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Autore: Mauretania    28/12/2008    4 recensioni
Mi alzai. Vidi una grande scritta bordeaux: “KINGSTON HIGH SCHOOL – Honoring to the Kights of the Round Table.
« Onore ai cavalieri della tavola rotonda. Cominciamo bene... » disse Cecilè tra i denti.
Quella scuola già dalla scritta cominciava a piacermi. Non si poteva dire lo stesso per Cecilè. Sembrava che quell'edificio avesse un nonsochè di antico, mediovale direi. Il giardino era, come da bravo prato britannico, coperto di erba inglese. Al centro c'era una grande statua raffigurante Arthur Pendragon.
« Eroe dell'Inghilterra, ricordatelo. » dissi io con il dito alzato.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo 1

Era buio. Della polvere scintillava sotto alla striscia di luce che veniva da un piccolo buco dall'alto della stanza. Mi giro lentamente e vedo una grande cassa di pietra con disegni che brillavano alla poca luce che penetrava. Mi avvicino, sempre lentamente, allungando le mani per aprire la cassa. Sempre più vicino...

« Amy! »

Una voce familiare mi chiama. Non vedo più la né stanza di prima, né la polvere scintillante. Ore vedevo solamente i miei vecchi poster dei Beatles e luminose stelline colorate. A quanto pare era un sogno...

Apro lentamente gli occhi ma una luce accecante aumenta sempre di più e mi fa aprire di scatto gli occhi.

« Amy, svegliati perfavore. » dice seccata mia madre.

Proprio oggi doveva essere il primo giorno della Scuola superiore? Almeno c'erano due dei miei dieci amici a proteggermi dallo strano mondo della scuola superiore. Tutti più grandi e con gusti diversi da quelli che avevo io. Musica da discoteca, vestiti neri e con le borchie, è questo che dico. Prendo la cornetta del telefono e digito il numero di Yoel. Magari lui mi aiuta. Ma che dico... è meglio Cecilè.

Tuut... Tuut...

« Pronto? »

« Ciao Cecy! »

« Ehi, Amy. Come mai a quest'ora? »

« Niente... volevo solo essere sicura che tu venissi. »

« Tranquilla. Io ed Yoel siamo più che sicuri. »

« Ma secondo te faremo la storia di Arthur Pendragon? »

« Tranquilla, tranquilla. Siamo in Inghilterra, vuoi che lo saltiamo? »

« No... ma volevo sapere se lo approfondivamo con gite, video e co. Sai che a me piace il Medioevo... »

« Lo so mia ha assillato tutto l'estate... Uh! Cavolo! Sono già le sette e mezza. Fra quindici minuti parte il bus. Tra tutti i tuoi dilemmi da Medioevo potresti avvicinarti a me oggi all'ora di storia che non mi è ancora arrivato il libro.. »

« Si... si.... »

« Di solito i tuoi 'SI' non sono molto affidabili... »

Tu-Tu-Tu

Metto giù il telefono.

« Amanda! Sbrigati che fra dieci minuti parte il bus! »

Uffa. Preferirei stare a casa a gurdarmi tutte i miei DVD.



Uno sbattere di portiere. Mi ero addormentata. In macchina per giunta. Con i sogni che faccio è difficile dormire di notte. Sempre lo stesso sogno, ripetutamente.

« Sveglia Dormigliona! » disse agitandomi Cecilè

« Cecy? Ma, sei venuta con noi? E, mi ha accompagnato mia madre? » dissi stupita.

« Ma dai... se no come mai hai potuto dormire comodamente? Sull'autobus ti avrebbero lasciata lì. Hai portato il libro di storia? »

« No... » risposi sbadigliando

« Come immaginavo. E adesso che dici alla professoressa? »

« Non preoccuparti. »

Mi alzai. Vidi una grande scritta bordeaux: “KINGSTON HIGH SCHOOL – Honoring to the Kights of the Round Table.

« Onore ai cavalieri della tavola rotonda. Cominciamo bene... » disse Cecilè tra i denti.

Quella scuola già dalla scritta cominciava a piacermi. Non si poteva dire lo stesso per Cecilè. Sembrava che quell'edificio avesse un nonsochè di antico, mediovale direi. Il giardino era, come da bravo prato britannico, coperto di erba inglese. Al centro c'era una grande statua raffigurante Arthur Pendragon.

