Serie TV > Almost Human
Segui la storia  |      
Autore: Evaney Alelyade Eve    25/04/2015    0 recensioni
La bomba esplode, coinvolgendo anche l'androide, che subisce gravi danni.
John è sconvolto, furioso e crede che Richard abbia messo in atto la sua minaccia, non sapendo che c'è molto di più in ballo...
Genere: Angst, Azione, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Dorian, John Kennex, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Fandom: Almost Human.
Personaggi: John Kennex, Dorian, un po' tutti, OFCx2
Pairing: John Kennex/Dorian
Rating: Giallo
Chapter: 1/?
Beta: Illunis
Genere: Angst, Sentimentale, Azione.
Warning: Slash, After "Don't even look at Dorian!"
Summary: Una banda di terroristi vuole eliminare il detective John Kennex, ma sanno che è impossibile finchè, a guardargli le spalle, ci sarà l'inseparabile Dorian. Così decidono di eliminare l'ostacolo infettando, la camerata dove gli MX si ricaricano, convinti di aver infettato anche il DRN. Quando però scoprono che non è così, decidono per un'azione più drastica: rapiscono una donna e la chiudono in un auto, in compagnia di una bomba. Mandano un messaggio al detective, in attesa che il loro piano faccia il suo corso. Quando arrivano sul posto, Richard ordina al suo MX – ritenendo Dorian inferiore – di disinnescare la bomba; l'MX infetto mente dicendo di aver eseguito l'ordine e quando John fa per avvicinarsi all'auto, Dorian lo butta malamente a terra, lanciandogli un sorrisino di scuse, prima di avvicinarsi alla macchina.
La bomba esplode, coinvolgendo anche l'androide, che subisce gravi danni.
John è sconvolto, furioso e crede che Richard abbia messo in atto la sua minaccia, non sapendo che c'è molto di più in ballo...
Note: Urban e Grace le avete già incontrate o le incontrerete nella mia altra fic "Almost Human". (Titolo originale, eh? XD)
Disclaimer: non ci guadagno nulla se non una nuova avventura dei miei tessssorini. la bastonano, portandola via.

 

 

 

BROKEN.


 

 

 

Qualche giorno prima, Centrale Elettrica Est, al confine con il Muro.

04:00 pm.


Dorian precedette John all'interno della centrale: le guardie giurate erano a terra immobili; era evidente che non avevano fatto in tempo a reagire all'attacco improvviso dei cyber-terroristi che si facevano chiamare Blackout.
"Un nome appropriato per un gruppo di pazzi che minacciano le centrali elettriche!" aveva commentato John, poche ore prima, quando avevano ricevuto il primo video criptato da parte dei terroristi, dove annunciavano di distruggere le principali centrali elettriche – ce n'erano quattro, agli angoli estremi di Los Angeles, proprio al confine con il Muro – costringendo così chi di dovere a rivolgersi a loro per il rifornimento di energia.
Maldonado li aveva divisi in quattro squadre: John e Dorian ad ovest, Stahl e il suo MX 789 ad est, Richard e il suo MX a nord e Backwall a sud.
Non sapevano precisamente dove avrebbero colpito, ma in ogni caso sarebbero stati pronti.
"Direi che abbiamo vinto noi il primo premio." mormorò nell'auricolare, abbassandosi a controllare se ci fosse speranza per quei poveri bastardi.
Niente da fare.
"State attenti, vi manderò rinforzi." ribattè prontamente il Capitano.
John non rispose avvicinandosi il più silenziosamente possibile a Dorian.
"Hai qualcosa per me?"
"Registro alcune frequenze al quarto piano, sezione C."
"Manda i dati alla centrale e poi andiamo." e lo precedè, la pistola ben salda fra le mani, tutti i sensi tesi per cogliere il minimo movimento...
Successe tutto così in fretta che non riuscì a reagire in tempo: un primo colpo gli sfiorò la gamba sintetica; non faceva male, ma era comunque fastidioso il modo in cui la leggera vibrazione prodotta dall'impatto si ripercuoteva sui nervi, lì dove si congiungevano macchina e carne.. l'attimo dopo Dorian lo schiacciò contro il muro, proteggendolo col proprio corpo e prendendosi il grosso dei proiettili.
"Dannazione!" grugnì John, puntando la pistola contro quello più vicino e colpendolo, mentre Dorian sparava al secondo terrorista che cercava di fuggire.
John tenne i due feriti sottotiro, il terzo era fuggito.
"Li tengo io sott'occhio, vai a prenderlo!" disse a Dorian, ma quello stava già correndo dietro l'altro.
"Abbiamo due feriti" comunicò a Maldonado "Dorian sta inseguendo il terzo sospetto."
"D'accordo, Stahl sarà lì fra dieci minuti."
"Ricevuto."
Quando Dorian tornò col il terzo uomo, Stahl era già sul posto, insieme ad un'altra squadra di rinforzi.
"Stai bene?" gli chiese John, occhieggiando preoccupato le varie ferite di proiettile. Dorian accennò un sorriso.
"Sto bene, John. Tu?" e guardarono entrambi verso il pantalone strappato lì dove il proiettile aveva colpito.
"Fortuna ha colpito questa." disse il detective, picchiettando con un dito sulla gamba sintetica.
"Ancora contro il sintetico?" scherzò l'altro e John borbottò qualcosa che somigliava molto a androide off e Dorian ghignò apertamente, mentre si avviavano verso l'auto.

