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Autore: telesette    26/04/2015    1 recensioni
Setsuna attraversò la sala del ricevimento a testa alta, incurante degli sguardi ostili e delle frasi di disprezzo che pure le giungevano distinte all'orecchio, senza giustificare in alcun modo il proprio comportamento.
Non si fermò neppure quando, sganciandosi accidentalmente la buccola, uno degli orecchini le scivolò andando a finire sul pavimento.
Uno degli ospiti, un giovane biondo dagli occhi puri ed innocenti come quelli di un angelo, si chinò dunque a raccoglierlo guardandola andare via con una triste espressione di sbigottimento. Non riusciva a credere che una donna tanto bella ed elegante nel portamento potesse agire così senza una ragione più che valida...
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Haruka/Heles, Michiru/Milena, Nuovo personaggio, Setsuna/Sidia
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
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In memoria di un'amica:

Nata a Chieti, il 4 marzo del 1977, Gina Ciriegi era una persona di animo semplice e molto creativa.  
Oltre a scrivere, sapeva creare delle bellissime riproduzioni e decorazioni angeliche. Molto brava anche col photoshop, con il quale sapeva creare delle immagini molto tenere coi personaggi di varie serie animate. 
Inguaribile e dolcissima romanticona, amante delle storie d'amore e dei finali lieti. 
Fedelissima conoscitrice dei vari capolavori di animazione DISNEY ( "Gli Aristogatti", "La Carica dei 101", "La Sirenetta", "Il Re Leone", e molti altri ancora ). Sognatrice e sensibile, nonostante le tante difficoltà della vita, sempre volta a rincorrere le tante piccole gioie che ogni persona desidera per sé: la serenità, la pace, gli affetti, l'amore...  
Gina si spegne il 7 marzo 2013 all'età di 36 anni, lasciando un grande vuoto nei cuori di molte persone ( me compreso! ), e un dolore immenso in tutti coloro che la conoscevano per la persona meravigliosa che era.  
Di tutte le cose che ho ancora di lei, e della nostra bellissima amicizia nata su Facebook, senza dubbio rimane il ricordo delle nostre interminabili chiacchierate. C'erano così tante idee in lei, così tante storie da creare, perciò vorrei tentare di riportarle su queste pagine a nome suo. Nelle mani uno strumento, nella mente un pensiero, ma il cuore è quello che lega entrambi alla fantasia che abbiamo condiviso assieme.  

Ciao Gina!

***

Un fidanzato per Setsuna

( immagini tratte da internet )

 

 

 

Il compleanno di Michiru, per una qualche combinazione, cadde proprio in corrispondenza dell'annuale ricevimento tenuto dall'Associazione degli Estimatori di Musica Lirica. Un evento organizzato dai più facoltosi esponenti dell'alta società, al quale sarebbero intervenuti musicisti e cultori d'opera provenienti da tutto il mondo.
Per Michiru fu un'emozione immensa, quando le chiesero di mettere a disposizione la propria villa di famiglia come teatro per il ricevimento. In qualità di ospite d'onore, oltre a ricevere il premio dell'associazione per i suoi meriti artistici, avrebbe aperto lei stessa la serata musicale davanti a un pubblico senza precedenti.
La villa dei Kaiou fu addobbata per l'occasione, dimodoché gli interni già incredibilmente grandi e sfarzosi la facessero assomigliare a una reggia sontuosa, con ricche decorazioni in seta e oro massiccio concesse dagli organizzatori. Le rose quasi non si contavano, tanto riempivano ogni angolo della villa, e il loro fresco profumo si spandeva per tutta la casa come l'emanazione quasi palpàbile di un sogno.
Mentre gli invitati gremivano l'ampio salone, conversando affabilmente tra una coppa e l'altra di champagne, la bella Michiru scese a fare gli onori di casa con un sorriso raggiante dipinto sul volto.
Gli ospiti ammutolirono, data la sua bellezza, e subito levarono i calici alla salute della stupenda padrona di casa e della sua nota promessa di violinista.
Anche Haruka e Setsuna, unendosi al brindisi generale, augurarono di cuore ogni bene alla loro amica.
Michiru si avvicinò a loro, non senza una certa difficoltà, sospirando al pensiero che la serata era appena agli inizi.

