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Autore: FarAway_17    25/04/2015    1 recensioni
Ci sono momenti in cui il cuore e la testa si allineano e fanno prendere decisioni giuste, ma che ci fanno paura.
E ci sono cose che non possono non modificare il corso della nostra vita. L'incontro della persona che ci rivoluziona costantemente l'esistenza è una di queste.
[4312 parole] [Baekyeol] [Accenni baekyeon e Taoris]
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Baekhyun, Baekhyun, Chanyeol, Chanyeol, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tornando a casa quella sera dall'appuntamento con Taeyeon, Baekhyun rifletté sul suo possibile futuro. Aveva appena preso una decisione fondamentale, dalla quale non si tornava indietro. Aveva parlato chiaro con lei una volta per tutte, confermandole, in definitiva, solo ciò che lei aveva già sospettato. Ma la fiducia che riponeva in Taeyeon lo faceva sentire in dovere di dirle la verità. La prima persona al mondo a conoscere i suoi più intimi sentimenti sarebbe stata anche quella che ne avrebbe sofferto di più. Si strinse nelle spalle, affondando la punta del naso nel morbido e caldo tessuto della sua sciarpa. Piovigginava così finemente che le gocce apparivano come sottili e fastidiosi granelli di polvere.

Allungò una mano e chiamò un taxi che subito si fermò al lato della strada combattendo con un suo collega per accaparrarsi quella che probabilmente sarebbe stata una delle ultime corse della serata.

Baekhyun salì, ancora immerso nei suoi pensieri, e, senza tante cerimonie, chiese al tassista di portarlo a casa. Di solito, quando gli capitava di prendere un taxi, gli piaceva scambiare quattro chiacchiere con il conducente. A volte veniva riconosciuto, a volte no. Ma era sempre interessante quel veloce approccio alla vita di uno sconosciuto. Da quando gli Exo erano diventati famosi a livello internazionale Baekhyun e gli altri membri non avevano molte occasioni di fare amicizie. Passavano le loro giornate tra intense sessioni di allenamento, interviste, trucco e brevi serate nel loro dormitorio. Quei momenti passati insieme erano i più felici che Baekhyun conoscesse da anni. Loro erano tutto ciò che aveva, erano famiglia. Quando aveva iniziato il suo cammino verso la celebrità non avrebbe mai pensato di incontrare molto più che semplici colleghi. A volte, quando più sentiva la mancanza di casa, si crogiolava nella sicurezza che ci sarebbe sempre stato qualcuno al suo fianco a sentirsi esattamente come lui.

E tra i tanti fratelli che aveva guadagnato ce n'era uno più pericoloso degli altri.

Chiuse gli occhi stanchi e leggermente gonfi, abbandonando la testa all'indietro sul sedile. Dalla radio proveniva una musica rilassante, da lounge bar, non molto adatta ad un sudicio taxi di Seul.

Pensò a Taeyeon e al suo sguardo ferito ma consapevole; pensò a lei e alle sue braccia magre abbandonate nel loro ultimo abbraccio sulla porta. Pensò a quell'istante che aveva cambiato tutto e sospirò.

Per un po' era davvero stato convinto di poterla amare, alla fine. Era bella, dolce, simpatica e faceva il suo stesso lavoro, quindi lo capiva quando non potevano vedersi a causa degli Exo o quando crollava addormentato dimenticandosi di mandarle il messaggio della buonanotte. Non pretendeva molto da lui in effetti, e Baekhyun pensò che l'uomo che l'avrebbe sposata sarebbe stato davvero fortunato. Si intendevano alla perfezione su molte cose. Per questo e per il fatto che lei non somigliasse per nulla alla persona da cui tentava così disperatamente di scappare - niente orecchie da Yoda e voce profonda -, tenne duro con lei il più possibile. Dopo un paio di mesi ci fece anche l'amore. Era stato strano farlo con lei, attenta e premurosa, con quelle sue gote tinte di rosso e il sorrisino disilluso e incerto di chi non sa più cosa pensare. Baekhyun sapeva che Taeyeon percepiva ogni qualvolta lui si perdeva, si estraniava da tutto e soprattutto da lei. La guardava, senza vederla realmente. Ma non voleva ferirla, le voleva bene davvero.