 

Due giorni prima, Parc Avenue.

Ore 10:00 am

 

Link camminava davanti alla panchina da dieci minuti, nervoso come mai lo era stato in vita sua. Le cose non stavano andando per niente bene, anzi, più andavano avanti più si complicavano e se non avessero rimediato in qualche modo sarebbero finiti tutti in cella o, peggio, oltre il Muro. Ecco perchè sentì la rabbia montargli in petto quando avvistò Com che si avvicinava con passo lento, tranquillo, come se la loro vita non fosse appesa ad un maledettissimo filo!
"Kennex sta diventando un problema." questo fu il saluto che gli rivolse, non appena quello lo raggiunse.
"Già, credo che sia arrivato il tempo per i Blackout di dimostrare la propria forza agli sbirri." Si accese una sigaretta, fissando lo sguardo quasi dorato in quello castano dell'altro.
"Che intendi fare?" Link si mordicchiava distrattamente un labbro, fissandolo in attesa che quello tirasse fuori la soluzione a tutti i loro problemi.
"Eliminare il problema. Una volta per sempre."
"E' impossibile!" esclamò frustrato, attirando l'attenzione di qualche passante "Quel dannato androide gli fa da ombra!" aggiunse, abbassando la voce e guardandosi distrattamente attorno.
"Allora eliminiamo il suo partner e poi colpiamo lui." Com ghignò, come faceva ogni dannatissima volta, come se, una volta stabilito un piano, tutto dovesse andare liscio e senza intoppi. Link certe volte lo invidiava: era giovane, ancora così sconsiderato...
"Come?" gli chiese, riportando lo sguardo nel suo.
"Nel quartier generale della polizia c'è una piattaforma dove tutti gli androidi si ricaricano per la notte. Infetteremo i loro sistemi così, oltre a mettere fuori uso il DRN, faremo fuori anche gli MX."
"Non sarà un'impresa facile, lo sai?"
"Ed è qui che ti sbagli." si chinò in avanti, in modo che solo Link potesse sentire "In ogni dipartimento di polizia è stata predisposta una sezione ad uso esclusivo dei sintetici. Una sorta di camerata dove ritornano una volta che il turno è finito. Lì si ricaricano... basterà inserire un piccolo virus nel sistema di ricarica e BOOM!" e qui mimò con le mani un'esplosione "facciamo fuori tutti gli androidi in un colpo solo. Nessuno potrà dimostrare esplicitamente che siamo stati noi, i Blackout, a causare il guasto!"
Link ci pensò su un momento: sembrava un piano, dopotutto, fattibile.
"Se dovessimo fallire?" chiese pensieroso.
"In quel caso allora, useremo maniere più drastiche." e ridendo, mimò ancora un'esplosione.
Link sorrise.

 


Presente, Route 78.