- Se avessi saputo che sarebbe stato così faticoso - mormorò. - Avrei declinato l'offerta su due piedi...
- Scherzi - sorrise Haruka, sfiorandole dolcemente la guancia con un bacio. - Tutto il mondo è qui per renderti omaggio e tu ti preoccupi della stanchezza?
- Parli così perché non sei al mio posto!
- Ci mancherebbe, l'onore è tutto tuo!

Dato il tono fortemente sarcastico di Haruka, nel pronunciare la parola"onore", perfino Setsuna non riuscì a trattenere una risatina divertita.
In quel mentre, Michiru venne chiamata sul palco per ricevere gli applausi e la targa in argento dalle mani del presidente dell'associazione.
Michiru arrossì vistosamente, ringraziando i presenti con un lieve inchino, mentre l'anziano ed austero presidente dalle folte sopracciglia color neve annunciava la sua esibizione di apertura del concerto.

- E con immenso onore - esclamò. - Assieme ai più sinceri auguri per il suo compleanno, invito tutti i presenti a salutare con un applauso Michiru Kaiou che ci delizierà con un brano di sua composizione!

Michiru prese dunque elegantemente il violino, verificandone l'accordatura perfetta, e, dopo aver tirato un profondo respiro, chiuse gli occhi e cominciò a suonare.
Le note che scaturirono dallo strumento, come il fresco turbinìo delle foglie d'autunno o la fioritura dei petali di ciliegio, giunsero alle orecchie del pubblico come il canto melodioso di una sirena. Nelle sue mani esperte, il violino sembrava dotato di vita propria. Michiru suonava apparentemente senza alcuno sforzo, con una serenità ed una naturalezza a dir poco invidiabile, eppure nessun musicista avrebbe saputo raggiungere quei livelli neppure volendo.
Non era soltanto musica quello che Michiru stava suonando.
Forse non veniva neppure dalla Terra ma da qualcosa di molto più grande e lontano, come la vastità dell'oceano o l'immensità del cosmo e dei pianeti senza memoria che punteggiavano di stelle il nero manto della notte.
Era troppo bello per potersi descrivere.
Perfino il presidente e i membri dell'associazione erano a bocca aperta, incapaci di trovare parole adeguate per esprimere ammirazione a ciò cui stavano assistendo. Michiru pareva averli ipnotizzati, senza nemmeno accorgersene, e le sue mani scorrevano abilmente l'archetto e le corde dando vita a quella specie di incantesimo.
Il pubblico la ascoltava rapito, alcuni addirittura con le lacrime agli occhi, esitando quasi a respirare per il timore di farsi sentire. Infatti né un colpo di tosse o altro proveniva dalla sala, avvolta nel più completo silenzio, e le note riecheggiavano limpide e cristalline come il frangersi delle onde sull'immobilità degli scogli.
Alla fine, nessuno ricordava di avere mai assistito a qualcosa del genere.
L'ultimo accordo di Michiru fu seguito da un lungo silenzio, quasi nella speranza che ella suonasse ancora, giacché la magia delle note era giunta al cuore di ognuno.
Ringraziando formalmente l'attenzione del pubblico con il consueto inchino, Michiru scese dal palco come se avesse appena fatto la cosa più semplice del mondo. Al presidente occorsero un buon paio di minuti, per riprendersi dall'intorpidimento onirico, ma si sforzò ugualmente di ringraziare ed annunciare il proseguo della serata chiamando via via gli altri musicisti ad esibirsi.
Mentre si riuniva alle sue amiche, Michiru fu tempestata di elogi e complimenti. Innumerevoli signore ingioiellate ed impellicciate, così come eleganti signori dalla flemma aristocratica, si accalcarono garbatamente a rivolgerle i più sentiti ringraziamenti per l'ascolto di una melodia così commovente e meravigliosa.
Michiru ritornò i ringraziamenti con gratitudine, non senza una punta di lieve imbarazzo, ma incontrò una certa difficoltà nel rispondere con cortesia a tutti i bei giovanotti che ingenuamente speravano di far colpo su di lei. Per fortuna Haruka intervenne a darle sostegno, incutendo il dovuto timore della sua fredda espressione glaciale, e ognuno di quei damerini batté chiaramente in ritirata.
Setsuna sorseggiò la sua coppa di champagne, ferma e in disparte presso una delle ampie colonne della villa, ignara di essere stata anch'essa notata.
Facendosi pomposamente avanti infatti, vestito di un elegante smoking e una bianca camicia di seta, un giovanotto dagli occhi sottili le si rivolse con un sorriso gentile.

