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Autore: thembra    26/04/2015    4 recensioni
“…non è priva di sensi Gohan…”
“Ngh…”
Lo spirito del namecciano vibrò d’agonia reagendo a quel singhiozzo, l’aura che percepiva in Gohan era pura tortura, era terrore e confusione; nemmeno quando gli aveva comunicato della morte di suo padre che lui era solo un bambino aveva reagito così.
Prese fiato facendosi forza per pronunciare le parole giuste.
“…è morta.”
Genere: Avventura, Azione, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gohan, Goku, Un po' tutti | Coppie: Chichi/Goku
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Lampi color del cobalto saettando nel bianco infinito di quel mondo disegnavano intricate tele di ragno, assordanti boati di folgore e tuoni scuotevano la terra fin nel profondo.
E urla acute e afone accompagnavano lo scatenarsi di quella tempesta disperdendosi nell’infinito compreso dalla nivea tonalità.
Fosse successo in qualsiasi altro regno sarebbe stato il caos, la paura la pazzia…invece accadeva nel limbo, dove tutto era immobile e silenzio e niente.
Non c’era anima alcuna costretta a subire quell’ira, ed era proprio questa la causa della collera che il più nero e corrotto degli spiriti stava scatenando sul suo regno fatto di niente.
 
“Io ti RiTroVErò MALEdeTta…”
 
E dopo queste urla nuove scariche blu accecavano il bianco impossibile, e nuovi rimbombi e nuovi scrosci di maledizioni e ingiurie e rabbia e…
 
“Non sai anCora qUello che ti FArò...non Lo PuoI immaGinaRE perché parola adaTTa non è ancora Stata creata…sOfFriraI e iMPlorerai d’essEre polveriZzaTa, maleDiraI ceNTO miLLe volte la Tua StuPIdità e rinnEGHerai speRAnza e AmoRE come i Più ABBietti dei sentiMEnti…e quando DelLA tua anIma non resterà che il ricordo…quando tutto ciò che rimarrà del tuo spirito sarà nera polvere e odio e perdizione…allora arriverò…e ghermirò ciò che il mio essere reclama di diritto dall’alba della creaZIOne di queSto maleDETto TEMPOOOOOOOOOO… ”
 
 
Non c’era nessuno ad ascoltare quelle parole alienate, ed i lampi e le folgori così come i tuoni non erano che il rispecchiarsi dello stato d’animo della nera entità…tuttavia, il silenzio che calò dopo quello sfogo fu gelido e vibrante di malignità, fu sordo e…terrorizzato.
 
………………
 
 
 
“Brrrrrrrrrrrrr”
 
Chiudendo gli occhi tremò scosso da brividi improvvisi.
 
“Che c’è Goten? Ti scappa la pipì?”
“Nh…no mi è venuto freddo tutto d’un tratto.”
 
Il piccolo Brief dopo aver guardato per un attimo ancora il suo inseparabile amico tornò a dirigere la sua attenzione verso gli infiniti banconi del bazar.
 
“Strano, siamo nel bel mezzo del deserto come fai ad avere freddo?”
“Non lo so…eeetch…”
 
Tappandosi il nasino il piccolo Son stroncò sul nascere l’ennesimo starnuto, l’odore pungente delle mille spezie sollevato dal vento era troppo fastidioso.
 
“Che fastidio eh? A me lacrimano gli occhi…”
“Nhm…ma senti, cos’è che dobbiamo cercare?”
“Una radice che si chiama Mobunika…”
“E a che servirebbe scusa?”
“Che vuoi che ne sappia? D’improvviso alla mia mamma è venuto in mente che la vuole, e visto che cresce solo in questo deserto e che papà non c’è ha mandato noi due…”
“Non credi che si stia comportando in maniera imprevedibile? L’altro giorno ci ha chiesto di portarle delle arance perché ne aveva una voglia matta ma quando gliele abbiamo portate ci ha sgridati perché a lei neanche piacciono…”
“Che vuoi che ti dica? Forse sente la mancanza di papà…”
“Dici? La mia mamma quando aveva nostalgia di papà diventava triste e silenziosa,  non l’ho mai vista mangiare arance o quella momubika o come diavolo si chiama….”
“…si chiama Mobunika…e comunque sbrighiamoci a comperarla e torniamo che sto morendo di caldo…”
“Si!”
 