Ore 08:30 am

 

Dorian si avvicinò a John rapidamente; aveva l'aria seccata e John si trattenne a stento dall'alzare gli occhi al cielo perché diavolo, quello era il suo partner, non sua madre!
"Sei di nuovo in ritardo." puntualizzò il primo, gli occhi fissi ostinatamente sulla strada proprio come quando John faceva o diceva qualcosa che lo irritava particolarmente.
"Sì, sono in ritardo e allora?"
"Allora io ci tengo ad essere un poliziotto, John. "
"Buon per te, amico."ribattè prontamente, ricevendo in risposta un'occhiataccia dell'altro, ma qualcosa nella sua espressione si era ammorbidita e la tensione fra loro volò via come se non ci fosse mai stata.
"Preferirei davvero che tu arrivassi in orario." aggiunse comunque e John alzò di nuovo gli occhi al cielo.
"Andiamo Dorian, possibile che dobbiamo fare questa conversazione ogni mattina?"
"Sì, perchè tu, ogni mattina, sei in ritardo. Amico."
John borbottò qualcosa e Dorian gli sorrise con espressione angelica, ma il detective ci poteva leggere una chiara espressione compiaciuta. Dannato.
"Sembra che i Blackout abbiano colpito nuovamente." annunciò all'improvviso, la sua disco-faccia in azione mentre processava e catalogava le ultime novità.
"Quando?"
"Stanotte, sembra che alla fine una delle centrali sia stata danneggiata."
"Dannazione!" ringhiò il detective, schiacciando il piede sull'acceleratore.
Quando arrivarono al dipartimento li accose un certo trambusto: erano tutti concentrati sull'ufficio del capitano, i cui vetri erano stati oscurati per rendere la conversazione più privata. John e Dorian si avvicinarono a Valerie.
"Che succede?" chiese il primo.
Quella lo salutò con un piccolo sorriso.
"Sembra che abbiamo ospiti."
John aveva veramente una brutta sensazione a riguardo; sensazione confermata quando dall'ufficio uscirono due donne, l'una dai capelli lunghi e scuri e l'altra corti e biondo platino.
"Oh no." borbottò il detective, passandosi una mano sul viso. Dorian, al suo fianco, ghignò, osservando la coppia che si avviava verso di loro con aria solenne.
"Detective Kennex." esordì la prima, sorridendo in risposta al grugnito dell'altro e al ghigno sul viso di Dorian.
"Detective Urban." ribattè John a denti stretti. "Grace."
"Detective. Dorian." salutò l'altro DRN, sorridendo ad entrambi.
"Perchè sei qui?" chiese John alla Urban.
"Sembra che nonostante i nostri sforzi combinati una delle centrali sia comunque stata danneggiata. Il mio capitano e Maldonado hanno deciso di stabilire una certa cooperazione fra i distretti al fine di catturare i cyber-terroristi conosciuti col nome di Blackout."
"Lo immaginavo." mormorò cupo l'uomo lanciando un'occhiata accusatoria alla donna che era appena uscita dal proprio ufficio. Sandra Maldonado lo ignorò tranquillamente, avvicinandosi al gruppo di poliziotti in attesa di ordini.