« Eroe dell'Inghilterra, ricordatelo. » dissi io con il dito alzato.

« Non è stato l'unico. Dai entriamo. »

Salimmo per la grande scalinata in pietra ed entrammo in quella scuola dove sarei entrata ogni mattina senza fare storie. Era proprio in stile medioevale. Le mura erano in pietra chiara. Candele e spade incrociate si alternavano sulle pareti.

« Ragazze!Aspettate! Ragazze! »

Yoel correva verso di noi. Era un ragazzo bello. Era alto e magro. I capelli erano neri e bagnati. Gli coprivano gli splendenti occhi azzurro chiaro.

« Che... è successo? » chiese Cecilè trattenendo una risata.

Yoel la guardò inarcando un sopracciglio.

Doveva aver perso l'Autobus. Ma correva molto veloce quindi ce l'avrebbe fatta in dieci minuti.

« Ti sei fermato davanti alla libreria Yoel? »

« Perche? » disse lui con uno sguardo spaventato.

Sospettava che lo sapessi. Gli facevo un sguardo come da mamma che lo ha colto sul fatto.

« Primo: perché in mano hai un libro che non ho mai visto prima. Secondo perché sei tutto sudato. Al telefono mi avevi detto che ci mettevi dieci minuti. »

Non osò ribattere. Era un ragazzo di poche parole. Ma ne ha di cose da dire. Ma si tiene tutto dentro. Ha paura che possa ferire qualcuno o dire qualcosa di sbagliato. Ma nonostante questo riesce a dialogare anche con persone che non conosce, a cui vorrebbe dirne di tutti colori.

La campanella fece un suono dolce, diverso da quello della vecchia scuola. Però c'era il pericolo che non ti svegliasse durante le lezioni più noiose. Pazienza.

Guardai il foglio con segnati gli orari di ogni lezione. Per cominciare bene la giornata avevamo due ore di storia. Era una materia che adoravo. Era affascinante ma un po' era colpa del mio professore. Faceva sembrare la storia reale. Come se noi la vivessimo in prima persona. Se la nuova professoressa, una certa Sarah O'Connel a quanto diceva il foglio, fosse stata come il lui, non ci sarebbero stati problemi. Io, Yoel e Ceilè entrammo nell'aula. Era grande e luminosa. Ma era gelata. Avrei dovuto mettermi qualche golfino in più. I cambiamenti dalla vecchia scuola a questa erano enormi. Caratterialmente e anche Climaticamente.

Guaradai attentamente ogni studente. Non erano come me li ero immaginati. Sembravamo tutti uguali. Capelli sciolti per le ragazze e arruffati per i ragazzi. Praticamente tutti indossavano un golf pesante un paio di jeans perfetti, senza strappi o disegni. Io e Cecilè ci squadrammo. Lei era sempre vestita originale. I suoi vestiti erano dai colori vivaci e i capelli erano biondi con extention rosse. Anche se non metteva lenti a contatto, i suoi occhi erano di un colore mai visto prima. Un misto tra il verde acquamarina e l'oro. Io ero l'unica dei miei amici che si conformava con la massa. Non ero una tipa da notare. Avevo capelli Color nocciola e gli occhi verde opaco. Ero sempre vestita con un paio di jeans scoloriti e una camicia bianca ormai grigia da quanto la mettevo. Ero l'unica a cui piaceva la storia, a quanto avevo sentito. Finalmente entrò la professoressa. Noi ci alzammo e lei ci accolse con un caloroso saluto stile donna di corte. Beh, donna di corte lo sembrava. Aveva una gonna di lana che arrivava appena sotto il ginocchio. Indossava dei collant color carne e le scarpe sembravano prese dall'armadio di mia nonna. Aveva indosso una camicia rosa confetto e un golfino color verde pistacchio. Alzai lo sguardo. Il suo viso era bellissimo. Neanche fosse la figlia di Eva Green. Aveva gli occhi blu oceano e i capelli erano marroni ed erano raccolti in uno chignon fermato con una matita. Non era una donna che se ne intendeva di moda ma il suo viso avrebbe fatto invidia alle più belle modelle del mondo. Quel viso però mi ricordava un personaggio nominato nella storia medioevale. Non mi ricordavo chi, ma era una ragazze che era vissuta nello stesso arco di tempo di re Artù.