Erano tornati i soliti bambini di sempre e Goten non si preoccupava più per la sua mamma, era al sicuro vegliata da Gohan mentre il suo fortissimo papà e quello di Trunks stavano rivoltando l’intero universo per cercarla.
La fiducia che aveva nei suoi eroi era immensa e niente l’avrebbe scalfita mai.
 
 
………………….
 
“Kyaaaah!!”
“Hey, questa era sporca arpia!”
 
Ridendo Chichi si passò il dorso della mano sotto al naso.
Il respiro affannato e le perle di sudore in fronte e sul collo stavano a dimostrare lo sforzo cui si era sottoposta.
Inginocchiato alla sua destra Vegeta la guardava contrariato anche se la luce che gli brillava negli occhi diceva tutt’altro del suo stato d’animo.
 
“Che colpa ne ho io se sei debole nella carne?”
 
La mora gli strizzò l’occhio mentre con fare del tutto indifferente si sistemava i lembi della casacca da combattimento che nel loro colpirsi e scartarsi erano stati separati rivelando una buona porzione del petto della guerriera scatenando nel principe un imbarazzo fotonico che Chichi aveva usato a suo vantaggio per mandarlo al tappeto.
E proprio quando il fiero principe di tutti i sayan, più rosso di un pomodoro stava per partire con la sua raffica di insulti entrò in scena il buon Goku a separare i due prendendo una sghignazzante Chichi per la collottola mentre con l’altra mano teneva a distanza Vegeta.
La cosa incredibile era la facilità con cui si era creata un intesa fra loro tre. Ormai erano più di tre giorni che si trovavano in quel mondo e la giovane Chichi dopo l’iniziale diffidenza si era aperta a loro mostrando ogni sfaccettatura della sua personalità, quella da psicopatica che si divertiva a stuzzicare Vegeta, quella timida e imbarazzata quando i loro occhi si incontravano, quella grintosa di una guerriera decisa a migliorarsi, quella ribelle di figlia quella curiosa di vedere cosa nasconde l’orizzonte, e quella intimorita dall’idea di scoprirlo.
Dimenticandosi della sfuriata del suo compare Goku si concentrò ad osservare il profilo della giovane, negli ultimi due giorni si erano allenati senza sosta e non aveva avuto alcuna interazione con la sua Chichi tuttavia la cosa sembrava non preoccuparlo, certo se fosse riaffiorata l’avrebbe stretta e coccolata fino allo sfinimento ma forse era proprio questo il motivo per cui si teneva nascosta…
 
“Non ha ancora dato il suo primo bacio, chi siamo noi per portarglielo via?”
 
Gli tornarono in mente le parole che la voce roca e sensale di sua moglie gli aveva sussurrato attraverso labbra non sue, forse era meglio che se ne stesse nascosta…non era sicuro che sarebbe riuscito a trattenersi…
Si ritrovò a pensare che gli mancava da morire.
 
“Ehm…Goku?”
“Oh?”
 
Si riscosse dal turbinio di pensieri inquadrando lo sguardo di lei che curiosa lo guardava.
 
“Puoi…puoi mettermi giù adesso…”
“Oh…già, subito…”
 
Sciolse la presa dalla stoffa lasciando che cadesse quei pochi centimetri che la dividevano da terra, ridendo cercò di alleviare la tensione che si era formata, il ghigno sul brutto muso di Vegeta diceva tutto, le guance paonazze della giovane…anche.
S’era imbambolato come un idiota a guardarla.
 
“Se proprio non resisti portatela via da qualche parte e fai quello che dei fare chi vuoi che se ne freghi? Dopotutto è tua moglie no?”
 
Il principe lanciò uno sguardo d’approvazione alla ragazzina facendola arrossire ancora di più.
 
“Vent’anni più giovane magari…ma comunque lei, l’unico rischio al caso è che non ti arrestino per pedofilia…”
 
E qui la povera Chichi rischiò di svenire, le cedettero le ginocchia e solo i riflessi di Goku la tennero in equilibrio mentre ignaro o indifferente Vegeta continuava il suo sproloquio.
 
“Che poi tu, quanti anni avresti di preciso? Sei così minuta e bassa che ne dimostri 14…15 al massimo…eh si…”
 
Tornò a guardare Goku col suo immancabile sorriso sghembo.
 