"Come l'agente Urban vi ha appena informato, la centrale del distretto Est è stata danneggiata dai cyber-terroristi conosciuti come Blackout. Il Capitano McGhilly ed io abbiamo deciso di unire i nostri distretti e ricorprire così una porzione di città, così come, specularmente, hanno fatto gli altri due distretti. Voglio che offriate la massima collaborazione al detective Urban e alla sua partner. Abbiamo solo un obiettivo: fermare i Blackout ed assicurarli alla giustizia."
Ci fu un breve mormorio di assenso.
"A lavoro, allora." li congendò Maldonado che poi si rivolse direttamente a John "Mi raccomando."
"Sarò un angelo." commentò sarcastico quello.
"Dorian, tienilo d'occhio."
"Ehi!" protestò l'uomo prima che il suo partner potesse rispondere "Non sono un poppante!"
"Io ho i miei dubbi su questo, John." commentò Dorian, guadagnandosi un'occhiataccia alla quale rispose con un'espressione innocente.
"Allora colleghi" s'intromise la Urban "per quanto io ami vedervi tubare, abbiamo del lavoro da fare."
"Noi non stia-" iniziò John ma quella tagliò corto con un blando gesto della mano.
"Comunque sia, dobbiamo presumere che il prossimo obiettivo sia una delle tre centrali rimaste in azione. Se ne disattivano un'altra ci saranno parecchi problemi."
"Credevo avessero tutte un generatore comune." commentò Dorian, perplesso.
"E' così" gli rispose Grace "ma negli ultimi cinque anni sono stati adottati sistema di difesa in casi d'emergenza: il generatore è unico ma nel caso una delle quattro centrali vada in arresto, per evitare che anche le altre si arrestino – e quindi scatenare panico di massa – il generatore stesso isola la centrale in difetto dalle altre e conserva energia necessaria per aiutare a rigenerare la stessa."
"Quindi adesso ci dirigiamo al generatore per cercare di scoprire la causa principale dell'arresto e, se siamo fortunati, recuperare una traccia che ci ricolleghi ai Blackout o ci dia comunque un indizio."
"Chi ti ha eletto capo gruppo?" borbottò John, guardando storto la Urban.
Questa sorrise nello stesso irritante modo accondiscendete di Dorian.
"Siccome la centrale difettata è del mio distretto, sono io principalmente sul caso."
"Aha!" esclamò l'uomo "proprio perché ti sei fatta fregare-"
"State davvero avendo questa conversazione?" commentò seccato Dorian, guardando dall'uno all'altra, con un sopracciglio alzato.
"Ha iniziato lui!"
"Ha iniziato lei!" esclamarono in coro i due, puntandosi vicendevolmente l'indice contro.
Grace scosse la testa, esasperata, poi si avvicinò alla sua compagna, trascinandola via per un braccio.
"Sul serio" la sentirono mormorare "non siete due mocciosi!"
Quando restarono soli, John guardò Dorian.
"Tu sai che ha iniziato lei."
"John- " l'uomo sospirò "lascia perdere, andiamo, ok?" e lo precedette.
"Ma che diavolo avete tutti quanti?" chiese l'uomo, a nessuno in particolare, per poi seguire il partner verso l'uscita.