Ci aveva messo del tempo, ma aveva preso la decisione migliore, continuava a ripetersi.

Il taxi si fermò un po' bruscamente e Baekhyun imprecò per la sorpresa. Gli occhi affilati dell'autista lo fissavano dallo specchietto retrovisore. Il prezzo della corsa lampeggiava di verde e lo invitava a pagare in fretta e a levarsi dalle scatole. Così fece e scese borbottando un non troppo cordiale «Buona serata». Il taxi ripartì con una sgommata e lo lasciò indietro, sul marciapiede lindo e leggermente umido davanti all'edificio della SM. A quell'ora c'era poca gente, ma vide comunque un uomo animarsi a pochi metri da lui e impugnare un'enorme macchina fotografica professionale. Quando il primo flash lo aggredì senza pietà, Baekhyun si decise a muoversi e ad attraversare l'entrata a vetri.

Mentre saliva con l'ascensore, sorrise immaginandosi i suoi compagni davanti alla tv a mangiare pop corn e fare casino. Non c'era mai una volta che riuscissero a seguire un film dall'inizio alla fine senza litigare per qualcosa, ma faceva parte del divertimento dopotutto.

Un trillo leggero lo avvertì di aver raggiunto il suo piano. Le porte scorrevoli si aprirono sul pianerottolo e il vociare confuso degli altri lo raggiunse come un'onda anomala. Ne fu così scosso che quasi si dimenticò che quella era anche casa sua e non aveva bisogno di bussare. Aprì la porta sentendo il cuore balzargli in gola. Lì dentro c'era la causa dei suoi problemi, del suo perenne sonno agitato, del suo sorriso ogni giorno; c'era il suo amore nascosto - ormai poteva confessarlo almeno a se stesso - e per la prima volta si rese conto di non avere idea di quale sarebbe stato il suo prossimo passo. Si bloccò sull'uscio, catalizzando l'attenzione dei nove amici. Cadde il silenzio per qualche istante poi, tra l'ammasso di corpi scomposti sul divano, uno alto e dinoccolato si erse in tutta la sua statura e gridò un entusiastico: «Baekhyunnie!».

E Baekhyun fuggì. Si vide girare i tacchi verso le camere, ancora infagottato nel suo soprabito e raggiungere la porta della sua stanza. Prima di chiudersi il battente alle spalle sentì un assonnato e lagnoso Sehun chiedere «Ora possiamo riprendere il film?».

Non passò molto prima che qualcuno arrivasse a bussare alla porta. Non era chiusa a chiave, ma Suho aveva mantenuto questa buona abitudine di chiedere il permesso prima di entrare in una stanza, cosa che non si poteva dire degli altri. Baekhyun lo ringraziò mentalmente della cortesia prima di lasciarlo scivolare all'interno della camera e sistemarsi al suo fianco sul letto.

«Che succedere Baek?», domandò diretto e pacato come sempre.

Baekhyun si vide costretto a rispondere con uno stentato «E' finita. Con Taeyeon».

Suho annuì piano, arricciando le labbra e guardandolo con affetto. Si piegò su di lui e lo strinse in un abbraccio forte e comprensivo. «Mi dispiace tanto», mormorò al suo orecchio. «Hai bisogno di qualcosa?».

Baekhyun scosse la testa aggrappandosi al maglione di Suho. Stare con lui era sempre un sollievo. Per un attimo ti permetteva di non pensare a nulla, ti faceva sentire protetto.

«Ok», accettò Suho senza forzarlo. «Vuoi che resti con te per un po’? O preferisci stare da solo?», chiese staccandosi da lui.

