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Autore: darken_raichu    25/04/2015    4 recensioni
Pokémos è una terra lontana, dove i pokémon vivono divisi in 18 nazioni, tra i cui territori si estendono deserti, pianure, foreste e mari, che rendono assai difficoltosi i collegamenti tra i vari paesi. Fino a 10 anni fa la terra era in pace, ma ora le cose stanno cambiando…
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
Capitoli:
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Mare Aperto, 25/06/4783, circa le 20
Surskit sapeva di aver perso. Sapeva di essere già morto. Non aveva speranze. Era troppo debole. Era un dato di fatto contro cui non poteva far nulla. Roserade era assurdamente forte. Bastava guardare Breloom. Per sconfiggere lui, erano stati messi fuori gioco tutti i presenti a bordo della nave. E Surskit aveva l’impressione che non avesse dato il massimo.
Perciò Surskit fece l’unica cosa che si sentiva in grado di fare. Si mise davanti a Dustox e si preparò. Non avrebbe lasciato che morisse prima di lui.
Roserade fu su di lui. Surskit scagliò un Geloraggio, ma questa lo schivò quasi annoiata.
A quel punto, l’unica cosa che potè fare Surskit fu prepararsi al colpo. La Velenpuntura scese su di lui. Poi non vide più nulla.
 
Roserade si guardò intorno sulla nave deserta, su cui gli unici rumori erano lo sbattere delle onde e il suono di alcuni pokémon che respiravano più forte degli altri. Guardò il piccolino. Non lo aveva ucciso, solo colpito parecchio forte in testa perché svenisse. Non sapeva spiegarsi perché non lo avesse ucciso. Forse perché le ricordava di un altro stupido disposto a mettersi davanti a una compagna che amava per morire prima di lei.
Si mise ad esplorare la nave, finché non trovò il luogo dove dormivano il piccolino ed i suoi compagni. Trovati i documenti, li gettò in mare. Poi afferrò Breloom, ancora a terra, e volò via.
Poco dopo, mentre volavano soli sul mare, Breloom si svegliò.
«Buongiorno, mia belliss…» Cominciò Breloom, ma fu interrotto da Roserade.
«Taci Breloom.» Rispose questa.
Breloom sospirò «Cosa devo fare mia bellissima…»
«Prima di tutto smetterla di chiamarmi in quel modo. Lui lo faceva sempre quando ero triste.»
«E poi?»
«E poi cosa? Dovresti averlo capito da anni, da me non otterrai nulla. Mai.»
I due rimasero in silenzio per diversi minuti, poi Roserade riprese a parlare «Però… Grazie. In questi vent’anni sei rimasto al mio fianco, senza mai andare contro a nessuna delle mie scelte. Riconosco che è molto di più di quello che avrebbe fatto chiunque altro. Davvero, grazie.»
Breloom rimase interdetto. Non era da Roserade dire certe cose. Senza rispondere, rimase a guardarla. Era certo di vedere lacrime sugli occhi della pokémon.
 
Mare Aperto, 25/06/4783, circa le 22
Fu una fortuna che il capitano si fosse svegliato poco dopo la partenza di Roserade. Mentre alcuni altri marinai si svegliavano, lui aveva provveduto a riprendere la rotta, evitando, probabilmente, che la nave facesse una brutta fine.
Uno dopo l’altro, i presenti a bordo si ripresero. Salvo coloro che erano morti. Una decina di pokémon furono avvolti in teli bianchi, per seppellirli una volta che avessero toccato terra.
Anche i membri della squadra si rialzarono. Tutti tranne il Capitano e Surskit. I due rimasero a terra, svenuti, anche dopo che tutti gli altri si furono alzati. Grump e Gurdurr li portarono in una cabina, stendendoli su due letti, poi provvedettero a curarli.
E la nave scivolò via nella notte, mentre i presenti si rendevano conto di quanto fossero stati fortunati. Se i nemici fossero stati tre, forse nessuno di loro sarebbe stato lì in quel momento.
 