 

Presente, Distretto di Polizia di Los Angeles.
Ore 08:00 am



Link guardò Com nervoso.

"Sei davvero sicuro che andrà tutto bene?"
"Per la millesima volta, baby, rilassati, okay? Sono un genio in queste cose, andrà tutto bene."
"Non è che non mi fidi di te... ma non mi piace l'idea di intrufolarmi nella tana del leone!" protestò debolmente l'uomo.
Non era un codardo, ma la prima cosa che ti insegnavano in strada era: mai entrare in casa del tuo nemico se non sei sicuro di poterne uscire e, diavolo, loro stavano progettando di entrare addirittura nel dipartimento di polizia!
"Ascolta se la cosa ti rende davvero così nervoso, facciamo che io entro dentro, faccio quel che dev'essere fatto e poi ce ne andiamo. Che dici?"
Link ci pensò su, sul serio: non era molto abile, se non dietro una tastiera, il più delle volte veniva considerato un ottimo diversivo e un buon sceneggiatore per i video da far trapelare nelle reti principali della città. Se avesse dovuto commettere un errore Com avrebbe potuto finire dietro le sbarre e lui non avrebbe potuto fare nulla per aiutarlo.
Dannazione, l'organizzazione non avrebbe fatto nulla per aiutarlo.
D'altro canto era lui quello più grande ed inutile, fra loro, quindi sì, se qualcuno doveva sacrificarsi, quel qualcuno sarebbe stato proprio lui.
"No, vado io." confermò con un tono deciso,
"Ne sei sicuro?" Com lo stava fissado negli occhi in quel suo modo particolare che sembrava risucchiarti, sembrava volerti smantellare e strappare l'anima in pezzi, analizzarla e poi assimilarla, come un dannato aggeggio elettronico, costringerti a rivelare tutto. Ogni cosa. Qualsiasi cosa.
Link deglutì ma non distolse lo sguardo.
"Sì, al capo non importerà perdere l'ultima ruota del carro ma tu... tu puoi fare tante cose, Com. Sei giovane, bello, dotato... tu porterai i Blackout ad un nuovo livello."
E poi Com lo stava baciando e non importò più niente per quel breve istante.
"Ti aspetterò qui."
"Sì." e Link si alzò, uscì dal suo nascondiglio e si avviò, non prima che quello gli avesse sussurrato all'orecchio:
"Per quanto vale.. per me non sei l'ultima ruota del carro. Torna da me."
Link entrò nel garage degli sbirri sentendosi un po' più tranquillo ma il cuore continuava a battergli furiosamente nel petto.
Certo, vestire i panni dell'MX non era affatto semplice ma grazie al modulatore facciale inventato da Com, risultare un autentico MX agli occhi di chiunque fu un gioco da ragazzi.
"Procedi verso il livello due, al primo piano." gli mormorò nell'auricolare Com e in qualche modo la sua voce rassicurante gli fece addirittura credere di essere invincibile.
"Sono al primo piano, ora?"
"C'è una sala in fondo, aprila con il codice che sto per dettarti."
"D'accordo."
La porta era di vetro spesso ed era impenetrabile addirittura con lo sguardo; di fianco c'era una piattaforma su cui andava inserito il codice.
"06#167*90 "
Link inserì il codice: per pochi terribili istanti non accadde nulla poi, miracolosamente, il rosso divenne verde e lui ebbe accesso alla sala-ricarica degli MX e del DRN.
Avrebbe voluto chiedergli come aveva ottenuto il codice ma non aveva tempo da perdere per cui si ripromise di fargli tutte le domande del caso una volta che si fossero allontanati da lì.
"Ora?"
"Sul fondo della stanza c'è un pannello: all'interno vi troverai un pulsante rosso: dovrai smontarlo, con delicatezza, facendo ben attenzione a non far scattare l'allarme interno. Una volta fatto ti basterà inserire il chip che ti ho dato e rimettere il pulsante al proprio posto. Una volta che hai finito hai meno di cinque minuti per uscire di lì senza farti scoprire. Ti è tutto chiaro?"
Link si morse il labbro per evitare di dirgli che no, nulla era chiaro e che aveva sbagliato a proporsi per questo tipo di lavoretto, ma ormai era troppo tardi per recriminare e cominciò a ripetersi che l'aveva fatto solo per Com, quindi morse via la sua prima risposta e lo rassicurò con un semplice "okay" perchè sul serio, nervoso com'era, quello era tutto ciò che poteva offrirgli.
Tirò fuori il delicato strumento che Com gli aveva dato prima di entrare e si avvicinò al pannello. Lo rimosse senza problemi, adesso il nodo stava tutto in quell'insulso pulsante rosso che brillava dispettoso dinanzi ai suoi occhi.
Coraggio. Lo fai soprattutto per Com, si ripetè in mente e sembrò funzionare perchè le mani smisero immediatamente di tremare e lui si apprestò, con la precisione di un chirurgo, a smontare il punto cruciale della loro piccola spedizione.
"Ce l'ho fatta!" esclamò, asciugandosi con il dorso della mano il sudore.
"Bravo, adesso sbrigati, ok?" lo riprese brusco Com ma Link potè dire, semplicemente dal tono della sua voce, che stava sorridendo.
Il resto, in confronto all'inizio, sembrò un gioco da ragazzi e Link fu fuori di lì, incredulo, in meno del tempo previsto.
Com gli avvolse subito le braccia intorno alla vita, baciandolo. Link sorrise sulle sue labbra, lasciandosi andare nell'abbraccio, sollevato.
"Sapevo che ce l'avresti fatta." gli mormorò il ragazzo all'orecchio, facendolo rabbrividire."Come facevi a saperlo?" gli chiese con voce incerta; l'altro alzò gli occhi al cielo, ma non rispose alla domanda.
"Andiamo a festeggiare." disse piuttosto. Link fu molto più che felice di lasciarsi guidare verso l'auto, pregustando già quello che sarebbe venuto poi.

 

 


