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Autore: Tazusa    25/04/2015    0 recensioni
Estratto dalla storia:
"Mi aveva ferito, aveva spezzato il mio cuore riducendolo in tanti minuscoli frammenti, allo stesso modo in cui un martello distrugge un vaso di fragile cristallo.
E il mio cuore era come un cristallo, forte e fragile allo stesso tempo, ma a lui questo non è bastato per fermarsi, non gli è bastato per pensare alle conseguenze delle sue azioni, non gli è bastato per non ferirmi.
Nonostante tutto non volevo allontanarmi da lui. O meglio, non potevo."
Dedicata a Sonia e Stefania, che hanno letto la storia in anteprima e mi hanno spinta a caricarla. Mie adorate eonnie, la vostra evil maknae vi vuole bene!
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Key, Minho, Taemin
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Stavo per dirgli di andarsene, di andarsene e non tornare più, ma fu più forte di me.

Volevo quelle mani grandi a stringermi, volevo quella voce dolce e suadente a sussurrarmi vane promesse di fedeltà e amore eterno, quella sua voce che dalle orecchie pian piano mi arriva al cuore, volevo perdermi ancora a fissare i suoi occhi, quegli occhi così dolci e profondi da incatenarti per sempre in un incantesimo che nulla può sciogliere.

Mi aveva ferito, aveva spezzato il mio cuore riducendolo in tanti minuscoli frammenti, allo stesso modo in cui un martello distrugge un vaso di fragile cristallo.

E il mio cuore era come un cristallo, forte e fragile allo stesso tempo, ma a lui questo non è bastato per fermarsi, non gli è bastato per pensare alle conseguenze delle sue azioni, non gli è bastato per non ferirmi.

Nonostante tutto non volevo allontanarmi da lui. O meglio, non potevo.

Per me era diventato come una droga, non riuscivo a fare a meno di lui, dei suoi baci, delle sue carezze, delle parole dolci che mi sussurrava mentre mi teneva nella stretta delle sue forti braccia, dei suoi sguardi adoranti e carichi di mille emozioni.

Diceva che ero il suo mondo, così come lui era il mio.

Ed è per questo che non riesco a capire.

Minho, perché l’hai fatto? Perché mi hai tradito?

Sin dal nostro primo incontro, tra noi c’è stato qualcosa di speciale, quella scintilla che è tanto presente in film e libri romantici, quella scintilla che per noi è diventata un incendio di passione e, forse, amore.

Ed è per questo che il tradimento mi ha colpito come un proiettile sparato a distanza ravvicinata.

Mi aveva detto che stava male e che il nostro appuntamento sarebbe saltato, rimandato a quando sarebbe stato meglio. Così sono uscito coi miei amici per una cena, sperando che guarisse in fretta e che potesse tornare a stare più tempo possibile con me.
E mentre io ero lì, seduto con i miei amici al tavolo di un piccolissimo ma confortevole ristorante, a pensare ad una qualche sorpresa per tirargli su il morale e distrarlo, l’ho visto.

Seduto a qualche tavolo di distanza da me, in compagnia di quello che lui spacciava per un amico d’infanzia, c’era Minho.

In  quel momento non pensai ci fosse dietro qualcosa di così grosso come un tradimento.

Gli avevo fatto svariate scenate di gelosia riguardo Kibum, quindi pensai soltanto che volesse passare del tempo con lui senza doversi sorbire una scenata.

La nostra relazione era un segreto, solo un paio di persone ne erano a conoscenza, quindi decisi di aspettare ed osservare senza essere scoperto.
E così feci per tutta la serata, lanciando sguardi indagatori al loro tavolo di tanto in tanto, mentre mangiavo e tentavo di stare al passo con la conversazione che andava avanti intorno a me.

Questo finché i due non si alzarono dal tavolo a cui erano seduti per andarsene.

Per tutta la serata si erano comportati come farebbero due amici, ma in quel momento qualcosa fece scattare in me la molla del sospetto.
Si erano presi per mano, e Minho aveva addirittura portato alle labbra le loro mani intrecciate per lasciarvi un tenero bacio, in una maniera che mi era troppo familiare perché io potessi lasciar andare la cosa.

Così decisi di seguirli, nella speranza che il piccolo Taemin pessimista che vive nel mio cervello si stesse sbagliando nel pensare al peggio, ma ciò che vidi dopo mi ha insegnato che quel piccolo pessimista ha sempre ragione.

Non era strano che, dopo una cena insieme, Minho e Kibum andassero ora a casa dell’uno, ora a casa dell’altro per passare del tempo insieme, per questo, quando vidi i due entrare a casa di Minho, decisi di dare ascolto al piccolo Taemin ottimista che si divide il mio cervello con quello pessimista, pensando che Minho e Kibum volessero solo parlare un po’ davanti ad una bella bottiglia di birra prima di separarsi.

E su questa scia di pensiero anche io, dopo aver aspettato qualche minuto, entrai in casa di Minho con la chiave che lui stesso mi aveva dato per le emergenze.

Quando entrai la casa era buia, silenziosa, come se non ci fosse nessuno, ma io sapevo che qualcuno c’era, dovevo solo capire dove.
Chissà per quale istinto, per quale intuizione, mi diressi alla camera da letto, quella camera che conoscevo benissimo dopo tutte le notti che ci avevo passato con Minho.

E mai intuizione fu più giusta.

I due erano lì, ma non come mi aspettavo di trovarli.

Mi aspettavo di trovarli seduti sul tappeto a guardare un film e magari ingozzarsi di patatine e popcorn, ma non fu così che li trovai.

Erano sul letto, sul nostro letto, intenti a baciarsi e togliersi i vestiti l’un l’altro, così presi da ciò che stavano facendo da non accorgersi di me, che sconvolto li fissavo dalla soglia.

Non so se si siano accorti di me, so solo che, con la vista annebbiata dalle lacrime che come un fiume sgorgavano dai miei occhi e mi bagnavano le guance, andai via così come ero entrato in quella casa, nel silenzio più assoluto.

Solo che in quel momento non era il silenzio della mia speranza ad accompagnarmi, era il silenzio del mio cuore infranto.
Passarono giorni prima che riuscissi a metabolizzare la cosa, giorni in cui non feci altro che piangere mente chiudevo il mondo fuori, ignorando qualsiasi contatto il resto del mondo cercasse di avere con me.

Ma anche se avevo metabolizzato ed accettato che Minho mi avesse tradito, non riuscì ad allontanarlo.

Non riuscì ad allontanarlo da me, a dirgli che avevo scoperto tutto e non volevo più stare con lui.

Perché lui era la mia droga, e lo è ancora.
 
  
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