Black Hole City, 26/06/4783, circa le 08
Kadabra camminò tranquillamente, dirigendosi alla camera di Gallade. In mano teneva una fiaschetta di Succo di Baccauva, e nessuno avrebbe pensato che all’interno conteneva veleno del Draak.
Bussò, e la voce di Gallade gli disse di entrare.
Kadabra si sedette. Lo studio del generale era arredato in modo spartano. Kadabra sapeva bene che secondo il Generale “per un soldato non contano i soldi, ma solo la disciplina.” O almeno, questo era ciò che il Generale ripeteva in giro. In realtà, Kadabra sapeva fin troppo bene che Gallade aveva un amore un po’ troppo sfrenato per la compagnia femminile, e spendeva i suoi soldi a fare doni fin troppo costosi.
«Buongiorno Kadabra. Ebbene, che mi dici del piano?» Chiese Gallade.
«Che domande. Se voi dell’Organizzazione non foste perfetti, come potrebbero temervi così tanto.» Chiese Kadabra.
«Troppo buono, mio principe. O devo già chiamarla re?» Rispose ridacchiando Gallade.
«Vedremo. Dipende tutto dal convincere gli anziani.»
«Non temere. Il nome di tuo padre è estremamente autorevole, ed io garantirò per te. Musharna non ha interessi al trono e tuo fratello è lontano, e vedrò di, come dire, “incoraggiare” gli altri pretendenti a lasciar perdere il trono. Ovviamente, dipende tutto da quanto questo tuo intruglio è efficace.»
Kadabra rise «Efficace? Ho provato i miei veleni sui prigionieri a palazzo. Il veleno del Draak, adeguatamente trattato, prima paralizza in pochi secondi, poi in capo a tre minuti uccide la vittima, indipendentemente dalla stazza. Ci sono veleni anche più veloci, ma questo non si può trovare se si effettuano analisi sul morto. Anche se non credo che accadrà.»
«Bene. Adesso va. Sai quando entrare in azione?»
«Certe cose non si scordano facilmente. Ricordate il patto, e tutto andrà come previsto. Buongiorno, Generale.» Rispose Kadabra, uscendo.
«Buongiorno a te, idiota.» Si disse Gallade quando la porta fu chiusa. «Incredibile quanto poco valga l’onore a questo mondo. Un figlio uccide il padre solo per il trono. Non crede anche lei che sia triste, mio Generale?»
Uno Slowbro emerse da dietro uno dei pochi tendaggi della stanza. Per quanto lo guardasse, Gallade non riusciva a capacitarsi che quello fosse un Generale dell’Organizzazione, eppure era proprio l’Undicesimo Generale, Wobros lo Scudo Impenetrabile, su questo non c’erano dubbi. Lo capiva da quegli occhi, così diversi da quelli del resto della sua specie, attenti e svegli come nessun altro. Gallade sapeva che celavano una mente abile. D’altronde, era quella che aveva partorito l’intero piano.
«Non ho molto tempo prima di tornare alla base. Non sarei nemmeno venuto, ma ero convinto avessi qualcosa di importante da chiedermi.»
«Sì signore. Per la precisione, vorrei chiedervi di lasciare che il gruppo inviato ad Elettria riesca a portare a termine il suo viaggio. In caso contrario, il piano subirà grossi rallentamenti.»
Wobros riflettè «Capisco cosa intendi, ma non è possibile. Oltre al fatto che la squadra di affondamento è già partita, i documenti che trasportano vanno distrutti. Tu sei riuscito a liberarti della copia che avete voi generali?»
«Ancora no signore. Purtroppo è ben sorvegliata, e a nessuno è permesso toccarla, salvo ai re.»
«Maledizione! Va bene, fa il possibile. Quei documenti contengono informazioni cruciali. Già è un problema che la Coalizione abbia scoperto tutto, ma se i documenti, ovvero la prova tangibile, finissero nelle mani dell’Alleanza al completo saremmo in pericolo.»
«Capisco. Ah signore, ci sarebbe anche un’altra cosa. Il principe Abra deve “avere un incidente” durante il viaggio.»
«Provvederò a comunicarlo agli altri Generali. Bene, vedo che il mio tempo non è stato del tutto sprecato, ma ora devo andare. Ci vediamo.» Rispose Wobros uscendo. Gallade sapeva dove stava andando: il punto di Teletrasporto segreto, piazzato dall’Organizzazione in un qualche nascondiglio in città. Neanche lui sapeva dove fosse. Probabilmente, l’Organizzazione temeva un suo voltafaccia.
“Una cosa più che sensata” si disse Gallade. Poi si sedette sulla scrivania, chiedendosi a quale bellezza fare il prossimo regalo.
 