Presente, Los Angeles, Generatore Centrale

ore 09:00 am


La centrale dove risiedeva il generatore si trovava proprio al centro della città.
"E' così scontato." commentò John, mentre erano in auto, vagamente corrucciato. Dorian distolse lo sguardo dal panorama che lo circondava – il detective proprio non capiva cosa ci trovasse di bello nel guardare fuori quando era tutto uguale – e lo portò su di lui e lo incatenò lì, e John dovette fare un grosso sforzo per convincersi a guardare la strada.
Dorian aveva questi... questi occhi di un azzurro impossibile ed erano magnetici, impossibili da ignorare, sembrava che riescissero a scannerizzarlo, non letteralmente, da capo a piedi, leggergli dentro senza alcuna difficoltà come se lui non fosse un ammasso di scelte sbagliate o rimpianti o pensieri cupi, rabbia e delusione no, ma come se lui fosse una semplice strada dritta e senza intoppi, un cielo di cui era facile fare le previsioni e questo lo metteva dannatamente in soggezione, lo faceva sentire esposto, troppo vulnerabile. Le ferite vibravano quando era Dorian a guardarlo, morivano dalla voglia di sanguinare e raccontargli ogni cosa.
A John veniva voglia di dire tutte quelle sciocchezze che lo facevano sentire un vero idiota, tipo: ehi, sai che stamattina mi sono svegliato a tempo con la sveglia? Solo che adoro farti aspettare per poi vedere quanto sei irritato...perchè per la maggior parte delle volte John ancora faticava ad accettare che Dorian sentisse qualcosa, che non fosse uguale agli MX che adoravano porsi come suo bersag- ok, a cui lui adorava sparare.
"Cosa, John, è scontato?" gli chiese il suddetto, perplesso.
"Oh, andiamo: se fossi stato io a sceglire un luogo dove impiantare un generatore così importante... sta sicuro che non l'avrei piazzato in bellavista al centro della dannata città! Così diventa facile per chiunque trovarlo e danneggiarlo!"
Dorian ci pensò un po' su, poi sorrise come se avesse a che fare con un bambino.
John sentì le mani prudere dalla voglia di scaraventarlo giù dall'auto.
"Cosa?" gli ringhiò contro, sulla difensiva.
"Nulla, John, è solo che questo tipo di ragionamento è così da te!" e quando lui gli rivolse un'occhiata sconcertata, Dorian scoppiò apertamente a ridere.
"Che diavolo vuol dire?"
"Nulla, solo che è tipico di te ragionare così... non sono nemmeno sicuro esista un termine adatto a descriverlo."
Al che John gli indirizzò un invito poco carino e Dorian ghignò sornione.
"Comunque sia, ho aggiornato i miei file sulla struttura che stiamo andando a controllare: il generatore si trova nei sotterranei della Torre, che è alta più-"
"Di trenta piani, lo so, non sono mica stato decommissionato come qualcun altro, io, in questi ultimi cinque anni."
Dorian strinse per un attimo le labbra.
"Quattro mesi e trenta giorni, per l'esattezza." tagliò corto, ritornando a fissare fuori dal finestrino. John si sentì un po' in colpa perchè sapeva quanto l'altro odiasse che gli si ricordasse che era stato decommissionato come uno di quelli pazzi.
Continuarono il tragitto in silenzio, contemplando il paesaggio, entrambi persi nei loro pensieri. Quando arrivarono alla Torre, Urban e Grace erano già all'interno dell'edificio.
"Prego identificatevi." disse loro l'androide posto all'ingresso.
"Uhm, sono il detective Kennex e questo è il mio partner Dorian. Siamo qui insieme al detective Urban."
L'androide guardò prima l'uno e poi l'altro per confermare la loro identità.
Sorrise cortese.
"Prego da questa parte, signori." e li guidò verso una porticina laterale che John non avrebbe mai visto, mimetizzata com'era al bianco delle pareti che li circondavano.
Lanciò un'occhiatina a Dorian e notò, più che vederlo sul suo viso, dalla curva delle spalle che l'altro non era più arrabbiato.
La discesa fu lunga: l'androide-guida li scortò lungo un sacco di passaggi e porte e livelli e John stava cominciando a pensare che probabilmente sarebbe morto lì dentro, quando all'improvviso si fermarono davanti ad un'enorme arcata.
"Eccoci arrivati." annunciò l'androide e John sbuffò sollevato.
"Era ora!" disse facendo un passo in avanti ma Dorian prontamente lo afferrò per un braccio, riportandolo indietro.
"Cosa?" gli chiese scocciato ma quello indicò semplicemente lo spazio davanti a loro con un gesto del capo.
"Mi dispiace detective ma se non si inserisce prima il codice nessuno può passare. L'entrata è apparentemente vuota ma presenta un campo magnetico programmato per incastrare e, eventualmente, fulminare tutti coloro che provano ad accedere al generatore senza essere stati prima registrati dal sottoscritto." intervenne l'androide che li aveva scortati.