- Posso avere l'onore di conoscere il vostro nome? - domandò.

Setsuna lo squadrò attentamente, avvertendo un leggero fastidio per il tono mellìfluo nella voce dell'altro, tuttavia rispose alla domanda con cortesia.

- Lei è indubbiamente la donna più affascinante di questa serata - commentò sfacciatamente l'individuo. - Ma la prego, mi permetta di presentarmi: il mio nome è Vladimir Krunzsmàrik, principe di Lituania, onorato di fare la vostra conoscenza!
- Mi perdoni, Altezza - si scusò Setsuna, sforzandosi di trattenere il suo evidente disagio per i modi arroganti e la tracotanza dell'altro. - Ma temo di non essere altrettanto "onorata"... Con permesso!

Davanti ad un simile affronto, il principe si stupì.
Come osava una misera plebea giapponese rispondergli a quel modo?
Se costui avesse avuto un briciolo di cervello funzionante, invece di importunarla, si sarebbe detto che era meglio non insistere ulteriormente. Ma abituato com'era ad averle tutte vinte, non sopportando alcun rifiuto, subito si accinse a seguirla in una piccola stanzetta appartata lontano dal salone principale.
Qui Setsuna sperava di averlo scoraggiato ma, sentendosi nuovamente chiamare da costui, comprese fin troppo bene con che razza di individuo aveva a che fare.

- Potrebbe almeno mostrarsi un po' più gentile - esclamò freddamente il principe. - In fondo, le ho solo offerto di poter beneficiare della mia compagnia!
- La ringrazio, ma è un beneficio del quale faccio volentieri a meno - rispose Setsuna sprezzante.

Vladimir strinse gli occhi, gettando a terra il calice di vetro con uno schianto, e subito afferrò il polso di Setsuna con una smorfia crudele e arrabbiata.

- Ma chi ti credi di essere, per potermi parlare così - sibilò costui tra i denti.
- Mi tolga le mani di dosso - sussurrò Setsuna impassibile.

Per tutta risposta, il "principe" le si strinse addosso con intenzioni assai poco onorevoli.
La mano sempre stretta attorno al polso di Setsuna, mentre l'altra già scendeva lungo le pieghe nere del suo elegante abito da sera, non lasciava dubbi su ciò che realmente voleva quel porco.
Setsuna non avrebbe mai inteso fare scenate, per non danneggiare socialmente l'immagine di Michiru al cospetto di tutti coloro che erano presenti nella villa quella sera, ma quel viscido verme altolocato si stava spingendo sin troppo oltre la sua pazienza.

- Di' la verità, che anche tu non vedevi l'ora - ghignò raucamente Vladimir, scorrendo la mano sulla stoffa, in cerca dell'intimità di Setsuna. - L'ho capito subito che razza di puttanella eri...

Ora era davvero troppo!
Incapace di trattenersi oltre, Setsuna investì i regali attributi del principe con una precisa ginocchiata all'altezza dell'inguine.
L'uomo emise un rantolo, pallido in volto con gli occhi spalancati dall'immenso dolore, e si accasciò a terra... trascinando rumorosamente con sé il vasellame d'argento posto su un tavolino lì accanto.
Il rumore attirò l'attenzione degli ospiti che, ignari dell'antefatto, poterono solo osservare esterrefatti come il "nobile" principe Vladimir fosse stato buttato a terra da una emerita sconosciuta.
Michiru ed Haruka, che pure erano all'oscuro dei dettagli sulla faccenda, rimasero sconvolte dall'accaduto al pari degli altri.
Setsuna comprese che, per non coinvolgere negativamente Michiru agli occhi di tutta quella gente, le conveniva tacere la molestia subita e abbandonare la villa senza dire una parola.
Lasciando dunque il principe a piagnucolare sul pavimento, piegato su sé stesso nel tentativo di trovare conforto per i propri genitali, costei attraversò la sala incurante dei commenti e dei mormorii che gli ospiti si scambiavano al suo passaggio.