“Dovrai trattenerti bello mio o forte come sei rischi di spezzarla a metà la poveretta…”
 
POF
 
“Vegeta sei un idiota…l’hai fatta svenire citrullo!”
“Mamma mia non la facevo così innocente…non dopo la scena di prima…”
“Prima era un altro discorso scemo…”
“Che vorresti dire?”
“Era imbarazzatissima ma ha visto nella tua reazione una possibilità di vittoria così l’ha colta e poi ha finto naturalezza, sentivo il cuore batterle per l’imbarazzo fin da laggiù….possibile che tu queste cose non le riesca a notare?”
“Tsè…cosa vuoi che me ne importi?”
“Dovrebbe caro mio, se vuoi che Bulma non ti scarichi definitivamente sarà meglio che incominci a far caso ai dettagli altrimenti saranno guai…”
“Che vuoi dire? Che centra Bulma?”
 
Lo sguardo spensierato di Goku per un attimo si fece serio.
Possibile che quell’insensibile non si fosse ancora accorto di niente?
Dall’espressione che gli leggeva in viso doveva essere proprio così.
 
“Solo una cosa Vegeta…alla prima occasione ricordati di comprarle dei fiori…”
“Uh?”
 
Il discorso finì li poiché subito dopo Goku prese Chichi e la portò via in volo.
Il principe dopo un attimo di confusione seguì la direzione presa dall’altro sayan e sbottando una risata volle avere l’ultima parola.
 
“Sarà però intanto mi dai retta.”
 
………..
 
 
“Nhm”
 
Schiuse un paio di volte le sopracciglia portandosi la mano sulla fronte, mamma mia che situazione.
Rimase in ascolto aspettandosi di sentire la voce dell’altra sé stessa rassicurarla.
Che strano, ora che ci faceva caso era dal secondo giorno di allenamento che non la sentiva.
La prima sera quando immersa nella vasca s’era rilassata e i pensieri le erano andati a memorie non sue la voce di lei le aveva spiegato un sacco di cose, aveva conosciuto il gruppo di fenomenali guerrieri che aspettavano quell’anima rinchiusa dentro al suo corpo e i due sayan dall’altra parte imparando tanto sull’amicizia e la lealtà e il sacrificio e…
 
Lo Junior della sua dimensione non si sarebbe mai sacrificato come invece aveva fatto quello dell’altra quando aveva salvato il piccolo Gohan dall’attacco di Nappa, le scappò un sorriso, nella sua dimensione quell’essere verde era il potente sovrano del continente del sud.
Di indole curiosa e pacifica preferiva di gran lunga le scienze alla brama di potere e conquista che aveva caratterizzato un tempo la sua controparte dell’altra dimensione e a lui si dovevano le innumerevoli scoperte in campo tecnologico, beh, a lui e la sua intelligentissima socia che realizzava materialmente ciò che la mente del namecciano concepiva in astratto.
Di nuovo sghignazzò.
Bulma Brief, l’ereditiera dell’impero Capsule Corporation con sedi in tutto il mondo e un fatturato da capogiro era il braccio destro del sultano delle terre del sud, sua consigliera e grande amica, l’unica di cui si fidasse veramente.
Se Vegeta l’avesse saputo….
Hih hih
Tensihan era un famosissimo maestro e campione di arti marziali, uno dei pochi della cricca dell’altra dimensione che conoscesse di persona, nell’ultimo torneo era stata sconfitta proprio da lui seppur in maniera scorretta, ma si ravvide con l’arrivo di Radish, si allearono e dopo quello scontro divennero amici.
Non vedeva l’ora di incontrarlo domani…
 
Yamcha non aveva niente a che fare con il mondo del combattimento, era un attore di successo con all’attivo decine e decine di film dall’azione ai thriller al fantasy…era in grado di adattarsi ad ogni tipo di pellicola e ogni volta sbancava i botteghini, doveva ammettere che piaceva tanto anche a lei…
Conosceva anche lui, durante delle riprese alcuni anni prima era stata scelta come location l’immensa foresta del monte Friggi Friggi, e lei, in quando figlia del re aveva avuto il privilegio di partecipare alle riprese ed aveva così conosciuto il rubacuori Yamcha scoprendolo un tipo a posto, serio e pieno di valori. Un amico.
 
