di broncio ma mi è impossibile. Lo seguo fino a un bar dove mi dice di aspettarlo seduta ad un tavolo.
Ne approfitto per guardarmi intorno e noto che non è uno di quei classici bar affollati e pieni di persone. Individuo un paio di coppie che chiacchierano senza disturbare gli altri e anche un gruppo di amici. L’ambiente è accogliente, non è piccolo, al contrario è molto spazioso e arioso, le pareti sono in mattoni, i tavoli sembrano essere intagliati direttamente in tronchi di alberi che spuntano dal terreno, così come le sedie. Vedo un tavolo sotto una scala, ma sembra di più una grotta. Di fatti le pareti sembrano scavate in un muro. Alzo lo sguardo e vedo dei disegni di piccole fate, stelle e una luna. Individuo sagome fin troppo familiari che riconosco senza indugio: vi erano disegnate le ombre di Peter Pan, Wendy, Gianni e Michele. Sorrido guardando emozionata ancora il disegno. Ho sempre amato Peter Pan.
<> Abbasso lo sguardo e vedo il ragazzo dai capelli rossi sedersi davanti a me. Gli sorrido.
<> Gli porgo la mano, lui posa una tazza fumante davanti a me e mi stringe la mano. Sento come un brivido che parte dalla mano e va su verso la spalla.
<> Sorrise e io ricambiai. Presi tre o quattro bustine di zucchero e le versai nella tazza davanti a me, che poi mi accorsi era cioccolata calda. Girai la miscela zuccherata come piaceva a me e presi tra le mano la tazza. <> dissi così, senza un motivo preciso, ma sentivo il bisogno di parlargli ancora, di sentire la sua voce e di avere un modo mio di chiamarlo, perché ne ero quasi certa, quel ragazzo sarebbe diventato importante per me. Lo vidi sorridere e annuire. Non parlammo molto, ci guardammo soprattutto e bevemmo la cioccolata. Non era un silenzio forzato o che dà fastidio e mette in imbarazzo, era un silenzio pieno di parole. Quando finimmo di bere la cioccolata lo vidi alzarsi, lo seguii e lo vidi pagare ciò che avevamo appena preso e arrossii rendendomi conto che aveva pagato tutto lui. Stavamo uscendo dal locale, improvvisamente vidi l’asfalto avvicinarsi al mio viso, un senso di vertigini mi aveva attanagliato lo stomaco e istintivamente avevo steso le braccia davanti a me. Chiusi gli occhi, ma le mie mani al posto di incontrare l’asfalto duro si posarono su una stoffa calda, seguite dalla mia guancia. Non aprii subito gli occhi aspirando il profumo che mi invadeva le narici. Sentii due braccia che timidamente circondavano le mie spalle. Aprii gli occhi e mi ritrovai davanti il suo sguardo e mi stava sorridendo. Ricambiai istintivamente il sorriso e riposai timidamente la guancia sul suo petto. Non mi ero accorta che fosse così alto, e da vicino era ancora più bello. Arrossii e mi irrigidii accorgendomi che stavo così vicino ad un ragazzo appena conosciuto.
<>. Mi allontanai piano e gli sorrisi.
<>. Mentii. Nessuno si sarebbe mai preoccupato di me. Infilai le mani nelle tasche e abbassai lo sguardo.
<>lo guardai sbarrando gli occhi. Lo vidi irrigidirsi. <>lo vidi abbassare lo sguardo e la mano con cui mi porgeva il telefono. Rimasi ferma a guardarlo. Presi il telefono senza pensarci un secondo in più e scrissi il mio numero, mi feci un paio di squilli e memorizzai il suo numero sul mio telefono.
<>. Gli sorrisi sinceramente e lo vidi illuminarsi. Annuì vigorosamente e infilare l’aggeggio elettronico in tasca. <> Annuii e sperai dicesse davvero. Mi avvicinai e gli baciai la guancia per poi girarmi per tornare a casa.
Passai l’intero tragitto a pensare a quel curioso ragazzo che con un solo sguardo mi aveva praticamente reso felice dopo anni. Sorrisi al pensiero. Arrivai abbastanza velocemente a casa e, come immaginavo, nessuno si era accorto della mia assenza.
Cenai con il resto della famiglia e poi mi rinchiusi in camera prendendo il mio libro preferito: L’Ospite. Sentii vibrare il telefono e lo presi pensando che fosse Federica.
Da: Leto
Buonanotte tuffatrice olimpionica <3
Sorrisi leggendo il messaggio e ripensando alla mia figuraccia e sorridendo
A: Leto
Buonanotte anche a te Leto <3
Spensi il telefono e ritornai a leggere, ma chiusi il libro poiché pensavo solo a quel messaggio. Mi addormentai con il sorriso sulle labbra.
 
 
 
 
 
 
ANGOLO AUTRICE:
Ciao a tutti, la storia è appena iniziata ma già in questo capitolo è successo molto. Forse è troppo lungo il capitolo e sono successe troppe cose. Sarei davvero felice se mi lasciaste qualche commento o voti così da poter capire se la storia vi interessa o è meglio se mi do all’ippica.
Baci Erica :3 
   
 
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