«Solo. Scusa». Non si sentiva proprio in grado di parlare in quel momento e scoprì con suo rammarico che la parola fine anche se posta ad una storia come la sua e di Taeyeon faceva un male cane. Voleva solo rannicchiarsi su se stesso e dormire 12 ore filate.

«Dormi», gli consigliò Suho come se gli avesse letto nel pensiero. «Se hai bisogno, siamo tutti di là».

Lo ringraziò mentre lo lasciava da solo e concluse di non poter essere più grato al Cielo per avergli mandato un leader - meglio ancora - un amico, così fantastico.

 

Contrasse i muscoli facciali. Qualcosa lo aveva colpito sulla fronte. Si rigirò cercando di non perdere gli ultimi brandelli di sonno che gli erano rimasti. Un altro colpo. Stavolta all'orecchio. «E che cazzo», pensò scuotendo la testa.

«Non serve essere così scurrili, Baek», lo ammonì una voce - quella voce - facendogli capire che non l'aveva solo pensato ma anche detto ad alta voce.

Si riscosse in un attimo tirandosi a sedere. Per poco non si scontrò con la fronte di Chanyeol, fermo a dieci centimetri dalla sua faccia ad osservarlo con quei suoi due occhi da pazzo.

«Suho dice che ti sei lasciato con Taeyeon», lo attaccò senza nemmeno lasciargli il tempo di riprendersi.

«Io l'ho lasciata, precisò scocciato, azzardando poi un'occhiata imbarazzata nella direzione dell'altro. Finse di non notare lo sguardo contrito - che per inciso non gli si addiceva per niente - che Chanyeol gli rivolse e si stiracchiò languido, stropicciandosi gli occhi. Si rese conto di quanto fosse liberatorio non doversi preoccupare del proprio aspetto nemmeno di prima mattina e dopo un pianto durato ore. Con Taeyeon non aveva mai potuto davvero sentirsi a suo agio con se stesso. E il che era in realtà quasi del tutto colpa sua, ma non volle pensarci più di tanto.

«E per quale arcano motivo l'avresti fatto??», ululò Chanyeol sgranando gli occhi dall'incredulità. Nella sua testa passavano immagini continue di Taeyeon e davvero - davvero - non riusciva a trovare un motivo valido per lasciare una ragazza come lei.

Baekhyun lo guardò male arrossendo fino alla punta dei capelli e Chanyeol alzò le mani in segno di resa.

«Saranno tutti curiosi di sapere cosa sia successo», masticò Baekhyun a testa bassa.

«Mh no», negò l'altro. «Credo che siano solo preoccupati per te. Ieri sera avevi una faccia orribile quando sei rientrato». Beakhyun strinse le labbra cercando di calmare il suo cuore che a quelle parole aveva ricominciato a correre veloce come un treno. «Non che ora sia migliore, s'intende», aggiunse poi ridendo e schermandosi il volto con le braccia, anticipando il cuscino che il più piccolo gli lanciò addosso.

«Come sei prevedibile, Baek», lo schernì Chanyeol, spostando di lato il guanciale. Ottenne in riposta una smorfia e sorrise. «Comunque ti ho portato la colazione a letto. Poi non dire che non sono un bravo amico», scherzò, recuperando il vassoio da terra e adagiandolo sulle gambe di Baekhyun.

«Chi è stato...?», chiese soppesando l'ipotesi di un Chanyeol ai fornelli di prima mattina mentre canticchiava il pezzo di una loro nuova canzone e agitava le lunghe braccia da una parte all'altra con trasporto.

«D.O», precisò il più alto e l'immagine nella testa di Baekhyun si dissolse in un nanosecondo. «Io mi sono solo offerto di portartela».

«Grazie», mormorò Beakhyun titubante.

«Volevo vederti mentre ti svegliavi», gli sfuggì in un soffio.