Scuola delle Trecento Arti, 26/06/4783, circa le 09
Raichu schivò il colpo, poi si lanciò in avanti. Colpì con un Codacciaio, ma Lucario lo fermò al volo con una Ossoraffica. Ma quel che Lucario non si aspettava, fu la Scarica che partì dalla coda, fulminandogli entrambe le mani.
«Ottimo lavoro. Vedo che sei riuscito ad unire tra loro Scarica e Codacciaio.» Commentò Lucario.
«Non ancora. Per adesso, la Scarica parte dopo che ho usato Codacciaio.» Rispose Raichu, ansimando. La Vigorgliera alla sua gamba si mosse leggermente. Per tutto il tempo il pokémon non staccò gli occhi dalla piccola goccia che Lucario portava al collo. L’Acqua Magica era il suo obbiettivo.
«Vedo che sai concentrarti sull’obbiettivo. Molto bene, fatti avanti.»
Raichu si lanciò. Ormai era recuperare uno degli strumenti in possesso dei membri della scuola stava diventando fondamentale. Erano già passati tre giorni, cioè metà del tempo a sua disposizione. E mentre lui non era riuscito a portare a termine il suo compito, altri ce l’avevano fatta.
Eelektross era stato il primo. Anche se nessuno aveva idea di come avesse fatto, il giorno dopo la Calamita del Gran Maestro era nelle sue mani.
Poi era toccato, in pochi minuti, a Zangoose e Gliscor. Il primo aveva rubato la stessa Acqua Magica a cui puntava ora Raichu, quella di Lucario, strappandogliela in un accesa lotta. Il secondo era riuscito a coglierlo alle spalle, poco dopo che Zangoose gliel’aveva restituita, strappandogliela con una rapida Forbice X. Lucario si mise a ridere, ammettendo che Gliscor era nascosto davvero bene.
A sorprendere di più Raichu erano stati però Emolga, Trubbish, Zorua ed Abra.
Trubbish aveva la mano lesta, ed era riuscito a rubare la Carbonella di uno degli allievi. Emolga aveva sconfitto Hawlucha in battaglia, e lo stesso Hawlucha poco dopo si era visto comparire davanti Abra, che velocemente aveva rubato lo strumento per poi sparire.
Infine, Zorua si era trasformato in Lucario e si era fatto dare il Gelomai di Riolu. Quando questi aveva scoperto il trucco era andato su tutte le furie, ma ormai il danno era fatto. Lucario, da parte sua, aveva commentato di non aver mai visto così tanti pokémon passare l’esame in così breve tempo.
Comunque, Raichu sapeva che presto anche gli altri sarebbero riusciti a prendere il loro obbiettivo. Plusle e Minun ci erano già andati vicini diverse volte, Luxray era stato scoperto solo per caso mentre derubava Makuhita, e Lamp stava aspettando l’occasione giusta. Draak stava migliorando molto, anche se era ancora in difficoltà per via dei pesi.
A preoccupare Raichu era Flaaffy, per via del suo essere impacciato, ma in quel momento non aveva tempo per pensarci.
Si lanciò all’attacco colpendo con la Fulmincoda, come aveva soprannominato Lucario il nuovo colpo creato da Raichu, unione di Fulmine e Codacciaio. Era il massimo che aveva ottenuto fino a quel momento cercando di adattare il Locomthunder, e questo lo preoccupava. Erano rimasti undici giorni, e lui era riuscito a creare una sola mossa nuova. Raichu aveva scoperto che era più facile convogliare l’elettricità di Fulmine, ma ancora gli era difficile.
Concentratissimo, si lanciò all’attacco. Colpì con la nuova mossa, ma Lucario lo fermò con Ossoraffica. Ma dalla coda partì un Fulmine, che colpi al petto Lucario, il quale indietreggiò per un momento. E in quell’attimo Raichu si lanciò in avanti, afferrando l’Acqua Magica per poi rotolare a terra.
«Presa!» Si disse.
Lucario annuì «Bene, la prima parte è superata.»
  
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