John deglutì appena, ringraziando mentalmente Dorian per avergli salvato la pelle da una morte orribile.
Vocalmente rispose e ringraziò l'altro con un semplice "Uhm" ma sapeva benissimo che aveva perfettamente inteso, perchè accennò appena ad un sorrisetto.
"Finalmente siete arrivati!" li riprese Urban, lanciando loro un'occhiataccia; per il bene di tutti John decise di ignorarla e si avvicinò al generatore, posto al centro della sala...
"Mi state prendendo per il culo." mormorò, sorpreso. Dorian non l'aveva perso un attimo di vista, pregustando già la reazione che l'altro avrebbe avuto dinanzi alle dimensioni del generatore. John non lo deluse nemmeno quella volta.
Gli si avvicinò con calma.
"C'è qualche problema, John?" gli chiese, fingendosi veramente perplesso e dallo sguardo accusatore dell'altro si rese conto benissimo che lui sapeva e allora il sorriso di Dorian si allargò.
"Ne riparliamo dopo!" gli soffiò il detective che tornò a fissare il Generatore incredulo: una piccola scatola nera, inserita in una colonna d'acciaio, collegata con decine di fili ai vari computer presenti nella sala. John si aspettava qualcosa di più.. uhm, enorme. Teneva in vita quattro centrali, per l'amor del cielo!
Distogliendo alla fien lo sguardo dal Generatore, si rivolse alla Urban.
"Allora, capo, che si fa?"
"Nulla, attendiamo i risultati della commissione scientifica addetta al generatore. Dovrebbero essere pronti, uhm..."
"In quindici minuti e quarantatrè secondi." l'aiutò Grace, che era ancora vicino al generatore.
"Oh, sì, grazie tesoro." ribattè la mora, lanciandole un sorriso affettuoso.
John alzò un sopracciglio ma non disse nulla.
"Dal tuo rapporto, nella centrale danneggiata non c'è alcuna evidenza di un'entrata forzata. Addirittura le guardie non sanno spiegarsi come sia potuto accadere." s'intromise Dorian, spezzando il breve silenzio calato fra i presenti, sovrastando il quieto rumore delle macchine in azione. Grace annuì.
"Sì, abbiamo interrogato le guardie e controllato le registrazioni di sicurezza ma sembra che non ci sia stata alcuna effrazione."
"Com'è possibile?" chiese John.
"Abbiamo ipotizzato che ci fosse stato un intervento a distanza ma ci hanno spiegato che le centrali sono isolate da un particolare campo magnetico da qualsiasi influenza esterna."
"Però si può comunque agire dall'interno." puntualizzò Dorian.
"Sì" questa volta fu la Urban a rispondere "ma devi conoscere i codici. Ogni generatore è protetto da un campo magnetico simile a quello che avete visto poco fa: se qualcuno, malintenzionato, inserisse un codice errato verrebbe immediatamente imprigionato in una... uhm, bolla?, sì, possiamo definirla così, fino all'arrivo delle guardie."
John ci pensò su un attimo, prima di rispondere.
"I Blackout sono dei cyber-terroristi. Siamo abbastanza sicuri che siano formati dall'elité degli hacker in circolazione... se è possibile comandare da un computer una casa ed infettare un androide, si può fare lo stesso con una centrale."
"Sì, ma ti ho detto che non subiscono influenze esterne."
"No, ma dall'interno, se sei bravo a giocare con il computer, puoi infiltrarti nel sistema senza alcun problema..."
"Da quello che ci hanno detto le guardie, l'ultima persona che ha avuto accesso al pannello è un certo Mike Gordon. Il problema è che l'uomo è morto nella sparatoria avvenuta due settimane fa." disse Grace, presa totalmente da quella specie di brainstorming improvvisato.
"Come avrà fatto un morto..." iniziò Kenenx, lasciando la frase in sospeso mentre tutti riflettevano sui modi migliori e probabili di rubare l'identità di qualcuno.
"John!" esclamò Dorian all'improvviso, cogliendo tutti di sorpresa "modulatori facciali! Li abbiamo già incontrati con i sequestratori appartenenti alla HCA."
Il detective diede una pacca sulla spalla a Dorian.
"Me n'ero quasi dimenticato."
"Grace" continuò l'androide "posso vedere il video della sorveglianza?" e quando i due iniziarono a borbottare fra loro, Urban si avvicinò furtiva a John.
"Così" disse con un sorriso sornione "le cose vanno meglio fra voi due."
"Non so di cosa tu stia parlando." rispose l'altro, guardandola di traverso.
"Oh, andiamo, non c'è bisogno di essere timidi con me, John! Quando ho incontrato te e Dorian la prima volta eri tutto convinto che fosse solo un androide al pari degli MX ed invece adesso..."