Baekhyun non osò alzare gli occhi dal piatto. Per un attimo si dimenticò di respirare. Poi il momento passò quando la voce imperiosa di Suho li raggiunse dal corridoio: «CHANYEOL, fallo mangiare!». I due si scambiarono un'occhiata perplessa, ancora leggermente vittime dell'imbarazzo, e scoppiarono a ridere.

«Non sono in fin di vita, Hyung!», gridò di rimando Baekhyun, accomodandosi meglio sul materasso e dicendo a se stesso di aver sicuramente interpretato male la frase detta da Chanyeol. Sicuramente voleva solo assicurarsi che non fossi affogato nelle mie stesse lacrime, si disse.

«Tu mangia», sentirono borbottare dall'altra parte della porta e il suo stomaco brontolò. Suho era il loro papà adottivo, costantemente disperato, e faceva una gran pena a tutti, tanto che alla fine bisognava dargli ascolto. Ridacchiarono entrambi mentre Baekhyun si accingeva a mangiare.


 

Nei giorni successivi Baekhyun iniziò inspiegabilmente, almeno agli occhi degli altri membri, a comportarsi come un automa. Andava alle prove, mangiava, dormiva e controllava sui social network se fossero uscite notizie spiacevoli su di lui e Taeyeon. Si riscopriva stranamente rasserenato ogni volta che non trovava nessuna notizia al riguardo. Era consapevole che prima o poi tutti l'avrebbero saputo, ma gli pareva un bene per i propri poveri nervi procrastinare il più possibile la spiegazione delle sue motivazioni al mondo intero. Odiava questa parte del lavoro. I ragazzi evitavano accuratamente l'argomento e anche Chanyeol, che all'inizio se n'era interessato, aveva finito per smetterla di tormentalo. Si limitava ad osservarlo da lontano, intristendosi ogni qualvolta tentasse di scherzare con lui o avvicinarglisi, venendo respinto o accolto con glaciale freddezza. Baekhyun dal canto suo covava nei suoi confronti un certo insensato risentimento. Non perché fosse la causa della fine della sua relazione con Taeyeon, ma perché forse, e se ne rendeva conto ogni istante di più, aveva sperato, illudendosi, che anche Chanyeol provasse qualcosa nei suoi confronti e invece nulla era cambiato. Si comportava esattamente come prima, mandandolo in bestia. Non voleva rovinare la loro amicizia, ne guastare l'atmosfera tra gli Exo – davvero non l'aveva mai voluto -, ma di fatto era quello che stava facendo. E più ci rifletteva, e più si incazzava, con se stesso, con Chanyeol e con il resto del mondo, perché - cazzo - la sua vita si stava trasformando in un vero casino.

La sera del quinto giorno dalla rottura con Taeyeon, successe una cosa abbastanza spiacevole. Erano tutti seduti al grande tavolo della cucina, che dalla partenza di Kris e Luhan sembrava loro sempre un po' troppo grande, a mangiare allegramente la carne cucinata da D.O. Tutti tranne Beakhyun che, attorniato dalla sua perenne nuvola di nera autocommiserazione piluccava il cibo con svogliatezza.

«Non ti piace?», domandò allora D.O con sguardo affranto dopo averlo osservato per un po'.

«Kyungsoo, ma cosa dici! Baekhyun-hyung, diglielo che è tutto buonissimo», lo esortò Kai rivolgendogli un cenno minaccioso del capo.

Beakhyun cadde dalle nuvole alzando la testa verso i suoi interlocutori e si rese conto che tutti lo stavano fissando. Di nuovo.

«Sì è buono, sei stato bravo Kyungsoo», si sforzò, ottenendo un sorriso poco convinto dall'altro e una scrollata di spalle da un incredulo Kai.