- Avete visto, che roba?
- E' incredibile...
- Ma chi è quella donna?
- Che scandalo, non credo ai miei occhi...
- E' una vergogna!
- Aggredire un principe, nel mezzo di un ricevimento...
- Che donna volgare, sono scioccata!
- Ma chi l'ha invitata, poi...
- Si sarà intrufolata, non c'è altra spiegazione!
- Bisognerebbe chiamare la polizia...

Setsuna attraversò la sala del ricevimento a testa alta, incurante degli sguardi ostili e delle frasi di disprezzo che pure le giungevano distinte all'orecchio, senza giustificare in alcun modo il proprio comportamento.
Non si fermò neppure quando, sganciandosi accidentalmente la buccola, uno degli orecchini le scivolò andando a finire sul pavimento.
Uno degli ospiti, un giovane biondo dagli occhi puri ed innocenti come quelli di un angelo, si chinò dunque a raccoglierlo guardandola andare via con una triste espressione di sbigottimento. Non riusciva a credere che una donna tanto bella ed elegante nel portamento potesse agire così senza una ragione più che valida. Purtroppo però, non sapendo neppure chi era, non poteva certo correrle dietro per restituirle ciò che le apparteneva.
Michiru pregò Haruka di aiutarla a calmare gli ospiti, trovando una scusa per defilarsi, e subito corse dietro a Setsuna per apprendere dalla sua voce ciò che realmente era successo.

- Setsuna - esclamò, scendendo in fretta le scale che davano sul giardino della villa. - Vuoi spiegarmi, per favore?

Setsuna si voltò a guardarla tristemente.

- Mi dispiace, credimi, non volevo metterti in imbarazzo davanti ai tuoi ospiti...
- Ma cosa c'entra questo - protestò vivamente Michiru. - Non è da te, comportarti così senza un motivo... Voglio sapere che cosa è successo tra te e l'uomo che hai colpito?

Setsuna esitò.

- Lascia perdere - mormorò. - Anche se te lo dicessi, non servirebbe a niente: passerei comunque dalla parte del torto, qualunque cosa dicessi, perciò è meglio che me ne vada!
- Setsuna, guardami negli occhi - disse Michiru trattenendola per un braccio. - Che cosa ti ha fatto? Ti ha mancato di rispetto? Se è così, devi dirmelo...

Silenzio.
Setsuna rifiutava ostinatamente di giustificarsi, per non compromettere ulteriormente Michiru, dando prova di vera amicizia nei suoi confronti. Accusando pubblicamente il comportamento inqualificabile del principe, infatti, nessuno tra i presenti avrebbe preso per buona la sua parola. Michiru si sarebbe assunta onerosamente di difendere la propria amica, attirandosi contro il veleno della società bene, con l'unico risultato di compromettere gravemente la sua carriera artistica agli occhi di persone tanto influenti.
Doveva assumersi il peso del suo gesto, con tutto quel che ne conseguiva, per rispetto di un'amica e per non recarle danno alcuno.
Michiru non poté fare altro che osservarla silenziosamente, senza poter fare o dire nulla per aiutarla, con un forte disagio nel cuore misto ad una sensazione di chiara impotenza.
In quella, affacciandosi sulla scalinata esterna, il biondo giovanotto che aveva raccolto l'orecchino di Setsuna si imbatté in Michiru che stava rientrando nella villa.

- Mi scusi, signorina - esclamò cortesemente. - Conosce per caso la persona che è appena andata via?

Michiru strinse gli occhi rabbiosamente.

- Qualunque cosa abbia fatto, mi assumo io personalmente la responsabilità per il suo gesto!
- No, guardi che c'è un equivoco - proruppe il giovane. - Vede, il fatto è che, mentre andava via, la signora ha perso il suo orecchino... Purtroppo non la conosco, e non ho modo di restituirglielo, perciò mi sono permesso di chiedervi se...

Michiru comprese, scusandosi col giovane per il suo tono aggressivo, mentre l'altro chinò il capo con costernazione presentandosi convenientemente.

- Michael Conaissànce - disse. - Non so cosa sia successo ma sono sicuro che quella signorina è stata accusata ingiustamente e, se me lo permette, anch'io vorrei poter prendere le sue difese! 

continua )...

 

Angolo Autore:

 

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