Crillin purtroppo non sapeva dove fosse, il suo nome non era noto e non l’aveva visto a nessun torneo o combattimento al quale aveva partecipato.
Il Maestro Muten, quel dannato pervertito, era tale e quale a quello dell’altro mondo ed era stato il primo con suo padre ad iniziarla all’arte del combattimento.
A differenza della tecnica usata con Goku e Crillin anziché la consegna di latte con pesantissimi gusci di tartaruga in spalla a lei era toccata la missione di raggiungere la landa dell’ovest, trovare e scalare l’obelisco di Balzar con l’unico scopo di rafforzare le braccia e i polmoni.
Non era arrivata alla dimora di Balzar perché Muten si era raccomandato che raggiungesse solo la metà dell’altezza infinita della colonna che coincideva con l’apice della curvatura terrestre vista allo zenit del giorno dell’equinozio di autunno…un casino assurdo di date e calcoli che l’avevano spinta a correre come una dannata per raggiungere in tempo l’obelisco, aspettare due settimane visto che era arrivata addirittura in anticipo, e scalare quell’ertissima costruzione fin sopra le nuvole per giorni e giorni sfidando il freddo e i fortissimi venti divini.
Aveva 13 anni all’epoca e se ci ripensava ancora le venivano i brividi comunque si ripromise che un giorno sarebbe salita a conoscerlo quel dolcissimo micio bisbetico e magari sarebbe riuscita anche a farsi regalare dei fagioli magici.
 
Satan era il saggio governatore della città dell’ovest e cresceva con amore la piccola Videl dopo la morte della moglie, Riff non sapeva dove fosse così come Oolong e Puar.
 
La cricca di Pilaf era un vero spasso, nel suo mondo lui Mei e Shu erano abilissimi trafugatori di tesori arcani che però fallivano a due secondi dalla meta così la polizia li beccava e li metteva in gattabuia dalla quale però continuavano ad evadere.
Una volta avevano tentato di depredare la grande perla nera dell’oceano dei coralli dalla sala del tesoro di papà…la sua ira nel beccarli era stata talmente grande che per un pelo soltanto s’erano salvati dalla decapitazione quei tre folli.
Dimenticava qualcuno? Oh…Lunch…la dolcissima/esplosiva Lunch…l’ombra di Tensihan praticamente, heh, identica a quella dell’altra dimensione, Vegeta e Goku erano cattivi e da quel che aveva appreso erano stati appena fatti fuori dai due sayan lasciandola senza la sua dolce metà…aspèaspèaspè…che erano ‘sti pensieri scemi? Lei era partita dal fatto che Chichi non l’avesse più contattata che diavolo significava ‘sta piega di pensiero?!
 
Aprì gli occhi di scatto portandosi a seder-
 
“OHI!!”
 
Urtò cemento puro e per un attimo vide tutto bianco.
 
“Ohiou!!!”
“Scusami Chi!”
 
La voce spiazzata di Goku svelò la vera identità di quella massa.
 
“Mamma mia che dddolore!!!”
 
Piagnucolando si portò entrammo i palmi alla fronte dove l’acuto pulsare della botta appena presa incurante dei tentativi di lui si farglieli scostare; per il dolore le lacrimava un occhio…che male!
 
“È proprio vero che hai la testa più dura dei sassi….aouch…”
 
Dopo aver riso alcuni lamenti e ripreso fiato lasciò che la netta presa di Goku le spostasse  le mani dal punto leso.
Gli occhi di lui erano focalizzati alla sua tempia, quelli di lei rapiti dall’espressione che aveva in volto lui.
Era talmente serio e perso nei propri ricordi da sembrare irreale. Oppure lo era e quella a non esserci veramente era lei stessa?
Lui la guardava, ma sembrava vedere qualcun’altra.
 
“Proprio come succede sempre a lei, spunta un bollo rosso ma la pelle si gonfia solo un poco…”
“Uh?”
“Non ti spuntano mai i bernoccoli, rimane solo la macchia per un paio d’ore, poi svanisce come il tuo umore nero…”
 
Stava forse dicendo che era normale che le prendesse?
Ritrovò conferma di quel pensiero in un paio di memorie tutt’altro che piacevoli, accadute per sbaglio per carità, ma a rimetterci alla fine era stata lei.
Il tronco dell’albero tranciato fuori dalla loro casa ne era testimone.
Quando stava per dirgliene quattro accadde l’impossibile.
 