Jongdae, a quel punto, intervenne per risollevare gli animi. «Io penso che Beakhyun-ah abbia bisogno di un abbraccio di gruppo», propose con un ghigno che accentuò sinistramente gli angoli già naturalmente acuti della sua bocca. Tutti si alzarono ridendo e vociando, dirigendosi verso il cantante che con espressione terrorizzata stava indietreggiando con la sua sedia. Erano giorni, precisamente dall'abbraccio confortevole di Suho che non toccava nessuno e la cosa iniziava a farlo sentire bene. Nessun contatto, si ripeteva; lui non aveva bisogno di nessuno.

Quando venne attaccato alle spalle da un entusiasta Chanyeol, Beakhyun credette di morire, lì, sul posto, senza se e senza ma. Violare così la sua tregua dei sensi? Come diamine si permetteva. E scoppiò. Il fatidico momento che tutti aspettavano arrivò.

Saltò in piedi scrollandosi via malamente Chanyeol e rivolgendosi a tutti, nessuno escluso, disse: «Lasciatemi in pace, ok? Voi non sapete niente!». E non importava se il motivo per cui loro fossero all'oscuro di tutto fosse perché lui stesso si fosse chiuso in se stesso, in quel momento li odiò tutti quanti. Poi si voltò trovandosi faccia a faccia con il problema numero uno che lo guardava con un'espressione delusa e scioccata. «Ma Baekhy-», tentò di dire. Beakhyun lo spinse lontano da sé. Ci fu un sussulto generale. «Tu», tremò il più piccolo, guardandolo dritto negli occhi e imprimendo il suo disgusto in ogni sillaba. «Non provare mai più a toccarmi». E se ne andò.

Fu Tao a raggiungerlo mentre usciva di corsa dal palazzo stringendosi le braccia intorno al corpo e emettendo secchi respiri che si trasformavano in nuvolette di tiepido vapore.

«Baekhyun-hyung», lo chiamò. «Il tuo cappotto». E glielo porse semplicemente.

Baekhyun valutò per un attimo cosa fare ma poi accettò, vedendo in Tao null'altro che un aiuto disinteressato. Il cinese sorrise.

«Ti va di fare una passeggiata?», propose Tao di punto in bianco.

Baekhyun annuì senza capire. Si vergognava di come si era appena comportato al dormitorio. Li aveva trattati tutti malissimo senza alcuna ragione fondata e ora Tao era lì, al suo fianco, a camminare come se nulla fosse e a guardarsi attorno con quel suo modo infantile e dolce di vedere le cose, come se fosse tutto nuovo e bello.

«Tao», lo richiamò Baek, fermandosi di colpo e guardandolo dritto in faccia. «Perché sei qui?».

L'altro adocchiò una panchina poco lontano e la raggiunse, seguito a poca distanza da Baekhyun. Si accomodò al meglio che il suo evidente nervosismo gli permise, posizionandosi in modo da poterlo vedere bene in volto.

«Hyung», iniziò serio. Baekhyun inspirò seccamente conscio che stava per iniziare un discorso che forse non gli sarebbe piaciuto. «Io ti capisco. So come ci si sente».

Seguì un attimo di esitante silenzio. In lontananza sentirono un clacson suonare. Nella mente di Baekhyun si era acceso il panico. Tao sa? Aprì la bocca ma nessun pensiero coerente ne uscì. Solo un verso inarticolato e più nulla.

«Voglio raccontarti una cosa, hyung, ma deve restare fra noi», disse quello con il suo buffo accento. «Quest'ultimo anno è stato un inferno per me e ce la sto mettendo tutta per non mollare». Si voltò di scatto mettendosi dritto, guardando la strada vuota davanti a sé. «Non sono sempre stato attratto da Kris, ma alla fine è successo. Mi sono innamorato di lui».

Baekhyun sussultò. Per poco la vista non gli si offuscò. Dalla sua visuale non poteva vedere l'espressione dell'amico, ma poteva percepire la tensione improvvisa che lo pervadeva e che gli faceva stringere i pugni fino a far sbiancare le nocche.

