Vivo in un mondo di aborti striduli. Sospiro mentre gli aghi si conficcano nella mia subdola carne, sempre più in profondità. Mi chiedo se il mio corpo abbia un fondo, una qualsiasi consistenza. Forse sono un fantasma e questo è un sogno, una speculazione su sensazioni che non proverò mai. Forse è solo polvere di sogni macellati. Vorrei ingoiare la luce per tenerla dentro di me, come si tiene un canarino in gabbia, per riscaldare il mio sterile involucro chiamato corpo. Sterileearidoesenzafondo. Inerme resto a terra ansimante, anemica crisalide senza respiro. Vivo in un mondo di anfetamine sorridenti pronte all’uso.