Le fresche labbra di lui stavano sfiorandole la botta con delicatezza indescrivibile.
Erano umide e schiuse appena e poteva sentire i contorni del viso di lui definirsi contro il proprio.
Le ciglia gli sfioravano il mento, il naso premeva appena contro le palpebre dell’occio sinistro costringendola a tenerlo chiuso, l’altro vedeva il pomo d’adamo risalire la sua gola mentre deglutiva, nella visuale anche le spalle ed i muscoli dei pettorali che creavano ombra all’attaccatura delle clavicole lasciati scoperti dall’ampio buco della tuta.
Il fiato che le espirava sul viso era leggero e tiepido ma subito si raffreddava quando le si disperdeva sulla  pelle e le dava i brividi.
 
“Va meglio Chi?”
 
Meglio cosa?...ah si…si era fatta male da qualche parte…giusto?
Non ne era più tanto sicura anche perché adesso tutto ciò che sentiva era il rovente contatto della sua mano contro la guancia e…no no no…perché si stava allontanando?
 
Due mani gli strinsero il tessuto all’altezza del petto intimandogli l’alt.
 
Fermandosi Goku si concesse di guardare quella sconosciuta con le sembianze di sua moglie.
Aveva gli occhi lucidi per il fastidio, e un bollo rosso in fronte e i capelli tutti spettinati per via dello scontro appiccicati un po’ alla fronte un po’ alla testa, le labbra lucide e semichiuse sembravano aspettare, desiderare ardentemente qualcosa e i pugni che le stringeva al petto gli avevano risvegliato qualcosa nell’anima.
 
“Non ha ancora dato il suo primo bacio Goku…chi siamo noi per portarglielo via?”
 
Di nuovo quelle parole e tutto si ridimensionò.
Espirando fuori quel fuoco che sembrava avvilupparlo da dentro cercò di scivolare via ma i suoi pugni non desistevano dal lasciar libera la stoffa.
 
“Chichi?”
 
Chiamo lei, la sua Chichi ma questa non rispose al contrario la reazione che le cavò fu un fremito e uno schiudere d’occhi che conosceva fin troppo bene.
Anche la sua faceva così quando voleva….
Ma non poteva farlo perché significava portarle via la scelta di quell’atto…diamine, sarebbe stato facile scendere col mento e sfiorarle prima il naso, poi le guance e infine quelle deliziose labbra innocenti ma sapeva anche se che l’avesse fatto poi non sarebbe riuscito a fermarsi più.
Doveva allontanarsi da quella ragazzina.
Che poi, solo ora si ricordava e ci faceva caso, quella Chichi era veramente giovane. Come faceva a dimenticarselo sempre?
Erano veramente diverse le due versio-
 
“Nhm”
 
Smise di pensare.
Smise di connettere e respirare e anche solo di esistere.
Bastò un semplice contatto e per un istante Son Goku andò in tilt.
 
Che era il suo primo bacio non c’erano dubbi, tremava tutta e le sue labbra sembravano aver paura di premere troppo, si chiudevano appena per poi aprirsi nuovamente e coprire quelle di lui che in un riflesso involontario di sorpresa si erano appena socchiuse.
Aveva quasi paura a farlo ma decise di abbassare le pupille per vedere cosa diavolo stava succedendo, trovò due occhi schiusi ma non vide in essi la luce della sua Chichi bensì il coraggio e l’imbarazzo di una ragazzina che aveva scelto lui come destinatario del dono più prezioso che un’innocente fanciulla potesse concedere.
Si obbligò a rimanere immobile ma quando i pugni di lei si aprirono sul suo petto e uno scivolò su a ghermirgli la nuca in un passaggio di polpastrelli e unghie da pelle d’oca non ci capì più niente.
 
In qualche modo riuscì a ricordarsi che si trattava dell’altra Chichi quindi dopo averle ghermito il viso con entrambi i palmi sulle gote si limitò ad aprire lentamente le labbra per sovrastare le sue e richiudere altrettanto pigramente una, due e tre volte aggiungendo la lingua alla quarta, e poi ancora, così piano che sembravano passare intere ere da un risucchio all’altro ma andava bene così, lei doveva imparare, doveva avere il tempo di trarsi indietro semmai fosse tornata in sé.
Non accadde, al contrario gli si avvicinò sempre di più e non seppe come ma le sue mani comparvero alla vita di lei che era così sottile che la punta delle quattro dita di entrambe le mani che le teneva sulla schiena a scatti si sfioravano mentre i pollici poggiavano su morbida curva di fianchi e teso addome.
 