«Capisci? Non mi piacciono i ragazzi, io-», si fermò per un istante per riprendere fiato e ricomporsi. Azzardò un'occhiata verso il più basso e lo trovò immobile ad ascoltarlo. La mano di Baekhyun corse lesta verso quella stretta a pugno di Tao e la afferrò in un gesto di conforto.

«Non devi spiegarmi niente», sussurrò avvicinandosi a lui.

Zitao accennò un altro sorriso. «Voglio», precisò. Distese le dita intorpidite e le allacciò a quelle di Baekhyun prima di riprendere a parlare. «Stando sempre insieme ho iniziato a vedere in lui qualcosa di diverso. Non so nemmeno io come o quando sia cominciato tutto ciò, ogni sguardo, ogni gesto di protezione nei miei confronti acquisivano un significato diverso, sbagliato». Deglutì. «Ho tentato di combattere queste sensazioni per un sacco di tempo e tu sei l'unico oltre a Kris a saperlo. Ho iniziato a farmi problemi quando dovevo stare vicino a lui, ad evitare ogni contatto fisico, a vergognarmi di me stesso, a non essere più felice. Credevo fosse giusto così, che prima o poi mi sarebbe passata. Probabilmente Kris aveva capito tutto da molto tempo, ma sai com'è fatto», sorrise guardando il cielo. «Non mi avrebbe mai messo alle strette. Lui mi ha sempre rispettato. Quando ho saputo che se ne sarebbe andato mi è crollato il mondo addosso. Ho pensato a tutto il tempo che avevo sprecato a stargli lontano e a tutte le cose che mi ero perso e che non avrei più riavuto indietro, e-». La voce gli si spezzò per un istante. La presa delle loro mani si accentuò. «Insomma, ho dato di matto, in silenzio, nella mia testa, come ero ormai abituato a fare, ma l'ho fatto. Finché Kris non è venuto da me a salutarmi. E gli ho detto la verità; che sarebbe rimasto sempre nel mio cuore e che lo amavo da impazzire». Si voltò nuovamente verso Baekhyun, il quale non aveva il coraggio di aprire bocca. Gli occhi di Zitao erano rossi e lui tremava leggermente. La stima nei suoi confronti crebbe in maniera esponenziale per lo sforzo che stava compiendo. «Non fare il mio stesso errore Baekhyun-hyung. Parla con lui, chiarisci ora che puoi farlo. Non importa cosa succederà poi, ma liberati di questo peso. Se io l'avessi fatto forse ora Kris sarebbe qui, forse saremmo insieme. O forse no. Non importa, non lo saprò mai a questo punto e fidati quando ti dico che è il mio rimpianto maggiore».

Baekhyun, alla vista di una piccola lacrima che scendeva lungo la guancia di Tao, decise che la sua pace dei sensi poteva andare a farsi fottere e lo abbracciò. Lo abbracciò così stretto da levargli il fiato, desiderando di poter alleviare il suo dolore e di prendersene carico almeno per un po'.


 

Rincasando trovarono un anomalo silenzio ad accoglierli. L'orologio segnava le 23 e l'unica luce accesa era quella della cappa della cucina. Al tavolo, a testa bassa, era seduto Chanyeol. Quando alzò la testa nella loro direzione Tao sfilò la mano da quella di Baekhyun e gli rivolse un'occhiata serena prima di filarsela via e lasciarli soli.

I due si fissarono senza proferire parola. Poi Chanyeol scostò la sedia vicino alla sua invitandolo a raggiungerlo. Baekhyun ubbidì.

«Yeol», sussurrò. La sua voce uscì arrochita dalla paura. «Ti chiedo scusa per prima. Anzi, per tutto», si corresse.

Chanyeol scosse la testa. «Va tutto bene. Vorrei solo aiutarti a stare meglio», gli confidò.

