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Autore: lapoetastra    26/04/2015    2 recensioni
Corre, David.
Corre, e non vorrebbe mai fermarsi.
Sa che se lo facesse sarebbe costretto a guardare, a vedere, e non vuole che ciò accada.
Il suo cuore è già ferito, e se solo fosse obbligato ad assistere a qualche altro terribile orrore, inevitabilmente esso si spezzerebbe in pezzi troppo piccoli e troppo affilati per poter essere incollati nuovamente.
Genere: Drammatico, Guerra, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Corre, David.
Corre, e non vorrebbe mai fermarsi.
Sa che se lo facesse sarebbe costretto a guardare, a vedere, e non vuole che ciò accada.
Il suo cuore è già ferito, e se solo fosse obbligato ad assistere a qualche altro terribile orrore, inevitabilmente esso si spezzerebbe in pezzi troppo piccoli e troppo affilati per poter essere incollati nuovamente.
David corre ancora, e non sente il dolore alle gambe, non si preoccupa dei muscoli che implorano pietà.
È stanco, ma non gliene importa e non si ferma.
Intorno a lui rimbombano voci concitate, urla senza fiato immediatamente spazzate via dai rimbombi tonanti delle esplosioni.
David inciampa, cade, si rialza.
Vuole scappare, andare via da quell’Inferno, ma è comunque consapevole che per quante miglia possa percorrere, la disperazione a cui ha assistito in quei giorni immemori lo seguirà ovunque come una cupa ombra di dolore.
David corre, con il fiato corto ed il cuore a mille, e non si accorge di chi ha davanti.
Pensa solo a mettere un piede davanti all’altro, con ritmicità e costanza, fino a quando non gli va a sbattere contro.
Alza il capo, scosso, e si trova di fronte un soldato tedesco, che lo guarda stupito a sua volta.
“Forse anche lui sta scappando dalla guerra”, pensa David, ed il suo animo viene invaso da un sentimento di compassione nei confronti di quel ragazzo che, nonostante la divisa di colore diverso, non è poi molto diverso da lui.
Il crucco però non sembra pensarla nello stesso modo.
Si spaventa per quell’incontro così inaspettato, faccia a faccia.
Ha paura, forse.
O forse fa solo quello che David non ha fatto.
Imbraccia il fucile, e senza un attimo di esitazione spara.
E spara ancora, ed ancora, finché di David non rimane altro che un misero ammasso di carne riverso scomposto a terra.
Compiuto il proprio compito, il tedesco se ne va, in silenzio come è arrivato, perdendosi nel folto degli alberi.
David è fermo, adesso, non può più muoversi.
Ha male dappertutto.
Sta morendo, lo sa.
Ed ora, disteso sul morbido terreno erboso completamente zuppo del suo sangue scarlatto, pensa che forse sarebbe stato meglio se non si fosse mosso dalla sua posizione in trincea, se non fosse scappato come un codardo dalla battaglia dirompente.
Se non avesse corso.
E se non fosse giunto proprio di fronte all’accampamento dei nemici.
   
 
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