“Ngh ‘Chi aspetta…angh…ah…”
 
Si allontanò d’improvviso riempiendosi la gola d’aria, lo sguardo inteso come rivolto a terra finì proprio ad inquadrare le sue mani che la stringevano.
I sensi acutizzati dalle piacevolissime sensazioni enfatizzavano la sensazione del tocco che le braccia di lei esercitavano attorno al suo collo, sembravano bruciare laddove sfioravano il suo corpo, eppure quel contatto era leggerissimo.
 
Fu davvero troppo. Persino per lui.
Cercando di regolarizzare il respiro rilassò spalle e addome incurvandosi in avanti, il viso chino nascondeva occhi serrati e labbra divorate da bianchissimi denti bramosi di pelle e altri baci.
Fu angoscia pura sentire il fruscio dei movimenti di lei spalmarsi contro il suo petto, angosciante, terribile fantastica estasi.
 
“Wow…”
 
Il respiro calmo e adesso fresco di lei gli si infrangeva sul collo.
 
“Grazie Goku…”
 
Si allontanò lei, con facilità inaudita mentre lui dovette combattere contro un demone chiamato passione per lasciare che il suo corpo gli scivolasse via dalle dita.
Rimase in attesa quando ella anziché andarsene si rimise a sedere a pochi passi da lui.
 
“Te lo dico dal profondo del cuore…”
“…”
 
“Ma è meglio se andate…”
 
Il cambio di tono con cui gli si rivolse ora lo ghiacciò come gelida secchiata.
Di scatto levò il viso per vedere se davvero era stata lei a vociare quelle parole.
 
“Sento che lei non riesce a rimanere  sé stessa…il mio spirito è troppo esuberante e mutevole e forte per lei, la sta assorbendo sempre di più….”
“…”
“La stai perdendo, Goku!!”
 
Quelle quattro parole sembrarono sortire l’effetto desiderato, ripensò alle parole della dea, al fatto che non l’aveva più identificata nello sguardo della giovane e si convinse di non avere scelta.
 
Senza aggiungere altro trovò nella tasca dei pantaloni una delle due ampolle stringendola con dolcezza.
Leccandosi il labbro inferiore in un gesto del tutto involontario guardò per l’ultima volta il viso della sua sconosciuta moglie.
 
Con un gesto netto del pollice stappò l’ampolla direzionandola verso la ragazzina.
 
Lei annuì con le guance arrossate d’imbarazzo e di pianto.
 
Gli stava dicendo addio…
 
Dalla boccia una brezza color dell’indaco fuoriuscì accerchiando Chichi, un acuto ululato accompagnò tutto il processo e in pochi secondi centinaia di granelli di polvere bianca vennero risucchiati dal corpo immobile della fanciulla venendo concentrati in un punto luminosissimo a pochi centimetri dal suo petto, sembrava come il formarsi di una nivea e minuscola Genkindama, che man mano che i granelli venivano risucchiati cresceva anche se impercettibilmente diventando sempre più chiara e vivida e potente.
La brezza aumentò per un istante svanendo poi d’improvviso in un lampo abbagliante che venne a sua volta risucchiato dalla boccetta.
Quando Goku riaprì gli occhi che non si era nemmeno reso conto d’aver chiuso notò che era rimasto solo.
Con un sonoro Clop l’ampolla si richiuse e al suo interno reso opaco dal vetro oscurato si poteva vedere un qualcosa di chiarissimo fluttuare dolcemente.
Sembrava candida lucciola di notte d’estate, tranquilla e placida.
Libera.
 
Della Chichi di quel mondo non c’era più traccia.
 
Gli aveva detto addio…
 
Incerto si alzò in piedi cercando di rimanere in equilibrio. Quello che era appena successo ancora lo scombussolava.
 
…e l’aveva fatto con un dolcissimo bacio.
 
La cercò sperando di vederla, nel cuore un ansia improvvisa.
 
Lei lo amava.
 
E mentre si levava in volo per raggiungere Vegeta Goku capì che ancora una volta si apprestava a lasciar da sola la sua Chichi.
 
Lei lo amava.
Per sempre.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Oooooooooohmamma mia!!! Mi è venuto spontaneo
WOW…mi piace un sacco…a voi gente?
Fatemi sapere se vi va!!!
Un beso!
TH
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  
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