«Non puoi».

«Lo so», rispose sconsolato il più alto mordendosi un labbro.

Baekhyun non resistette e gli afferrò il mento con una mano, obbligandolo a liberare il labbro dalla presa ferrea dei denti. Focalizzò quel punto mentre riprendeva a parlare, ignorando lo sguardo sorpreso di Chanyeol. «Non puoi perché la causa di tutto sei tu». Alzò gli occhi con circospezione. Sondando quelli dell'amico vi trovò solo tristezza.

«Ho fatto qualcosa che ti ha dato fastidio, Baekhyun-ah?», chiese con sincera apprensione.

Baekhyun sorrise. Sentì una strana e piacevole sensazione di calore espandersi nel petto. «No», rispose deciso. «E' solo che ti amo». Poche parole che rotolarono sulla lingua con spaventosa naturalezza e poi fuori, espandendosi lente nella stanza.

Con la sua mano ancora sul viso di Chanyeol, Baekhyun lo sentì fremere.

Si liberò dalla sua presa e lo fissò a bocca spalancata. «Cos-».

«Vuoi sapere perché non sto più con Taeyeon?», domandò retoricamente il più basso allontanandosi di un poco dall'altro. «Perché quando stavo con lei non vedevo altri che te, Chanyeol. Non potevo più mentire a me stesso, a lei... e nemmeno a te». Chanyeol sbatté le palpebre. Stava sognando, stava decisamente sognando. Oppure Suho con la scusa di rifilargli quella pastiglia per il mal di testa l'aveva drogato.

«Capisco se tu non provi lo stesso», stava dicendo intanto Baekhyun nascondendosi sotto la sua lunga frangia biondiccia. «Ma non posso starti troppo vicino o potrei non rispondere più di me stesso», confessò in un soffio arrossendo violentemente. Se doveva essere sincero, tanto valeva esserlo fino in fondo. Voleva che Chanyeol capisse che non era uno scherzo, che non aveva bisogno di conforto se quello che voleva non poteva ottenerlo. Avrebbe solo peggiorato le cose.

«Baekhyunnie», miagolò disperato Chanyeol. Se quella che Suho gli aveva dato era droga, ne voleva altra. Per tutta la vita.

«Chanyeol, non ti preoccupare, davvero», disse l'altro alzandosi dalla sedia e mettendo qualche passo tra loro. «Io sto bene».

Chanyeol si alzò d'impeto e lo afferrò per un braccio tirandoselo addosso. «Io no che non sto bene», proruppe. «… se te ne vai».

E lo baciò. Reclinò la testa verso quella di Baekhyun e premette le sue labbra impacciate su quelle dell'altro che, inerme, si lasciò stringere bloccato dall'incredulità.

Quando Chanyeol si staccò da lui e lo guardò negli occhi, le pupille impazzite alla ricerca di una risposta che non arrivava, Baekhyun scoppiò a ridere. Subito dopo Chanyeol lo seguì, perché, diavolo, la risata felice di Baekhyun era la cosa migliore che le sue orecchie potessero mai ascoltare.

«Perché ridi?», domandò divertito, guardando quella piccola creatura scossa dai singulti delle risate. Quando aprì gli occhi lucidi e lo guardò, il cuore di Chanyeol gli fece una capriola nel petto.

«È in assoluto la cosa più strana che abbia mai fatto», rispose il più basso con un sorriso leggero a dipingergli il volto di nuove sfumature, intime e soffici come zucchero filato.

«Cosa? Baciare un ragazzo?».

«Baciare te, Chanyeol». Lo spinse piano senza veramente allontanarlo da sé. Gli piaceva farsi stringere dalle lunghe braccia di Chanyeol. Era una sensazione che già conosceva, ma quella sera l'aveva riscoperta sotto un punto di vista del tutto nuovo. Un calore soffuso li avvolgeva, facendogli quasi dimenticare cose banali come il luogo e il tempo.