La professoressa si sedette sulla sedia scricchiolante e mise tutti i libri in un cassetto che chiuse a chiave.

« Ma cosa fa professoressa? » chiese uno degli alunni seduto proprio in prima fila, praticamente incollato alla cattedra.

« Iniziamo la lezione. » rispose tranquilla la professoressa.

« Ma, senza libri? » chiese Yoel

« Certo. La storia dev'essere vissuta. Come se fossimo noi i personaggi di ciò che stiamo studiando. »

La classe rimase a bocca aperta sentendo quell'affermazione. Io no. E neanche Yoel e Cecilè. Aveva le stesse abitudini del nostro vecchio professore. Anche lui preferiva la pratica alla teoria. Si vedeva che i ragazzi della nostra nuova classe erano venuti da scuole private o collegi.

La professoressa si alzò e prese dall'armadio una grande ciotola trasparente con dentro tanti piccoli foglietti ripiegati.

« Allora ragazzi... » disse lei « Quest'anno approfondiremo il Medioevo. Sopratutto la storia di Uther e Artù Pendragon, due re dell nostro grande stato. »

Cecilè si mise le mani tra i capelli e sibilò un 'no' seguito da parole incomprensibili. Evidentemente non ne poteva più di questa storia. L'avevo già stressata abbastanza io...

La professoressa mise una mano nella ciotola ed estrasse uno dei foglietti.

« Allora... per interpretare Artù prenderemo... Matthew Wright. »

Matthew si alzò. Era un ragazzo molto alto, magro. Gli occhi erano verdi. Teneva i capelli tagliati appena sopra le spalle. Erano di un colore nero corvino. Fece un sorriso fiero a tutta la classe, inchinandosi più volte. Si avvicinò alla cattedra, appoggiandosi con una mano.

« Grazie signor Wright... » disse la professoressa. « Ora, per interpretare Uther scegliamo... Gary Thompson. »

Gary non era bellissimo come Matthew ma neanche uno sgorbio come il ragazzo che mi stava seduto dietro. Era di media statura, aveva i capelli marroni e gli occhi neri. Si avvicinò silenzioso alla cattedra, inciampando in una cartella. La professoressa estrasse l'ultimo fogliettino.

« Allora, adesso ci servirà una ragazza. Interpreterà Ginevra, l'amata di artù. »

Tutte le ragazze cominciarono a parlottare. Sembrava che fosse Matthew quello che tutte volevano. Io me ne stavo tranquilla pensando all'interpretazione. Sicuramente sarebbe stata una cosa inguardabile. I ragazzi che la professoressa aveva sorteggiato non sembravano molto informati sulla vita di Uther Pendragon, di Artù e della sua amata. Al minimo potevano conoscere la marca di shampoo che usavano...

La professoressa mise la sua mano perfetta dentro la ciotola. Era ora di scoprire chi avrebbe interpretato Ginevra. Tutte le ragazze incrociarono le dita e chiusero gli occhi. Io intanto, nel farfugliare di parole incomprensibili e negli 'spera me' femminili, stavo ripassando la lezione.

« Amanda Smith »

Il mio nome arrivò fino al fondo dalla classe a giudicare dai bisbiglii stupiti e dalla ripetuta affermazione di 'chi è quella?'. Ma non giunse fino a me, anche se ero in una delle prime file. Così continuavo a leggere...

« Amanda Smith! » ripetè la professoressa

« Si? » bisbigliai io, inconscia di quello che stesse succedendo.

Tutta la classe si mise a ridacchiare. Avrei voluto ribattere a tutta classe ma avrei fatto la figura della scema vista la mia scarsa popolarità. Mi alzai e andai a passi piccoli e insicuri verso la cattedra. Mi guardavano tutti come se fossi un obbrobrio sul punto di crollare a terra. Erano tutti ancora speranzosi. Pensavano che la professoressa mi rimandasse al posto e scegliesse qualcuno altro? Nossignore.

  
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