"Adesso niente, è ancora un-"ma non continuò osservando il viso concentrato di Dorian.
"Allora?" lo incitò l'altra, decisa a farlo capitolare; John sbuffò e roteò gli occhi, seccato.
"D'accordo, è un buon tostapane e scalda caffè, un ottimo archivio-"
"John." l'altra strinse gli occhi.
"Ok, se la cava come partner, contenta?" e Urban sembrò soddisfatta perchè annuì e riportò lo sguardo su Grace. John colse una certa tristezza che non sapeva bene a cosa attribuire né aveva voglia di chiederglielo: non era fatto per quei discorsi sentimentali. Dorian avrebbe potuto reggerli, a pensarci bene, ma lui proprio no, era già abbastanza incasinato di suo.
"Signori" l'androide-guida era dall'altra parte del campo magnetico "sta per arrivare la dottoressa Artemiya Smirnov rappresentante del CS. Sarà lei a darvi tutte le informazioni necessarie."
Non erano stati costretti ad aspettare a lungo: dieci minuti dopo una donna alta, dai lunghi capelli rossi e uno strano accento russo li raggiunse.
"Salve signori." disse, avvicinandosi senza esitazioni al generatore "sono la dottoressa Artemiya Smirnov e sono stata incaricata dal CS di darvi assistenza nel caso della centrale Est."
"Grazie mille dottoressa" rispose la Urban, parlando per tutti "io sono il detective Urban, la mia partner Grace, il detective Kemmex e il suo partner, Dorian."
La dottoressa guardò con interesse i due androidi.
"DRN, eh? Davvero dei begli esemplari." e rivolse un sorrisetto a Dorian; John alzò un sopracciglio, seccato.
"Allora" disse, parandosi davanti al suo partner "qual'è il responso?"
La donna sembrò momentaneamente confusa ma si riprese quasi subito tornando seria.
"La centrale Est è stata danneggiata dall'interno, ovviamente. Non è in alcun modo possibile interferire dall'esterno. In verità non sarebbe nemmeno così facile interferire dall'interno stesso. Quando l'altra notte il generatore ha chiuso fuori l'alimentazione Est, è stata registrata un'anomalia che, ad occhio inesperto, non sarebbe mai figurata ma che risalta facilmente ad occhi esperti: vedete il computer centrale che monitora costantemente il generatore trascrive il continuo funzionamento di esso attraverso delle onde. Ci sono momenti in cui le onde raggiungono picchi massimi o altre in cui raggiunge il picco minimo. Quando è al massimo vuol dire che i quattro generatori richiedono un'ammontare di energia massiccio."
"Quand'è minimo?" chiese Dorian.
"Questa è l'anomalia: non si è mai verificato un picco minimo."
"Aspetti" ragionò John "se è come dice lei... com'è possibile che nessuno abbia registrato questo cambiamento?"
"Beh, detective, come posso spiegarlo? E' stato un attimo. Un solo istante, quello ovvero, dell'inserimento del codice che ha manomesso la centrale, ma è bastato perchè il computer lo registrasse ugualmente."
"Mi dispiace" rispose John "temo di non seguirla."
La donna si morse un labbro, evidentemente pensando ad un modo più facile per far capire loro quello che era accaduto.
"Il computer ha registrato una traccia fantasma." fu Dorian a venirle in soccorso.
La donna lo guardò sbalordita.
"Esatto!" esclamò, sorridendo entusiasta "E' proprio quello di cui parlo: una traccia fantasma."
Dorian sorrise, poi incrociò lo sguardo di John.
"Vedete quando i nostri hacker sono entrati nel sistema del generatore, il computer ha registrato, con un'onda secondaria quel cambiamento di microsecondi." con le mani aprì una finestra che serviva da lavagna virtuale.
"Questa è l'onda che il computer, in generale, registra, ok?" e disegnò una linea curva blu elettrico.
"Questa invece" spiegò mentre disegna una seconda linea di un azzurro pallido "è la nostra traccia fantasma. Essa s'interseca in un primo movimento con l'onda normale, ON, e in un secondo momento si separa da essa e tocca il picco minimo" e la linea azzuro pallido dal punto in cui quasi spariva nella ON, toccò il fondo della lavagna.
"Il pc non ha dato l'allarme perchè è stato un movimento così istantaneo che non è riuscito a segnalarlo. E' come se l'avesse fatto ma senza far scattare l'allarme..."
"Questo che vuol dire?"
"Vuol dire che, detective, chiunque abbia eseguito il colpo potrebbe facilmente sottomettere il generatore senza che noi ce ne rendiamo nemmeno conto." e il tono catastrofico con cui lo disse fece scattare il senso di ragno dei quattro poliziotti presenti.

 

 

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Almost Human / Vai alla pagina dell'autore: Evaney Alelyade Eve