Baekhyun soffocò la risposta che stava per sgorgare dalle bellissime labbra di Chanyeol con un altro bacio. Una nuova forza lo portò a protendersi verso di lui. Si aggrappò alle sue spalle e gli morse un labbro guardandolo di sottecchi. Lo desiderava così fortemente da sentire le sue membra bruciare. Gli sudavano le mani, ma quando cercò di farle scivolare via dal collo di Chanyeol, quello emise un verso di dissenso e se lo caricò in braccio. A baekhyun sfuggì un sospirò di sorpresa ed eccitazione. Le sue gambe ghermivano possessive i fianchi snelli di Chanyeol e per la prima volta lo osservò dalla sua stessa altezza. Chanyeol arrossì e abbassò la testa. Il cavallo dei pantaloni di Baekhyun stringeva e spingeva contro il ventre del compagno, ma lui a vergognarsi non ci pensava proprio.

«Sei così bello, Yeol», mormorò sovrappensiero.

Chanyeol affondò il sorriso che gli era nato istintivamente sulle labbra nel collo di Baekhyun. Se lo sistemò meglio addosso e si diresse verso la stanza che l'altro divideva con Jongin e D.O. Percepiva il respiro flebile di Baekhyun soffiargli tiepido sulla pelle dell'orecchio e le sue mani sottili percorrergli le spalle in ampi cerchi concentrici.

Entrò con fatica spingendo la porta senza mai abbandonare la presa sulle cosce tornite di Baekhyun. Lo adagiò sul suo letto e si guardarono intorno. Tutto era silenzioso e buio. Il respiro profondo degli altri due li tranquillizzò.

«Buonanotte principessa», disse il più alto scompigliandogli i capelli e ritraendosi appena in tempo prima che Baekhyun decidesse di strappargli una mano a morsi.

«Chiamami ancora così e sei morto, Chanyeol», lo avvertì modulando la voce per farsi sentire mentre lo stronzo in questione sgattaiolava via rivolgendogli un cuore con le dita.

Baekhyun sospirò lasciandosi ricadere sul cuscino. Premette le labbra una sull'altra rivivendo il bacio che si erano scambiati in cucina. Ma il sorriso sognante si sgretolò in un secondo quando una risatina soffocata lo raggiunse.

«Buonanotte principessa Baekhy». La voce di D.O in quel momento era la cosa più irritante dell'Universo. Per non parlare della risata proveniente da quell'ammasso di coperte che avrebbe dovuto corrispondere a Jongin. Non c'era più rispetto in quella casa, si disse Baekhyun borbottando un insulto e lanciando una scarpa in direzione del più piccolo che smise improvvisamente di sghignazzare.

Avrebbe dovuto pensare a come vendicarsi su Chanyeol, meditò coricandosi, la felicità che scoppiettava dentro di lui come braci ardenti. Sì, doveva proprio vendicarsi su Chanyeol, quel maledetto gigante che restava e sempre sarebbe rimasto l'unica causa, l'unica ragione, di ogni suo battito del cuore.






Angolo autrice:

Ciao!! Ho scritto questa OS la settimana scorsa e ho finito di aggiustarla solo ora perché volevo assolutamente pubblicarla prima di andare al lavoro *piange pensando alla serata che l'aspetta*.
VA BEH, mi mancava EFP, mi mancava scrivere per qualcuno che non fossi io e così, in qualche stano modo, il mio amore per questa coppia ha preso il sopravvento. Dato che non so se qualcuno di voi avrà voglia di farmi sapere cosa ne pensa, vi ringrazio tutti in anticipo e mi auguro che la storia vi abbia riscaldato almeno un po' il cuore (della serie - a volte ci vuole un po' di positività ^-^). 

Un abbaccio e tanti cuoricini bimbominkiosi con le dita,
FarAway_17

 

 

  
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